Quest’opera celeberrima è
una delle icone della Galleria Regionale della Sicilia ed
uno dei capolavori dello scultore Francesco Laurana. Nativo
di La Vrana in Dalmazia, ma attivo in diversi centri del Rinascimento
come Urbino, Napoli e Avignone, lo scultore giunse prima del
1468 in Sicilia, a Sciacca, chiamato dal potente signore Carlo
Luna, che aveva probabilmente potuto apprezzare le qualità
dello scultore alla corte aragonese di Napoli. Il Luna fu
il primo committente siciliano del Laurana, ed il busto raffigura
non a caso quell’Eleonora d’Aragona, nipote del
re di Sicilia Federico d’Aragona e antenata di Carlo
Luna in quanto moglie di Carlo Peralta signore di Sciacca,
conte di Caltabellotta e vicario del regno di Sicilia. La
nobildonna morì nel 1405 nel castello di Giuliana e
venne sepolta nella vicina Abbazia di S. Maria del Bosco di
Calatamauro, della quale era stata importante benefattrice.
Sulla sua tomba, sita in una sala di passaggio tra il chiostro
e la chiesa, il busto era rimasto per secoli, prima di essere
trasferito alla fine dell’Ottocento al Museo Nazionale
di Palermo. L’identificazione dell’effigiata con
una delle principesse napoletane, proposta da alcuni studiosi,
sembra dunque meno plausibile. Probabilmente l’opera
fu eseguita dal Laurana, che nel 1471 era rientrato a Napoli,
in occasione di un suo ritorno in Sicilia, ipotizzato da molti
studiosi tra il 1484 e il 1491. La datazione dell’opera
è collocabile infatti intorno al 1488-1490, come denunciano
le sue peculiari qualità formali che presuppongono
l’esperienza dell’arte di Piero della Francesca
e Antonello da Messina e della loro concezione “geometrica”
dello spazio. Ma, oltre a tali influssi, anche l’essere
il ritratto ideale di una defunta contribuisce a spiegare
quella sospesa rarefazione e quel rigore formale che caratterizzano
il celebre busto.
Testi a cura di Alessandra Merra (beni
archeologici) e Valeria Sola (beni storico-artistici)
Servizio Museografico U.O. XXXI |