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LE PORCELLANE |
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Piatto della collezione |
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Le porcellane di SPERLINGA
La materia prima, l'argilla bianca, a differenza
di quella rossa di tipo fluviale, veniva estratta
dalle cave di Torremuzza, località vicino
Santo Stefano di Camastra. Il metodo più
usato per modellare le stoviglie di terraglia
era a stampo. La tecnica consisteva nella realizzazione
preventiva di un modello in gesso composto di
due elementi: stampo e controstampo. Il piatto
si sottoponeva alla prima cottura nel forno ad
una temperatura di circa 950-1000°. Dopo che
i piatti si erano raffreddati, si infornavano
e si preparavano per la "coperta". L'artigiano
in questa fase dosava lo stagno, il piombo e la
silice già ridotti in polveri finissime,e
vi aggiungeva gradatamente dell'acqua. In questa
sospensione lattiginosa vi immergeva via via i
piatti, e con rapidi movimenti rotatori, faceva
in modo che si coprissero uniformemente di quello
strato biancastro. Quindi si infornavano per la
seconda volta ad una temperatura di circa 900°.
A raffreddamento avvenuto, i piatti venivano decorati
per poi subire il terzo fuoco a circa 750°,
quindi a temperatura più bassa delle altre
per evitare che i colori volatilizzassero. Quando
si dovevano realizzare oggetti in serie, come
nel caso dei piatti da servizio, si poteva ricorrere
all'uso di una mascherina metallica traforata.
Questa matrice, applicata sulle superfici degli
oggetti, lasciava scoperti dei vuoti che venivano
riempiti col colore. |
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Piatto della collezione |
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Le porcellane di MEISSEN
La porcellana, nota in estremo oriente già
dall'850 d.C., viene conosciuta in Europa intorno
al 1200 grazie a Marco Polo.
Tale materia misteriosa rimane un alchimia segreta per lungo tempo. Vari, laboriosi, diversi tentativi vengono attuati per scoprirne la composizione. Ripetute prove però producono soltanto surrogati. Solo Meissen, nel 1700 circa, ne individua i componenti .
La porcellana dura, coma quella di Meissen, era
composta di caolino, d'argilla, di quarzo, di
feldspato e di calcare; mentre il rivestimento
era di feldspato, quarzo, e materiale alcalino.
Preparati gli elementi essenziali, si procedeva
al rigoroso dosaggio delle diverse sostanze, in
cui la percentuale più alta era costituita
da caolino ed argilla e via via da tutti gli altri,
in proporzioni minori. Il composto veniva immerso
in una vasca interrata, rivestita di mattoni,
dove gradatamente si aggiungeva quella percentuale
d'acqua atta a renderla più pastosa e omogenea.
Il metodo più usato per modellare i piatti
da servizio di porcellana era a stampo. La tecnica
consisteva nella realizzazione di un modello in
gesso. Dopo che i piatti erano cotti a 1000 °
e si erano raffreddati, si sfornavano e si preparavano
per la decorazione, per poi subire il secondo
fuoco ad una temperatura di circa 900°. |
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