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i Beni inamovibili della Regione Siciliana
Decreto assessoriale 1771 del 27 giugno 2013: Divieto di uscita dal territorio della Regione Siciliana dei Beni che costituiscono il fondo principale di Musei, Gallerie, Biblioteche e Collezioni in attuazione delle Delibere della Giunta Regionale n. 94 del 4/5 marzo 2013 e n. 155 del 22 aprile 2013; in particolare è vietata l’uscita, anche se temporanea, dei beni descritti in questa pagina.
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Annunciazione

Antonello da Messina

1474
Olio su tavola trasportata su tela, cm 180 x 180
Provenienza: Palazzolo Acreide (SR), Chiesa dell’Annunziata
Siracusa, Galleria Regionale di Palazzo Bellomo

>scheda

L’Annunciazione si trovava su una parete laterale della chiesa dell’Annunziata a Palazzolo Acreide quando nel 1896 la scoprì lo studioso Enrico Mauceri, che nonostante i gravi danni causati dall’umidità subito riconobbe la mano di Antonello.
Il ritrovamento del documento di commissione fugò ogni possibile dubbio sull’autografia dell’opera, che nel 1907 fu trasferita al Museo di Siracusa. Nel 1914, dato il grado di deperimento dell’opera, venne eseguito il trasporto della pittura da tavola su tela; ma né questo né i successivi interventi di restauro hanno potuto porre rimedio alle gravi lacune, nonostante le quali l’opera riesce a mostrarsi nella sua perfezione formale.
La scena si svolge in un interno domestico, quasi una loggia delimitata da due colonne. La Vergine è avvolta nel consueto manto azzurro, sotto il quale si intravede una veste in damasco rosso e oro; l’arcangelo Gabriele è coperto di una preziosa tunica di velluto rosso a grandi motivi dorati, ma con colletto azzurro, in un raffinato gioco di rimandi cromatici che illuminano e impreziosiscono letteralmente il primo piano, in quanto proprio azzurro e oro, cui è abbinato il rosso per farli meglio risaltare, erano i colori più costosi della pittura del tempo, ricavati rispettivamente da lapislazzuli e sottili lamine di prezioso metallo.
Molti oggetti raffigurati nell’arredamento della stanza hanno una valenza simbolica: ad esempio, l’elegantissimo vaso bianco e blu in primo piano rimanda a Maria quale vas electionis, perchè è colei che in grembo ha portato il Cristo, e il candido telo steso sopra il leggio allude alla purezza della Vergine. La colonna in primo piano divide lo spazio secondo precise regole matematiche, e contiene forse un riferimento alla futura passione di Gesù flagellato.
Nell’opera sono evidenti i riferimenti alla pittura fiamminga, dalla resa accurata della preziosità tattile dei tessuti e delle aureole all’idea stessa dell’ ambientazione in un interno architettonico, al paesaggio la cui lontananza è resa mediante il digradare di toni verde-azzurri, alla maniera dei maestri del nord. Ma la costruzione spaziale, seppure non rigorosamente unitaria, è tutta italiana, così come la solidità e la monumentalità delle figure: angelo e Madonna, le cui tipologie derivano indubbiamente dal Polittico di San Gregorio dipinto dallo stesso Antonello nel 1473, occupano lo spazio del dipinto con il loro volume tridimensionale, “pierfrancescano”; il motivo della colonna inoltre sembra ispirato dalla Annunciazione di Piero della Francesca in S. Francesco ad Arezzo, a suggerire da parte del messinese una conoscenza diretta dei modi del grande pittore toscano.

Testi a cura di Alessandra Merra (beni archeologici) e Valeria Sola (beni storico-artistici)
Servizio Museografico U.O. XXXI