Commedia antica
I personaggi della "commedia antica" sono prevalentemente maschili, non hanno caratterizzazioni individuali e risultano difficilmente identificabili.
Le maschere più antiche si caratterizzano per il prevalere dell'aspetto buffonesco, talvolta anche fortemente accentuato, secondo i canoni del teatro di Aristofane, il massimo esponente di questo genere teatrale in Grecia. Ad una delle sue commedie, le "Ecclesiazuse", sarebbero da attribuire le sei maschere (Fig.6) rinvenute all'interno della Tomba1613. Si riconoscono: Blepyros, nel personaggio sorridente con corona, Chermes, in quello dalla faccia larga con barbetta a punta. L'esposizione comprende ancora altri personaggi: Hermonios, una maschera introdotta da Hermon, un commediografo contemporaneo di Aristofane; Hérakles e Hades (Fig.7), maschere di una commedia che narrava l’episodio della rissa tra i due sulla porta degli Inferi, narrato nel V libro dell’Iliade.
Commedia di mezzo
La "commedia di mezzo", nel settantennio che va dalla morte di Aristofane (386 a.C.) all'affermazione di Menandro (320 a.C.), precede la "commedia nuova" e ne anticipa i temi. La satira politica e sociale, che era stata alla base della "commedia antica", lascia il posto ad argomenti di carattere familiare con personaggi che continuano a mantenere il carattere buffonesco, tipico della "commedia antica". Gli uomini portano il caratteristico costume fallico e sono rappresentati con il ventre e i glutei pronunciati. Di notevole interesse è un gruppo di statuette che sembrano appartenere ad una commedia che prelude all'Aulularia di Plauto (Fig.8). Si riconoscono: una bisbetica avara, che tiene stretto un sacchetto contenente del denaro; uno schiavo nudo; un'etera nuda; una vecchia megera. Sono presenti inoltre, figure di danzatori e danzatrici; statuette di Herakles, rappresentato ora in costume fallico, ora con la leontea sul capo e la clava; numerose figure di animali. Il gran numero di statuette relative alla "commedia di mezzo", rinvenute a Lipari costituisce un complesso di eccezionale importanza per la conoscenza di un genere letterario di cui non ci è pervenuto alcun testo.
Commedia nuova
Tra la fine del IV e i primi decenni del III sec. a.C., si assiste ad un profondo cambiamento nel repertorio delle maschere teatrali: è l'affermarsi della "commedia nuova" che vede Menandro (342 – 290 a. C.) come massimo esponente in Grecia.
La "commedia nuova" trae ispirazione dalla vita quotidiana nei suoi molteplici aspetti e deriva la sua comicità da situazioni particolari, da malintesi o dal temperamento dei suoi personaggi.
I personaggi perdono il carattere buffonesco, sono dotati di personalità propria e svolgono un ruolo preciso nella famiglia e nella società. Il carattere di ogni personaggio è espresso sulle maschere attraverso i tratti somatici e precisi elementi fisionomici. L'esposizione si apre con le maschere dei vecchi (Fig. 9), prosegue con quelle dei giovani (Fig.10), delle donne (Fig.11) e degli schiavi, si chiude con le maschere della tragedia di età ellenistica (Fig.12) e con alcuni ritratti di personaggi illustri: Omero, Socrate, Lisia (Fig.13).
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