Oggetto: proposte di modifica dell’assetto istituzionale del sistema "Soprintendenze” del Dipartimento BB CC AA ed E.P.

Nello scusarmi per l’assenza dovuta ad impegni istituzionali precedentemente presi, prego le SS LL di accettare questa mia nota quale contributo alla discussione sorta in riferimento a quanto avanzato in merito al nuovo riassetto proposto che vedrebbe le soprintendenze da aree diventare servizi e, conseguentemente , l’annullamento dei servizi tecnici oggi presenti al loro interno. Quanto si indica in seguito ha un carattere di promemoria sintetico poiché già molto è stato detto e scritto al riguardo e, di conseguenza, ben noto alle SS LL.
Innanzitutto è doveroso ricordare che l’annullamento dei servizi oggi esistenti determinerebbe, come è stato già più volte avanzato e chiaramente detto, di fatto il venir meno di responsabilità tecniche che verrebbero ad essere assunte da figure apicali (i futuri capi servizio alias soprintendenti) che, da tecnici di un settore specifico, porrebbero la loro firma ad atti inerenti materie di altri settori disciplinari. Com’è noto oggi il soprintendente pone il visto su atti la cui responsabilità tecnica si attesta al capo servizio esperto nella materia specifica che firma in tal senso. Pertanto quanto paventato produrrebbe di fatto una delegittimazione dei pareri che potrebbero essere facilmente attaccati in virtù dell’attestarsi a figure professionali di altra natura disciplinare. Sarebbe facile, ad esempio, demolire giuridicamente un atto inerente materia archeologica se firmato da un capo-servizio soprintendente biblioteconomo o storico dell’arte (e chiaramente viceversa). Già questa considerazione imporrebbe più cautela nello smantellare un sistema che da anni risulta di grande efficacia per la difesa e gestione del nostro patrimonio culturale.
Ma vi è anche un’altra considerazione che impone cautela. La paventata “rivoluzione” del sistema determinerebbe, come è stato già detto, una tale confusione che si protrarrebbe nel tempo estremamente perniciosa in un momento così delicato quale quello della chiusura di un POR e dell’apertura di un altro.
Pertanto, come ebbi a dire in altre sedi, ribadisco la mia proposta, che è anche quella dei colleghi della soprintendenza che mi onoro di dirigere, di ottenere una moratoria di almeno sei mesi al provvedimento di cui sopra. Moratoria che dovrebbe servire per approfondire il tema della contraddizione tra Legge 10 e sistema attuale delle soprintendenze non soltanto come è stato impropriamente fatto finora con elaborazioni nate esclusivamente tra esperti di diritto ed amministrazione, ma come risultato di un confronto franco ed aperto tra esperti di diritto, amministrazione e delle materie inerenti il nostro stesso esistere, cioè gli ambiti disciplinari di competenza delle soprintendenze. Vedremmo come soluzione ottimale la creazione di una commissione mista e rappresentativa di tutte le anime dell’amministrazione che discutesse del problema ed elaborasse una proposta da sottoporre agli organi di controllo e politici per le necessarie ed indifferibili approvazioni.
Entrando nel merito delle proposte già avanzate che, al momento, si limitano a quella del collega Gesualdo Campo, sono in linea di principio favorevole ad assumere come elemento di base della ripartizione territoriale il ben noto sistema delle tre Valli, ma dissento dalla sua ipotesi che vedrebbe l’annullamento del carattere multidisciplinare delle attuali soprintendenze. La possibile ripartizione in tre grandi aree corrispondenti alle Valli dovrebbe riportare a quel livello territoriale il sistema attuale delle soprintendenze con conseguente risparmio nel proliferare di strutture intermedie attualmente suddivise per provincie. Sostanzialmente vedrei tre macrosoprintendenze più quella del mare con all’interno la suddivisione in servizi tematici quale quelli attuali con l’aggiunta di quello amministrativo e di un servizio tecnico rivolto alla gestione dei cantieri più complessi che necessitano di competenze più approfondite nella materia. Così come vedrei logica la ripartizione delle competenze mussali in tre poli corrispondenti alle suddette Valli. Ma mi fermo qui perché rimanderei il tempo delle proposte ad un momento immediatamente successivo a quello della moratoria e della creazione della succitata commissione mista di studio e proposta.
Al momento, giusto per affrontare nello specifico il tema della soprintendenza del mare vorrei far presente che se per le soprintendenze territoriali provinciali il declassamento proposto risulta improprio e negativo, ancor di più lo è per quella del mare. Com’è noto tale soprintendenza non solo ha una competenza regionale che la porta automaticamente a trattare con enti nazionali che hanno competenza concorrente in analoga materia nella aree di confine regionale (Stretto di Messina e soprattutto acque extraterritoriali), ma ha una costante interazione con la Guardia Costiera e con l’Assessorato al Territorio per la trattazione necessariamente congiunta di tematiche comuni. Pertanto, in tale ottica, la soprintendenza del mare risulta pienamente in linea, quale struttura servente interassessoriale e interistituzionale, con quanto espressamente previsto nella Legge 10. Ed è per questo che risulta strano allo scrivente che sia stata modificata una prima proposta di mutamento dell’attuale assetto che vedeva la soprintendenza del mare rimanere area con all’interno i servizi.
Palermo, 6 novembre 2007

f.to Il Soprintendente Sebastiano Tusa