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Gli ambienti del PIANO TERRA
 
LEGENDA

 

11 - Biglietteria
12 - Le cucine principali
13 - Piccola cucina
14 - Scuderie
15 - Spogliatoio
16 - Selleria
17 - Magazzino per foraggio
18 - Ricovero per carrozze
19 - bagni

10 - Arco di accesso
11 - Cortile
12 - Cortile interno
13 - Locali non accessibili

 
N.B. clicca sulla planimetria per visionare gli ambienti
Al piano terreno le ex carceri, la grande e piccola cucina, le scuderie, i magazzini, gli ambienti destinati alla servitù, che con il terzo piano, sede dell’amministrazione della casa, completano la struttura del piano terra.
 
 
 
Le cucine principali.
Le cucine principali
 
La piccola cucina.
La piccola cucina

LE CUCINE

2 - Le cucine principali

Nell’ambiente sono degni di nota l’antico pozzo, il forno per il pane, i fornelli a legna e a carbone, i piani da lavoro in marmo e i mensoloni in pietra.

3 - La Piccola cucina

Questa piccola cucina è collegata con la sala da pranzo del piano nobile attraverso una piccola scala ricavata all’interno della muratura, è inoltre unita alle cucine principali da un passavivande collocato nel pianerottolo dello scalone..

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Le scuderie.
Le scuderie
 
Le scuderie - particolare.
Un particolare
 

4 - SCUDERIE

Nell’ambiente si susseguono delle imponenti colonne in marmo grigio che lo dividono in tre "navate". Gli alloggi dei cavalli, tutti forniti di singola mangiatoia in ferro battuto e conca in pietra scolpita per il foraggio, sono delimitati da eleganti strutture in legno con pregevoli fusioni in ghisa. In fondo un’imponente fontana in marmo del XVI secolo, testimonianza del più antico palazzo inglobato nell’attuale, porta inciso lo stemma degli Spuches: Arma d’azzurro al monte d’oro di tre colli caricati di una stella d’argento sormontata da un giglio d’oro. Il monte è simbolo di ricchi possedimenti alpestri (lo denota l’uso dell’oro), le stelle simboleggiano cuore puro e azioni magnanime, il giglio rettitudine e fede incrollabile.
Inoltre si conservano vari abiti, marsine e tube.


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8 - IL MAGAZZINO

Il magazzino, luogo destinato al foraggio, era probabile ricovero di carrozze. In fondo, nel vicoletto in origine esterno al palazzo e nel XVIII secolo annesso ad esso, è incisa su di un blocco di pietra la data del 1116.
Fino a quando l’economia siciliana restò definita da un sistema di microstrutture di tipo feudale quasi autosufficienti, venne a mancare una rete viaria percorribile con veicoli a ruote. Prima di quell’epoca a causa delle condizioni del tessuto viario urbano ed extraurbano oltre alle consuete cavalcature come mezzo di trasporto venivano impiegati soltanto portantine e lettighe. Le prime carrozze furono importate in Italia dall’Ungheria nella prima metà del XVI secolo. Nella capitale siciliana ben presto si diffusero e già nel 1647 ne circolavano, tra pubbliche e padronali, ben settantadue. Cominciò subito tra i nobili una frenetica gara per possedere il maggior numero di carrozze e tra queste le più splendide e sfarzose casse, sospese al traino mediante cuoio, magnificamente intagliate e dipinte o addirittura rivestite con lamina d’argento, dorature e decorazioni eseguite da abili artigiani, specchi, velluti e costosi “guarnimenti di cuoio”. Analoga ricchezza era data ai bardamenti degli animali da tiro. Nel settecento la carrozza ebbe larghissimo impiego; in questo periodo grazia ed eleganza si accoppiano alla funzionalità. La viabilità migliora, si stabiliscono regolari servizi di trasporto fra i vari centri e vengono emanati regolamenti per il transito urbano. Il loro uso si era talmente affermato che dopo il 1830 ormai nessuno che avesse un minimo di agiatezza osava presentarsi a piedi a un ricevimento. Chi ne era sprovvisto, come i forestieri, poteva utilizzare una delle 312 carrozze in affitto. Questa situazione si protrasse fino alla “Bella époque”, che è da considerarsi il periodo di massimo splendore per la carrozza, attraverso la quale si affermava il prestigio del proprietario, il cui casato veniva rappresentato dal colore delle ruote, del timone e della tappezzeria, ma anche dal colore delle livree dei cocchieri. In Italia a fine del XVIII secolo il numero delle carrozze era tanto grande da ricorrere a norme restrittive per limitarne la corsa nei centri abitati. Con il XX secolo le carrozze iniziarono il loro declino con la comparsa delle prime automobili.

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Le cucine principali. Le scuderie. Piccola cucina.