La grande anfora giunse al Museo Nazionale
di Palermo dalla Chiesa della Madonna del Paradiso di Mazara
del Vallo e confluì nelle collezioni di Palazzo Abatellis
con l’istituzione della Galleria nel 1954. Essa costituisce
un pregevolissimo esempio per qualità e dimensioni
di ceramica dipinta a lustro metallico (loza dorada), particolare
tecnica di decorazione che prevedeva un’attenta e difficile
cottura. Il minutissimo ornato descrive nella fascia centrale
un’iscrizione in caratteri cufici, che ripete la medesima
parola.
L’opera può essere confrontata con altri rari
esemplari simili oggi conservati a San Pietroburgo, Stoccolma,
Madrid e Granada; questi vasi, dalla funzione puramente ornamentale,
sono detti di tipo Alhambra poiché alcuni di essi erano
destinati ad abbellire il palazzo dell’Alhambra di Granada.
La produzione di queste anfore, di grandi dimensioni e con
due anse piatte, costituisce indubbiamente il punto più
alto raggiunto dalle fabbriche andaluse di Malaga nel XIV
secolo.
Testi a cura di Alessandra Merra (beni
archeologici) e Valeria Sola (beni storico-artistici)
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