
Altare in terracotta con la raffigurazione
della Gorgone-Medusa in corsa che stringe al seno i due figli
Pegaso, il cavallo alato e Crysaor, nati dall'unione con Poseidone.
La Medusa alata, creatura mostruosa che secondo il mito con
lo sguardo pietrificava il nemico, indossa un corto chitone
stretto alla vita da una cintura con due serpenti annodati
e calzari alati.
Il motivo iconografico della Gorgone trova confronti nella
scultura di età tardo-arcaica di ambiente corinzio.
Si ritrova infatti nel frontone del tempio di Artemide a Corfù,
nella lastra fittile policroma proveniente dal Tempio di Atena
a Siracusa ed in alcune arule di Naxos. Il soggetto fu rielaborato
dagli artisti dell'epoca di Gelone, tiranno prima di Gela
e poi di Siracusa, nel primo venticinquennio del V secolo
a.C.
Il piccolo altare fu rinvenuto insieme ad altri due esemplari
nell'emporio dell'antica città di Gela. Era destinato
alle processioni cultuali, come dimostrano i fori laterali
utili per l'alloggiamento di travi lignee per il trasporto.
Le analisi mineralogiche dell'argilla hanno stabilito che
si tratta di una produzione gelese.
Testi a cura di Alessandra Merra (beni
archeologici) e Valeria Sola (beni storico-artistici)
Servizio Museografico U.O. XXXI |