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i Beni inamovibili della Regione Siciliana
Decreto assessoriale 1771 del 27 giugno 2013: Divieto di uscita dal territorio della Regione Siciliana dei Beni che costituiscono il fondo principale di Musei, Gallerie, Biblioteche e Collezioni in attuazione delle Delibere della Giunta Regionale n. 94 del 4/5 marzo 2013 e n. 155 del 22 aprile 2013; in particolare è vietata l’uscita, anche se temporanea, dei beni descritti in questa pagina.
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Annunziata

Antonello da Messina
1474-1477 ca.
Olio su tavola, cm 45 x 34,5
Provenienza: Collezione canonico Di Giovanni
Palermo, Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis

>scheda

L’Annunziata di Antonello da Messina è indubbiamente l’opera più nota della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis. La tavola entrò a far parte delle collezioni del Museo Nazionale nel 1906 per legato testamentario di Monsignor Di Giovanni, che l’aveva acquistata a Palermo dalla famiglia Colluzio con una attribuzione a Dürer. A lungo confusa con la modesta copia delle Gallerie di Venezia, fu riconosciuta come indiscusso capolavoro di Antonello a partire dagli studi di Enrico Brunelli nel 1904. La Vergine Annunziata è raffigurata senza alcuna simbologia sacra, più simile ad un ritratto che non a un’immagine canonica; ma è una donna “impegnata in un serrato dialogo con l’angelo”(E. Battisti), invisibile ma immaginato al di qua dello spazio del dipinto, nella posizione occupata dallo spettatore. Ella sembra colta nell’attimo in cui sta per pronunciare le parole del racconto evangelico “E come avverrà questo?”. Alla mano protesa in avanti, che concorre a definire la profondità spaziale, sono stati attribuiti dalla critica diversi significati, dalla sorpresa all’opposizione. La figura costruita con rigorosa geometria di forme denuncia l’assimilazione completa della lezione prospettica italiana da parte del pittore messinese, che vi unisce la notazione psicologica colta e il naturalismo della ritrattistica fiamminga. La tavola fu eseguita secondo alcuni studiosi verso il 1474, in considerazione delle analogie con l’Annunciazione di Palazzolo Acreide, dipinta in quell’anno. Altri suggeriscono la data del 1476-1477 per la perfetta sintesi prospettica e formale ai limiti dell’astrazione e gli esperimenti spaziali riconducibili alla produzione posteriore al secondo soggiorno veneziano del pittore, documentato al 1475.

Testi a cura di Alessandra Merra (beni archeologici) e Valeria Sola (beni storico-artistici)
Servizio Museografico U.O. XXXI