CHIUSURA ARSENALE DELLA MARINA REGIA |
Ottobre 2023 |
Si comunica che in previsione dei prossimi lavori di allestimento museale, l'Arsenale della Marina Regia di Palermo da oggi sarà chiuso al pubblico. |
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RECUPERATI DUE ROSTRI |
Agosto 2023 |
Nuovi ritrovamenti archeologici nei fondali di Levanzo (Trapani), sito della Battaglia delle Egadi.
La campagna di ricerche che si sta svolgendo in questi giorni ha consentito il recupero di due rostri in bronzo denominati “Egadi 26” e “Egadi 27”. Sono stati individuati su un fondale di circa 80 metri e recuperati con l'ausilio della nave da ricerca “Hercules” della fondazione statunitense RPM Nautical Foundation che negli anni ha permesso, grazie alle sofisticate strumentazioni presenti a bordo, l'individuazione e il recupero di numerosi reperti riguardanti l'importante battaglia svoltasi il 10 marzo del 241 a.C. In particolare, in quest'ultima campagna, i subacquei hanno recuperato 15 elmi del tipo Montefortino, 20 paragnatidi (le protezioni per le guance e il viso dei soldati a corredo degli elmi), una spada, un centinaio di monete in bronzo e, per la prima volta in oltre vent'anni di ricerche, 7 monete in argento. Tutti i reperti sono stati trasferiti presso il laboratorio di primo intervento allestito presso l'ex Stabilimento Florio di Favignana e sono già al vaglio degli archeologi della Soprintendenza del Mare. Le attività di ricerca nel tratto di mare tra Levanzo e Favignana sono condotte da un team formato dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, dalla statunitense RPM Nautical Foundation e dalla SDSS: The Society for Documentation of Submerged Sites. «I fondali delle Egadi - dichiara l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato - si confermano ancora una volta uno scrigno prezioso di informazioni per comprendere lo scontro navale tra romani e cartaginesi. La scoperta di Sebastiano Tusa continua ancora oggi a ricevere conferme sempre più importanti, avvalorando l'intuizione dell'archeologo prematuramente scomparso nel 2019 che aveva consentito l'individuazione del teatro della battaglia che sancì il dominio dei Romani sul Mediterraneo». Sono 26 i rostri ritrovati a partire dai primi anni del Duemila. Micidiali armi di distruzione che, applicati sulla prua delle navi da guerra, consentivano lo speronamento delle navi nemiche e il conseguente affondamento. Negli ultimi 20 anni sono stati individuati anche 30 elmi del tipo Montefortino, appartenuti ai soldati romani, 2 spade, alcune monete e un considerevole numero di anfore. La Battaglia delle Egadi segnò la fine alla prima guerra punica con lo scontro tra la flotta cartaginese e quella romana, a nord-ovest dell'isola di Levanzo. Da alcuni anni, alle ricerche puramente strumentali condotte in collaborazione con la RPM, sono state affiancate le ricerche con l'impiego dei subacquei altofondalisti della SDSS che hanno consentito, grazie alla specializzazione nelle ricerche in acque profonde, l'individuazione e il recupero di importanti reperti. |
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RELITTO DI SCOGLIO BOTTAZZA |
Agosto 2023 |
Recuperati ad Agrigento, dai fondali in località San Leone, i primi cannoni e un’ancora in ferro del relitto di Scoglio Bottazza.
Si tratta dei resti di una nave commerciale armata, presumibilmente di epoca tardo rinascimentale, giacente a circa 15 metri di profondità a ridosso della secca omonima, presso la foce del fiume Naro. Il recupero è stato realizzato in maniera congiunta dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, attraverso il consorzio Ganosis di San Leucio del Sannio (Bn) che si è aggiudicato l’appalto per i lavori, insieme a Guardia Costiera e Nucleo tutela patrimonio culturale dei Carabinieri. Il progetto è stato finanziato con risorse del Fondo per la coesione e lo sviluppo 2014-2020. I lavori sono stati realizzati dalla ditta esecutrice “Lavoro Sud Srl” di Favara. I reperti, che si uniscono a quelli già recuperati nel 2007 e custoditi presso la Soprintendenza del Mare, saranno adesso restaurati nei laboratori del Parco archeologico della Valle dei Templi in base a un accordo tra i due enti. Tra i reperti recuperati in precedenza anche alcuni pani di zolfo, raro documento proveniente dalla nave impiegata per il trasporto di materiali da una delle vicine miniere agrigentine. La straordinarietà del sito risiede anche nella lunga attività mantenuta nel corso del tempo, fino alla fine del XIX secolo quando le miniere furono abbandonate, rappresentando così un caso unico di bene archeologico le cui vicende cominciarono in età protostorica per andare avanti fino all'età industriale. In epoca moderna, lo zolfo estratto veniva caricato presso i porti di Agrigento e Marina di Palma, dove confluivano anche i carichi di altri siti minerari del circondario. Il tratto di costa che dalla foce del fiume Naro si collega da un lato alla odierna Porto Empedocle e dall'altro al porto di Licata, si presentava particolarmente rischioso per la navigazione sia per le caratteristiche del fondale, sia per le frequenti incursioni di pirati. Dal lato ovest, l'altro importante porto da cui partivano i carichi di di zolfo era quello di Porto Empedocle, per secoli noto come "molo (o caricatore) di Girgenti". È dunque ipotizzabile che la nave armata, salpata dal porto di Girgenti o da Marina di Palma col suo carico, abbia fatto naufragio presso lo Scoglio Bottazza che è stato tramandato come luogo di numerosi affondamenti a causa della particolare insidia rappresentata dalla secca, visibile e quasi affiorante in estate ma sommersa e dunque ancor più pericolosa durante l'inverno.
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RECUPERATO VELIVOLO A PANTELLERIA |
Luglio 2023 |
RECUPERATO A PANTELLERIA UN VELIVOLO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. IL MACCHI C.202 SI ERA INABISSATO A 30 METRI DI PROFONDITÀ NEL 1943
Grazie a un’operazione congiunta che ha visto protagonisti l’Aeronautica Militare – Distaccamento Aeroportuale di Pantelleria, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, la Guardia Costiera – Ufficio Circondariale di Pantelleria e il 3° Nucleo Subacquei della Guardia Costiera di Messina, è stato recuperato dai fondali in località Mursia a Pantelleria, un velivolo Macchi C.202. Di ciò che resta del velivolo impiegato nel corso della seconda guerra mondiale, individuato già nel 2010, era stata recuperata l'elica tripala metallica prodotta dalla Piaggio (un’elica di 3,05 metri a passo variabile in volo e velocità costante). Il reperto è già musealizzato presso la sede dell’Aeronautica Militare di Pantelleria.
Nel mese di aprile di quest’anno, le prime immersioni subacquee propedeutiche al recupero hanno consentito di realizzare una documentazione video fotografica completa, un rilievo fotogrammetrico e una ricostruzione tridimensionale di dettaglio, nonché riportare alla luce il propulsore del velivolo: un motore 12 cilindri invertito. Grazie all'intervento del 3° Nucleo Subacquei della Guardia Costiera di Messina, nei giorni scorsi è stata completata la delicata operazione di recupero del piano alare. Con un supporto metallico creato direttamente sul fondale di 30 metri e l'utilizzo di palloni di sollevamento, una delicata operazione durata due giorni ha consentito di riportare in superficie, dopo 80 anni di permanenza sul fondo del mare, il fragile reperto che conserva ancora intatte molte delle sue componenti. Tutti i reperti sono stati collocati presso la base dell'Aeronautica Militare di Pantelleria per il primo trattamento di desalinizzazione. Un'attività multidisciplinare di studio già avviata da qualche mese e alcuni interventi di consolidamento strutturale e restauro, consentiranno a breve la musealizzazione del velivolo all'interno del contenitore naturalmente vocato: l'hangar “Nervi” di Pantelleria.
«Il mare - afferma l'assessore regionale dei Beni culturali e dell'identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - ci restituisce una testimonianza della nostra storia recente, grazie a un intervento condotto con grande professionalità da tutti i soggetti che si sono spesi affinché la riemersione di tutte le parti del caccia potesse essere portata a termine. L'aereo recuperato assume grande importanza sia per ciò che rappresenta nella storia dell'Aeronautica militare italiana sia per la memoria dei drammatici frangenti del conflitto mondiale che interessarono l'isola di Pantelleria».
??La storia del velivolo Macchi C.202
L'aereo fu progettato dalla italiana Aeronautica Macchi e rimase in produzione tra il 1941 ed il 1943; si trattava di un caccia intercettatore diurno interamente metallico, monomotore, monoposto, monoplano ad ala bassa a sbalzo con carrello retrattile. Impiegato nella seconda guerra mondiale dalla Regia Aeronautica, era equipaggiato inizialmente con il motore tedesco DB 601A, in seguito costruito su licenza dall'Alfa Romeo, e montava un armamento di due mitragliatrici da 12,7 mm, cui vennero aggiunte nelle serie successive, due armi alari da 7,7 mm. Dotato di tutte le caratteristiche più moderne per un caccia dell'epoca, come ipersostentatori e tettuccio chiuso, trovò il suo utilizzo privilegiato nello scacchiere del Nord Africa, dove si alternarono gran parte degli stormi che impiegarono il “Folgore”.Il velivolo recuperato a Pantelleria è un Macchi C.202 bis serie XI, dotato del più potente motore DB605. Dalle informazioni fino ad ora disponibili, si sa che fu costruito dalla ditta Breda di Milano a Novembre del 1942 e che probabilmente fu abbattuto mentre difendeva Pantelleria dai bombardamenti anglo-americani durante le fasi finali della operazione Corkscrew nel mese di Giugno del 1943.
??L'inquadramento storico
I mari e i cieli della Sicilia furono teatro di intensi e drammatici avvenimenti bellici nel corso della II Guerra Mondiale, fino (e oltre) allo sbarco del 10 luglio 1943.L’operazione “Husky”, avviata dalle truppe alleate con l'obiettivo di aprire sul suolo italiano un fronte per l'Europa continentale, trovò nell’antefatto della conquista dell’isola di Pantelleria uno dei punti di partenza.Battezzata dagli inglesi “La Gibilterra italiana” e definita da Winston Churchill “Una spina nel fianco”, l’isola di Pantelleria è stata al centro di operazioni preventive finalizzate all’eliminazione dei presidi strategici presenti sulle isole a Sud della Sicilia.Dopo la resa delle forze dell'Asse in Africa settentrionale tra l'11 e il 12 maggio 1943, gli Alleati iniziarono i preparativi dello sbarco in Sicilia del 10 luglio, avviando l’operazione “Corkscrew”, così da togliere finalmente il “tappo” che ostruiva il Canale di Sicilia.Il primo e più importante obiettivo fu l'isola di Pantelleria, per i suoi impianti radar, il campo d’aviazione e l’annesso l'hangar “Nervi”, l’aviorimessa protetta più grande dell’epoca che poteva accogliere fino a 80 aerei. Dal 9 maggio al 11 giugno 1943 l'isola venne bombardata continuamente dagli aerei USAF e RAF e, in seguito, isolata via mare da un blocco navale. La guarnigione dell’isola si arrese l’11 giugno 1943 dopo quasi un mese di bombardamenti aerei durante i quali furono sganciate oltre 6.200 tonnellate di bombe. Nei suoi fondali giacciono, come testimonia questo recupero, molteplici relitti di mezzi navali e aerei, testimoni drammatici di una vicenda terribile e nel contempo grandiosa, di cui ricorre quest’anno l’ottantesimo anniversario.
Hanno partecipato alle operazioni di recupero e studio del velivolo:
Aeronautica Militare - Distaccamento di Pantelleria
Col. Nav. Franco Linzalone
Guardia Costiera - Ufficio circondariale di Pantelleria
T.V. Vincenzo De Falco
3° Nucleo operatori subacquei Guardia Costiera Messina
Gianluca Messina
Aldo Croce
Stefano Simonetti
Danilo Meli
Fabio Mazzara
Gerardo Lopez
Andrea D'Amico
Soprintendenza del Mare
Ferdinando Maurici
Roberto La Rocca
Salvo Emma
Pietro Selvaggio
Si ringraziano per la collaborazione: Antonello D’Aietti, Battista Mannone, Edoardo Famularo. |
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INIZIATO IL RECUPERO DEL RELITTO MARAUSA 2 |
Giugno 2023 |
Iniziati i lavori di recupero del relitto “Marausa 2” a Misiliscemi (TP) Hanno preso il via le operazioni di recupero del relitto di epoca romana rinvenuto nel luglio del 2020 davanti alla costa di Misiliscemi, nel Trapanese. L’intervento sul relitto denominato “Marausa 2”, è effettuato sotto la direzione della Soprintendenza del Mare grazie al personale subacqueo specializzato dell’impresa “Vullo Antonio” di Favara, che si è aggiudicata i lavori per circa 500 mila euro a valere sul “Patto per il Sud 2014-2020”. Il tempo stimato per l’esecuzione dei lavori è di 270 giorni. «Mozia, Lilibeo e Drepanum, porti di riferimento in età diverse nelle rotte mediterranee, continuano a rivelare sorprendenti testimonianze archeologiche.
"Attraverso attività di recupero, come quella che avviamo oggi, e di conservazione dei reperti che il mare continua a regalarci, continuiamo a ricostruire frammenti del nostro passato, elementi della storia della nostra Isola, da sempre crocevia di traffici e di culture», dice l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato.
Nel luglio 2020 la segnalazione della presenza di frammenti d'anfora e di resti lignei da parte di Francesco Brascia, un subacqueo locale, consentì di individuare a meno di 100 metri dalla battigia e a circa 2 metri di profondità, la presenza di un relitto di epoca romana. Dopo un primo sondaggio, che aveva consentito di comprendere l’importanza del ritrovamento, la Soprintendenza del Mare ha provveduto a mettere in sicurezza il sito coprendolo con oltre 100 sacchi riempiti di sabbia. Adesso prendono il via i lavori di recupero dello scafo, ritenuto il “gemello” di quello già scoperto nel 1999 nello stesso luogo. Allora erano stati rinvenuti, sotto una spessa coltre di posidonia, i resti di una grande nave da trasporto di epoca tardo-romana adagiata sul fondo sabbioso nei pressi della spiaggia, a circa 3 metri di profondità. Dopo essere stato recuperato, il relitto denominato “Marausa 1” è stato restaurato e musealizzato nelle sale del museo di Baglio Anselmi, a Marsala. Dalle indagini eseguite, il “Marausa 2”, potrebbe essere una nave oneraria (adibita al trasporto di merci), del IV secolo d.C. di grande interesse scientifico, soprattutto per le tecniche costruttive navali di questo particolare periodo storico. Grazie a una fruttuosa collaborazione tra la Soprintendenza del Mare e il Parco archeologico regionale di Marsala-Lilibeo, sarà possibile realizzare le attività laboratoriali di primo trattamento conservativo, consolidamento e restauro definitivo nei locali appositamente allestiti a Baglio Anselmi.
«L’obiettivo finale - dichiara l'assessore Scarpinato - è tradurre i risultati ottenuti in elementi di un progetto di valorizzazione e musealizzazione che possa soddisfare non soltanto le esigenze di tipo scientifico, ma anche quelle turistico-culturali attraverso un investimento nella valorizzazione dell’intera area». |
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RITROVAMENTO A SIRACUSA |
Aprile 2023 |
RITROVATI NEI FONDALI DI OGNINA A SIRACUSA I RESTI DI UN CACCIABOMBARDIERE “REGGIANE RE.2002”
Si allunga la fortunata serie di rinvenimenti aeronautici del secondo conflitto mondiale nei fondali di Siracusa. E’ la volta del relitto di un raro cacciabombardiere della Regia Aeronautica “Reggiane Re.2002 Ariete”, completamente distrutto probabilmente per un’esplosione in volo o uno schianto devastante a seguito di una cabrata ritardata, seguita alle repentine estreme picchiate che questi velivoli solitamente effettuavano dai 4000 ai 1000 metri d’altitudine. L’identificazione è stata possibile grazie all'analisi delle caratteristiche dei frammenti rinvenuti il 28 marzo scorso dal team di subacquei, su un ampio areale del fondale a circa 30 metri di profondità in località Capo Ognina. Si è rivelata fondamentale l'osservazione del profilo dei cilindri del motore, compatibile con una disposizione radiale e raffreddamento ad aria, caratteristiche del motore aeronautico che lo equipaggiava. E ancora il profilo ondulato dei pannelli di alluminio compatibile con le strutture interne dell’ala, la scatola comando di carrello e ipersostentatori, il comando di regolazione delle alette del timone di profondità, la manetta irreversibile tipo “Nassetti” per il comando passo elica e le bombole appartenenti al sistema pneumatico di bordo e all'erogazione dell'ossigeno. Infine, su alcuni pannelli in alluminio, è ancora visibile la vernice di colore verde oliva scuro. Tecnicamente il “Reggiane RE.2002 Ariete” era un monoplano ad ala bassa, a sbalzo, dalla struttura interamente metallica e fusoliera a sezione circolare in duralluminio con struttura a guscio. Era l'evoluzione dell'RE2001, equipaggiato però con un più potente motore stellare Piaggio P.XIX R.C.45 Turbine da 14 cilindri e 1160 CV, con elica tripala metallica a passo variabile. Consegnato a partire dal maggio del 1942, fu realizzato in un numero di esemplari variabili da 225 a 261, 18 dei quali modificati per essere utilizzati come “tuffatori”, analogamente agli “Stukas” tedeschi. L’esordio in battaglia di quest’aereo avvenne nel luglio 1943 proprio in Sicilia, nell’ambito del contrasto da parte delle forze dell’Asse all’Operazione Husky. Tra il 10 ed il 13 luglio 1943, numerosi Re.2002 appartenenti al 101° e 102° Gruppo del 5° Stormo si resero protagonisti di alcune operazioni di bombardamento delle navi alleate ancorate a sud di Siracusa, fra Fontane Bianche e Avola. L’ipotesi più probabile per l’identificazione dell’aereo è riferibile alla missione dell’11 luglio 1943, condotta da una formazione composta da 12 Re.2002 della 209^ e 239^ Squadriglia del 102° Gruppo, decollata da Crotone alle 18,10. La missione prevedeva il bombardamento delle navi da trasporto e delle motozattere presenti a sud-ovest di Capo Murro di Porco e Avola, che vennero raggiunte alle ore 19,05. Durante le fasi di bombardamento gli aerei italiani vennero attaccati dalla caccia nemica che riuscì ad abbatterne 3, questi ultimi pilotati dal Ten. Lorenzo Lorenzi, dal S.Ten. Salvatore D'Arrigo e dal M.llo Gino Buffarini. Il confronto con la documentazione inglese, conferma che una decina di Spitfire dello Squadron 111, partiti da Safi a Malta, si scontrarono alle 19,45 tra Siracusa e Noto con aerei italiani, alcuni dei quali scambiati probabilmente nella concitazione dello scontro con i Reggiane RE2001.Le missioni e la storia del velivolo, funestate dall'impari scontro con le numericamente soverchianti forze alleate che ne decimarono i ranghi, si concludono nell'arco di una brevissima vita operativa di meno di un anno. La Soprintendenza del Mare ringrazia per la segnalazione e la documentazione fotografica Fabio Portella, Ispettore Onorario per i Beni culturali sommersi della provincia di Siracusa, Vincenzo Carruba, Antonio Di Grazia, Luca Galanti, Marco Gargari e Linda Pasolli. |
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Presentazione libro |
Marzo 2023 |
Giorno 18 marzo, alle ore 17.30 presso Palazzo Conti di Capaci (PA), verrà presentato il libro di Giuseppe Giugno "Capaci Città di Nuova Fondazione".
Saluti istituzionali:
Pietro Puccio - Sindaco di Capaci • Rosario Giambona - Pres. Consiglio comunale
Modera:
Mimmo Caruso - Assessore alla cultura
Intervengono:
Ferdinando Maurici - Soprintendente del Mare • Rosanna Zaffuto - Storica
Sarà presente l'autore |
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Ritrovato e identificato il relitto del “Curzola” |
Marzo 2023 |
Recentemente segnalato da Fabio Portella, Ispettore Onorario per i Beni culturali sommersi della provincia di Siracusa, a seguito di accurate indagini storico archivistiche svolte in collaborazione con la Soprintendenza del Mare, è stata ricostruita la storia ed il destino del Regio Rimorchiatore “CURZOLA”, ritrovato a poche miglia nautiche di distanza dalla localita di Brucoli, in provincia di Siracusa.
Il relitto giace ad una profondita di 116 metri in assetto di navigazione, con la prua rivolta a 320° e il suo nome apposto in evidenza sulla poppa. Si tratta di un rimorchiatore di 250 tonnellate di stazza lorda, lungo 29 metri e largo 6, varato in Olanda nel 1914 e inizialmente battezzato “Luigi”. A seguito del suo trasferimento dalla II Sq. di Taranto alla I Sq. di Augusta, il 10 marzo 1935 alle 21,30 salpò verso la sua nuova destinazione con un infausto destino: avvistato al traverso di Punta Stilo alle 17 del giorno successivo, ebbe l'ultimo contatto con Radio Messina alle 19,13 e sarebbe dovuto arrivare ad Augusta la mattina del 12 marzo. I successivi quattro giorni di intense ricerche, condotte con l'utilizzo di non meno di 15 unita navali, un sommergibile e la 186° sq. idrovolanti di Augusta con i CANT 501 (quest'ultima purtroppo ostacolata da condizioni meteo marine avverse), non diedero alcun esito. Il sinistro presagio della tragedia si ebbe il successivo 25 marzo quando, sulla spiaggia di Vaccarizzo (a sud della foce del fiume Simeto), furono ritrovati due salvagenti con la scritta “Rimorchiatore Curzola, di parte del legname e un’asta di bandiera.
Vista la robustezza del rimorchiatore, l’esperienza del comandante, la mancanza di un SOS e le condizioni del mare non proibitive, venne allora ritenuto che l’affondamento potesse essere avvenuto in un tempo brevissimo per un evento improvviso come ad esempio la collisione con una nave a sud di Capo Spartivento.
Nel naufragio perirono diciotto uomini, tre sottufficiali e quindici marinai, le cui famiglie, informate con un telegramma tra il 19 e il 22 marzo, furono successivamente sostenute economicamente tramite un fondo finanziario dall'Istituto Principe di Piemonte.
La Soprintendenza del Mare si farà portavoce presso la Marina Militare sull'opportunita di avvisare gli eventuali eredi delle famiglie che allora vissero la tragedia della scomparsa dei propri cari, e chiederà alla Guardia Costiera di Siracusa l'emissione di un'ordinanza di regolamentazione dell'accesso al sito.
La vicenda riporta alla memoria un altro episodio che ha interessato le acque siracusane dieci anni prima del dramma del “Curzola”, a testimonianza del fatto che al di là della maggiore robustezza e dell'addestramento degli equipaggi, anche le unita militari potevano essere perdute in tempo di pace per tragiche fatalita. Si tratta del sommergibile “Sebastiano Veniero, affondato nel 1925 per collisione con il piroscafo “Capena” e segnalato gia nel 1993 da Enzo Maiorca, che condivide con il rimorchiatore “Curzola” all'interno del circondario marittimo di Siracusa, lo status di sacrario militare.
Da un articolo sul “Curzola” pubblicato su “Il Popolo Marinaro” del 15 marzo 1935: “...È la storia di tutti i tempi e tutte le marine. È il tributo che il mare, di tanto in tanto, richiede all’'umanita ardimentosa, come a conferma e a ricordo della sua forza e della sua ira indomabile dinanzi a cui la tecnica e la scienza chinano il capo rassegnate...”
La Soprintendenza del Mare ringrazia, oltre l’Ispettore Onorario Fabio Portella, lo staff che ha consentito le immersioni sul sito e le ricerche storiche: Stefano Gualtieri, Linda Pasolli, Alessandro Celano, Antonio Di Grazia, Luca Galanti, Marco Gargari, e Salvatore Portella. |
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Ricordo di Sebastiano Tusa |
Marzo 2023 |
Sono passati quattro anni dalla scomparsa di Sebastiano Tusa e la ferita lacerante che ci ha lasciato, trova parziale sollievo solamente con l'energia giornaliera che con dedizione mettiamo nel nostro lavoro, nel solco da lui tracciato.
Continuiamo con l'impegno che gli dobbiamo, per tutelare, studiare e valorizzare il patrimonio culturale subacqueo siciliano che lui per primo contribuì a fare emergere dal ruolo secondario che aveva rivestito fino all'istituzione della Soprintendenza del Mare, da lui voluta e per anni diretta.
Siamo sempre più convinti che i suoi insegnamenti e il metodo di lavoro che ha lasciato sono quelli vincenti.
Rigore scientifico e divulgazione moderna: questo è il modo in cui vogliamo continuare il nostro impegno per onorare la memoria del nostro Sebastiano. |
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Giornata dei Beni culturali siciliani |
Marzo 2023 |
In occasione della giornata dei Beni culturali siciliani, istituita in ricordo di Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare e Assessore dei Beni culturali della Regione Siciliana prematuramente scomparso il 10 marzo del 2019, la Soprintendenza del Mare organizza una giornata di visite guidate all'Arsenale della Marina Regia di Palermo. È l'occasione per visitare la mostra "Sebastiano Tusa, una vita per la cultura", allestita nei locali dell'Arsenale palermitano, prossima sede del Museo del Mare della Sicilia. La mostra è concepita in cinque sezioni e presenta la storia del fondatore della Soprintendenza del Mare dai primi studi di archeologia preistorica, passando per le prime scoperte subacquee dei pionieri siciliani, fino alla costituzione dei primi gruppi di archeologia subacquea che hanno dato vita, nel 2004, alla Soprintendenza del Mare. Una mostra che grazie ad apparati multimediali, video, fotografie, documenti, reperti archeologici recuperati nei fondali siciliani e oggetti personali di Sebastiano Tusa, permette al visitatore di immergersi nella storia del patrimonio culturale della nostra Isola e della carriera dell’archeologo di fama mondiale.In esposizione reperti provenienti dai ritrovamenti e dagli scavi effettuati in tutta l’Isola: l'ambone della chiesa bizantina recuperata a Marzamemi, in provincia di Siracusa; i rostri e gli elmi della Battaglia delle Egadi; la chiglia dell'imbarcazione recuperata a Capo Feto, a Mazara del Vallo; le anfore provenienti dallo scavo di Porto Palo di Menfi; le ceramiche a vernice nera recuperate a Lipari; i lingotti in oricalco recuperati a Gela e i lingotti in piombo provenienti da Pantelleria; la zanna di elefante recuperata a Stentinello, in provincia di Siracusa e le ceramiche provenienti dal relitto di Scauri di Pantelleria, nonchè numerose anfore e ancore in piombo che coprono un vasto arco cronologico della navigazione antica in Sicilia.
Le visite saranno guidate da archeologi della Soprintendenza del Mare dalle ore 9 fino alle 19.
Venerdì 10 marzo 2023
Arsenale della Marina Regia di Palermo
Via dell'Arsenale 144 • Palermo
Ingresso gratuito
info: urp.sopmare@regione.sicilia.it |
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Identificato il relitto di un velivolo “Kittyhawk” |
Marzo 2023 |
Segnalato per la prima volta nel mese di luglio del 2021 da Fabio Portella, Ispettore Onorario per i Beni culturali sommersi della provincia di Siracusa, a seguito di successive prospezioni ed indagini storico archivistiche svolte in collaborazione con la Soprintendenza del Mare, sono state confermate tipologia e nazionalità del relitto aeronautico del caccia monomotore ritrovato davanti la borgata marinara di San Giovanni Li Cuti, ad est della città di Catania. Il relitto, che giace ad una profondità di 54 metri con il muso orientato a sud e incastrato nel fondale limoso, si presenta parzialmente coperto da fango, detriti, reti e lenze, privo del piano di coda (probabilmente strappato da una rete a strascico). Il cupolino si presenta quasi integro e sembra essere stato correttamente aperto dall’interno. Il relitto appartiene, molto probabilmente, ad un P40D “Kittyhawk”, caccia monoplano monomotore ad ala bassa, carrello retrattile, propulso da un motore Allison V-1710-33 a 12 cilindri, costruito dalla statunitense “Curtiss” ma utilizzato anche dalla RAF. Per i due anni seguenti l’aggressione giapponese di Pearl Harbour, il Curtiss P-40 è stato il caccia più diffuso nelle forze aeree americane, principalmente perché poteva essere prodotto in massa in tempi brevi, ma le sue qualità dinamiche furono considerate modeste soprattutto per le scarse prestazioni del propulsore in quota, grave handicap scontato sui tutti i fronti del conflitto mondiale, contro le migliori produzioni aeronautiche dell’Asse. Delle tre complessive, tutte pertinenti ad eventi bellici legati all’operazione “Husky”, è quella del “Kittyhawk” III FR 302 del 250° sq. della RAF, decollato il 4 agosto del 1943 alle ore 11,30 dall’aeroporto di Agnone e pilotato dal Sgt. Walker, l’ipotesi identificativa maggiormente accreditata a seguito della verifica del rapporto del pilota, soccorso in mare da un idrovolante Walrus partito dal neonato aeroporto di Cassibile/Torre Cuba. Le motivazioni che avvalorano l'ipotesi sono la distanza dalla costa e dal centro storico di Catania, la rotta del velivolo, le condizioni del relitto compatibili con un ammaraggio morbido e la posizione con la prua conficcata nel fango compatibile con il dichiarato affondamento quasi verticale. La ricostruzione storica degli eventi bellici legati allo sbarco alleato in Sicilia si arricchisce di un altro prezioso tassello grazie all’impegno, alla passione e alla perseveranza di chi mette a disposizione importanti risorse umane e materiali a beneficio della collettività. La Soprintendenza del Mare, oltre allo scopritore Fabio Portella, ringrazia per la collaborazione Antonio Delia e Antonio Di Grazia. |
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Nuovi rinvenimenti nei fondali di Augusta e Catania |
Gennaio 2023 |
Una serie di prospezioni subacquee effettuate da Fabio Portella, Ispettore onorario per i Beni culturali sommersi di Siracusa, in collaborazione con la Soprintendenza del Mare e i subacquei Antonio Di Grazia, Linda Pasolli e Umberto Fasone, hanno consentito il ritrovamento di tre nuovi relitti aeronautici. Il primo è sicuramente quello di un bombardiere bimotore inglese Vikers Wellington, rinvenuto alla profondità di 50 metri nei fondali della rinomata località turistica di Brucoli, nei pressi di Augusta. Per quanto il velivolo sia rovesciato e parzialmente coperto da reti e fango, sono ben visibili le ali, i motori, le sospensioni con le ruote e una porzione della fusoliera, che rivela l'inconfondibile struttura geodetica quale elemento distintivo. La verifica della presenza di scarichi spegni - fiamma per volo notturno, su radiali Bristol Hercules XI a 14 cilindri, conferma definitivamente l'identità del velivolo. Visto il grande numero di esemplari di Wikers Wellington perduti in Sicilia durante la II Guerra Mondiale, l'eventuale ricostruzione della sua storia non potrà prescindere dal ritrovamento di ulteriori elementi puntuali da incrociare con i dati degli archivi storici della RAF. Il secondo relitto apparterrebbe ad un Bristol Beaufighter, bimotore multiruolo inglese ritrovato al traverso della foce del fiume Simeto, ad una profondità di 30 metri, quasi completamente insabbiato e coperto da reti. Sono visibili i motori, l'elica del motore di destra e una porzione della fusoliera. La tipologia dei motori (Bristol Hercules radiali a doppia stella) il loro distanziamento, nonché le dimensioni e la forma della fusoliera affiorante, rendono attendibile l'ipotesi identificativa. Infine un terzo aereo, anche questo nei pressi della foce del fiume Simeto a una profondità di 18 metri, giace quasi completamente insabbiato, al punto da renderlo al momento non identificabile. Data la relativa bassa profondità degli ultimi due siti sommersi, nell'ambito delle attività di valorizzazione, della Soprintendenza del Mare che nel caso specifico si legano direttamente all’80° anniversario dell'Operazione Husky, è possibile ipotizzare l'avvio di scavi subacquei mirati, al fine di restituire completamente alla vista le fusoliere degli aerei completamente insabbiati e trarre da essi utili spunti per la ricostruzione storica degli eventi legati al loro inabissamento. |
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Dicembre
2022 |
Il Soprintendente Ferdinando Maurici e tutto il personale della Soprintendenza del Mare augurano buone feste |
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Dicembre
2022 |
Si comunica che l'Arsenale della Marina Regia di Palermo giorno 29 dicembre rimarrà chiuso al pubblico per interventi di manutenzione |
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Indagini
e ricerche a Pantelleria |
Dicembre
2022 |
CAMPAGNA DI VERIFICA E CONTROLLO SUI SITI ARCHEOLOGICI
SUBACQUEI DI PANTELLERIA
LA GUARDIA COSTIERA E LA SOPRINTENDENZA DEL MARE INSIEME PER LA
TUTELA DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO SOMMERSO
Grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza del
Mare della Regione Siciliana e il Corpo delle Capitanerie di Porto
- Guardia Costiera, si è svolta nelle scorse settimane
una campagna di verifica e controllo dei Beni culturali sommersi
nei fondali dell’isola di Pantelleria.
Il 3° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera, comandato
da Sebastiano Sgroi, ha effettuato una serie di prospezioni subacquee
con l’utilizzo di un ROV (un robot subacqueo filoguidato)
nei fondali che vanno da Cala Cottone fino a Cala Tramontana,
nella parte settentrionale dell’isola. Con la supervisione
scientifica della Soprintendenza del Mare, è stato indagato
il fondale che va dai 50 ai 100 metri di profondità.
Nel corso delle operazioni sono stati controllati i siti archeologici
già individuati negli anni scorsi, una necessaria attività
di monitoraggio periodico che consente di verificare lo stato
di salute dei siti sommersi. Durante le prospezioni subacquee,
grazie al ROV, è stata individuata una zona di concentrazione
di anfore che coprono un ampio ventaglio cronologico. I reperti
identificati verranno inseriti nel data base del Sistema Informativo
Territoriale della Soprintendenza, per aggiungere ulteriori dati
scientifici allo studio dei fondali panteschi nei quali, in questi
anni, sono state scoperte numerose evidenze archeologiche che
testimoniano la frequentazione dell’isola fin dai tempi
più remoti.
Lungo il tratto di costa ispezionato, già da alcuni anni
sono stati istituiti itinerari archeologici sommersi visitabili
da subacquei in possesso di brevetto di immersione. Tre gli itinerari
attivi nella zona: Cala Gadir, itinerario che va dai 18 ai 30
metri con la possibilità di ammirare numerose anfore e
ancore; Punta Tracino, itinerario sommerso con la presenza di
ancore in ferro, in pietra e in piombo; Cala Tramontana, un percorso
a 18 metri di profondità fruibile da subacquei con brevetto
di primo livello e che offre la possibilità di vedere ancore
in pietra, anfore di diverse tipologie e macine in pietra. Una
offerta culturale che fornisce la possibilità di una vista
alternativa e con un valore aggiunto alla conoscenza della storia,
grazie ai 26 itinerari culturali subacquei creati nei fondali
siciliani. Per visitarli bisogna rivolgersi ai Diving center autorizzati
presenti sul territorio e autorizzati dalla Soprintendenza del
Mare.
“Un sentito ringraziamento – dichiara il Soprintendente
del Mare Ferdinando Maurici – va al 3° Nucleo Operatori
Subacquei della Guardia Costiera che con i suoi uomini, mezzi
e tecnologie, ha reso possibile il controllo e il monitoraggio
dei siti archeologici sommersi di Pantelleria. Un valido aiuto
nella difficile azione di ricerca e controllo del patrimonio subacqueo,
che necessita di una costante attenzione per la sua tutela”.
Le operazioni si sono svolte in collaborazione con l’Ufficio
circondariale della Capitaneria di Porto di Pantelleria comandato
dal T.V. Antonio Terrone e con il supporto logistico del Dive-Y
Pantelleria.
Hanno partecipato alle operazioni di monitoraggio
e controllo in mare:
3° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera
CC Sebastiano Sgroi
1 M.llo Andrea D’Amico
C° 1ªcl Aldo Croce
C° 2ªcl Fabio Mazzara
2°C° aiutante Gerardo Lopez
SGT Salvatore Caruso
Soprintendenza del Mare
Ferdinando Maurici
Salvo Emma
Pietro Selvaggio
Roberto La Rocca
Dive-Y di Pantelleria
Marco Bonomo |
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VII
convegno nazionale di archeologia subacquea |
Dicembre
2022 |
VII
convegno nazionale di archeologia subacquea
11/14 maggio 2023 La Maddalena (SS)
Call for papers
Le proposte dovranno pervenire entro il 15 gennaio 2023 alla mail
viiarcheosub@uniss.it
Info su VII
Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea |
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SEALOGY
2022 |
Novembre
2022 |
La
Soprintendenza del Mare ha partecipato al convegno RESISTANCE,
nell’ambito di SEALOGY svoltosi a Ferrara dal 16 al 19 novembre
2022.
Sealogy è l’appuntamento fieristico internazionale
interamente dedicato all’universo mare e alle sue risorse.
Il Salone europeo dedicato alla Blue Economy, giunto alla seconda
edizione, promuove e valorizza l’ambiente marino, divulga
tendenze, innovazioni e buone pratiche, nel pieno rispetto della
tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino e dello sviluppo
sostenibile.
RESISTANCE - Raising awarenESs of MaritIme Spatial planning imporTANCE
– School of Advanced Studies, è un progetto di cooperazione
tra diversi esperti, rappresentanti di enti locali, autorità
regionali, istituzioni educative e organizzazioni ambientali internazionali,
che capitalizza le buone pratiche già sviluppate per l’uso
sostenibile delle risorse marine e costiere.
La Soprintendenza del Mare ha presentato gli interventi di Salvo
Emma sugli itinerari culturali sommersi in Sicilia e di Fabrizio
Sgroi sui relitti profondi di Sicilia, una nuova prospettiva per
il turismo culturale subacqueo. Giovanna Bucci, archeologa della
Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo,
ha presentato il progetto S.und.a.i., realizzato in Sicilia e
grazie al quale sono stati realizzati i due itinerari archeologici
subacquei di Isola delle Femmine in provincia di Palermo. |
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Giornate
di studio all'Arsenale di Palermo |
Novembre
2022 |
DOVE LA TERRA FINISCE E IL MAR COMINCIA
Giornate di studio sul futuro
della tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale
costiero e subacqueo
24/25 novembre 2022
Arsenale della Marina Regia
Via dell'Arsenale, 144 - Palermo
PROGRAMMA
Giovedì 24 novembre 2022
Modera Daniela Segreto
Capo di Gabinetto dell’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità
siciliana
ore 9,30 • Apertura lavori e saluti delle Autorità
On. Renato Schifani (Presidente della Regione Siciliana)
On. Elvira Amata (Assessore dei Beni culturali e dell’Identità
siciliana)
Dott. Franco Fazio (Dirigente Generale Dipartimento dei Beni culturali
e dell’Identità siciliana)
ore 11,30 • Francesca Pellegrino (Università degli
Studi di Messina - Prof. Ordinario di Diritto della Navigazione)
Sviluppo sostenibile delle aree marino-costiere
ore 12,00 • Ferdinando Maurici (Regione Siciliana - Soprintendente
del Mare)
L’evoluzione del paesaggio costiero in Sicilia tra Medioevo
e XVI secolo
ore 15,20 • Ripresa dei lavori
Modera Domenico Targia (Regione Siciliana - Direttore Parco Archeologico
di Himera,
Solunto e Iato)
ore 15,30 • Vincenzo Franzitta (Università degli
Studi di Palermo - Professore Associato di Fisica Tecnica)
L'energia dal mare: prospettive ed impatti
ore 16,00 • Emilia Vermiglio (Università degli Studi
di Messina - Dipartimento di Giurisprudenza)
Il piano di utilizzo delle aree demaniali marittime come strumento
di tutela del patrimonio costiero
ore 16,30 • Pausa caffè
ore 17,00 • Emilio Martίn Gutierrez (Universidad de
Cadiz - Professor Titular de Historia Medieval)
I paesaggi palustri e il loro ambiente tra la foce del Guadalquivir
e la Baia di Cadice nel XV secolo
ore 17,30 • Chiara Caldarella (Soprintendenza del Mare -
Storico dell’arte)
Il waterfront di Palermo nella pittura tra XVIII e XIX secolo
Venerdì 25 novembre 2022
ore 9,00/12,00 • Visita guidata nel centro storico di Palermo
(a cura di Paola Scibilia)
ore 15,20 • Ripresa dei lavori
Modera Caterina Greco (Regione
Siciliana - Direttore Museo Archeologico “A. Salinas”)
ore 15,30 • Hermenegildo Nuno Goinhas Fernandes (Profesor
Associado de Historia Medieval Universidade de Lisboa)
A formação da paisagem costeira no Portugal medieval
ore 16,15 • Roberto La Rocca (Soprintendenza del Mare -
Archeologo)
Paesaggi costieri ed economia del mare nella Sicilia antica
ore 16,45 • Pausa caffè
ore 17,00 • Vincenzo Infantino (Dirigente Generale ARPA
Sicilia)
Le Amministrazioni insieme per produrre valore pubblico
ore 17,30 • Barbara Davidde (Ministero della Cultura - Soprintendente
Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo)
Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo
ore 18,00 • Conclusione dei lavori
Ferdinando Maurici (Regione Siciliana - Soprintendente del Mare) |
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Seacily
2022 |
Novembre
2022 |
Si
è svolta a Palermo, all'interno della Marina di Villa Igiea,
la quinta edizione di Seacily, Salone nautico siciliano organizzato
da Assonautica Provinciale Palermo. Nell'ambito degli incontri organizzati
nella quattro giorni palermitana, una giornata è stata dedicata
alla blue economy e alla presentazione del report annuale di AssonauticaPalermo
e, con due tavoli tematici, si è parlato di turismo legato
alla fruizione degli itinerari culturali subacquei e alla recente
scoperta del relitto romano di Isola delle Femmine. Agli incontri
hanno partecipato il Presidente di Assonautica Palermo Andrea Ciulla,
il docente di Economia del Turismo dell'Università di Palermo
Giovanni Ruggeri, Franco Palla, docente dell'Università di
Palermo, Salvo Emma, della Soprintendenza del Mare della Regione
Siciliana, Tony Scontrino, del Diving
Center Saracen di Isola delle Femmine, Vincenzo Infantino, Direttore
di Arpa
Sicilia Ignazio Cammalleri e Rosanna Costa di Arpa Sicilia.
Nel corso del tavolo dedicato all'archeologia subacquea organizzato
da Daniela Sem di Assonautica Liguria e moderato da Salvo Emma della
Soprintendenza del Mare, sono intervenuti Pippo Cappellano, documentarista
e giornalista, Giovanna Bucci, archeologa della Soprintendenza nazionale
del Mare e Tony Scontrino del Diving Saracen. Nel corso dell'incontro
sono stati presentati gli itinerari culturali subacquei creati in
Sicilia dalla Soprintendenza del Mare e, in particolare, i due recenti
percorsi realizzati all'interno dell'AMP Capo Gallo Isola delle
Femmine. |
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Tg2
Storie |
Ottobre
2022 |
Il
servizio di Alessandro Filippini andato in onda su Rai2 all'interno
del programma "Tg2 Storie". È il racconto della campagna
di documentazione del relitto profondo di Isola delle Femmine
realizzata dalla Soprintendenza del Mare in collaborazione con
l’ARPA - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente
e la consulenza scientifica dell’Università di Malta.
È stato documentato il carico del relitto del II secolo
a.C. individuato a 92 metri di profondità nello specchio
di mare a nord-ovest dell’Isolotto. È attualmente
in corso lo studio del relitto romano che presenta un carico omogeneo
di anfore destinate probabilmente al trasporto di vino. Nel corso
delle operazioni è stata recuperata un’anfora della
tipologia Dressel 1A grazie alla collaborazione tra la nave oceanografica
dell’ARPA Calypso South, che ha monitorato le operazioni
in mare grazie all’ausilio di un ROV, i subacquei altofondalisti,
il nucleo sommozzatori della Guardia Costiera di Messina e il
coordinamento scientifico della Soprintendenza del Mare.
clicca sull'immagine per vedere il filmato |
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Individuate
a Pantelleria oltre 300 anfore |
Ottobre
2022 |
Pantelleria,
individuato a 130 metri di profondità un sito subacqueo
con oltre 300 anfore di epoca punica.
Oltre trecento anfore di età punica sono state individuate
nel mare di Pantelleria a 130 metri di profondità, ad alcune
centinaia di metri di distanza dal porticciolo di Gadir. Le immersioni,
nell’ambito del progetto “Pantelleria 2022”,
hanno avuto il coordinamento scientifico della Soprintendenza
del Mare della Regione Siciliana e sono state effettuate da un
team composto da sette subacquei della SDSS: The Society for Documentation
of Submerged Sites con l'assistenza logistica di Edoardo Famularo
e Marco Bonomo del Dive-Y Pantelleria. Il sito archeologico è
stato documentato da un gruppo di subacquei altofondalisti che
ha rilevato una grande distesa di anfore sparse lungo una fascia
di 400 metri. Il giacimento era stato individuato per la prima
volta nel 2011 dai due subacquei Francesco Spaggiari e Fabio Leonardi.
Adesso, la Sdss, guidata da Mario Arena, ha rivelato l'esatta
consistenza del ritrovamento, documentando con immagini fotografiche
e video la grande concentrazione di anfore puniche. «Siamo
solo all'inizio di una campagna di rilievo e documentazione -
dichiara il Soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici - che
certamente svelerà importanti tracce del passato. La costa
nord di Pantelleria ha già restituito preziose testimonianze
relative alla navigazione e alla frequentazione dell'Isola in
tempi remoti. Continueremo lo studio di questo interessante e
difficile sito subacqueo, vista la notevole profondità,
grazie alla collaborazione dei professionisti che in questi anni
ci hanno consentito di raggiungere eccellenti risultati nello
studio della Battaglia delle Egadi». Nel corso delle immersioni
sono state effettuate operazioni di rilievo e documentazione videofotografica,
realizzando in particolare una fotogrammetria tridimensionale
ad alta risoluzione, attualmente in fase di elaborazione. Questo
dettagliato rilievo consentirà di studiare la consistenza
totale del sito archeologico, la tipologia delle anfore e la loro
dispersione. Da una prima analisi delle immagini si può
dire che le anfore sono di cinque tipologie, tutte di epoca punica.
La maggior parte si presenta in buono stato e, da una stima iniziale,
meno di un terzo dei reperti individuati durante la ricognizione
appare fratturato. L’analisi della fotogrammetria consentirà,
comunque, di effettuare un esame più dettagliato. «La
tutela del patrimonio storico-archeologico della nostra Isola
- commenta il dirigente generale del Dipartimento dei Beni culturali
e dell'Identità siciliana, Franco Fazio - è il principale
obiettivo della Regione e i tesori sommersi ne costituiscono una
parte cospicua e peculiare. Le operazioni appena concluse a Pantelleria
rafforzano le collaborazioni internazionali e confermano l’importanza
del lavoro di ricerca, studio, tutela e valorizzazione che la
Soprintendenza del Mare porta avanti ormai da circa vent'anni
nei fondali siciliani». In occasione della missione, grazie
al metal detector subacqueo, sono stati individuati in località
Cala Tramontana, alla profondità di circa 20 metri, alcuni
oggetti riconducibili al ritrovamento del 2011, quando fu scoperto
e recuperato un tesoretto di circa 4 mila monete puniche. Si tratta,
in particolare, di: 11 chiodi in bronzo di un’imbarcazione
naufragata nello stesso tratto di mare; 26 anelli in piombo facenti
parte della dotazione dell'imbarcazione e alcuni frammenti in
metallo, oltre ad alcuni in ceramica. Questo ritrovamento fa seguito
a quello dell’anno scorso, sempre in località Cala
Tramontana, quando furono individuate 40 monete della stessa tipologia,
nonché altri chiodi, materiale ceramico e anelli in piombo.
I reperti recuperati sono stati trasferiti a Palermo presso il
laboratorio di primo intervento della Soprintendenza del Mare
per ulteriori studi e analisi. La Sdss collabora ormai da diversi
anni con la Regione, soprattutto nell’ambito delle operazioni
di individuazione e recupero dei reperti pertinenti la Battaglia
delle Egadi nell'isola di Levanzo. Il team di ricerca per il progetto
“Pantelleria 2022” è composto da: Soprintendenza
del Mare: Ferdinando Maurici e Salvo Emma SDSS: Mario Arena, Elena
Romano, Claudio Provenzani, Andrea D'Ambrosi, Sheila Rinaldi,
Romano Rampazzo, Massimiliano Sabatini Diving DIVE-Y: Edoardo
Famularo e Marco Bonomo
Photo: Claudio Provenzani/SDSS - Salvo Emma/Sopmare |
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Le
giornate del mare |
Ottobre
2022 |
Il
Ministero dell'Istruzione e l’Istituto Comprensivo Isole
Eolie con INDIRE, promuovono a Lipari LE GIORNATE DEL MARE
Con il patrocinio del Comune di Lipari, dei Comuni di Salina,
con la collaborazione della Capitaneria di Porto e Guardia Costiera
di Lipari, della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.
L’evento, dedicato alla conoscenza e rispetto del mare,
sarà diviso in due giornate:
• 13 ottobre INCONTRI DEL MARE
• 14 ottobre INCONTRO DI ARCIPELAGHI
La prima giornata si svolgerà all’aperto, nella piazza
di Marina Corta, con la partecipazione di gruppi di studenti provenienti
dagli Istituti Nautici e dalle Scuole delle Isole Minori. I ragazzi
potranno visitare la nave della Guardia Costiera ed assistere
all’immersione dei subacquei del Diving Center Saracen nei
fondali di Capistello, grazie alle immagini trasmesse in diretta
dal sito archeologico su un grande monitor. Le immagini provenienti
dal fondo del mare verranno commentate in diretta dal Soprintendente
del Mare Ferdinando Maurici. A Marina Corta saranno installati
gli stand del Ministero dell'Istruzione, della Guardia Costiera,
dell’ARPA, degli istituti Nautici, di Marevivo e dell’IC
Isole Eolie.
La seconda giornata è dedicata al Convegno conclusivo del
Progetto IO PROPONGO “Arcipelago di Arcipelaghi” a
cui hanno partecipato le Scuole della Rete SIMI (Scuole Isole
Minori Italiane). Anche in questa seconda parte il mare sarà
protagonista nell'illustrazione dei laboratori innovativi realizzati
dalle scuole. |
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Individuate
ancore a Mazara del Vallo |
Settembre
2022 |
Rinvenute
a Mazara del Vallo tre ancore di epoca romana
Il sito diventerà un nuovo itinerario culturale sommerso
Un’operazione congiunta tra Soprintendenza del Mare della
Regione Siciliana, Guardia Costiera di Mazara del Vallo e 3°
Nucleo Subacquei della Guardia Costiera di Messina, ha portato
al rinvenimento di tre ancore romane nel fondale antistante la
città di Mazara del Vallo. L’individuazione è
avvenuta grazie alla segnalazione da parte di un subacqueo mazarese,
Walter Marino e dai subacquei della Lega Navale di Mazara, nel
corso di una immersione ricreativa. La tempestiva segnalazione
al Comandante della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo,
C.F. (CP) Enrico Arena, ha attivato le procedure di verifica del
sito. Nel corso dell'immersione, effettuata dai sommozzatori del
Nucleo Subacqueo della Soprintendenza del Mare e del 3°Nucleo
Subacquei della Guardia Costiera, sono stati documentati e rilevati
due grandi ceppi d'ancora in piombo, di epoca romana, e un'ancora
in ferro in corso di identificazione. Il rilievo 3D effettuato
nel corso dell'immersione, consentirà di eseguire i primi
approfondimenti sulla consistenza del ritrovamento. Nelle prossime
settimane il sito sarà oggetto di ulteriori indagini per
verificare la presenza di altre evidenze archeologiche e per rendere
fruibile l’itinerario ai visitatori secondo gli orientamenti
manifestati in questi anni dall’assessore dei Beni culturali
e dell’Identità siciliana Alberto Samoná che
proprio sulla valorizzazione dell’archeologia emersa e sommersa
ha orientato parte del proprio mandato.
"Ancora una volta - dichiara il Soprintendente del Mare
Ferdinando Maurici - la sinergia tra la Capitaneria di Porto e
la Soprintendenza del Mare con l'attiva partecipazione dei segnalatori,
ha consentito la scoperta di un sito archeologico che presenta,
alla luce delle informazioni fino ad ora acquisite, le potenzialità
per rivelarsi un futuro itinerario culturale sommerso fruibile
da appassionati subacquei e turisti. È questa un’opportunità
per un territorio che tanto ha già dato all'archeologia
subacquea siciliana e che presenta buone prospettive di sviluppo
con un turismo subacqueo culturale".
“Nei giorni scorsi – dichiara il Comandante della
Capitaneria di porto di Mazara del Vallo, Enrico Arena - è
stato raggiunto un rilevante obiettivo di tutela dei beni archeologici
presenti nelle acque di nostra giurisdizione, reso possibile dal
tempestivo intervento di Capitaneria di Porto e Soprintendenza
del Mare, con la fattiva partecipazione di una locale associazione
di diving e con la preziosa collaborazione del 3° Nucleo Subacquei
della Guardia Costiera, componente specialistica del Corpo sempre
più impegnata in campagne di scoperta e di valorizzazione
del patrimonio archeologico sommerso”. |
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La
terra incontra il mare |
Settembre
2022 |
Organizzato da Manfredi Barbera,
amministratore di "Manfredi Barbera e figli SpA",
e promosso dall’Assessorato dei Beni culturali e dell'Identità
siciliana e dalla Soprintendenza del Mare, si è svolto
presso i locali dell'Arsenale della Marina Regia di Palermo
il convegno “Immaginare il futuro conoscendo il passato:
Beni culturali, volano dello sviluppo insieme ad Agricoltura
e Turismo” organizzato all'interno della manifestazione
“La terra incontra il mare” che quest’anno
giunge alla sua tredicesima edizione.
Sono intervenuti l’assessore
regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana
Alberto Samonà, il Soprintendente del Mare Ferdinando
Maurici, Paolo Inglese, direttore del sistema museale di Ateneo
dell’Università di Palermo, Salvo Emma e Roberto
La Rocca della Soprintendenza del Mare, Tiziano Caruso dell’Università
di Palermo, il giornalista Wirman Cusenza e Manfredi Barbera
CEO della Barbera & figli SpA.
Si è discusso del forte
legame che unisce i Beni culturali siciliani e la ricchezza
dei beni agroalimentari del nostro territorio, con alcuni focus
specifici sulle tonnare di Sicilia dall’antichità
ai giorni nostri e sui 26 itinerari culturali subacquei istituiti
dalla Soprintendenza del Mare.
Nella giornata di sabato
12 settembre, è partita da Villa Igiea la regata promossa
dagli Oleifici Barbera, un viaggio in barca a vela per far conoscere
le peculiarità dell’olio extravergine d’oliva
IGP Sicilia. La regata proseguirà lungo la costa occidentale
dell'Isola per giungere giorno 24 a San Vito Lo Capo.
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Sunrise
2022 |
Settembre
2022 |
Si
è concluso con un incontro a Santa Croce Camerina (RG),
il workshop destinato alla presentazione dei risultati della prima
edizione della Summer School SUNRISE 2022 (Seashore and UNderwater
documentation of archaeological heritage palimpSests and Environment).
L’evento è nato dalla collaborazione tra la Soprintendenza
del Mare della Regione Siciliana, diretta da Ferdinando Maurici,
con il gruppo di Geomatica del Politecnico di Torino in collaborazione
con lo IUAV di Venezia ed il sostegno della SIFET (Società
Italiana di Fotogrammetria e Topografia), dell’ISPRS (International
Society for Photogrammetry and Remote Sensing) e ha visto il coinvolgimento
della Soprintendenza dei Beni culturali ed ambientali di Ragusa,
diretta da Nino De Marco. Il focus principale è stata la
diffusione di best practices e linee guida per lo studio, la documentazione,
la costruzione di nuova conoscenza e la comunicazione e valorizzazione
del patrimonio culturale costiero (emerso e sommerso), tramite
l’utilizzo delle più recenti e innovative tecniche
della Geomatica che permettono l’acquisizione, l’elaborazione
e la gestione di dati metrici tridimensionali. Il workshop ha
fornito ai partecipanti (studenti, professionisti ed esperti della
tutela del patrimonio culturale) una conoscenza preliminare circa
le diverse tecniche e strumenti che possono essere utilizzati
per documentare il Patrimonio culturale nel contesto ambientale
di riferimento. Le aree sui quali i partecipanti hanno sperimentato
le tecnologie di documentazione sono l’area marina di Kaucana
e il Bagno Arabo di Mezzagnone, entrambi in provincia di Ragusa.
La Summer School si è svolta con lezioni frontali, attività
di rilievo e acquisizione dei dati sul campo, con l’elaborazione
e l’interpretazione dei dati e la presentazione finale da
parte dei partecipanti secondo un approccio Learning by Doing.
Gli incontri hanno messo in luce il contributo che questi approcci
conoscitivi possono fornire alla documentazione del patrimonio
costiero, e su come i prodotti ottenuti possano essere utilizzati
ai fini della creazione di nuova conoscenza, alla gestione, salvaguardia,
valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale. In linea
con le indicazioni fornite dall’assessore regionale dei
Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto
Samonà, l’iniziativa è stata rivolta anche
alle diverse categorie di operatori del territorio. Per la Regione
presenti Fabrizio Sgroi della Soprintendenza del Mare e Saverio
Scerra della Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di
Ragusa. Il contributo scientifico è stato apportato da:
Elisabetta Colucci, Francesca Matrone e Paolo Maschio del Politecnico
di Torino, Francesco Guerra, Caterina Balletti e Paolo Vernier
dell’Università IUAV di Venezia, Fabio Remondino
e Fabio Menna della 3D Optical Metrology, Erica Nocerino dell’Università
di Sassari, Domenico Visentini dell’Università degli
Studi di Udine, Alessandro Capra dell’Università
degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Aldo Guastella e Giuseppe
Furfaro del Collegio dei Geometri membri SIFET, Filiberto Chiabrando,
Andrea Lingua, Alessio Calantropio, Lorenzo Teppati Losè
e dalla Bruno Kessler Foundation. |
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Recuperata
anfora a Ustica |
Settembre
2022 |
Ustica: recuperata un’anfora del IV-V
sec. d.C.
Alle operazioni presenti giovani subacquei sardi sull’Isola
per l’Asinara Camp
Il nucleo subacqueo della Soprintendenza del
Mare della Regione Siciliana ha effettuato il recupero di un'anfora
“Spatheion” individuata da Alessandro Gallo del
Mare Nostrum Diving, nel fondale del porto dell'isola di Ustica,
a 10 metri di profondità nella zona della banchina “Taormina”.
L'anfora, che risale al IV-V secolo d.C. si trovava su un fondale
di sabbia misto a roccia, parzialmente sepolta; dopo l'individuazione
il subacqueo, come previsto dalla legge, ha immediatamente avvertito
la Soprintendenza del Mare che è intervenuta per recuperare
il reperto, scongiurando il pericolo di trafugazione in considerazione
della bassa profondità del fondale e la grande frequentazione
della zona.
All'intervento di recupero, effettuato dai subacquei
della Soprintendenza Salvo Emma e Aurelio Vaccaro, ha assistito
un gruppo di giovani subacquei che si trovava sull'isola in
occasione dello stage finale dell' Asinara Camp, un progetto
di formazione e sensibilizzazione verso il mare e i suoi molteplici
aspetti, organizzato dalla scuola di immersione “I sette
mari” di Porto Torres in Sardegna. Dieci giovani subacquei,
accompagnati dal loro istruttore Luca Occulto, hanno avuto modo
di assistere direttamente sott'acqua alla fase di recupero dell'anfora,
mostrando grande interesse per questo aspetto legato al loro
piano formativo che comprende la biologia marina, la formazione
subacquea, l'ecologia e l'educazione ambientale. Una straordinaria
occasione, quindi, sia per i giovani sub che per la Soprintendenza
del Mare che, anche attraverso queste occasioni crea opportunità
di valorizzazione dei patrimonio sommerso, sensibilizzando i
giovani verso la protezione di quel vasto giacimento culturale
che è il mare.
Le operazioni si sono svolte in sinergia con
le realtà del territorio grazie alla preziosa collaborazione
del Marenostrumdiving di Ustica che ha messo a disposizione
i mezzi nautici e l'assistenza in acqua, alla locale Delegazione
di Spiaggia della Capitaneria di Porto comandata dal C°
1ª Cl. Np Aldo Spagnolo che ha fornito l'assistenza, e
all' Area Marina Protetta "Isola di Ustica" al cui
Direttore, Davide Bruno, è stato consegnato in affidamento
temporaneo il reperto per le prime necessarie operazioni di
dissalazione.
“Un'ulteriore testimonianza del passato
viene restituita all'isola di Ustica - dichiara il Soprintendente
del Mare Ferdinando Maurici - andando ad arricchire le tracce
lasciate in questo luogo dalle popolazioni antiche. Il reperto,
dopo i primi necessari interventi, sarà esposto in una
delle sedi istituzionali dell'Isola, per la pubblica fruizione.
Contatterò il Direttore del Parco archeologico di Himera,
Mimmo Targia, da cui dipende il museo archeologico di Ustica
per concordare l'esposizione dell’anfora all’interno
del Museo archeologico di Ustica. Siamo particolarmente orgogliosi,
inoltre, - ha evidenziato il Soprintendente Maurici - di avere
contribuito all'esperienza dei ragazzi dell'”Asinara Camp”
che hanno vissuto l’esperienza molto singolare dell’individuazione
e del recupero di un bene archeologico sommerso. Un’esperienza
che, sono certo, porteranno con loro tutta la vita imparando
a rispettare ancora di più il mare e la cultura legata
ad esso”.
Attualmente nell'isola di Ustica sono fruibili
due itinerari archeologici sommersi creati dalla Soprintendenza
del Mare e riservati a subacquei in possesso di brevetto. Il
primo, situato nei fondali di Punta Falconiera, consente di
ammirare lungo un itinerario fino ai 30 metri di profondità,
anfore e ancore che vanno dal periodo romano a quello moderno.
A Cala Spalmatore, il secondo itinerario è costituito
da ancore di diversa tipologia ed epoca storica, dalle più
antiche ancore in pietra alle più moderne ancore del
tipo “Ammiragliato”, passando per numerosi ceppi
in piombo di epoca romana. Ciò a dimostrare che il sito
è stato luogo di rotte e ancoraggi fin dall'epoca antica.
Gli itinerari sono visitabili dai subacquei accompagnati dai
diving center autorizzati dalla Soprintendenza del Mare.
L'elenco dei diving autorizzati
si può consultare sul sito web della Soprintendenza del
Mare
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Ricerche
archeologiche al Banco Skerki |
Settembre
2022 |
Conclusa la campagna di ricerche e indagini
archeologiche subacquee al Banco Skerki.
La Soprintendenza del Mare ha partecipato alla
missione archeologica che, sotto l'egida dell'UNESCO, per 14
giorni ha esplorato i fondali del Banco Skerki, situato tra
Sicilia e Tunisia. Per la prima volta, scienziati internazionali
di 8 Stati membri hanno indagato e mappato l'area al fine di
programmare strategie di tutela e protezione dell’importante
patrimonio culturale sottomarino. Alla missione hanno collaborato
ricercatori provenienti da Algeria, Croazia, Egitto, Francia,
Italia, Marocco, Spagna e Tunisia. Le operazioni si sono svolte
a bordo della nave scientifica francese Alfred Merlin, in acque
internazionali. Le operazioni sono state condotte sulla piattaforma
continentale italiana, sotto il coordinamento dell'Italia, e
poi sulla piattaforma continentale tunisina, sotto il coordinamento
della Tunisia. La Soprintendenza del Mare ha partecipato alle
operazioni a bordo della “Alfred Merlin” con il
Soprintendente Ferdinando Maurici. Il supporto logistico per
i trasferimenti sulla nave da ricerca al Banco Skerki è
stato assicurato dall’Arma dei Carabinieri che ha messo
a disposizione una motovedetta d’altura. Gli archeologi
hanno condotto un'indagine utilizzando due diversi robot adattandosi
alle aree geografiche e morfologiche sommerse. Il robot “Arthur”,
progettato appositamente per le indagini archeologiche in acque
profonde, è stato utilizzato per documentare i naufragi
sulla piattaforma continentale italiana. “Arthur”
ha documentato 3 relitti di navi romane scoperti dalle spedizioni
americane (Ballard-McCann) negli anni '90. Gli archeologi hanno
constatato che lo stato di conservazione di questi relitti e
manufatti è quasi lo stesso di 30 anni fa; non sono stati
influenzati da sedimentazione, bioerosione o attività
umane (reti da pesca, ecc.). I nuovi dati raccolti, tra i quali
foto e video a risoluzione più elevata rispetto alle
prime indagini, aiuteranno a caratterizzare e datare il carico
delle navi. La documentazione di questi siti ha infatti portato
alla luce nuove prove sostanziali. Sulla piattaforma continentale
tunisina, gli archeologi hanno utilizzato il robot “Hilarion”
per verificare e documentare gli obiettivi dell'area mappata.
Il fondale è stato anche esplorato con sonar multibeam
per dare maggiori informazioni su quest'area, sconosciuta e
pericolosa per la navigazione, e sulla potenziale localizzazione
di altre evidenze archeologiche. L'area intorno al Keith Reef
è stata scansionata per la prima volta, al fine di produrre
una prima mappa dettagliata del patrimonio culturale sottomarino.
Ciò ha permesso al team tecnico e scientifico di documentare
3 nuovi naufragi datati dal periodo antico a quello moderno,
oltre a diverse altre aree di interesse archeologico. Questo
autunno gli archeologi si incontreranno all'UNESCO per presentare
le loro scoperte preliminari. Un rapporto completo e dettagliato
sarà presentato in un secondo momento. Questa missione
rappresenta quindi il primo passo di un duraturo rapporto di
cooperazione multilaterale nel Mediterraneo. Gli archeologi
intendono inoltre elaborare la fotogrammetria dei relitti rivisitati
situati sulla piattaforma continentale italiana, utilizzando
il video ripreso dai robot e auspicano di continuare la mappatura
dell'area del Banco Skerki sulla piattaforma continentale tunisina.
Sono in programma diverse attività come una conferenza
scientifica, missioni di follow-up e una riflessione sulla protezione
di questi siti. Questa missione multilaterale appena conclusa
rappresenta un esempio da condividere con altri paesi come “best
practice” per lo studio, la protezione e la promozione
del patrimonio culturale sottomarino nelle acque internazionali.
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Ricerche
sul B17 Flying Fortress |
Settembre
2022 |
La
Soprintendenza del Mare e l’Agenzia di Difesa USA, a 80
anni dalla seconda guerra mondiale, cercano i corpi degli aviatori
inabissati nel Golfo di Palermo con il Boeing B-17 A quasi 80
anni dall’inabissamento nel golfo di Palermo del Boeing
B-17 Flying Fortress del 353rd Bomber Squadron l’Agenzia
Governativa Statunitense DPAA (Defense POW/MIA Accounting Agency)
ha avviato una campagna di ricerca dei resti degli aviatori dispersi
in azione, per identificarli e dare loro sepoltura. L’attività
di ricerca si avvarrà della collaborazione della Soprintendenza
del Mare della Regione Siciliana che opererà a fianco del
DPAA con l’interesse di confermare l’identità
del relitto e di testimoniare il valore culturale del sito e restituire
memoria del conflitto alla città di Palermo. L’attività
prevede scavi e campionamenti con strumentazioni avanzate e il
supporto della RPM Nautical Foundation e del team dei subacquei
altofondalisti della SDSS: The Society for Documentation of Submerged
Sites. “L’occasione di riscrivere una delle pagine
più tristi della storia di Palermo – sottolinea il
Soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici - sarà tanto
più importante quanto più si avvicina all’anniversario
dell’operazione “Husky”, lo sbarco alleato in
Sicilia, del quale il prossimo anno ricorrerà l’ottantesimo”. |
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Scavo
archeologico di Scoglio Bottazza (AG) |
Agosto
2022 |
Il relitto di Scoglio Bottazza, nelle acque
di San Leone (Ag), verrà recuperato e musealizzato.
Il relitto di epoca moderna, individuato già
da qualche tempo alla foce del fiume Naro, nei pressi di San
Leone (Ag), nel sito archeologico sottomarino di "Scoglio
Bottazza", sarà recuperato, restaurato e musealizzato
grazie a un finanziamento di 1.000.000 di euro di fondi del
"Patto per lo sviluppo della Sicilia" (Patto per il
Sud), voluto dall’Assessore regionale dei Beni culturali
e dell’Identità siciliana. Martedì 30 agosto
alle 10,30, nei locali del Parco archeologico di Agrigento,
verranno consegnati i lavori di scavo subacqueo, restauro e
musealizzazione dei reperti al Consorzio Stabile Ganosis di
San Leucio del Sannio (Benevento), che ha vinto la gara di appalto.
La vigilanza dei lavori resterà in capo alla Soprintendenza
del Mare della Regione Siciliana diretta da Ferdinando Maurici,
attraverso il Rup, Pietro Selvaggio e il Direttore dei Lavori
Fabrizio Sgroi. La nave armata, riferibile al periodo compreso
tra il XVI e il XVIII secolo, è stata individuata dalla
Soprintendenza del Mare nel luglio del 2010, nello specchio
d’acqua antistante la foce del fiume Naro, a circa un
chilometro dalla costa e a 2,5 miglia dal vicino porto di San
Leone. Tra i ritrovamenti destano interesse due cannoni di oltre
2 metri, diversi elementi metallici - probabilmente armi da
fuoco - e un "pane di zolfo" che, vista la rilevante
quantità di questo minerale ancora presente sul fondo
e l'ubicazione geografica del relitto, sembra essere riconducibile
al carico stesso della nave che, verosimilmente, potrebbe essersi
approvvigionato nelle vicine cave di estrazione. L'intervento
di musealizzazione della nave, a una distanza di 75 chilometri
da Gela dove quest’estate si è inaugurato il “Museo
della nave antica” aprirà un nuovo itinerario,
offrendo nuovi elementi di attrattività all’interno
di un territorio particolarmente ricco di testimonianze archeologiche
e ambientali. Le operazioni si svolgeranno con la collaborazione
del Parco Archeologico di Agrigento e la Soprintendenza ai Beni
Culturali di Agrigento.
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Campagna
di ricerche Egadi 2022 |
Agosto
2022 |
Il mare delle Egadi restituisce nuovi tesori. Recuperate dai
fondali 26 monete romane, puniche ed ellenistiche appartenute,
molto probabilmente, a soldati e marinai morti nello scontro
del 241 a.C.
I fondali a nord-ovest dell’Isola di Levanzo, teatro
dello scontro che nel 241 a.C. vide contrapporre romani e cartaginesi
nella Battaglia delle Egadi, hanno restituito in questi giorni
nuovi tesori. Sono state trovate e recuperate, dai subacquei
altofondalisti della SDSS: The Society for Documentation of
Submerged Sites, diretti da Mario Arena, in raccordo con la
Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, 26 monete di
origine romana, punica ed ellenistica appartenute con molta
probabilità a soldati e marinai morti durante lo scontro.
I reperti, rinvenuti in un unico areale in prossimità
del Rostro Egadi 23, ad oltre 80 metri di profondità,
fanno emergere elementi circa la natura internazionale della
Prima Guerra punica. Se il nascondiglio fosse il risparmio di
sfortunati soldati avversari o di marinai morti combattendo
sulla stessa nave, o se fosse il bottino raccolto dai soldati
prima che la nave affondasse, si può solo immaginare.
Ciò che è evidente è che la collezione
proviene da tutto il Mediterraneo, comprese monete della Repubblica
Romana, Cartagine, Gerone II il Tiranno di Siracusa in Sicilia,
Tolomeo III Evergete d'Egitto, Neopoli in Campania e una sola
moneta d'argento proveniente dalla città greca di Velia
in Lucania.
La collezione di monete ritrovate illumina la storia sociale
ed economica dell'epoca. Al tempo della guerra punica, infatti,
la Repubblica Romana utilizzava pesanti monete di bronzo fuso,
che valevano letteralmente il loro peso, mentre nello stesso
periodo altre società, come i Cataginesi e i Greci, producevano
monete di bronzo, argento e oro che erano opere d'arte stampate
su un dado, e rappresentavano valore, oltre ad essere intrinsecamente
preziose.
Per Mario Arena della SDSS “Ogni nave racconta una storia
diversa. Sappiamo molto sulle battaglie navali, ma relativamente
poco sulle navi da guerra stesse e sui loro equipaggi, quindi
ogni oggetto che recuperiamo aggiunge elementi alla nostra conoscenza".
“Il sito della Battaglia delle Egadi – evidenzia
il Soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici - è l'unico
sito di battaglia navale antico conosciuto e il recupero delle
monete, come anche dei rostri, da parte della RPM Nautical Foundation
in collaborazione con la Soprintendenza del Mare della Regione
Siciliana, ha notevolmente migliorato le conoscenze degli archeologi
sull'antica merce navale. I manufatti ritrovati – dalle
anfore, ai rostri, alle monete – diventano prezioso contributo
che aiuta a ricostruire lo scenario e a definire nel dettaglio
gli accadimenti oltre alle dimensioni e tipo di navi da guerra”.
I rinvenimenti e i recuperi di questi giorni sono stati resi
possibili grazie alla nave oceanografica Hercules della RPM
Nautical Foundation che, in quest’ultima missione, ha
avuto a bordo anche il Presidente e mecenate George Robb jr.
ed il Segretario e consulente giuridico James Goold che da anni,
grazie all’incontro con Sebastiano Tusa, collaborano con
la Soprintendenza del Mare nella ricostruzione dello scenario
della Battaglia delle Egadi, affrontando gli impegnativi costi.
E proprio la campagna di ricerca condotta in questi giorni con
l’utilizzo di un robot subacqueo (ROV), ha fatto individuare,
a circa 90 metri di profondità, alcune anfore, di cui
molte integre, oltre al recupero del ventiquattresimo rostro.
Per le indagini in profondità oltre alle competenze degli
operatori subacquei, sono necessari strumenti ad alta tecnologia
quali ROV, metal detector, imbragature per il recupero degli
oggetti. Le ricerche, che vedono coinvolti numerosi soggetti
e istituzioni, hanno visto la collaborazione attiva dell’università
di Malta che è intervenuta con un sofisticatissimo mezzo
sottomarino autonomo (AUV) e la consulenza di Timmy Gambin,
titolare dell'insegnamento di Archeologia Marittima ed egli
stesso esperto subacqueo altofondalista.
Prezioso il contributo offerto dalla Capitaneria di Porto di
Trapani, dal Comune di Favignana, dall'AMP delle Isole Egadi
e dalla Direzione dell'ex stabilimento Florio. In una delle
immagini, la vasta area di fondale marino a NO di Levanzo finora
investigata dalla RPM Nautical Foundation con la supervisione
della Soprintendenza del Mare e la collaborazione dell'Università
di Malta, mediante sonar scanner e AUV (robot sottomarino autonomo)
e quindi mediante robot subacqueo filoguidato e munito di telecamera
(ROV). La concentrazione di simboli, ognuno corrispondente ad
un rinvenimento archeologico di varia tipologia (anfore greco-italiche,
anfore puniche, rostri, elmi etc.) mostra lo specchio di mare
dove si svolse lo scontro navale fra romani e cartaginesi che
decise a favore di Roma la I Guerra Punica nel 241 a. C.
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SPAIS
2022 |
Agosto
2022 |
La Soprintendenza
del Mare protagonista a Cefalù alla XVI edizione della
SPAIS
Le attività messe in campo dalla Soprintendenza del Mare
della Regione Siciliana, sono state oggetto di approfondimento
nel corso della XVI edizione di “SPAIS – Scuola Permanente
per l’Aggiornamento degli Insegnanti di Scienze Sperimentali”
che si è svolta a Cefalù e che ha visto la partecipazione
del Soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici.
La Scuola si pone come obiettivo l’individuazione e l’approfondimento
delle conoscenze nel campo della biologia, della chimica, della
fisica e delle scienze geologiche e naturali, per comprendere
e comunicare i contenuti fondamentali della moderna ricerca scientifica
e tecnologica.
L’appuntamento di quest’anno ha posto, in particolare,
l’attenzione sui progressi compiuti grazie alle osservazioni
sperimentali condotte con l’uso di strumentazioni sofisticate.
In tal senso importanti sono i risultati realizzati dalla Soprintendenza
del Mare grazie alle ricerche condotte con le Università
di tutto il mondo e l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale
che hanno consentito di individuare e analizzare relitti sommersi
a grandi profondità.
La Soprintendenza del Mare ha partecipato alle giornate di studio
con il Soprintendente Ferdinando Maurici che ha illustrato le
attività condotte nel campo della ricerca, tutela e valorizzazione
del patrimonio archeologico e con il tecnico subacqueo, Salvo
Emma, che ha presentato le nuove tecnologie applicate alla documentazione
e al rilievo dei siti archeologici subacquei mediante l’utilizzo
della fotogrammetria e la realizzazione di modelli 3D.
“Grazie ad iniziative formative come questa - sottolinea
l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità
siciliana, Alberto Samonà – siamo in grado di portare
a conoscenza della società i progressi nell’ambito
della ricerca, frutto di sperimentazione e collaborazione con
organismi di studio internazionali. La presenza degli operatori
dei Beni culturali nei contesti formativi, come quello organizzato
a Cefalù nei giorni scorsi, continua ed essere il modo
più efficace e immediato per informare e formare e per
attivare nuovi canali di collaborazione e conoscenza soprattutto
tra i giovani”.
All’edizione di quest’anno hanno partecipato insegnanti
provenienti da tutta Italia che hanno assistito a numerose lezioni
di approfondimento su argomenti di carattere scientifico che hanno
hanno preso in esame le più moderne tecniche e strumentazioni
utilizzate per l’avanzamento delle conoscenze nel campo
della fisica, della chimica, della biologia e delle altre Scienze
più marcatamente multidisciplinari come quelle archeologiche,
ambientali, geologiche e naturali. Per ogni disciplina è
stato presentato il panorama dei risultati sperimentali recenti,
ottenuti con le tecniche e le apparecchiature più avanzate
oggi disponibili.
“La partecipazione ad eventi di alto livello come questo
di Cefalù - dichiara il Soprintendente del Mare Ferdinando
Maurici – rappresenta uno straordinario strumento di confronto
con il mondo scientifico per una disciplina come l’archeologia
subacquea che è sempre più proiettata verso la multidisciplinarietà.
Inoltre – aggiunge Maurici – presentare ad una platea
qualificata le numerose attività realizzate dalla Soprintendenza
del Mare, contribuisce ad arricchire le azioni di divulgazione
e diffusione del patrimonio sommerso siciliano ancora purtroppo
poco conosciuto da molti”.
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Esposizione
all'aeroporto di Pantelleria |
Agosto
2022 |
I tesori archeologici dell’Isola
di Pantelleria, recuperati durante gli scavi nell’Acropoli
di San Marco, da sabato 6 agosto saranno esposti nell’Aeroporto
di Pantelleria, all’interno di un’ampia Sala già
dedicata ai tesori sommersi recuperati dalla Soprintendenza
del Mare della Regione Siciliana. Una seconda esposizione verrà
allestita nei locali del Museo Vulcanologico di Punta Spadillo
con i reperti provenienti dal sito preistorico di Mursia.
Le due esposizioni verranno inaugurate sabato 6 agosto, alla
presenza dell’assessore regionale dei Beni culturali e
dell’Identità siciliana Alberto Samonà,
con una cerimonia che si svolgerà alle ore 11 all’aeroporto,
per proseguire nei locali del Museo vulcanologico.
All’inaugurazione
saranno presenti il Dirigente generale del Dipartimento dei
Beni culturali, Franco Fazio, il Direttore del Parco Archeologico
di Selinunte Cave di Cusa e Pantelleria, Felice Crescente, il
Soprintendente del Mare Ferdinando Maurici, il Presidente del
Parco Nazionale di Pantelleria Salvatore Gabriele e la Direttrice
Sonia Anelli, il Sindaco di Pantelleria Vincenzo Campo.
L’allestimento nelle due strutture consente di esporre
importanti reperti, liberando i locali del Castello Medievale
di Pantelleria che saranno interessati da lavori di messa in
sicurezza e di manutenzione straordinaria, offrendo ai turisti
in visita nell’Isola e a tutti quanti l’opportunità
di entrare immediatamente in contatto con il patrimonio culturale
proveniente dal territorio. Un modo per stimolare la conoscenza
dei luoghi da cui i reperti provengono.
“I reperti che esponiamo in questi due nuovi allestimenti
- sottolinea l'assessore dei Beni culturali e dell'Identità
siciliana, Alberto Samonà - ci danno la possibilità
di far conoscere importanti testimonianze del patrimonio archeologico
che offre Pantelleria, isola ricca di storia e custode di luoghi
unici al mondo. Il Parco archeologico di Selinunte, Cave di
Cusa e Pantelleria e la Soprintendenza del Mare intendono valorizzare
al massimo l'Isola e l'iniziativa che presentiamo è un
tassello di questo lavoro che stiamo portando avanti”.
L’iniziativa è stata possibile anche grazie anche
alla preziosa collaborazione dei responsabili delle missioni
archeologiche presenti sull’isola, Proff.ri Maurizio Cattani
e Thomas Schaeffer, che, con la loro attività e competenza
hanno contribuito ad offrire, attraverso l’esposizione,
la possibilità di mostrare al pubblico, in una sede temporanea,
testimonianza dei reperti più rappresentativi provenienti
dagli scavi, nell’attesa di vederli nuovamente collocati
nei locali del Castello Medievale, sede elettiva della loro
esposizione.
Tra i reperti di maggiore interesse spiccano le Teste di Pantelleria,
tre teste in marmo del I secolo d.C. rinvenute durante gli scavi
nell’Isola, l’antica Cossyra, "ritratti imperiali"
che raffigurano Giulio Cesare, l’imperatore Tito e Agrippina.
Importante sottolineare l’azione congiunta svolta dalle
istituzioni dell’isola, in particolare l’Aeronautica
Militare per il supporto tecnico-logistico, la Marina Militare
per l’ospitalità offerta ai reperti da tenere in
deposito, all’Enac che ha offerto la disponibilità
di un locale di grande visibilità per l’esposizione
dei reperti più significativi della Soprintendenza del
Mare di provenienza subacquea e del Parco archeologico di Selinunte,
Cave di Cusa e Pantelleria provenienti dall’Acropoli di
San Marco, nonché al Parco Nazionale con il quale è
operativo già dallo scorso anno un protocollo di collaborazione
e con il quale si è condiviso un percorso che ha portato
alla musealizzazione temporanea nei locali del Museo Vulcanologico
di Punta Spadillo. Un prezioso contributo è stato fornito
dal Commissario del Parco archeologico di Selinunte Cave di
Cusa e Pantelleria, l’archeologo Roberto La Rocca.
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Marzamemi
Maritime Heritage Project |
Agosto
2022 |
Si è
appena conclusa la campagna 2022 del “Marzamemi Maritime
Heritage Project”, progetto di ricerca archeologica subacquea
multidisciplinare che ha avuto come scenario i fondali della provincia
di Siracusa e che vede impegnata da dieci anni la Soprintendenza
del Mare della Regione siciliana con la Stanford University della
California e il diving center “El Cachalote” di Marzamemi,
partner tecnico del progetto.
Da quest’anno la partnership del progetto si è arricchita
con l’inserimento dell’Università degli Studi
di Napoli “Federico II” e della Brock University di
St. Catharines, nello stato canadese dell’Ontario.
Quest’anno le attività si sono concentrate sulla
ricerca e documentazione dei siti archeologici subacquei individuati
nel mare di Vendicari e di Portopalo di Capo Passero. Non è
mancata, però, l’attività rivolta al monitoraggio
dello stato di conservazione dei reperti archeologici subacquei
provenienti dallo scavo del relitto della Chiesa bizantina di
Marzamemi, che sono attualmente custoditi presso il Palmento di
Rudinì, struttura messa a disposizione del progetto dal
Comune di Pachino sin dal 2012, anno in cui ha avuto inizio il
progetto di ricerca.
Straordinario contenitore architettonico, il Palmento di Rudinì
- una sorta di “cattedrale” dedicata, in origine,
all’attività vitivinicola - potrebbe diventare sede
di un Museo del mare con l’intento di realizzare a Marzamemi
uno spazio che racconti il territorio partendo proprio dall’esposizione
dei resti della chiesa bizantina recuperati in questi anni nei
fondali marini.
“La Sicilia sud orientale è uno scrigno inesplorato
di tesori storico-archeologici. Sia a terra che in mare, infatti,
si trovano interessanti testimonianze la cui scoperta ci aiuta
a meglio leggere il tessuto e la storia del territorio. Gli incoraggianti
risultati raggiunti negli anni dal team di ricerca che vede come
punta di diamante la Stanford University della California insieme
agli attori locali – evidenzia l’assessore dei Beni
culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà
- incoraggia l’ipotesi di trovare una sede espositiva dedicata
ai reperti affinché il visitatore possa apprezzare i ritrovamenti
collocandoli nei territori in cui sono stati reperiti. Un modo
per valorizzare il territorio e la sua storia”.
“Anche quest’anno - dichiara il Soprintendente del
Mare Ferdinando Maurici - il progetto internazionale di ricerca
archeologica subacquea ha dato buoni frutti grazie alle evidenze
scoperte nei fondali di Vendicari e Portopalo di Capo Passero
al vaglio del team di ricerca che da oltre un decennio porta avanti
un progetto di studio e documentazione di altissimo valore scientifico.
Nei prossimi mesi – conclude Maurici - saranno resi disponibili
i risultati della ricerca che andranno ad arricchire le conoscenze
sull'archeologia subacquea mediterranea”.
Le operazioni a mare sono state rese possibili dall'insostituibile,
qualificatissimo e generoso appoggio dei sommozzatori e dei mezzi
navali del ROAN della Guardia di Finanza, alla quale va il più
sentito ringraziamento.
Delle operazioni è stato costantemente informato altresì
il Comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma
dei Carabinieri. Ancora una volta la collaborazione con le forze
dell'ordine si è dimostrata imprescindibile garanzia di
successo. |
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Identificato
il relitto di Piraino (ME) |
Luglio
2022 |
IDENTIFICATO
IL RELITTO DEL PIROSCAFO DI GLIACA DI PIRAINO (ME) OGGI L’IMBARCAZIONE
HA UN NOME E UNA STORIA
Segnalato per la prima volta nel 2019 dal subacqueo messinese
Carmelo La Monica come presunta motozattera della Regia Marina,
il relitto navale di Gliaca di Piraino ha oggi un nome ed una
storia. Analogamente a quanto recentemente avvenuto per il piroscafo
giapponese “Taikosan Maru” di Acireale (CT), anche
in questo caso, la passione e la perseveranza profuse a beneficio
della storia delle comunità locali, vanno nella direzione
della valorizzazione dei Beni culturali subacquei e delle connesse
potenzialità turistiche del territorio.
Si devono al subacqueo Giuseppe Condipodero Marchetta ed all'Ispettore
Onorario della Soprintendenza del Mare per i Beni culturali subacquei
della provincia di Messina, Gianmichele Iaria, la ricostruzione
storico/documentale ed i rilievi subacquei che hanno portato identificazione
del relitto, che si è rivelato essere quello della S.S.
“Cambria” ex “Ernst Merck”, nave interamente
in ferro a propulsione mista vapore e vela di oltre 1500 tonnellate,
lunga 69,9 metri e larga 10,4, costruita a Nyköping in Svezia
nel 1858.
Sullo sfondo delle grandi trasformazioni industriali della prima
metà del XIX secolo, che hanno dettato una profonda evoluzione
della marineria e delle rotte marittime, l'innovativo progetto
della nave a vapore più grande costruita nei paesi nordici
in quell'anno, prese il nome dal banchiere Ernst Merck, Console
Generale d'Austria ad Amburgo, che ne finanziò la costruzione.
Fu la prima “Steam Ship” svedese ad attraversare l'oceano
Atlantico e l'equatore e nell'autunno del 1861 tornò in
Svezia dove fu ampliata e convertita in nave passeggeri. Dopo
il suo ultimo viaggio per portare migranti svedesi in Nord-America
nel 1864, il fallimento dell'armatore Johan Holm ne determinò
la vendita a J. Tomson, T. Bonar & Co a Londra. Nonostante
la vita della “Ernst Merck” sia stata fin dall'inizio
abbastanza travagliata e costellata da incidenti e danneggiamenti
di rilievo, nel dicembre del 1868 viene cambiato il nome in “Cambria”.
La scaramanzia e la superstizione attribuiscono a questo episodio
l’affondamento dell’imbarcazione per avaria e maltempo,
avvenuto davanti la costa di Gliaca di Piraino nel 1869. Il relitto
della SS “Cambria” giace oggi ad una profondità
variabile tra i 6 e i 10 metri su un fondale sabbioso, e reca
quali elementi maggiormente significativi della sua struttura
originaria, l'elica a quattro pale con il suo asse, la caldaia
a vapore e la parte poppiera dello scafo in acciaio con doppio
fondo.
Con il supporto della competente Autorità marittima e per
le finalità di tutela, anche per questo relitto sarà
chiesta l’emissione di un'ordinanza di regolamentazione
dell'accesso al sito subacqueo. |
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Segnalazioni
alla Soprintendenza del Mare |
Luglio
2022 |
ANCORA
NUOVE SEGNALAZIONI DI RITROVAMENTI IN MARE DUE REPERTI A LINOSA
E UN PROBABILE RELITTO A POZZALLO
Con l’approssimarsi della stagione estiva, aumenta il numero
delle segnalazioni di reperti archeologici marini pervenute alla
Soprintendenza del Mare. Come previsto dalla normativa, chiunque
rinvenga un Bene culturale sott’acqua, è obbligato
a darne tempestiva comunicazione all’autorità: alla
Soprintendenza del Mare o alle forze dell'ordine o al Sindaco
del Comune di pertinenza, entro 24 ore.
E proprio in questi giorni, due segnalazioni sono giunte alla
Soprintendenza del Mare. Un subacqueo, durante un’immersione
ricreativa nell’isola di Linosa, ha individuato sul fondale
un ceppo in piombo di ancora e un’anfora apparentemente
intatta, forse di età tardo romana (potrebbe ipoteticamente
essere una Keay XXIII/Lusitania IV/Almagro 51 di fine III-IV secolo
d.C.). Il segnalatore, Marcello Consiglio, è un dipendente
dell’Assessorato regionale dei Beni culturali. Il Soprintendente
del Mare Ferdinando Maurici, ricevuta la segnalazione, ha già
attivato le indagini per un approfondimento sul ritovamento, ringraziando
il segnalatore per la tempestiva notizia.
A Pozzallo, in provincia di Ragusa, Le “Secche di Circe”
continuano a restituire tracce degli innumerevoli naufragi avvenuti
fin dall’antichità. In una zona delle secche, abitualmente
frequentata da pescatori in apnea, Antonino Giunta, collaboratore
volontario della Soprintendenza del Mare e componente del Gruppo
Subacqueo dell’associazione culturale BCsicilia, ha individuato
quelle che probabilmente possono rappresentare tracce di un relitto.
Il subacqueo, individuando un ammasso di pietre, diverse concrezioni
metalliche e alcuni elementi lignei affioranti, ha avvertito Fabrizio
Sgroi, archeologo della Soprintendenza del Mare, e il nucleo navale
della Guardia di Finanza di Pozzallo. Su autorizzazione della
Soprintendenza del Mare, l’associazione BC Sicilia con Gaetano
Lino e Antonino Giunta, ha effettuato una serie di prospezioni
subacquee documentando con un rilievo tridimensionale il sito,
lungo circa 14 metri e largo 5. Legni lavorati e rivestiti da
lamine di piombo, diversi elementi plumbei e tavole di fasciame
affioranti tra le pietre di zavorra inducono la Soprintendenza
ad effettuare nelle prossime settimane ulteriori indagini subacquee
per stabilire la consistenza del ritrovamento. |
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Itinerari
subacquei a Isola delle Femmine |
Luglio
2022 |
APERTI ALLE VISITE I DUE ITINERARI ARCHEOLOGICI
SUBACQUEI DI ISOLA DELLE FEMMINE (PA)
Anche i due itinerari archeologici in provincia di Palermo sono
adesso fruibili dai subacquei. Aperte al pubblico le visite
per chi è in possesso di brevetto subacqueo di primo
e secondo livello.
I due itinerari di Isola delle Femmine, a pochi chilometri da
Palermo, sono stati realizzati nel 2021 all'interno del progetto
Progetto “WAS – Waterscape Archaeology in Sicily”,
realizzato in collaborazione con il “LAS - Laboratorio
di Archeologia Subacquea Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università
degli Studi di Padova”, “Federazione ITA F07 CMAS
Diving Center Italia” e “Diving Center Saracen”
di Isola delle Femmine.
Si tratta di due itinerari (il 26° e 27° della rete
dei percorsi subacquei istituiti dalla Soprintendenza del Mare)
a tema archeologico, ma che si inseriscono nel paesaggio sottomarino
della Riserva Capo Gallo Isola delle Femmine, in un contesto
naturalistico di rara bellezza e protetto dalle norme che tutelano
le riserve. A pochi minuti di navigazione dal porticciolo di
Isola delle Femmine, si raggiungono i due siti di immersione,
uno a est dell'isolotto, a circa 800 metri di distanza dalla
costa; l'altro, a ovest, a circa 500 metri dalla costa. Il primo
itinerario, situato a 26 metri di profondità, è
riservato a subacquei in possesso di brevetto di secondo grado
mentre il secondo è riservato a subacquei in possesso
di brevetto di primo grado in quanto i reperti si trovano ad
una profondità massima di 18 metri.
Per effettuare le visite è necessario rivolgersi ai diving
center autorizzati dalla Soprintendenza del Mare e dalla Capitaneria
di Porto, reperibili sul sito web della Soprintendenza.
L'itinerario a est dell'isolotto si raggiunge in appena 5 minuti
di navigazione dal porticciolo di Isola delle Femmine; si tratta
di un'immersione di difficoltà medio/facile che si snoda
su un declivio fino ai 26 metri di profondità. Su un
pianoro di sabbia costellato da una rigogliosissima prateria
di posidonia oceanica, si incontra un ceppo d'ancora in piombo
di epoca romana (I secolo d.C.) adagiato in una conca sabbiosa.
A poca distanza, troviamo una pentola in ceramica con due manici,
risalente al XVIII-XIX secolo, adagiata tra due grossi massi
nella posidonia. Proseguendo si incontra, incastrato tra due
rocce, un “ingegno”, strumento in ferro utilizzato
anticamente per la pesca del corallo. Il reperto è databile
all'epoca tardoantica/bizantina. Sotto una parete ricca di flora
marina si incontra una grossa ancora a T a due marre, risalente
al IV-VI secolo d.C. Completa la visita un'anfora della tipologia
Dressel 1 di epoca romana (I secolo d.C.). L'immersione si conclude
risalendo lungo una parete che porta alla quota dei 5 metri,
ideale per effettuare la sosta di sicurezza e dove spesso si
incontrano grossi banchi di salpe e saraghi e talvolta, sul
colmo della parete, banchi di barracuda mediterraneo.
Il secondo itinerario si trova sul lato ovest dell'isolotto
ed è raggiungibile in pochi minuti di navigazione dal
porticciolo di Isola delle Femmine. Scendendo sul punto di immersione,
fino ai 18 metri, si incontra subito un cannone del tipo “smeriglio”
di epoca rinascimentale. Proseguendo si può ammirare,
appoggiata ad un grosso masso, un'ancora a quattro marre di
epoca rinascimentale e poco vicino una contromarra in piombo
a tre fori di epoca romana (I-II secolo d.C.). Continuando lungo
il percorso, si incontra un'ancora a due marre del VI-VIII secolo
d.C. e due lingotti in piombo di epoca romana. Anche in questa
zona è stato rinvenuto, ed è possibile vederlo,
un ingegno di epoca tardoantica/bizantina, strumento in ferro
utilizzato per la pesca del corallo. Di grosse dimensioni, circa
due metri e mezzo di lunghezza, si trova concrezionato su un
masso a 17 metri di profondità.
Anche gli itinerari di Isola delle Femmine si inseriscono quindi
nella rete degli itinerari culturali subacquei della Soprintendenza
del Mare. Un approccio culturale alle immersioni subacquee riservato
agli appassionati e a chi vuole conoscere la storia della nostra
Isola ammirando le testimonianze del passato nel luogo esatto
dove sono state lasciate in antichità. Un nuovo modo
di fruire dei Beni culturali con un'esperienza di indubbio fascino
e emozione.
L'elenco completo e i diving center autorizzati alle visite
sono consultabili sul sito web della Soprintendenza del Mare.
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Itinerari
subacquei a Pantelleria |
Luglio
2022 |
Ripristinati
i percorsi archeologici subacquei di Cala Gadir e di Punta Tracino.
Ripartono le visite
Anche gli itinerari archeologici sommersi di Pantelleria tornano
ad essere fruibili grazie alla campagna di messa in sicurezza
e collocazione delle boe di ormeggio realizzata dalla Soprintendenza
del Mare in collaborazione con i diving center presenti nell'Isola.
L'attività di manutenzione è stata effettuata, in
particolare, grazie alla collaborazione e al supporto del Dive-X
Active Sport - Pantelleria di Edoardo Famularo, Ispettore Onorario
per i Beni culturali sommersi dell’Isola di Pantelleria,
che ha affiancato con il suo staff la Soprintendenza del Mare
nella riattivazione degli itinerari. Sono state collocate le boe
in prossimità dei percorsi così da fornire ai subacquei
un ormeggio sicuro e un ingresso in acqua in sicurezza.
L’itinerario di Cala Gadir, si sviluppa all’interno
dell’insenatura del piccolo porticciolo e prevede due tipologie
di visita. La prima, che si sviluppa fino ai 18 metri di profondità,
prevede una comoda entrata da terra e un percorso che parte con
un primo reperto, una parte lignea di un antico scafo a circa
12 metri di profondità, per poi proseguire fino ad un pianoro
alla profondità di 18 metri dove si possono ammirare una
grande quantità di anfore di varia tipologia ed epoca.
La seconda parte dell’itinerario è riservata a subacquei
in possesso di brevetto di secondo livello. Dalla boa di ormeggio,
si scende in piena sicurezza lungo la catena e si arriva su un
pianoro a 30 metri di profondità in prossimità di
un grosso ceppo d’ancora in piombo di epoca romana del III-II
secolo a.C. Si prosegue lungo un percorso che consente di ammirare
un’ancora in pietra di grosse dimensioni e numerose anfore
che vanno dal III secolo a.C. al II secolo d.C. L’immersione
prosegue fino al pianoro dei 18 metri in un susseguirsi di anfratti
e cadute ricchi di flora e fauna, che offrono un contesto naturalistico
incontaminato. Nella parte più profonda dell’itinerario,
a 30 metri di profondità, è collocato un sistema
di videocontrollo subacqueo che consente la visione delle immagini
in diretta dal fondo del mare. Si tratta di un sistema realizzato
per garantire la tutela del sito archeologico ma anche per rendere
fruibile il patrimonio sommerso regalando l’emozione della
scoperta anche a chi non si immerge. Il sistema, attualmente in
fase di manutenzione, verrà ripristinato a breve.
A poche miglia dal primo itinerario, in prossimità di Punta
Tracino e a poca distanza da Cala Levante e Cala Tramontana, un
secondo itinerario si sviluppa partendo dalla boa di ormeggio
collocata su un fondale di 12 metri. Da qui si segue un percorso
che consente di vedere da vicino una serie di ancore all’interno
di un arco cronologico molto vasto, e che quindi dà l’opportunità
di ammirare l’evoluzione della tipologia di ancore, da quelle
in pietra a tre fori a quelle in piombo, fino alle recenti “bizantine”,
testimoni dell’utilizzo del ridosso come luogo di ancoraggio
in diverse epoche. Completano l’itinerario un’anfora
Dressel 1B, una Keay25 e un gruppo di lingotti in piombo.
“Prosegue – dichiara il Soprintendente del Mare, Ferdinando
Maurici – il lavoro di messa in sicurezza e ripristino degli
itinerari subacquei siciliani. Nonostante il ritardo nello stanziamento
delle somme necessarie per la manutenzione dei siti archeologici
subacquei, la Soprintendenza del Mare grazie al supporto dei diving
center siciliani sta rendendo fruibili i percorsi culturali istituiti
lungo le coste dell’Isola. L’aiuto che i privati stanno
fornendo per la ripertura di siti - aggiunge Maurici - conferma
ancora una volta che la politica di sinergia e collaborazione
stabilita già da molti anni risulta vincente per la necessaria
azione di valorizzazione del patrimonio sommerso”.
Per tutti gli itinerari della Soprintendenza del Mare, è
consentita la visita esclusivamente accompagnati dai diving center
autorizzati. Sono previste, in prossimità dell’inizio
percorso, boe di ormeggio e inizio percorso che consentono di
effettuare l’immersione in piena sicurezza. Il codice della
navigazione prevede infatti che le imbarcazioni debbano transitare
a 100 metri di distanza dalla boa che segnala subacquei in immersione. |
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Marzamemi
Maritime Heritage Project |
Luglio
2022 |
Prende
il via a Marzamemi la stagione 2022 del Marzamemi Maritime Heritage
Project, il progetto di ricerca archeologica multidisciplinare
che vede la Soprintendenza del Mare e la Stanford University impegnate
in una nuova partnership con l’Università Federico
II di Napoli e la Brock University di St. Catharine (Canada).
Quest’anno le attività si concentreranno sullo studio
e la ricerca del patrimonio culturale subacqueo e costiero della
Sicilia orientale, con particolare riferimento ai siti archeologici
subacquei di Vendicari, Marzamemi, Portopalo di Capo Passero e
Punta delle Formiche e in generale alle aree costiere relative
ai Comuni di Noto, Pachino e Portopalo di Capo Passero, con l’ulteriore
focus anche sugli aspetti geomorfologici della ricostruzione del
paesaggio costiero, i suoi possibili approdi e tutto ciò
che concerne l’alieutica e la lavorazione del pesce in antichità. |
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Recuperate
anfore a Mazara del Vallo |
Giugno
2022 |
Il
mare di Mazara del Vallo restituisce alcune anfore
La segnalazione è avvenuta da parte di una subacquea della
Lega Navale
Un importante recupero frutto della collaborazione con la Guardia
Costiera e i privati
Il nucleo subacqueo della Soprintendenza del Mare della Regione
Siciliana è intervenuto in località Tonnarella,
a Mazara del Vallo, per verificare la presenza di alcune anfore
avvistate nel basso fondale prospiciente i lidi balneari della
zona, la cui segnalazione è stata effettuata dalla subacquea
mazarese, Francesca Maggio.
Le operazioni di recupero si sono svolte con la collaborazione
della Capitaneria di Porto di Mazara, comandata dal Capitano di
Fregata Enrico Arena, che ha utilizzato i mezzi nautici MV CP
849 e il battello GC B101 per effettuare l'operazione in mare,
nel corso della quale sono stati portati in superficie importanti
reperti archeologici.
I subacquei della Soprintendenza del Mare, Salvo Emma e Nicolò
Bruno, hanno effettuato il recupero di quattro anfore e di altri
frammenti di materiale anforaceo. Fondamentale la collaborazione
di Walter Marino, della “Scuba School” di Mazara,
profondo conoscitore dei fondali mazaresi, al quale sono stati
temporaneamente affidati i reperti presso la sede della Lega Navale
Italiana di Mazara. Le anfore sono state subito sottoposte al
primo intervento di desalinizzazione su indicazioni dei tecnici
della stessa Soprintendenza. Il sito subacqueo è stato
documentato e rilevato e già nella zona di Tonnarella sono
state messe in atto le procedure per verificare la possibile presenza
di altre evidenze archeologiche.
Le anfore recuperate sono di quattro tipologie diverse: un'anfora
romana del tipo “Lamboglia II” di età tardo
repubblicana e altre tre, frammentate, di età più
tarda.
“La collaborazione tra istituzioni – dichiara il Soprintendente
del Mare, Ferdinando Maurici – ancora una volta ha consentito
di porre in essere quelle azioni di tutela fondamentali per la
protezione del patrimonio culturale subacqueo. Il consolidato
rapporto con la Guardia Costiera, che ci fornisce supporto con
uomini e mezzi, è per noi di fondamentale importanza; una
collaborazione che porta sempre a risultati eccellenti”.
I mezzi nautici della Guardia Costiera di Mazara del Vallo che
hanno partecipato alle operazioni sono stati coordinati dalla
Capo Servizio Operativo Capitana di Corvetta Carla Picardi.
Si ringraziano per il supporto logistico i subacquei della “Scuba
School” e del gruppo subacqueo della Lega Navale Italiana
di Mazara del Vallo, Walter Marino, Francesca Maggio, Vito Licari
e Alessandro Romagnosi. |
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Nuovo
itinerario culturale subacqueo a Siracusa |
Giugno
2022 |
INAUGURATO
A SIRACUSA L’ITINERARIO CULTURALE SUBACQUEO “LE MAZZERE”
Dopo la presentazione presso la sede dell’Area Marina Protetta
Plemmirio a Siracusa, è stato inaugurato il ventiquattresimo
itinerario culturale sommerso della Soprintendenza del Mare. Grazie
alla sinergia stabilita tra l’ Area Marina Protetta del
Plemmirio, la Soprintendenza del Mare e il Capo Murro Diving Center
di Fabio Portella – Ispettore Onorario per i Beni sommersi
della provincia di Siracusa, un nuovo percorso di visita va ad
arricchire la rete degli itinerari subacquei della Regione Siciliana.
Si tratta di un percorso all’interno dell’area B della
riserva, per subacquei in possesso di brevetto di immersione di
primo o di secondo livello. Il percorso prevede infatti due direzioni
di visita. Partendo dalla boa di ormeggio e scendendo in sicurezza
lungo la catena, si può seguire un percorso riservato ai
sub con brevetto open fino a 18 metri di profondità oppure
un secondo percorso fino a 28 metri, riservato a subacquei in
possesso di brevetto advanced. Lungo l’itinerario, costeggiato
da una parete rocciosa ricca di flora e fauna marina e caratterizzato
da grosse chiazze di fondale sabbioso inserite in una spettacolare
prateria di posidonia oceanica, si possono ammirare una grande
quantità di “mazzere”, grossi massi quadrangolari
in pietra utilizzati in passato come pesi per le reti della vicina
tonnarella di “Terrauzza”. Massi che consentivano
l’installazione del cosiddetto “pedale”, una
sorta di sbarramento ai tonni, perpendicolare alla costa e perfettamente
aderente al fondale marino, al fine di indirizzarli verso le camere
della tonnara. A testimonianza che la zona fin dall’antichità
fu utilizzata come luogo di ancoraggio e di riparo dai venti dominanti
della zona, il grecale in particolare, sul fondale sono stati
ritrovati alcuni grossi ceppi di ancora in piombo di epoca romana,
una contromarra di ancora in piombo a tre fori e un’ancora
in ferro del tipo ammiragliato, tutti reperti visibili nel corso
della visita all’itinerario subacqueo. Per effettuare le
immersioni all’itinerario “Le Mazzere”, bisogna
contattare l’Area Marina Protetta Plemmirio o il Capo Murro
Diving Center di Ognina, a Siracusa. |
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Identificato
relitto della II Guerra Mondiale |
Giugno
2022 |
IDENTIFICATO
A 85 METRI DI PROFONDITÀ NEI FONDALI DELL’ISOLA DI
LINOSA IL RELITTO DI UN AEREO DELLA II GUERRA MONDIALE
Quello che dall'inizio si è ipotizzato potesse essere un
aerosilurante Bristol Beaufort, in attesa di ulteriori indagini
storiche e soprattutto di prospezioni subacquee effettuate da
altofondalisti, a 80 anni esatti dall'ammaraggio e dall'affondamento
si è rivelato essere il Martin Baltimore AG699 del 69 sq.
della RAF, partito alle ore 12,45 del 15 giugno 1942 dall’aeroporto
di Luqa a Malta per osservare il traffico navale nella zona di
Pantelleria, interessata proprio in quei giorni dalla “battaglia
di Mezzo Giugno” che vide le forze dell'Asse contrastare
efficacemente l'operazione “Harpoon”. Ed è
grazie alla ormai consueta, perseverante e qualificata collaborazione
di Fabio Portella, appassionato subacqueo altofondalista siracusano
e Ispettore Onorario per i Beni culturali della Soprintendenza
del Mare, che la nebbia che ha avvolto per decenni l'identità
del relitto affondato davanti la zona del “Fanalino”
di Linosa si è finalmente diradata. Il team del Capo Murro
Diving Center di Siracusa si è immerso a Linosa proprio
a 80 anni esatti di distanza dall’affondamento del velivolo,
svolgendo le delicate operazioni di riconoscimento ed effettuando
una corposa documentazione video del relitto adagiato sul fondale
ad oltre 80 metri di profondità. Il ritrovamento risale
al 2016: un aereo di nazionalità britannica viene individuato
nei fondali dell’isola di Linosa, durante l'esecuzione di
una campagna scientifica condotta nell'ambito di un progetto sulla
mappatura dei fondali e il monitoraggio degli habitat, dall'allora
IAMC (Istituto per l'Ambiente Marino Costiero) del CNR di Napoli.
In seguito alle indicazioni fornite dal subacqueo Guido Caluisi
e dai pescatori locali, dopo un primo riscontro eseguito con strumentazione
“Multibeam”, la successiva prospezione effettuata
con un R.O.V. (Remotely Operated Vehicle – un robot subacqueo
filoguidato dalla superficie) alla profondità di 85 metri,
rivelò la presenza di un aereo silurante britannico della
II Guerra Mondiale.
Il relitto riveste un grande valore storico e simbolico almeno
per due aspetti, il primo dei quali è relativo alla sua
rarità, non essendo ad oggi nota l'esistenza di velivoli
Martin Baltimore in ottimo stato sopravvissuti alla Seconda Guerra
Mondiale e ai successivi smantellamenti: in pochi musei esiste
infatti solo qualche pezzo di aerei simili e in Grecia vi è
un esemplare ma semidistrutto. Il secondo aspetto non può
prescindere dal suo eccezionale stato di conservazione, dovuto
a diverse fortuite circostanze; un ammaraggio morbido a motori
spenti (testimoniato dall'integrità della struttura e dalle
eliche posizionate dal pilota, prima dell’ammaraggio, in
posizione perfettamente a bandiera), la profondità del
relitto sostanzialmente inaccessibile con l'utilizzo di attrezzature
sportive, la pesca a strascico non intensiva condotta in quel
tratto di mare e, in ultimo, la relativa distanza dell'isola di
Linosa dai grandi flussi turistici. Si può quindi affermare
che ad oggi non risulta segnalato un relitto aeronautico della
II Guerra Mondiale così ben conservato nei mari siciliani.
La Soprintendenza del Mare e i suoi qualificatissimi collaboratori
e segnalatori, continuano senza sosta ad operare nel campo della
ricerca delle testimonianze del passato, oltre che di relitti
antichi, anche nel campo dei relitti sommersi del XX secolo. e,
in particolare, pertinenti il periodo compreso tra le due Guerre
Mondiali. Ancora una volta la collaborazione dei segnalatori,
dei pescatori, dei diving center e dei collaboratori della Soprintendenza
del Mare, ha consentito la scoperta di un relitto eccezionale.
Il lavoro sul territorio operato dalla Soprintendenza continua
a dare i suoi frutti con sempre nuove segnalazioni e ritrovamenti,
segno che la nuova cultura della tutela dei beni sommersi continua
sempre più ad affermarsi. |
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Ripristinato
itinerario subacqueo a Ustica |
Giugno 2022 |
La
Soprintendenza del Mare, in collaborazione con il Mare Nostrum
Diving di Ustica, ha ripristinato l'itinerario sommerso di Punta
Falconiera a Ustica. È stata, infatti, ricollocata la boa
di ormeggio situata a poca distanza dal porto, punto di inizio
dell'immersione archeologica che si snoda lungo un percorso che
va dai 10 ai 30 metri di profondità. I subacquei della
Soprintendenza del Mare della Regione, Pietro Selvaggio e Salvo
Emma, con il supporto di Tatiana Geloso e Alessandro Gallo di
Marenostrum, hanno effettuato l'intervento subacqueo al fine di
consentire ai diving center autorizzati, un ormeggio in sicurezza
per la visita del sito. L'itinerario, realizzato circa 15 anni
fa dalla Soprintendenza del Mare, è situato sotto la spettacolare
falesia della Punta Falconiera e consente di ammirare, lungo un
percorso che si snoda attraverso cadute e pianori ricchi di vegetazione
e fauna, diversi reperti archeologici: ancore che vanno dal periodo
arcaico fino al periodo bizantino, un'anfora integra oltre ad
alcune ancore moderne che accreditano il sito come luogo di ancoraggio
a partire dall’antichità e fino alle epoche più
recenti.
“Ustica, capitale della subacquea riconosciuta a livello
internazionale, deve riappropriarsi dei due itinerari archeologici
già meta in passato di visite da parte di tanti subacquei
italiani e stranieri. Questo – sottolinea l’assessore
regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana,
Alberto Samonà - mentre la Soprintendenza del Mare sta
lavorando ad una migliore definizione e promozione della rete
regionale degli itinerari archeologici subacquei, che offrono
quel quid in più a chi vuole fare della vacanza in Sicilia
un’esperienza turistico-culturale davvero unica”.
Per migliorare la qualità dei siti, in prossimità
dei reperti, sono stati installati cartellini impermeabili esplicativi
che indicano la tipologia del reperto stesso e la sua datazione.
Inoltre, a breve, verrà ripristinato il sistema di visita
tecnologico che consente, grazie ad un piccolo visore da porre
al polso del subacqueo, l'individuazione dei singoli reperti e
la possibilità di leggere la descrizione e vedere direttamente
sott'acqua le foto del reperto nel suo utilizzo originario.
A poca distanza dal percorso, inoltre, ad una profondità
di 82 metri, si trova il relitto di una nave romana che trasportava
un cospicuo carico di anfore, individuata nei fondali dell’Isola
di Ustica due anni fa. Grazie ad un’operazione svolta in
collaborazione con la Guardia di Finanza, l'Università
di Malta, l'associazione Progetto Mare e un team di subacquei
altofondalisti siciliani, la Soprintendenza del Mare ha effettuato
le operazioni di rilievo e documentazione del relitto profondo,
producendo la realizzazione del documentario di Riccardo Cingillo
"La nave romana di Ustica".
(Link al documentario https://youtu.be/cYL-vk6VCk4)
"La Soprintendenza del Mare - dichiara il Soprintendente
Ferdinando Maurici - continua l'azione di ripristino degli itinerari
culturali subacquei verso un progetto organico di messa a sistema
dei percorsi siciliani. Con la ripresa del turismo, e in particolare
di quello subacqueo dopo il lungo periodo segnato dalla pandemia
e dal blocco delle attività turistiche, la possibilità
di tornare sott'acqua per ammirare le vestigia del passato ci
sembra una ulteriore occasione per una buona ripresa delle attività”.
Per visitare gli itinerari, è necessario contattare i diving
center dell'isola autorizzati dalla Soprintendenza del Mare ad
effettuare le immersioni. E grazie alla sinergia stabilita con
Area Marina Protetta "Isola di Ustica" con il suo Direttore
Davide Bruno, nelle prossime settimane è previsto il ripristino
del secondo itinerario e la realizzazione di materiale divulgativo.
Si ringrazia il Diving Center Marenostrum per l’assistenza
nel corso delle operazioni in mare, l’Area Marina Protetta
Isola di Ustica e la Guardia Costiera - Delegazione di Spiaggia
di Ustica.
Photo: Tatiana Geloso/Marenostrum
clicca per la galleria di immagini
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Piroscafo
Taikosan Maru |
Giugno
2022 |
La
Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, diretta da Ferdinando
Maurici, ha deposto una targa commemorativa nei fondali della
“Timpa” di Acireale nel luogo in cui è stato
individuato il relitto del piroscafo giapponese “Taikosan
Maru”, affondato il 14 dicembre del 1917 a seguito della
collisione con il piroscafo “Ancona”. La posa della
targa - portata a termine dalla Soprintendenza del Mare e dell’Associazione
“Futuro Mare” di Aci Castello, dopo un rinvio dovuto
alle cattive condizioni del mare - costituisce una prassi virtuosa
nell’attività di valorizzazione dei Beni culturali
subacquei, ancor più preziosa perché svolta con
la fondamentale collaborazione e il supporto delle comunità
locali che rappresentano le prime depositarie della storia e della
conoscenza del territorio. La targa, il cui posizionamento è
stato attentamente valutato dalla Soprintendenza del Mare in relazione
alla precarietà delle strutture metalliche destinate ad
accoglierla, è stata collocata sulla poppa della nave,
a una profondità di 34 metri. La posa della targa è
stata effettuata dall’Associazione “Futuro Mare”
di Aci Castello sotto la vigilanza del personale del Nucleo Subacqueo
della Soprintendenza del Mare che ha svolto l’attività
di alta sorveglianza. Un sentito ringraziamento va indirizzato
a Carmelo La Rocca, Mario Gangi, Andrea Di Mauro, Guido Capraro,
Luca Privitera, Carmelo Mannino, Nina Testaverde e Darryl Overby. |
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Campagna
Marevivo |
Giugno
2022 |
Campagna di Marevivo e EcoTyre a Isola delle
Femmine
Il relitto del velivolo trimotore Junker 52, giace sul fondale
di Isola delle Femmine dal 1942, anno in cui si inabissò
fino ad adagiarsi a 46 metri di profondità. Alla fine
degli anni 80 un gruppo di subacquei palermitani lo individua,
e da allora è meta di immersioni per gli appassionati
siciliani. Nell’ottica di una campagna di sensibilizzazione
verso il fenomeno delle reti fantasma e per consentire ai subacquei
di visitare il relitto in sicurezza e potere godere dell’immersione,
il Diving Center Saracen di Isola delle Femmine con Marevivo
ha organizzato una operazione di pulizia del relitto al fine
di rimuovere una grossa rete in nylon impigliata nella parte
posteriore del relitto. Grazie ad un team composto da subacquei
del Diving Center Saracen, della Soprintendenza del Mare e della
Divisione Sub di Marevivo, l’aereo è stato liberato
dalla grossa rete che ne impediva la fruizione. E ciò,
oltre a consolidare la campagna di Marevivo e del Diving Center
Saracen per la pulizia dei fondali, si inserisce negli obiettivi
di tutela e valorizzazione dei Beni sommersi della Soprintendenza
del Mare. Una azione congiunta, svoltasi nella giornata della
campagna “Operazione Pneumatici Fuori Uso” promossa
da Marevivo Sicilia e EcoTyre in collaborazione con Soprintendenza
del Mare, Capitaneria di Porto, Comune di Isola delle Femmine
e Diving Center Saracen. Una campagna di sensibilizzazione che,
dopo Mazara del Vallo, Gaeta, Isola delle Femmine, toccherà
le città di Alghero, Viareggio, Laguna di Orbetello e
Lampedusa. Nella giornata del 20 giugno, sono stati recuperati
circa 500 kg di pneumatici, abbandonati in maniera scriteriata
all’interno del porticciolo di Isola delle Femmine. I
rifiuti sono stati trasportati presso l’impianto di trattamento
per il riciclo e la reimmissione nel ciclo produttivo.
Il team:
Diving Center Saracen
Tony Scontrino
Anna Pellerito
Alessandro Guddo
Francesco Cillari
Julie Sferlazzo
Desirée Grancagnolo
Marevivo Sicilia
Maria Gattuso
Riccardo Cingillo
Soprintendenza del Mare
Claudio Di Franco
Pietro Selvaggio
Salvo Emma
Aurelio Vaccaro
clicca per la galleria di immagini
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Ritrovato
bimotore della II Guerra Mondiale |
Giugno
2022 |
RITROVATO
NEI FONDALI DI SAN VITO LO CAPO UN BIMOTORE DELLA II GUERRA MONDIALE
A seguito della segnalazione effettuata dai subacquei Francesco
Catapano e Nicola Riolo, il nucleo subacqueo della Soprintendenza
del Mare ha verificato la presenza, nei fondali del golfo di Cofano
a San Vito lo Capo, del relitto di un velivolo militare bimotore
della II Guerra Mondiale. L'intervento è stato realizzato
con il supporto nautico e logistico dell'unità V.827 della
Guardia di Finanza/Sezione Operativa Aeronavale di Trapani, comandata
da M°llo Antonio Sorace, e della Guardia Costiera/Delegazione
di Spiaggia di San Vito Lo Capo. Nonostante il relitto si presenti
frammentato, sono visibili i piani alari, parte della pavimentazione
della fusoliera, uno dei due motori stellari ed un'elica parzialmente
occultata da una rete da pesca. Ulteriori frammenti che affiorano
nelle immediate vicinanze, costituiscono sia l'indizio di un duro
ammaraggio, che il segno dell'attività di pesca condotta
nelle sue vicinanze e che ha certamente contribuito alla dispersione
di ulteriori elementi. Al momento l'unica certezza è che
non si tratti di un aereo della Regia Aeronautica, anche perché
il motore radiale 14 cilindri a doppia stella, è sicuramente
un Pratt & Whitney R-1830, prodotto negli Stati Uniti tra
la metà degli anni 30 fino alla fine degli anni 40. In
prima approssimazione e con riserva di ulteriori indagini, il
relitto sembrerebbe appartenere ad un aereo militare da trasporto
Douglas C-47, prodotto in oltre 10000 esemplari ed utilizzato
durante la II Guerra Mondiale per il trasporto di truppe e materiali.
Indagini bibliografiche condotte sui rapporti di aerei dispersi
in azione nella zona del ritrovamento, sono in itinere per restringere
il ventaglio delle opzioni identificative e risalire all'evento
che ha determinato la presenza dell'aereo nei fondali trapanesi.
Con l'imprescindibile supporto della Guardia Costiera - Capitaneria
di Porto di Trapani, e grazie alla consolidata collaborazione
ultra decennale con la Soprintendenza del Mare finalizzata alla
tutela, è stata richiesta l’emissione di una ordinanza
di regolamentazione dell'accesso al sito subacqueo. |
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Campagna
di documentazione dei rostri delle Egadi |
Giugno
2022 |
Conclusa la campagna di documentazione e studio dei rostri
della Battaglia delle Egadi. Un database online consentirà
la consultazione dei modelli 3D
Si è appena conclusa la campagna di documentazione e
studio dei 23 rostri recuperati nei fondali di Levanzo che saranno
a breve visionabili on-line attraverso un data base al quale
stanno lavorando la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana
e la statunitense RPM Nautical Foundation. Il lavoro di rilievo
e studio ha impegnato per tre settimane un’equipe composta
da studiosi e tecnici della Soprintendenza del Mare, coordinati
dal Soprintendente Ferdinando Maurici e della RPM Nautical Foundation
(William Murray, University of South Florida - USA, Peter Campbell,
Cranfield University - UK, Stephen DeCasien, Texas A&M University
- USA, Konstantinos Raptis, University of Athens -GR).
Il team, composto da archeologi, tecnici e fotografi, ha concluso
la catalogazione dei preziosi reperti in bronzo individuati
e recuperati nello specchio di mare a nord-ovest di Levanzo,
nelle Isole Egadi, nel corso delle numerose campagne di ricerca
effettuate negli ultimi anni, grazie all’accordo stipulato
tra la Regione e la prestigiosa fondazione americana. In particolare,
sono state realizzate le scansioni laser dei rostri e la documentazione
fotografica, nonché il rilievo di tutti i manufatti.
Scopo dell’attività, è quello di approfondire
lo studio dei rostri punici e romani con la prossima pubblicazione
di un volume che racconterà la Battaglia delle Egadi
che si è svolta nel 241 a. C. tra la flotta cartaginese
e quella romana, con la vittoria di quest'ultima. Ad oggi i
rostri recuperati dai fondali di Levanzo sono 23. Questi, assieme
ad oltre 30 elmi del tipo Montefortino, due spade, alcune monete
e un grande numero di anfore, rappresentano il risultato di
una grande campagna di ricerca effettuata nelle acque a nord-ovest
di Levanzo fin di primi anni 2000.
“La buona collaborazione nelle ricerche dà ottimi
frutti. Le informazioni di dettaglio acquisite sulla Battaglia
delle Egadi, grazie alla ricerca congiunta tra la Soprintendenza
del Mare e la RPM Foundation – sottolinea l’assessore
regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana,
Alberto Samonà – forniscono importanti elementi
per definire con maggior chiarezza gli avvenimenti che, nel
241 a.C., cambiarono il corso della storia. Il data base che
a breve sarà consultabile è uno strumento di conoscenza
approfondito che consentirà a tutti gli studiosi di operare
sulla base di informazioni scientifiche inequivocabili”.
Grazie all’ormai consolidata collaborazione tra la RPM
Nautical Foundation e la Soprintendenza del Mare, ogni anno
viene effettuata una campagna di ricerca coordinata dalla Soprintendenza
del Mare e realizzata con la nave oceanografica Hercules, dotata
delle più sofisticate tecnologie nel campo della ricerca
marina ad alta profondità. Da alcuni anni, alla ricerca
puramente strumentale, è stata affiancata l’opera
di un gruppo di subacquei altofondalisti (SDSS: The Society
for Documentation of Submerged Sites) che operano in sinergia
con i tecnici della RPM e della Soprintendenza, rappresentando
un valore aggiunto sia in termini di efficacia che di snellimento
dei tempi.
I rilievi sono stati effettuati nelle sedi della Soprintendenza
del Mare dove sono custoditi i rostri, e cioè, presso
l'ex Istituto Roosevelt, all'Arsenale della Marina Regia di
Palermo, nell'ex Stabilimento Florio di Favignana, al Castello
di Punta Troia a Marettimo e al Museo regionale di Trapani ''Agostino
Pepoli'' di Trapani.
La complessa movimentazione dei reperti è stata possibile
grazie alla collaborazione del personale della Soprintendenza
del Mare, dell'Amministrazione comunale di Favignana con il
Sindaco Francesco Forgione, il vice sindaco Vito Vaccaro e il
responsabile dell'ufficio tecnico del Comune Marco Scarpinato.
Un ringraziamento va a Giovanni Scaduto dell'isola di Marettimo
e al Direttore del Museo regionale Pepoli di Trapani Roberto
Garufi, che hanno consentito la realizzazione delle operazioni.
"Continua - dichiara il Soprintendente del Mare Ferdinando
Maurici - lo studio della Battaglia che, grazie all'intuizione
di Sebastiano Tusa, ha consentito di arricchire la storia di
un evento che ha cambiato le sorti del Mediterraneo. La stretta
collaborazione con la RPM Nautical Foundation con la sua nave
da ricerca Hercules e la SDSS - The Society for Documentation
of Submerged Sites che ci fornisce un prezioso supporto con
i suoi subacquei, ci permette di proseguire le ricerche che
da circa 20 anni vengono svolte nello specchio acqueo delle
Egadi. È ancora una volta la prova che la perfetta sinergia
tra Istituzioni scientifiche, rappresenta la chiave vincente
per le ricerche archeologiche in mare".
I rostri della Battaglia delle Egadi sono attualmente in mostra
all’Arsenale della Marina Regia di Palermo, all’interno
della mostra “Sebastiano Tusa una vita per la cultura”,
a Favignana presso la sala museale della Battaglia all’interno
dell’ex Stabilimento Florio, al Castello di Punta Troia
a Marettimo e al Museo Agostino Pepoli di Trapani.
clicca per la galleria di immagini
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U
- MAR |
Giugno
2022 |
U-MAR,
UN PROGETTO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO DEGLI ITINERARI ARCHEOLOGICI
SUBACQUEI
LA SICILIA PROTAGONISTA CON I SUOI ITINERARI SOMMERSI, MODELLO
DI RIFERIMENTO INTERNAZIONALE
Ha preso il via martedì 30 maggio 2022 a Selinunte, il
II Meeting Transnazionale del progetto “U-Mar - Enhancing
underwater archeology to make it a innovative tool for development
Sustainable & Creative Tourism“. Il progetto, guidato
dalla Rotta dei Fenici - Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa,
è finanziato dal Programma Erasmus+ dell’Unione Europea.
Per la Soprintendenza del Mare, partner del progetto, hanno partecipato
il Soprintendente Ferdinando Maurici, Salvo Emma e Francesca Oliveri.
L’obiettivo generale del progetto U-Mar è quello
di sviluppare la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio
legato all’archeologia subacquea, attraverso i seguenti
obiettivi specifici:
1) Formare figure professionali con competenze specifiche nel
campo dell’archeologia subacquea, in particolare nella valorizzazione
e gestione di siti culturali;
2) Sviluppare un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente
attorno all’archeologia subacquea, migliorare l’offerta
turistico-culturale e ampliare il target di riferimento degli
utenti;
3) Fornire linee guida per le organizzazioni che vogliono sviluppare
strategie per la valorizzazione del patrimonio archeologico sottomarino,
con diverse possibilità di applicazione a seconda del contesto
e con un focus particolare sulla creazione di percorsi archeologici
subacquei, con il loro patrimonio specifico e le competenze professionali
richieste.
4) Accrescere la conoscenza del patrimonio archeologico sommerso
e dell’importanza della sua conservazione e valorizzazione,
non solo da parte dei turisti, ma soprattutto dei giovani e delle
comunità locali che vivono nei territori.
Il progetto avrà la durata di 24 mesi e può contare
sul coinvolgimento di partner di grande valore:
– Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana (Italia)
– International Centre for Underwater Archaeology in Zadar
(Croazia)
– Fondazione CEIMAR (Spagna)
– Pafos Regional Board of Tourism (Cipro)
– ACIF – Camera di Commercio di Madeira (Portogallo)
– Argo – Progettare l’Europa (Italia)
Molti i partner associati come i Comuni di Menfi e Gela in Italia,
Mazarrón in Spagna, Pafos a Cipro, Grad Zadar in Croazia
e Funchal in Portogallo.
I lavori, che si concluderanno sabato prossimo, vedono impegnati
i partner nella definizione delle linee guida del progetto, progettando
concretamente le azioni da intraprendere sul territorio per la
diffusione della conoscenza dell’archeologia subacquea e
le strategie per nuove modalità di fruizione del patrimonio
archeologico subacqueo con lo sviluppo degli itinerari archeologici
subacquei, realtà già consolidata in Sicilia e considerata
best practice per la comunità internazionale. La formazione
transnazionale dei formatori, permetterà uno scambio di
conoscenze tra i partner coinvolti, che sarà determinante
nella definizione del nuovo corso di formazione. I lavori attualmente
in corso stanno esplorando le tecniche di documentazione e l'importanza
della protezione in situ del patrimonio culturale subacqueo, dell'interpretazione
comunicativa e della valorizzazione del patrimonio subacqueo,
delle strategie di gestione condivisa, della valutazione dell'impatto
di attività turistiche sull'ambiente marino e realizzazione
di itinerari culturali subacquei. |
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BBC
Future |
Giugno
2022 |
Su
BBC Future un articolo sulla Battaglia delle Egadi di Alessia Franco
e David Robson. "The shipwrecks rewriting ancient history".
clicca sull'immagine per leggere l'articolo |
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Fare
non dire |
Maggio
2022 |
L'archeologia
subacquea a Mondello e negli specchi di mare limitrofi.
Splendid Hotel La Torre Mondello
Venerdì 27 maggio ore 9 |
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Sui
sette mari |
Maggio
2022 |
SUI
SETTE MARI NAVI E MODELLI DI NAVI DALL'ANTICHITÀ AL XX SECOLO
GIORNATA DI STUDI SUI MODELLI NAVALI
Mercoledì 25 maggio 2022 • ore 9.30
Arsenale della Marina Regia
Via dell'Arsenale, 144 - Palermo
Ingresso libero È consigliato l'uso della mascherina |
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Itinerario
subacqueo di Cala Minnola |
Maggio
2022 |
Ripristinato
l’itinerario culturale subacqueo di Cala Minnola a Levanzo.
Grazie alla collaborazione di Vincenzo Castelli e Francesco Demetrio,
titolari del diving center “Egadi Scuba Diving di Favignana”,
è stata riposizionata la boa di segnalazione e di ormeggio
per il sito archeologico in prossimità di Cala Minnola.
Il sito archeologico subacqueo di Cala Minnola si trova sulla
costa orientale dell'isola di Levanzo, nell'arcipelago delle Egadi.
Il sito conserva il relitto di una nave da carico di epoca romana,
ad una profondità di circa 30 metri. Il relitto è
noto da tempo e indagini archeologiche, effettuate nel corso dell'estate
del 2005, hanno portato alla luce i reperti : un carico di anfore
vinarie, del tipo Dressel 1B e frammenti di ceramica, probabilmente
ad uso dell'equipaggio, tutti databili alla prima metà
del I secolo a.C. Poche tracce sopravvivono degli elementi in
legno della nave, e pochi altri elementi in piombo, tra cui un
tubo di sentina e tre ceppi d'ancora in piombo. Il luogo di provenienza
della nave è comprovato da un'iscrizione, leggibile su
una delle anfore: "PAPIA", nome di una importante gens
Romana dell'alto Lazio, nota soprattutto per la produzione di
vino che esportava in tutto il Mediterraneo. Per effettuare le
immersioni sul sito, interessato da ordinanza di interdizione,
è possibile rivolgersi ai diving center locali autorizzati
dalla Soprintendenza del Mare. |
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Egadi
Ram 2022 |
Maggio
2022 |
Ha preso il via la campagna di studio e documentazione dei
rostri della Battaglia delle Egadi. Un progetto della Soprintendenza
del Mare e della RPM Nautical Foundation. I lavori prevedono
lo studio, la documentazione fotografica e la scansione con
laser scanner dei rostri individuati e recuperati nel corso
delle campagne effettuate in questi anni dalla Soprintendenza
del Mare nei fondali delle Isole Egadi, grazie alla collaborazione
della RPM Nautical Foundation con la nave da ricerca Hercules,
la Global Underwater Explorers e la SDSS: The Society for Documentation
of Submerged Sites . Le operazioni sono in corso di svolgimento
presso le sedi della Soprintendenza del Mare (Arsenale della
Marina Regia e Istituto Roosevelt di Palermo), al Museo Pepoli
di Trapani e allo Stabilimento Florio di Favignana. Il team
è composto da personale della Soprintendenza del Mare,
coordinato dal Soprintendente Ferdinando Maurici, e da William
Murray - University of South Florida (USA), Peter Campbell -
Cranfield University (UK), Stephen DeCasien - Texas A&M
University (USA), Konstantinos Raptis - University of Athens
(GR).
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Giornata
del Mare |
Aprile
2022 |
L'11
aprile 2022 ricorre la “Giornata nazionale del Mare e della
cultura marinara”, un’iniziativa nata nel 2017 con
l’obiettivo di accrescere, soprattutto tra i giovani, l’amore
e il rispetto per la risorsa mare.
La Soprintendenza del Mare ha partecipato alla giornata organizzata
dall'Istituto di istruzione superiore Ugo Mursia di Carini, in
provincia di Palermo. Nel corso della giornata, ospitata all’interno
del Castello di Carini con la partecipazione delle classi seconde
e quarte, sono stati consegnati dal comandante dell'Ufficio Circondariale
Marittimo di Terrasini Tenente di Vascello Giuseppe Edoardo De
Matteis e dal vicesindaco Badalamenti, i riconoscimenti agli studenti
che hanno partecipato al concorso legato alla Giornata del Mare.
La Soprintendenza del Mare ha illustrato le proprie attività
con il Soprintendente Ferdinando Maurici e Salvo Emma del Nucleo
Subacqueo. L’evento, organizzato dalla professoressa Vita
Russo, è stato concluso dall'intervento del comandante
De Matteis che ha presentato agli studenti i rischi legati all'inquinamento
del mare e le azioni svolte dalla Guardia Costiera per la protezione
dell'ecosistema marino. |
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Sebastiano
Tusa |
Marzo
2022 |
Nel
terzo anno dalla scomparsa di Sebastiano Tusa, ricordiamo l’archeologo,
lo studioso, il Soprintendente, l’Assessore e soprattutto
l’Amico, ideatore della Soprintendenza del Mare e figura
fondamentale per l’archeologia subacquea siciliana e internazionale.
La Soprintendenza del Mare continua
il proprio lavoro nel solco tracciato dal suo ideatore, con la
stessa volontà e determinazione, ispirata dall’esempio
che ci ha lasciato in tanti anni di collaborazione, di scoperte,
di ricerche, di attività scientifiche, di duro lavoro,
di amicizia e vicinanza umana.
Lo smarrimento che ha colto tutti
noi, impreparati alla prematura scomparsa dell’uomo che
ha realizzato il sogno di molti, oggi è stato almeno in
parte colmato dalla nuova volontà di portare avanti la
sua idea, nella consapevolezza che la via individuata era quella
giusta.
Andiamo quindi avanti con il
rigore scientifico che ci ha insegnato e con l’idea di valorizzazione
e promozione del patrimonio sommerso che tanti favorevoli riscontri
ha avuto in questi anni.
Ci manchi, Sebastiano.
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Presentazione
catalogo mostra |
Marzo
2022 |
Giovedì 10 marzo 2022 alle ore 10, presso
i locali dell'Arsenale della Marina Regia di Palermo, verrà
presentato il catalogo della mostra "Sebastiano Tusa, una
vita per la cultura".
Interverranno il presidente della Regione Siciliana
Nello Musumeci, l'assessore regionale dei Beni culturali e dell'Identità
siciliana Alberto Samonà, il Dirigente Generale del Dipartimento
dei Beni culturali e dell'Identità siciliana Calogero
Franco Fazio, il presidente della "Fondazione Sebastiano
Tusa" Valeria Li Vigni e il soprintendente del Mare Ferdinando
Maurici.
Ingresso libero secondo le normative anti covid
in vigore.
Giovedì 10 marzo 2022
Arsenale della Marina Regia
Via dell'Arsenale, 144 - Palermo
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Bar
Sicilia |
Febbraio
2022 |
Puntata
dedicata alla Soprintendenza del Mare. Ospiti in studio l'assessore
dei Beni culturali e dell'Identità siciliana Alberto Samonà
e il Soprintendente del Mare Ferdinando Maurici.
Clicca per il video |
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Scoperto
il relitto di un idrovolante tedesco Dornier-Do24 |
Febbraio
2022 |
Il relitto di un idrovolante tedesco “Dornier Do 24”
della II Guerra Mondiale è stato rivenuto nei fondali,
a poche miglia dalla città di Avola, a una profondità
di 122 metri nel corso delle ricerche subacquee effettuate da
Fabio Portella del Diving Murro di Siracusa, in collaborazione
con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.
Clicca per il video
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Ferdinando
Maurici è il nuovo Soprintendente del Mare |
Febbraio
2022 |
Ferdinando
Maurici, 62 anni, è il nuovo Soprintendente del Mare della
Regione Siciliana. La designazione, che compete al dirigente generale
del Dipartimento dei Beni Culturali Franco Fazio, è avvenuta
oggi. Ferdinando Maurici, attualmente dirigente dell'Unità
operativa per i Beni archeologici presso la stessa Soprintendenza
del Mare, è stato Direttore del Parco archeologico di Monte
Iato, del Museo Interdisciplinare di Terrasini, della Fototeca
del Centro Regionale Inventario e Catalogazione e delle sezioni
archivistica e bibliografica della Soprintendenza di Trapani.
Specializzato in Archeologia Cristiana e Medievale, ha al suo
attivo oltre trecento pubblicazioni e diverse docenze universitarie,
dottorati di ricerca, oltre a diverse attività di coordinamento
e ricerca per conto della Soprintendenza del Mare della Regione
Siciliana. In particolare, come Dirigente per i Beni archeologici
della Soprintendenza del Mare – nata nel 2004 dall’intuizione
e dalla volontà di Sebastiano Tusa – ha seguito le
prospezioni in alto fondale nell’isola di Ustica con la
scoperta di un relitto di epoca romana; le indagini di archeologia
subacquea in alto fondale nel mare delle Isole Egadi a bordo della
nave oceanografica Hercules della RPM Nautical Foundation, che
hanno portato lo scorso anno alla scoperta di due nuovi rostri
e di un relitto tardoantico-bizantino. Sempre per la Soprintendenza
del Mare, ha collaborato all’individuazione di un nuovo
possibile itinerario sommerso a Marettimo. E ancora, ha coordinato
nell’estate del 2021 i subacquei altofondalisti della SDSS
nel recupero di altri rostri nello specchio di mare della battaglia
delle Egadi del 241 a.C.; ha coordinato le attività svolte
in collaborazione con la Bayerische Gesellschaft für Unterwassearchäologie
(Società Bavarese per l’Archeologia Subacquea) a
Mozia e Eraclea Minoa. È co-progettista dei lavori di scavo
e indagine preliminare del relitto romano denominato “Marausa
2”. |
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Relitto
della "Timpa" di Acireale |
Gennaio
2022 |
Identificato
il relitto culturale subacqueo della “Timpa” di Acireale
(CT)
Talvolta accade che alcune ipotesi basate su calcoli di probabilità,
analogie piò o meno fondate con eventi storici acclarati
e ipotesi “a caldo” non confermate, siano accettate
anche a distanza di decenni, come fatti dai contorni ben definiti
che non richiedono verifica. Questo si è rivelato vero
per l’identità del relitto culturale subacqueo della
“Timpa” di Acireale, che è stato da sempre
associato alla nave “Terni”, ex piroscafo francese
“Azrou”, dal 1943 utilizzato dalla nostra Regia Marina
per il trasporto mercantile verso i porti nord africani. Probabilmente
confidando nell’imprecisione dei dati di posizionamento
storici, spesso desunti da rilevamento e distanza di punti cospicui
e da coordinate incomplete, ovvero “forzando” circostanze
plausibili ai limiti delle loro oggettive probabilità (come
la rotta verso terra per evitare l’affondamento e l’incaglio
fin quasi ad Acireale), il siluramento della nave Terni da parte
del sommergibile britannico “Unison” all’interno
del golfo di Catania nel mese di giugno 1943, è stato considerato
l’evento storico che ha determinato la presenza del relitto
alla base della scogliera della “Timpa”.
Le ricerche storiche svolte con intuizione e perseveranza dal
Cap. L.C. Andrea Di Mauro, le riprese e le prospezioni subacquee
dell’O.D.V. Futuro Mare di Aci Castello, unitamente agli
spunti desunti dalle interviste di alcuni anziani pescatori del
vicino borgo di S.M. La Scala, hanno ristretto il campo d’indagine
a quello di una nave a vapore giapponese costruita tra la fine
dell’800 e gli inizi del 900; in proposito si è poi
rivelata decisiva la consultazione degli archivi dei Lloyd's e
la fondamentale collaborazione dell’Ufficio Storico Navale
Giapponese di Tokyo, che ha inviato una corposa documentazione
storica.
Com’è stato, infatti, possibile evincere da una dichiarazione
(tradotta in inglese) del Comandante del porto di Catania del
26 dicembre 1917, il piroscafo giapponese “Taikosan Maru”
è affondato alle 5:30 del 14.12.1917 tra Capo Mulini e
Santa Maria La Scala a seguito di collisione, più precisamente
nel tratto di costa denominato Acqua Grande, il punto esatto dove
oggi si trova il relitto della Timpa. La causa del sinistro marittimo
– riconducibile all’osservanza di disposizioni che
prescrivevano la navigazione sotto costa a fari spenti per difesa
dai sommergibili tedeschi – inquadra l’evento quale
“danno collaterale” della guerra al traffico condotta
nel mar mediterraneo durante la prima guerra mondiale. Su questo
capitolo importante del cruento scontro tra gli imperi centrali
e la triplice intesa, per quanto poco nota, la presenza fin dal
1917, delle diciassette navi da guerra appartenenti alla 2^ squadra
e a tre unità cacciatorpediniere giapponesi di stanza a
Malta, ha scritto pagine importanti, tra le quali la scorta dei
cosiddetti cinque “Grandi Convogli”, che nel 1918
tra Marsiglia e Alessandria, trasportarono più di 100.000
soldati alleati per contrastare le offensive primaverili tedesche
del 1918. Il comandante di bandiera del comandante in capo della
flotta britannica del Mediterraneo G.C. Dickens, riferì
all'ammiragliato dell’eccellenza della marina giapponese,
il cui rapporto tra il tempo in mare e quello in porto, era il
più alto che qualsiasi marina alleata durante la guerra
e, infatti, in riconoscimento dello sforzo navale e del sostegno
avuto, nel 1918 fu costruito un memoriale presso le tombe di guerra
del Commonwealth a Malta (Kalkara), per commemorare i marinai
giapponesi caduti nel Mediterraneo. Se identificare un relitto
subacqueo facendone riemergere la storia dalle nebbie del tempo,
significa farlo “rinascere” a nuova vita, assieme
alla memoria del contesto storico di cui oggi costituisce testimonianza,
possiamo affermare che è stato scoperto un nuovo relitto
culturale subacqueo ad Acireale e che la fine del “Terni”
può costituire un’affascinante e suggestiva prospettiva
di ricerca.
Per ricordare l’evento e con l’obiettivo del perseguimento
dell’attività di valorizzazione dei Beni culturali
subacquei della Regione Siciliana, con la supervisione della Soprintendenza
del Mare e a cura dell’ODV Futuro di Mare di Carmelo La
Rocca e Mario Gangi, sarà apposta sul relitto della nave
“Taikosan Maru”, una targa commemorativa bilingue. |
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Mostra
all'Arsenale della Marina Regia di Palermo |
Gennaio
2022 |
Si comunica che l'Arsenale della Marina Regia,
venerdì 7 gennaio e lunedì 10 gennaio chiuderà
alle ore 17,30.
Gli orari di visita della mostra "SEBASTIANO
TUSA una vita per la cultura" saranno dalle dal lunedì
al venerdì dalle 9 alle 13 e il mercoledì dalle
9 alle 17.
L'Arsenale rimane chiuso il sabato, la domenica e i giorni festivi.
Via dell'Arsenale, 142 - Palermo
Ingresso gratuito.
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Webinar
I MERCOLEDÌ ALLA MOSTRA |
Gennaio
2022 |
I
MERCOLEDÌ ALLA MOSTRA #sebastianotusaunavitaperlacultura
webinar in diretta su GoogleMeet ore 16,30
Mercoledì 26 Gennaio
• Introduzione alla mostra: Sebastiano Tusa studioso di preistoria
Valeria Li Vigni - Massimo Cultraro
Mercoledì 02 Febbraio
• I pionieri della subacquea
Nello Bonvissuto - Gianfranco Purpura - Salvino Antioco
Mercoledì 09 Febbraio
• I collezionisti del Mare: Vincenzo Sole e Antonino Lagumina
Roberto Filloramo - Gabriella Monteleone
Mercoledì 16 Febbraio
• Dal GIASS alla Soprintendenza del Mare
Floriana Agneto - Salvo Emma - Edoardo Famularo
Giovedì 17 Febbraio
• L’Atlante siciliano di W.H. Smyth e i modellini navali
- DIRETTA FACEBOOK
Chiara Caldarella - Giovanni Provenzano
Lunedì 21 Febbraio
• Battaglia delle Egadi e sviluppi della ricerca subacquea
Valeria Li Vigni - Luigi Fozzati
Mercoledì 23 Febbraio
• Le scoperte nei mari di Sicilia
Timmy Gambin - Francesca Oliveri - Fabrizio Sgroi -
Roberto La Rocca
Mercoledì 2 Marzo
• Itinerari culturali subacquei, tecnologie e progetti futuri
Salvo Emma - Pietro Selvaggio - Stefano Biondo - Stefano Zangara
Mercoledì 9 Marzo
• Tutela del Patrimonio culturale sommerso e Sistema informativo
territoriale
Gianluigi Marmora - Claudio Di Franco - Ferdinando Maurici
Mercoledì 16 Marzo
• Valorizzazione degli itinerari subacquei al parco di Taormina-
Giardini Naxos
Gabriella Tigano - Nicolò Bruno
Mercoledì 23 Marzo
• Collaborazioni nazionali ed internazionali della Soprintendenza
del Mare
Tullio Scovazzi - Fabrizio Sgroi - Detlef Peukert |
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Lavori
di ristrutturazione del Padiglione Tresca |
Gennaio
2022 |
Al
Roosevelt di Palermo partono i lavori di ristrutturazione di nuovi
locali della Soprintendenza del Mare dove nascerà il centro
di ricerca specializzato nelle indagini archeologiche sommerse
Prendono il via nei locali dell'Ex Istituto Roosevelt di Palermo,
i lavori di ristrutturazione del piano terra del padiglione Tresca
dove, grazie ad un accordo tra l'Assessorato regionale dei Beni
culturali e quello del Territorio e Ambiente con l’ARPA,
saranno realizzati uffici e laboratori della Soprintendenza del
Mare della Regione Siciliana destinati alla documentazione, informatizzazione
e promozione dei beni culturali marini siciliani.
I lavori, per circa 680 mila euro con risorse del Fondo Sviluppo
e Coesione 2014/2020 - Patto per Sicilia, saranno effettuati dalla
Damiga srl di Alcamo (TP) che li realizzerà nel tempo contrattuale
di un anno.
Il progetto, portato avanti insieme all'ARPA- Agenzia regionale
per la Tutela Ambientale, che ha concesso in uso parte dei propri
locali, realizza l'obiettivo di coordinare l'azione tra istituzioni
nell'ambito della ricerca congiunta relativamente al patrimonio
sommerso, con un approccio interdisciplinare.
“Con la consegna dei lavori di ristrutturazione del padiglione
Tresca – sottolinea l'assessore regionale dei Beni culturali
e dell'Identità siciliana, Alberto Samonà –
si avvia il processo di realizzazione di una struttura, tecnologicamente
avanzata, che si occupi della gestione dei reperti provenienti
dal mare. Si tratta di un'iniziativa molto importante che nasce
dalla collaborazione tra l'assessorato dei Beni Culturali e quello
del Territorio e Ambiente e che qualifica ancora di più
l'azione della Soprintendenza del Mare, ottimizzando la collaborazione
con l'ARPA Sicilia grazie alla quale, già negli scorsi
mesi, è stato possibile individuare il relitto della nave
romana di Isola delle Femmine. É un significativo passo
avanti – evidenzia l'assessore Samonà - nella ricerca
legata alle indagini archeologiche sommerse che pone ancora una
volta la Sicilia in posizione di avanguardia a livello nazionale
e internazionale”.
Nella nuova struttura sarà realizzato un laboratorio per
il primo intervento di restauro dei beni culturali provenienti
dal mare, un laboratorio SIT/GIS per la modernizzazione del già
esistente sistema informativo della Soprintendenza del Mare, un
laboratorio diagnostico e di archeometria, dotato delle attrezzature
necessarie all'identificazione dei materiali, per un più
rapido e mirato intervento conservativo dei beni recuperati. Sempre
nell'ambito del progetto saranno effettuate ricerche strumentali
in alcune aree sensibili della costa della Regione Siciliana al
fine di aumentare la conoscenza del patrimonio sommerso. Ultimati
i lavori, la nuova struttura della Soprintendenza del Mare sarà
dotata delle attrezzature necessarie alle ricerche sottomarine
quali droni subacquei, AUV - veri e propri robot autonomi in grado
di analizzare il fondale riportando le immagini - ma anche la
realizzazione di una piccola sala conferenze che verrà
utilizzata come aula didattica, un magazzino dove saranno catalogati
e conservati i reperti e che sarà visitabile, un piccolo
museo per le mostre temporanee dei Beni recuperati.
Per la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni - “Con
l'avvio dei lavori finalmente si avvera un sogno che Sebastiano
Tusa ha rincorso per vent’anni tra innumerevoli difficoltà
e che personalmente ho portato avanti con grande impegno. Un progetto
che fa compiere alla Sicilia un significativo passo avanti nello
studio, nella valorizzazione e gestione del patrimonio sommerso". |
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Mostri
e Rostri |
Dicembre
2021 |
Inaugurazione
28 dicembre 2021 - ore 12 Ex Stabilimento Florio delle Tonnare
di Favignana e Formica Isola di Favignana
Per le visite contattare il Comune di Favignana (Tel. 0923920011
- info@comune.favignana.tp.gov.it) oppure l’Area Marina
Protetta Isole Egadi (Tel. 0923921659 - info@ampisoleegadi.it) |
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SEBASTIANO
TUSA una vita per la cultura |
Dicembre
2021 |
Verrà
inaugurata mercoledì 22 dicembre alle 17,30 all'Arsenale
della Marina Regia di Palermo, la grande mostra "Sebastiano
Tusa, una vita per la cultura".
Orari di visita:
dal 23 al 31 dicembre 2021 dalle 9,30 alle 13,30 escluso sabato
e domenica
mercoledì 29 e giovedì 30 dalle ore 9.30 alle 13,30
visite guidate con i tecnici della Soprintendenza del Mare
dal 3 gennaio 2022 dal lunedì al venerdì dalle 9
alle 13. Il mercoledì dalle 9 alle 17 escluso sabato, domenica
e festivi
Via dell'Arsenale, 142 - Palermo
ingresso gratuito
Info clicca
qui |
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