Afrodite
Landolina
Copia imperiale romana del II d.C. di un originale ellenistico
della prima metà del II sec. a.C
Marmo, h cm 165,5
Provenienza: Siracusa, Ninfeo di Acradina
Rinvenuta nel 1884 da Saverio Landolina
Siracusa,
Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi
>scheda |
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La scultura di età romana,
II secolo d.C., è probabilmente la copia della statua
di culto realizzata per il Tempio di Afrodite a Siracusa nella
prima metà del II secolo a.C. Secondo questa ipotesi
la statua originale sarebbe da mettere in relazione con un
aneddoto riportato da Ateneo (Deipnosofisti, XII, 554) che
riferisce di una gara di bellezza tra due fanciulle siracusane.
La contesa vide come giudice un giovane che dichiarò
vincitrice la sorella maggiore, di cui s’innamorò.
La fanciulla più giovane si fidanzò invece con
il fratello del giudice della gara. Le due sorelle per ringraziare
la dea dell’Amore fondarono un tempio dedicato ad Afrodite
Callipige.
L’Afrodite Landolina potrebbe quindi identificarsi con
questa Afrodite Callipige di cui parlano le fonti antiche.
L’epiteto “callipige” deriva dal greco antico
e significa “dalle belle natiche”. L’ipotesi
di questa identificazione è avvalorata da un piccolo
rilievo di Siracusa, trasposizione plastica del racconto di
Ateneo.
La dea è raffigurata mentre sta per denudarsi prima
del bagno. Il nudo opulento e sensuale è messo in risalto
dal ricco panneggio e dal gesto pudico della mano che copre
il pube. La statua è acefala e priva dell'avambraccio
destro, che originariamente copriva il seno. A sinistra della
figura è un delfino acefalo che evoca le acque marine
da cui nacque Afrodite.
L'originale fu realizzato probabilmente da scultori greci
della scuola rodio-asiatica o scolpito da maestranze greche
nella stessa città di Siracusa. Durante l’ellenismo
infatti furono intense e continue le relazioni commerciali
ed economiche tra Rodi, Coo e Siracusa ed è quindi
plausibile pensare a forti influenze artistiche dei centri
insulari e microasiatici.
Il nudo femminile di Afrodite, rappresentato per la prima
volta dallo scultore greco Prassitele nel IV secolo a.C. con
la sua celeberrima Afrodite cnidia, divenne in età
ellenistica uno dei temi preferiti dagli artisti che rielaborarono
soprattutto il soggetto dell'Afrodite al bagno, che poteva
presentarsi interamente nuda o con un mantello che copriva
soltanto una parte del corpo come nel caso della statua di
Siracusa.
La statua dell’Afrodite fu rinvenuta a Siracusa nell'Orto
Bonavia, poi Giardino Spagna, il 7 gennaio 1804 dal Saverio
Landolina, Regio Custode delle Antichità di Val Demone
e Val di Noto.
Testi a cura di Alessandra Merra (beni
archeologici) e Valeria Sola (beni storico-artistici)
Servizio Museografico U.O. XXXI |