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PASTORI DA PRESEPE
 
Pastore da presepe.
Ventaglio
 

Questa statuetta da presepe, che rappresenta uno zampognaro, appartiene a una modesta collezioni di pupi da presepe presente nelle vetrine del secondo piano di Palazzo Mirto. Questi pastorelli sono accreditati al mastro "pasturaru" Giovanni Antonio Matera, scultore trapanese che operò in Sicilia durante la seconda metà del XVII e l'inizio del XVIII secolo, appartenente a quella schiera di artigiani che costruiva statuine da presepe, in particolar modo per conto di nobili ed ordini religiosi. Egli emerse in particolar modo per quella sua ricerca accurata della plasticità, e delle forme espressive a volte alquanto drammatiche. I suoi pastori, foggiati a diversa scala a seconda dell'importanza all'interno della scena presepiale, rappresentano una rosa di tipi umani colti all'improvviso. Si tratta di figurine che si identificano, per la loro naturalezza espressiva, nei volti segnati dalla dura esistenza quotidiana, dalla sofferenza e dalla morte, ma che inserita in tale scenario, immagina di evadere dalla storia per rifugiarsi nel tempo sacro. Essi potrebbero vivere di luce propria, ed essere fruiti autonomamente come piccoli capolavori d'arte. I pupi sono stati costruiti con l'arte della scultura modellata, per la quale il Matera si è distinto, secondo la tecnica mista che vede l'uso di legno di tiglio, gesso, tela e colla di coniglio. Consisteva nel ricoprire con stoffe impregnate in mistura di colla animale e gesso, il corpo ligneo della statuina. Sul busto appena sagomato della figurina venivano poi montati ad incastro gli arti e la testa, scolpiti dall'artigiano separatamente.

 
 
   
Le cucine principali. Le scuderie. Piccola cucina.