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ARCHIVIO EVENTI E PUBBLICAZIONI

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le Teste di Pantelleria  le Teste di Pantelleria

el Camino de Santiago
Mostra fotografica del fotoreporter Letterio Pomara
Palermo, Oratorio dei Bianchi, 21 luglio - 22 agosto
aperto tutti i giorni escluso il lunedì dalle 10,30 - 19,30

> comunicato stampa

el Camino de Santiago

el Camino de Santiago

el Camino de Santiago

el Camino de Santiago

 


mostra fotografica di Emanuele Martino

 mostra fotografica di Emanuele Martino
Palermo, Orto Botanico 30 luglio-15 settembre
apertura: feriali 9-18, sab. e fest. 9-13

 


logo 25 anni 

Una trama fitta di manifestazioni, anzi di emozioni, per un compleanno. I 25 anni dell'Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali e alla Pubblica Istruzione, istituito con la legge 80 del 1977. Quattro mesi, da novembre a febbraio, per "perdersi", come mai in passato, tra gli eventi in programma, per una vera immersione nell'arte e nella cultura dell'Isola, a conclusione di un anno importante per la Sicilia che si è confermata capitale dell'archeologia subacquea e che ha visto il barocco del Sud-Est diventare patrimonio dell'Umanità. Questa volta tocca soprattutto a Palermo vivere ed essere vissuta per quella che da sempre è la sua vocazione, l'arte.


Venerdì 19 dicembre 2003 la Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, nei locali del Palazzo Arcivescovile in via Primo Settembre 117, alle ore 11,30 inaugura l'Esposizione bibliografica "Anche l'occhio vuole la sua parte. Grafica e libro 1900-1940".
Nell'ambito delle celebrazioni in occasione dei "25 anni dell'Assessorato dei Beni Culturali Ambientali e della Pubblic a Istruzione", la Biblioteca regionale di Messina allestisce una Mostra che, attraverso una scelta significativa di libri e periodici, traccia a grandi linee il panorama dell'illustrazione libraria, soprattutto italiana, nei decenni dal 1900 al 1940.
L'Esposizione, divisa in quattro sezioni, ciascuna delle quali rappresentativa di un decennio, integrata da una ricca selezione di periodici e riviste dell'epoca, presenta copertine, frontespizi, incisioni, tavole illustrate, realizzate da pittori e incisori di primissimo piano, quali Aleardo Terzi, Adolfo De Carolis, Giulio Aristide Sartorio, Mario Sironi, Gio Ponti, Francesco Gamba.
L'itinerario, che espone anche esempi di produzione locale, tra i quali le copertine delle riviste Sicania, uscita in pochi numeri nel 1906, La Sicile illustrée, la messinese Le Grazie, si propone, attraverso questa rassegna di grafica applicata al libro, di attrarre un più vasto pubblico verso le collezioni della Biblioteca, fruibili da angolature diverse di studio.
L'Esposizione sarà aperta dal 19 dicembre 2003 al 30 gennaio 2004.
Orari di apertura:
da lunedì a venerdì ore 09,00 – 13,30
16,00 – 18,00
sabato e domenica or e 09,00 – 13,00
escluso festività.
Ingresso libero.


Il vetro nell'antichità

Seminario Il vetro nell'antichità
I reperti archeologici in vetro

Fonti, tipologie, destinazioni d'uso, tecniche di fabbricazione, classificazione

Ragusa, Club Med Kamarina, 10-11-12 ottobre

Apertura dei lavori:
Ragusa Hotel Mediterraneo Palace
Venerdi 10 ottobre ore 10

Presentano
On. Fabio Granata, Assessore regionale Beni Culturali ed Ambientali e P. Istruzione
Giuseppe Grado, Direttore del Dipartimento Beni Culturali e Ambientali
Beatrice Basile, Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Ragusa
Lorenzo Appolonia, Dirett ore dei Beni Archeologici e Paesaggistici della Regione Val d'Aosta
Teresa Carreras, Conservatrice del Museu d'Arqueologia de Catalunya e coordinatore scientifico del seminario

Per approfondimenti: http://www.glasswaysicilia.com/ mailto:nfo@glasswaysicilia.com


Assisi, 3-4 ottobre 2003
Giornata internazionale della Pace
Celebrazione nazionale di San Francesco Patrono d'Italia

Basilica di San Francesco d'Assisi
Mostra di opere d'arte siciliane

Quest'anno la Sicilia è stata scelta per la quarta volta a compiere il gesto significativo della accensione della lampada votiva a nome di tutti i comuni d'Italia.
Il programma degli eventi organizzati prevede tra gli altri “La luce. La cultura non è un’isola”, mostra di numerose opere e reperti pregiati provenienti dal patrimonio archeologico, storico-artistico, bibliografico custoditi in Sicilia. La mostra, curata dalla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo, è allestita con i contributi delle Soprintendenze, dei Musei, delle Gallerie e delle Biblioteche siciliane; resterà aperta dal 3 al 19 ottobre


27 e 28 settembre 2003

Giornate Europee del Patrimonio
"Frequentando il passato: luoghi, cose, segni"

Museo archeologico di Camarina
"Da Camarina a Cammarana, venticinque secoli di culti femminili: visita ai luoghi"

Museo di Camarina, 27 settembre,ore 17
I culti di Demetra e Kore a Camarina. Conferenza di Giancarlo Germanà, archeologo

Cortile del Tempio di Athena, 28 settembre, ore 9,30
Il culto di Athena a Camarina. conferenza di Saverio Scerra, archeologo

Chiesa Santa Maria di Portosavo di Scoglitti, 28settembre, ore 17,30
La Madonna di Cammarana. Visita ai luoghi

Biblioteca Regionale Universitaria di Catania
"Frequentando il passato: luoghi, cose, segni - Testimonianze nella Biblioteca Regionale Universitaria di Catania"

Archivio di Stato di Catania, 27 settembre; ore 17, 28 settembre ore 9


 

Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Siracusa
Servizio per i Beni storico-artistici
ed etnoantropologici
Casa museo Antonino Uccello
Palazzolo Acreide (Siracusa)

in collaborazione con:
Associazione per la Conservazione della Cultura Popolare degli Iblei
Buscemi (Siracusa)
Comune di Sortino (Siracusa)
Museo Civico

i musei etnoantropologici siracusani in mostra

9-12 ottobre 2003, Biella: Incontro Nazionale Ecomusei
11 ottobre, Candelo (Biella), Cantine del Ricetto: Presentazione degli Ecomusei nazionali
24-25 ottobre, Nuoro: Convegno dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Regione Sardegna
27-30 novembre, Venezia: 7o Salone dei Beni e delle attività culturali


L’ariete di Castello Maniace
Domenica 14 settembre 2003 nella sala centrale del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa sarà inaugurata l’esposizione “L’ariete di Castello Maniace” in prestito temporaneo dal Museo Archeologico Regionale “A. Salinas” di Palermo, alla presenza dei Ministri della Cultura della Comunità Europea, riuniti a Siracusa in occasione del semestre di Presidenza italian a.
In considerazione dell’eccezionalità dell’evento l’ingresso del pubblico al Museo av-verrà dalle ore 12,30 alle ore 18,30 e con ingresso gratuito concesso dal Superiore Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e P.I.


La statua dell’ariete è la superstite di una coppia, che originariamente, forse, decorava a Siracusa la reggia di Agatocle e che, in età medievale, era collocata su due mensole ai lati del portale di Castello Maniace.
Originale, riferibile alla cerchia dello scultore Lisippo, l’opera, databile ai primi decenni del III sec. a.C., rimane unica documentazione delle grandi creazioni in bronzo esistenti a Siracusa in età ellenistica, di cui si ha notizia dalle fonti antiche.
La statua raffigura un ariete accovacciato, colto nell’attimo che precede il movimento.
La maestria dell’artista si manifesta nella costruzione dell’opera e nella conce-zione della vibrante testa volta a sinistra, nell’efficace rendimento dei dettagli anatomici e della tensione che anima l’ariete.
La coppia delle due statue nel 1448 venne concessa a Giovanni Ventimiglia che da Siracusa la trasf erì a Castelbuono, acquisita successivamente all’erario regio venne destinata a Palermo dove, esposta nel palazzo del Viceré suscitò l’ammirazione di Jean Houel ed anche di Goethe.
Una delle due statue purtroppo andò perduta, perché distrutta da un colpo di cannone durante i moti insurrezionali del 1848, l’altra fu destinata da Vittorio Emanuele II al Museo Archeologico di Palermo dove è esposta.


La presentazione dell’ariete a Siracusa assume significato di particolare valenza cul-turale e simbolica, quale documento della “memoria” storica dell’antica città.
L’esposizione durerà un mese dal 14.09.2003 al 14.10.2003.
Orario: Feriale 09,00 – 14,00 15,00 – 18,00 Festivo 09,00 – 14,00 Lunedì chiuso

Regione Siciliana Assessorato Beni Culturali Ambientali e P.I.
Stifrung Preu&szli g;ische Schlösser und Gärten-Brandeburg
Goethe Institut Palermo

Villa Malfitano 11, Palermo
11 settembre 2003, ore 18,30

Der Sizilianische Garten in Sanssouci
Un giardino siciliano in Germania

Interverranno: Giuseppe Barbera, Michele Buffa, Michele Cometa, Paul Eubel, Eliana Mauro, Francesco M. Raimondo, Michel Sciler
Seguirà un concerto del mezzosoprano Francesco Martino, al pianoforte Cinzia Guarino


Guttuso dal Fronte Nuovo all'Autobiografia 1946/1966

Bagheria, Villa Cattolica. 19 luglio - 30 novembre 2003
orari di apertura tutti i giorni dalle 9 alle 19, lunedì e 15 agosto chiuso
ingresso 6 euro, visite guidate su prenotazione
informazioni: 091943902 www.museoguttuso.it
Progetto finanziato da POR Sic ilia 2000-2006, misura 2.0.2 azione D


Assessorato BB.CC.AA. e P.I.
Ufficio Speciale per valorizzazione del patrimonio Culturale e Turistico
Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Siracusa
Comune di Siracusa
APT di Siracusa
Alessi s.p.a.

Piazza del Mare
Evento per l’inaugurazione della “Piazza del Mare”, opera di Marco Nereo Rotelli donata alla città di Siracusa.

Giorgio Albertazzi interpreta “Cagliostro Rebis” di Aurelio Pes

Piazza di Luce, installazione luminosa di Marco Nereo Rotelli Siracusa-Ortigia, Piazza Duomo

28 luglio 2003 ore 21 Regione Siciliana

Cagliostro Rebis locandina (80k)
È questo uno dei rari drammi dedicato a un personaggio che ha sconvolto la cultura europea e suscitato l’interesse, talvolta addirittura mo rboso, di personaggi come Goethe, Schiller, Carlyle. Si viveva nel pieno dell’Illuminismo e si privilegiavano, a corte, nei laboratori, persino nella vita quotidiana, calcoli matematici, meccanismi complessi e tuttavia riducibili ad una formula, corpi non più dotati d’anima. Si escludeva persino il dolore - giacché quantificabile razionalmente - dalla vita degli animali, pensati in quanto automi dotati soltanto di cieca volontà (Descartes).
De Sade, Casanova, Rousseau, Cagliostro, sono coloro che additano l’irriducibilità dell’umano a mero calcolo, del quale avrebbero fatto, peraltro, uso indiscriminato, nel Novecento, personaggi come Hitler, Stalin, Mussoli ni. In pieno Novecento, Bertrand Russel parlò dell’invadenza non arginabile del sesso nel pieno delle più astratte meditazioni filosofiche.
Il sentimento, non numerabile per questi pensatori, vince con le sue infinite iridescenze e sfumature, persino il taglio netto della ghigliottina. Casanova è tra i più consapevoli ad usare l’imponderabile nell’esistenza popolata d’automi, e tuttavia suscettibile alle scintille dell’inusitato. Cagliostro, allo stesso modo, è il frutto d’una cultura millenaria che alla norma cogente contrappone lo ius delle origini, legato alle tradizioni, alla consanguineità, ai riti, alla tomba (Antigone). Egli è medico che agisce per la vita, ma che può causare anche la morte, mediante l’uso di medicine, che alterate nelle quantità compositive, riescono a trasformarsi da pozioni benefiche in veleni. E per tale ragione egli suscita, simultaneamente, attrazione e terrore. Dispiace in particolare, a quel secolo, la volontà dichiarata di Cagliostro di voler esercitare la cura, oltre l’uso di pillole e salassi, soprattutto “in verbis”, mediante l’esercizio della parola. Attitudine che travalica d’un balzo quasi due secoli di storia, profetizzando l’avvento di Freud e di Jung, e il nuovo continente prospettico dell’inconscio. Cagliostro dunque non mago, bensì artifex d’un mondo nuovo, sofisticato, ancora incognito che dà senso compiuto all’illimite, al desiderio, all’immaginazione ed al sogno.

Aurelio Pes


inquinamento luminoso

satiro

ingresso euro 4,50
orari: tutti i giorni 9-14; Merc.-Ven.-Sab.-Dom. e Festivi 16-19

PROGRAMMA INAUGURAZIONE MUSEO DEL SATIRO

12 LUGLIO 2003 – MAZARA DEL VALLO
Ore 17,30 – Apertura museo per la stampa
Ore 18,30 – Piazza Plebiscito: saluto autorità
Ore 19,00 – Piazza Plebiscito: inaugurazione Museo del Satiro (Chiesa di Sant’Egidio)
Ore 20,15 – Piazza della Repubblica
Concerto
Direttore Bruno Aprea
Giuseppe Verdi
Sinfonie da ”I Vespri Siciliani”; ”Nabucco”; ”Luisa Miller ” ; Aida ”Forza del destino”

Orchestra della Fondazione del Teatro Massimo di Palermo
Ore 21,15
Claude Debussy
L’apres-midi d’un faune
Coreografia di Amedeo Amodio
Solisti
Roberto Bolle Greta Hodgkinson

Ore 22,30 – Museo del Satiro: apertura al pubblico (visite gratuite fino alle ore 2,00).

 

Il Ritorno del Satiro

Sabato 12 luglio, alle ore 18,30, a Mazara del Vallo, in Piazza Plebiscito, il Presidente della Regione Siciliana on. Salvatore Cuffaro inaugurerà il Museo del Satiro, ospitato nei locali dell’ex chiesa di Sant’Egidio, messa a disposizione della città. Saranno presenti alla cerimonia l’Assessore Regionale dei Beni Culturali ed Ambientali on. Fabio Granata, l’Assessore Regionale al Turismo on. Francesco Cascio, il Presidente della Provincia di Trapani prof.ssa Giulia Adamo e il Sindaco di Mazara del Vallo Ca rmelo Vella.
La restituzione del capolavoro restaurato al suo territorio arricchisce il patrimonio culturale siciliano di un’opera straordinaria, la cui origine è da inquadrarsi presumibilmente nel IV secolo a.C. in ambiente greco.
La statua bronzea raffigura un Satiro che danza con un dinamismo - una forte flessione sul fianco destro e il capo rivolto verso l’alto in modo innaturale – che si inquadra in uno schema abituale già dal IV sec. a.C.. La superba naturalezza, ed eccezionalità ad un tempo, del movimento di questo capolavoro dell’arte antica, non possono fare dimenticare quella che è, senza ombra di dubbio, la caratteristica più pregnante della statua: la sua magnifica testa, attraversata da un ventoso turbinio impalpabile, ma non meno efficace e vigoroso, che ne modella sia le sembianze anatomiche (zigomi, occhi, naso e bocca), che, soprattutto, la sconvolgente chioma. La testa è innaturalmente inarcata dalla dinamica del movimento vorticoso del personaggio, che riesce a sconvolgere anche le più elementari regole della naturalezza e che non può non essere opera di un grande maestro.
Come è noto, il Satiro venne ripescato nel marzo del 1998 dal motop esca mazarese Capitan Ciccio, di proprietà degli armatori Asaro e Scilla, al comando di Francesco Adragna, che rinveniva, nel mare tra Pantelleria e l’Africa, una statua bronzea a grandezza naturale rappresentante un Satiro La scoperta, per l’assoluta eccezionalità del reperto, prestissimo travalica i limiti ristretti dell’ambiente scientifico e pone vita al problema del suo recupero e della sua valorizzazione
Per il suo restauro dalle incurie del tempo e del mare, che avevano compromesso la sua natura e la sua consistenza, il Satiro approdò nella capitale e fu affidato all’Istituto Centrale del Restauro che, a sua volta, si avvalse di altri specialisti per integrare le sue conoscenze con quelle derivanti da altri tipi di indagini specialistiche.
Ma la storia del ritrovamento e quella del suo restauro, così come il successo della sua esposizione alla Camera dei Deputati fanno già parte del passato del Satiro. La sua collocazione definitiva a Mazara apre invece scenari e prospettive nuove agli itinerari turistico culturali e soprattutto porta la Sicilia in posizione strategica, sinergica con le nazioni mediterranee, per il settore nella ricerca archeologica subacquea in alto fondale in ac que internazionali. E’ questa la nuova frontiera dell’archeologia per le potenzialità dei rinvenimenti, per le tecnologie coinvolte e per i problemi di diritto internazionale che si sollevano e che la portata di ritrovamenti quali il Satiro contribuisce a risolvere.
E’ del resto risaputo che quello spazio di mare è estremamente ricco di t estimonianze archeologiche essendo stato nel passato luogo di scoperte fortuite di oggetti d’interesse archeologico, soprattutto anforacei.
Ma che il Satiro avesse compagni di viaggio è molto più che un’ipotesi remota poiché appare assai presumibile che si trovasse inserito in un complesso scultoreo costituito da altri Satiri e da Menadi accomunati in una vorticosa ed estatica danza orgiastica tipica del ciclo dionisiaco: la posizione del capo, fortemente rivolto indietro, e gli arti superiori alzati indicano il suo probabile inserimento in una gruppo vorticoso con altri compagni di rito.
Dato questo accreditato dalla numerosa serie di confronti iconografici, alcuni estremamente puntuali, con rappresentazioni su ornamenti che ritraggono simili personaggi, in analoga danza estatica, accompagnati da altri compagni di rito.
< br> Rimane tuttavia l’unicità del manufatto per dimensioni (quanto ci è dato di conoscere del ciclo dionisiaco non ha confronti con questo bronzo), arditezza della realizzazione sul piano statico e bellezza del modellato, che raggiunge nel fluire dei capelli la sua aliquota artistica più alta.
La possibilità di ammirare il Satiro nella degna sede espositiva costituita dal complesso di Sant’Egidio, nella zona più storicamente caratterizzata di Mazara, consente di esprimere l’auspicio che il bronzo sia visto non come unica testimonianza di ciò che questa zona del Mediterraneo abbia rappresentato nella storia dei paesi rivieraschi, ma come spunto per ripercorrere, attraverso una selezione di oggetti d’interesse archeologico recuperati nel medesimo mare, la storia del Canale di Sicilia e delle relazioni tra Sicilia e Nord-Africa.

In occasione dell’apertura del Museo del Satiro, saranno intanto esposti altri reperti provenienti dalle acque del canale di Sicilia, fra cui il frammento bronzeo di zampa di elefante di epoca punico-ellenistica, un calderone bronzeo di epoca medievale, una selezione di anfore da trasporto di epoca arcaica, classica, ellenistica, punica, rom ana e medievale. Verranno esposti anche due cannoni in ferro provenienti da Torretta Granitola, da cui provengono alcuni capitelli corinzi e ionici anch’essi esposti.


melo minnella

Agrigento Casa natale Luigi Pirandello 28 giugno–31 luglio 2003

I Pirandello ritornano al Caos
La pittura passione artistica della famiglia

La Biblioteca-Museo “Luigi Pirandello” di Agrigento è da sempre impegnata, nel rispetto del dettato della legge regionale che l’ha istituita, nella valorizzazione e promozione dell’attività artistica del grande drammaturgo siciliano, attraverso iniziative culturali ed attività di carattere scientifico di particolare rilevanza.
In quest’ottica è parso particolarmente significativo organizzare nella splendida cornice della casa natale dello scrittore, nell’occasione della ricorrenza del 136° anniversario della sua nascita, una mostra antologica delle opere pittoriche dei fratelli Pirandello Luigi, Rosolina, Giovanni, Innocenzo, nella quale figurano alcuni dipinti del più grande dei Pirandello pittori, quel Fausto il cui nome ha raggiunto le vette della fama internazionale.
Il filo conduttore della mostra è costituito dalla fusione e dall’intersecarsi di due aspetti: da una parte l’attenta e documentata ricostruzione della passione per l’arte pittorica nella famiglia Pirandello, scandita attraverso le espressioni artistiche dei suoi prestigiosi rappresentanti e dalla contemporanea esposizione di materiale documentario manoscritto, costituito prevalentemente dalla fitta corrispondenza epistolare in gran parte inedita custodita da questa Biblioteca, che consente di mettere in risalto le vicende familiari sottese a questo particolare aspetto della p roduzione artistica dei Pirandello; dall’altra la ricostruzione ideale del sodalizio familiare, attraverso le loro opere, all’interno della Casa natale del grande drammaturgo agrigentino, nella quale tutti hanno trascorso i momenti più belli e rilassanti della loro esistenza.
Quasi tutte le estati, infatti, Luigi con la famiglia tornava in Sicilia da Roma, dove risiedeva, per trascorrere un periodo di vacanze nella villa del Caos, dove era nato e aveva passato parte della fanciullezza, la casa di famiglia nella quale la sorella Lina col marito Calogero De Castro e poi lui stesso con la moglie Maria Antonietta avevano trascorso la luna di miele, e che fungeva quasi da polo catalizzatore per i membri sparsi della famiglia Pirandello specialmente durante i mesi estivi quando erano soliti andarvi a villeggiare per trascorrere lunghi periodi di riposo.
Con questa mostra si vuole proporre una testimonianza dell’attività pittorica del Premio Nobel siciliano, poco nota al pubblico dei non specialisti, e rendergli così un doveroso omaggio anche in termini critici, riconoscendo nello stesso tempo il debito che la nostra cultura ha con un artista così significativo, che tanto ha dato e continua a dare col suo messaggio d i valori universali alla nostra Isola e che richiama ogni anno presso la sua casa natale decine di migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
La realizzazione di questa manifestazione si deve all’impegno dell’Arch. Vincenzo caruso, Dirigente responsabile dell’Unità Operativa Museo, della Dott.ssa Filomena Capobianco, responsabile dei Fondi antichi dell’Istituto, della Sig.ra Cristina Angela Iacono, ed agli studiosi esterni all’Amministrazione che hanno prestato la loro collaborazione specialistica.
Un vivo ringraziamento va alle Istituzioni che, in Sicilia e fuori dall’Isola, hanno contribuito in maniera determinante alla buona riuscita della manifestazione nonché agli eredi e parenti di Luigi e Lina Pirandello.
Grato apprezzamento si deve alla disponibilità della Soprintendenza per i Beni storico artistici di Roma ed alla Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo che, superando non semplici difficoltà burocratiche, hanno reso possibile il prestito ed il trasferimento di opere essenziali per il piano scientifico della esposizione.

Antonino Perniciaro
Direttore della Biblioteca-Museo L. Pirandello di Agrigen to


I mosaici del Tellaro

Noto
Chiesa di San Domenico
14 luglio - 30 settembre 2003
orari 10-13,30; 17-20; lunedì chiuso
approfondimento

Assessorato Regionale Beni culturali Ambientali e P.I.
Soprintendenza Beni culturali e ambientali di Siracusa
Curia Vescovile di Noto
Comune di Noto


Caravaggio: due capolavori a confronto

Siracusa
Galleria regionale di Palazzo Bellomo
12 luglio 24 agosto 2003

orari 9-19; domenicche e festivi 9-14; lunedì chiuso
22 luglio, ore 19, in piazza Duomo "Lezione d'arte su Caravaggio", a cura di Vittorio Sgarbi
Info: 093169511
gallbellomo@regione.sicilia.it

introduzione alla mostra di Gioacchino Barbera, Direttore del Museo Regionale di Messina e di Vera Greco, Direttore della Galleria Regionale di Palazzo Bellomo


Un vaso ateniese del IV sec. a.C. restituisce il gruppo all’ interno del quale il satiro di Mazara poteva essere inserito.

Un vaso attico del IV sec. a.C.* ripropone in maniera impressionante l’immagine del satiro rinvenuto nelle acque di Mazara del Vallo, ed attualmente esposto a Montecitorio nella sala della Regina. Come già era avvenuto per il Bronzo A di Riace la ceramografia attica consente di dare rispost e certe a quesiti che l’archeologia sottomarina pone, specie da quando una maggiore attenzione da parte delle autorità regionali e nazionali è rivolta ai fondali marini, i quali negli ultimi anni hanno restituito capolavori, quali i famosi bronzi di Reggio Calabria, l’atleta di Fano o la testa di Porticello. Il satiro ha il braccio sinistro steso - quello destro è “adattato” alla forma circolare del tondo della coppa- , la testa volta all’indietro con i capelli “fiammati”, la gamba destra sollevata e quella sinistra sollevata sulla punta del piede (perduta nell’originale bronzeo), la coda diritta nello slancio della danza (nell’ originale rimane solo il foro di attacco) .
Il nuovo vaso consente di riaffermare per il satiro, oltreché l’appartenenza ad un tiaso dionisiaco, la cronologia del IV secolo a.C. proposta al momento della scoperta (cfr. quotidiano “la Sicilia” del 7 marzo 1998) ed ora avallata dal prof. Paolo Moreno. Esso permette, inoltre, di visualizzare gli ipotetici “gruppi” all’ interno del quale il satiro ritratto in posizione estatica poteva essere inserito: davanti a lui è un giovane personaggio maschile nudo seduto sul suo mantello – ipostasi dello stesso dio Dioniso? -, il quale accompagna con un braccio la cadenza della danza, acquietandone con la posizione di riposo il ritmo frenetico.

Prof. Filippo Giudice
Direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia e dell’ Archivio Ceramografico dell’ Università di Catania
e-mail: giudice@unict.it;

* L’esistenza del vaso è stata segnalata dalle dott.sse Elvia e Giada Giudice. Il montaggio dei confronti è stato realizzato dal dott. Daniele Malfitana del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

 

vaso ateniese del IVcomparazione

 


AGGIORNAMENTO:

SULLE TRACCE DEL “PITTORE DEL SATIRO DANZANTE DI MAZARA”.

La copp a attica a figure rosse che riproduce in maniera impressionante le fattezze e la danza del satiro in bronzo scoperto nelle acque di Mazara del Vallo, ha ora una sua collocazione più precisa. Essa può essere inquadrata nell’ ambito dell’attività della bottega del pittore di Meleagro* (ceramografo attivo ad Atene agli inizi del IV secolo a. C.), a cui sono attribuite oltre cento opere, conservate in musei italiani (Ferrara, Bologna Ruvo), europei (Londra, Parigi, Madrid) ed extra-europei (New York, Los Angeles, Toronto, l’Avana, ecc.). In particolare la coppa trova confronto in numerosi vasi attribuiti a questa officina (v. alcuni confronti**).La coppa del “pittore del satiro danzante di Mazara” era presente nel mercato antiquario londinese intorno agli anni novanta, ma se ne sconosce l’attuale fortunato proprietario.
Catania, Archivio ceramografico dell’Università
3 luglio 2003.
Prof. Filippo Giudice
e-mail: fili.giudice@virgilio.it

Il montaggio dei confronti qui proposti è del dott. Daniele Malfitana del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

satiro comparazioni

 

Nel Mediterraneo una Città e un’Isola: Messina e la Sicilia
Una scelta di stampe dalla Collezione della Biblioteca Regionale di Messina

Biblioteca Regionale di Messina, 9 maggio-30 giugno 2003

La Biblioteca Regionale Universitaria di Messina rende omaggio al tema dell’Acqua celebrato quest’anno dall’Unesco, interpretando il valore che l’acqua del Mare Mediterraneo ha avuto nella connotazione dell’identità della città di Messina e nella creazione di una identità di tutto il bacino del Mediterraneo.
La collezione di stampe della Biblioteca Region ale Universitaria di Messina è formata da 330 tra incisioni a bulino, acqueforti e litografie tra le quali 65 compongono la Mostra. La Mostra vuole offrire, specie ai giovani visitatori, un diverso strumento interpretativo del passato della città. Una dell e ragioni della Mostra è l’offerta di poter essere consapevoli e successivamente “usare” questo patrimonio iconografico della Biblioteca Regionale di Messina come insieme di veri e propri documenti storici “testimonianze visive” che raccontano e informano al pari di un testo e ci forniscono chiavi di lettura del passato.
La Mostra verrà corredata da un catalogo ricco di tre saggi a cura di studiosi universitari e conterrà le schede che aggiornano in parte il primitivo catalogo bibliografico dell’intera collezione. Il catalogo verrà pubblicato entro l’anno in corso. La Mostra sottolinea l’impegno della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina per l’incremento della Collezione iconografica con acquisti mirati ad illustrare la città in una collezione “pubblica” che si spera anche i privati cittadini possano contribuire ad arricchire quale contributo alla ricomposizione della memoria collettiva.

Approfondimento (.doc)


Il volontariato d'arte
sei lustri di restauri del Rotary club di Sicilia e Malta

Catania, via Crociferi, chiesa di San Francesco Borgia dell'ex Collegio della CVompagnia di Gesù
7 giugno - 27 luglio 2003

[…] Nell’anno sociale 2002-2003, ormai di prossima conclusione, Catania è sede del Distretto 2110 Sicilia Malta del Rotary International e su questa contingenza la Soprintendenza di Catania ha ritenuto importante e significativo non disperdere e documentare la consolidata anticipatrice esperienza dei clubs siciliani che, fatti precorrendo e idee, da oltre un trentennio sono impegnati nel recupero, per fini di pubblica fruizione, del patrimonio artistico dell’Isola; essa ha quindi proposto al Dipartimento e all’Assessorato di appartenenza, che hanno aderito assumendone l’onere finanziario e che di ciò ringrazio, di esporre in mostra, presso la Chiesa di S. Francesco Borgia dell’ex Collegio della Compagnia di Gesù, del demanio culturale indisponibile regionale, e/o documentare in catalogo le non poche né secondarie opere, sovente inedite, oggetto del meritorio servizio offerto dal sodalizio alla comunità, quasi sempre in sintonia con le soprintendenze territorialmente competenti, che hanno garantito la più ampia e qualificata collaborazione scientifica nella redazione delle schede di catalogo storico-artistiche, anche formulando alcune nuove ipotesi attributive, e di quelle tecniche di restauro, e che qui desidero ringraziare per la corale partecipazione, unitamente ad Arcidiocesi e Diocesi siciliane, Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto, Museo d’Arte Sacra di Naso, Accademia Zelantea di Acireale, Biblioteca Civica Frate Umile Pintorno di Petralia Soprana, Biblioteca Centrale della Regione Siciliana e Biblioteca Regionale Universitaria di Catania, che hanno prestato le opere d’arte restaurate o le pubblicazioni in mostra. […] Pur documentando in catalogo tutti gli interventi censiti, il corpus centrale della mostra è costituito da una selezione di quelli relativi alle opere d’arte mobili, per le quali sia stato autorizzato il prestito dagli enti proprietari e lo spostamento dalle s oprintendenze territorialmente competenti, operata secondo criteri di rappresentatività storico-artistica e di qualità degli interventi restaurativi da Luisa Paladino, che ha curato il coordinamento scientifico e organizzativo di mostra e catalogo, con il determinante contributo dei colleghi storici dell’arte delle soprintendenze. Gli interventi sul patrimonio immobile sono documentati a cura di Giovanna Buda; una sezione in appendice, curata da Irene Leonardi, è relativa ai testi editi o promossi. L’allestimento espositivo è di Giovanni Patti, i sistemi di sicurezza di Giuseppe Russo, il progetto grafico di Pietro Nobile. La mostra è la prima di opere d’arte restaurate, ideata e organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania, nella fattispecie tutte d’interesse religioso, ricompresse in un arco temporale dal XIII al XIX secolo, provenienti da tutta la Sicilia e i cui interventi restaurativi sono stati operati, nell’arco di sei lustri, a iniziativa volontaria e di servizio. Lo spazio espositivo è costituito dalla Chiesa del Collegio della Compagnia di Gesù in via Crociferi, dedicata a S. Francesco Borgia (Valenza 1510 - Rom a 1572; santo dal 1671) patrono e difensore di questa città, come indica la lapide dedicatoria collocata all’interno a sinistra della porta in occasione della consacrazione. […] Sul finire del 2002, in occasione del tricentenario dalla nascita di Vaccarini, protagonista della ricostruzione cittadina, e nel quadro del Distretto Culturale del Sud Est, presentato il 29 novembre dall’Assessore Regionale dei Beni Culturali e Ambientali e della Pubblica Istruzione, On. avv. Fabio Granata, come idea per lo sviluppo e per integrare e raccordare un’offerta turistica di qualità e dare continuità ed efficacia al recente riconoscimento UNESCO della ricostruzione post terremoto del 1693, esemplificata nel tardo barocco dei comuni di Catania, Caltagirone, Militello Val di Catania, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa, Modica e Scicli, quale Patrimonio dell’Umanità, l’Amministrazione Regionale dei Beni Culturali e Ambientali ha restituito alla città la chiesa, destinandola a finalità culturali pubbliche. Con questa mostra essa è per la prima volta destinata a scopi espositivi. […]
Gesualdo Campo, Soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Catania

 




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I Normanni nel Sud. Nuovi segmenti di storia europea

Il 16 maggio 2003 presso il Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria si è aperta la mostra “I Normanni nel Sud. Nuovi segmenti di storia europea”, che resterà in esposizione fino al 12 ottobre p.v. e sarà inaugurata il 20 maggio p.v. alle 18,30. (manifesto)
La mostra è il risultato della collaborazione fra i servizi Architettonico ed Archeologico della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina, il Museo Regionale “L.Bernabò Brea”, il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dell’Assessorato per i Beni Culturali Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana.
La mostra - curata da Giovanna Maria Bacci e Maria Amalia Mastelloni e che ha usufruito della collaborazione di circa venti Funzionari e Docenti universitari - presenta materiali archeologici, architettonici e storico artistici scoperti nell’area dello Stretto e databili tra VIII e XII secolo, in gran parte inediti o poco noti, provenienti da Lipari, Merì (fig. 1), Itala, Mili, Taormina, Giardini, Messina, Bagnara, Calanna, Reggio, Terreti (Rc) e Gerace. Per la prima volta sono esposti i pavimenti in porfidi di XII sec. scoperti nel Complesso ecclesiale di S. Gregorio (fig. 2), alcuni blocchi dell'iscrizione monumentale in arabo inneggiante a Ruggero II trovata da Amari a S. Maria di Castellammare o "dei Catalani" (fig. 3) di Messina.
L’avvicinamento ed il confronto di materiali relativi al momento della lotta fra potere bizantino ed Arabi e la successiva affermazione normanna, consente l’approfondimento di un tema centrale della cultura europea e mediterranea e dimostra che lo studio del mondo medievale non può prescindere da analisi interdisciplinari che tentino di ricontestualizzare quanto leggibile nel territorio e ricostruire l'unitarietà dell'esperienza umana, avvicinando ai manufatti realizzati dal potere sovrano o religioso i più modesti prodotti dell'artigianato, espressione della cultura materiale .
Sotto la dominazione normanna l’Italia del Sud e la Sicilia, al centro del Mediterraneo, si riconfermano fulcro di una fitta rete di scambi e rapporti con i grandi regni d’Europa, il mondo islamico fatimita e dell'Yffiqa, l’Oriente bizantino.
Al periodo normanno si possono attribuire modelli insediativi, architetture, elementi decorativi, manufatti che, pur recependo influssi disparati, si configurano come fortemente innovativi e ricchi di caratteri propri.
Una sezione collegata e complementare alla mostra, incentrata sui castelli e le fortificazioni nel territorio pugliese, sarà esposta dal 13 giugno al 5 ottobre p.v. presso il castello normanno-svevo di Gioia del Colle (BA), sede del Museo Archeologico della città.

L’organizzazione delle mostre ospitate presso i musei di Reggio Calabria e di Gioia del Colle (BA) è curata dalla società Novamusa, concessionario per il Ministero per i Beni e le Attività Culturali dei servizi ai visitatori nei musei e nei parchi archeologici della Calabria e della Puglia.
Della mostra è disponibile una guida,con versione in inglese, che propone alcuni saggi ed i 20 tabelloni didattici che corredano l'allestimento.

Per informazioni e prenotazioni:
Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria
Aperto tutti i giorni dalle 9: 00 alle 19:30, primo e terzo lunedì del mese chiuso.
Tel: 0965 810381 Fax: 0965 311771

Museo Nazionale Archeologico di Gioia del Colle
Aperto tutti i giorni dalle 8:30 alle 19:30
Tel/fax: 080 3485364
Numero verde : 800.188.488
www.thesauron.com

 

la sfera d'oro
11 aprile - 20 luglio 2003
Galleria regionale della Sicilia Palazzo Abatellis
La sfera d'oro

Il recupero di un capolavoro dell'oreficeria siciliana

Dopo un laborioso intervento di restauro eseguito a Firenze presso l’Opificio delle pietre dure, ritorna in vita uno dei capolavori in assoluto dell’oreficeria palermitana del Seicento: il grande ostensorio in oro, argento dorato, smalti e diamanti già appartenuto ai padri Filippini all’Olivella, la cosiddetta “sfera d’oro” dei documenti.
Particolarmente noto ai suoi tempi, l’ostensorio fu realizzato tra il 1640 ed il 1641 dall’orefo palermitano Leonardo Montalbano – come ora attestano le fonti d’archivio a conferma di una attribuzione data già nel 1930 dall’Accademia – vale a dire il bravissimo esecutore dell’altrettanto preziosa (ma più tarda) corona della Madonna della Visitazione di Enna.
Una esercitazione di grande gusto con riferimento – se si vuole – a schemi figurativi manieristici, per come è dato rilevare dalle “invenzioni” elaborate dei festoni, delle pose degli angeli reggifusto (quasi da raffinato centro tavola profano), ma al tempo stesso ‘barocca’ nell’impatto visivo d’insieme, tanto per quell’effetto di horror vacui che caratterizza la raggiera tempestata da preziosissimi diamanti, quanto per l’altrettanto ricercata soluzione della policromia: a smalti blu notte sul recto nella maglia dei raggi, o rossi nelle ali dei cherubini, come a creare un contrasto netto e forte al tempo stesso, laddove più forte sprizza la luminosità delle pietre preziose e dell’oro; blu, verdi e gialli sul verso e sul piede in pieno accordo complementare con la doratura dell’argento e della struttura.
A volerlo fortemente realizzato con i suoi gioielli smontati e le ricche argenterie messe a fondere – segno tangibile della vanitas terrena & #150; donna Anna Graffeo, duchessa del Majno, ritiratasi a dura clausura nel monastero di Santa Maria di tutte le Grazie, col nome di suor Anna Elisabetta dello Spirito Santo, dopo la morte prematura del marito e poco dopo dell’unico figlio rimastole. Una storia tutta settecentesca – uno dei numerosi esempi che in piena epoca di Controriforma coinvolge a Palermo tanti ‘duchi santi’ della migliore aristocrazia – e che tanto sarebbe piaciuta a Sciascia.
Trafugato assieme a un gruppo di monete e ad altra preziosissima suppellettile sacra nella notte tra il 25 e il 26 dicembre 1870 dal Real Museo di Palermo, cui era passato solo pochi mesi prima a seguito della soppressione delle corporazioni religiose, esso venne recuperato fortunosamente nel marzo successivo, ma – al pari degli altri oggetti – in uno stato di sminuzzamento e schiacciamento generale, letteralmente ‘disintegrato’ a tal punto da far dubitare di riammetterlo nelle collezioni museali.
L’allora saggia decisione della Commissione di Antichità e Belle Arti di conservare ugualmente i minutissimi frammenti (oltre 300 pezzi transitati in una scatola a Palazzo Abatellis dopo il 1954, assieme a tutte le collezioni d’arte medievale e modern a), l’interesse su questo pezzo eccezionale tenuto sempre vivo dagli studi di Maria Accascina prima e Maria Concetta Di Natale dopo, ma ancor più l’ostinata fiducia nel rivedere di nuovo in piedi il prezioso manufatto per riconsegnarlo alla pubblica fruizione conducono oggi ad una operazione di recupero di portata straordinaria, resa possibile, al di là di ogni aspettativa, grazie al coinvolgimento dell’Opificio delle pietre dure di Firenze e all’alta professionalità dei suoi tecnici.
Problemi di metodo sono stati a lungo dibattuti con Clarice Innocenti, direttore del laboratorio di restauro di oreficeria dell’Opificio, sin dal 1999 allorché ad opera di Mari Yanagishita coadiuvata dal restauratore capotecnico Giorgio Pieri ci si accinse allo studio dei vari pezzi e ad una ipotesi di restituzione virtuale dell’oggetto.
Ci si rendeva conto che le consuete procedure d’intervento non potevano essere applicate ad un’opera smembrata in centinaia di pezzi. In primo luogo nessun tipo di collante avrebbe potuto garantire la fattibilità e l’efficacia dell’intervento a causa dell’elevato numero degli incollaggi da effettuare, e della ridottissima dimensione delle s ezioni da unire; ugualmente da escludere era il ricorso alle saldature tradizionali per i risultati inaccettabili dal punto di vista estetico e le conseguenze irreversibili sulla patina e sugli smalti. Di fronte a tali difficoltà, che sembravano pregiudicare la realizzazione dello stesso intervento, il ricorso alla saldatura laser – sperimentata in assoluto per la prima volta nell’ambito del restauro delle oreficerie – ha permesso, previa verifica attraverso simulazioni su materiali nuovi, di risolvere brillantemente il problema in riferimento alla tenuta meccanica come alle esigenze estetiche.
Un intervento pilota – dunque – un caso davvero inedito quello dell’ostensorio palermitano, in cui la gravità dello stato conservativo ha richiesto il ricorso a tecniche mai tentate prima per un recupero straordinario.
La scelta del metodo di restauro ha trovato origine e conforto nella sicurezza di potere ricostruire la forma originaria senza ricorrere a supposizioni arbitrarie relativamente alla collocazione dei pezzi grazie al paziente e appassionata individuazione della posizione dei vari frammenti nell’architettura generale del prezioso materiale, permettendo peraltro di risolvere anche il problema delle lacune delle parti strutturali.
Per meglio configurare il contesto di provenienza dell’eccezionale pezzo, la mostra è occasione per presentare due altri splendidi inediti capolavori, sicuramente adatti a dare piena contezza del ruolo e della raffinatezza di gusto della Congregazione palermitana dell’Oratorio.
Per quanto riguarda invece la sua finalità d’uso, è parso più che opportuno far seguire in mostra un breve excursus sull’evoluzione nei secoli di questo vaso sacro creato per l’esposizione dell’Ostia consacrata, una tipologia quanto mai varia che dalle grandi ‘custodie’ di stile gotico e rinascimentale, realizzate in funzione della solenne processione del Corpus Domini, arriva sino alla più comune forma ‘a raggiera’, punto nodale e fulcro degli apparati effimeri per le Quarant’ore.


Rotte marittime... da Sidone a Huelva
Interrelazioni tra i popoli del Mediterraneo; XVI-VI secc. a.C.

Atene 3 giugno 2003
Museo di Arte Cicladica (Ala Nuova - Stathatou),
Neophytou Douka, 4 Atene 106 74
tel.: 0030 210 7228321-3 Fax. 0030 210 7239328
e-mail: info@cycladic-m.gr

"La mostra si propone di presentare al pubblico ed alla comunità scientifica una scelta di reperti provenienti da Musei Archeologici di 10 Paesi del Mediterraneo - Grecia, Cipro, Italia, Città del Vaticano, Spagna, Tunisia, Egitto, Malta, Libano e Turchia - che testimoniano i rapporti che si sono sviluppati nell'epoca antica tra questi luoghi.
Oltre al ricco materiale che verrà esposto nelle vetrine ci saranno un Catalogo scientifico (in greco e in inglese) relativo a tutti gli oggetti della mostra, pannelli didattici con testi e carte geografiche e topografiche, didascalie nelle due lingue, fotografie di siti archeologici, tracciati di Rotte e percorsi attraverso i mari ecc."

Nel quadro delle manifestazioni collegate alle Olimpiadi della cultura 2001-2004 e nell'ambito di questa mostra, che la Fondazione Nicholas P. Goulandris ha organizzata nel Museo di Arte Cicladic a di Atene il Settore Archeologico del Museo Interdisciplinare regionale di Messina ha potuto presentare un importante complesso di materiali risalenti ai secoli VII e VI a. C..
Tali materiali provengono in parte da scavi e recuperi avutisi nel 1926 nella zona terminale della grande penisola che delimita e costituisce una difesa naturale del porto di Messina. Sono un gruppo di frammenti di vasi di importazione, esemplari interi e frammentari di aryballoi ( vasi per profumi ) protocorinzi e numerose piccole brocchette monocrome o acrome, corinzie, "argive" e di produzione locale, databili già alle prime fasi di vita del sito. Tra i reperti più antichi si notano due aryballoi in faïence e produzioni subgeometriche e orientalizzanti (aryballoi e alabastra), un Aryballos a bocca configurata a testa di animale, sinora inedito, Fig. a, un Aryballos protocorinzio con animali contrapposti e fasce decorate - che secondo l'ordinamento di Neft riassume i caratteri individualizzanti dell'opera e quindi dà il nome al "pittore di Messina" Fig. b - e un vasetto acromo di produzione "argiva" Fig.c. La presenza tra i materiali musealizzati di una “ piccola grondaia con breve attacco del suo tubo”, ha fatto presumere a Orsi che il recupero abbia individuato l'area di un piccolo santuario, forse il più antico tra i luoghi di culto - e di difesa - avvicendatisi nei secoli in una terra sospesa in mezzo al mare, sacra a Peloria ed a Poseidon-Nettuno, e - in epoca cristiana - al S. Salvatore ed a Maria.
I materiali per il loro eccezionale interesse oltre ad essere inseriti nella mostra hanno avuto ampio spazio nel ricco catalogo, insieme ad un saggio introduttivo e ad altre schede realizzate da Maria Amalia Mastelloni, Responsabile del settore Archeologico dell'Istituto messinese. Al ritorno dalla Grecia si spera che questi e tutti gli altri materiali della Sezione archeologica e numismatica trovino finalmente un'adeguata esposizione nel Settore Archeologico del Museo di Messina, in fase di completamento grazie al noto finanziamento POR.


La fabbrica del teatro

Disegni di Pietro Valente per il Teatro Sant’Elisabetta

Museo Regionale di Messina, 10 maggio-13 luglio 2003

In occasione del recente intervento di restauro su due grandi disegni progettuali di Pietro Valente, di proprietà del Museo, per il Teatro S. Elisabetta di Messina, oggi Vittorio Emanuele - restauro finanziato dal Lions Club Messina Peloro per interessamento del suo presidente arch. Giovanni Rizzo, ed eseguito da Gloria Bonanno - vengono presentati nella sala della carrozza del Senato, insieme a quelli restaurati, una scelta di altri disegni, di proprietà del Comune di Messina, che documentano le varie fasi progettuali e costruttive dell’edificio, considerato a ragione uno degli esiti più felici dell’architetto napoletano.

Viene esposto anche il dipinto di Michele Panebianco, raffigurante Gelone che accorda pace ai vinti cartaginesi a patto che non più sacrificassero vite umane, bozzetto per il sipario del Teatro messinese, oggi perduto, che fa parte delle collezioni del Museo.

Mostra a cura di Gioacchino Barbera; allestimento di Antonio Virgilio.

Catalogo a cura di Giovanni Molonia.


Storie d’acqua e di marmo

Fontane di Messina del ‘500 e del ‘600

Museo Regionale di Messina, 10 maggio-13 luglio 2003

Se con la musealizzazione l’opera d’arte perde inevitabilmente qualcosa della fitta trama di rapporti che la lega al contesto di appartenenza, si può tentare talora di ripercorrere a ritroso questo percorso e provare a ricucire, seppure in maniera solo evocativa e parziale, alcuni fili di questa trama.

E’ l’obiettivo che Storie d’acqua e di marmo. Fontane di Messina del ‘500 e del ‘600 si propone. La soluzione adottata è stata quella di allestire una sala in cui fotografie delle fontane ancora in situ in città si integrano e fanno da sfondo a tre frammenti di fontane, di cui è suggerit a una ricontestualizzazione allusiva all’interno di vasche piene d’acqua. Ne scaturisce una visione unitaria che rende evidente l’evolversi di questa tipologia artistica a Messina tra manierismo e barocco, stimolando a proporre confronti, ad individuare modelli e derivazioni, a cogliere il senso di fondamentali differenze, e allo stesso tempo a tornare all’osservazione diretta delle opere con uno sguardo più consapevole.

Protagonista assoluto di questo percorso è senza dubbio lo scultore fiorentino Giovan Angelo Montorsoli (1507-1563), che con la realizzazione della fontana di Orione (1553) e di quella di Nettuno (1557) cambiò profondamente il corso della scultura messinese per tutto il secolo.

Commissionata al Senato per celebrare la costruzione del primo acquedotto cittadino, la fontana di Orione fu realizzata secondo un complesso programma iconografico, ideato probabilmente da Francesco Maurolico. Eretta su un basamento poligonale di dodici lati, su cui sono adagiate le personificazioni dei fiumi Ebro, Tevere, Nilo e Camaro, essa presenta alcuni distici latini dello stesso Maurolico che sovrastano bassorilievi in cui sono raffigurate scene mitologiche, alternate a scene allegoriche riguardanti i fiumi. Al centro della vasca quattro tritoni sostengono una prima coppa, da cui emergono tre Naiadi, che ne sorreggono una seconda più piccola. All’interno di quest’ultima quattro puttini reggono un globo sul quale è posto Orione, mitico fondatore della città.

Improntata ad un equilibrio classico e ad uno stile di perfetta e misurata eleganza che la rendono una delle fontane più celebrate di tutto il Cinquecento italiano, l’opera si differenzia per tali caratteristiche dalla più tarda fontana del Nettuno, contraddistinta invece da uno stile carico di tensione espressiva e di esuberante dinamismo plastico.

Il programma allegorico e mitologico, concepito anche in questo caso con l’ausilio del Maurolico, celebrava allo stesso tempo le vocazioni marinare dei messinesi ed il potere imperiale spagnolo. Nettuno era originariamente rappresentato con il mare alle spalle, in atteggiamento di dominio sui due mostri incatenati Scilla e Cariddi, personificazioni dei pericolosi gorghi dell o Stretto. I bombardamenti borbonici del 1848 causarono gravi danni alle due sculture di Scilla e del Nettuno, che furono sostituite da copie realizzate rispettivamente da Letterio Subba e da Gregorio Zappalà. La statua raffigurante Scilla, oggi conservata al Museo, costituisce quindi il fulcro dell’esposizione, mentre il Nettuno si trova ora in una sala della nuova sede museale.

In rapporto diretto con il repertorio iconografico e stilistico montorsoliano si pongono i due frammenti raffiguranti rispettivamente il Giovane con anfora e la Dama col liocorno, attribuiti a Rinaldo Bonanno, esposti in mostra. E ancora a Montorsoli, interpretato attraverso la mediazione del Bonanno rimanda la cosiddetta fontana di Gennaro, eseguita nel 1602 ed oggi nella piazzetta omonima fra via XXIV mag gio e corso Cavour.

Una frattura rispetto alla tradizione manierista è rappresentata invece dalle Quattro fontane, che presentano un repertorio di cultura tipicamente barocca: ideate dall’architetto romano Giacomo Calcagni, furono eseguite in tempi diversi rispettivamente dal fior entino Innocenzo Mangani (1666), da Ignazio Buceti (1714) e da anonimi marmorari (1742). Originariamente addossate ai quattro canti posti al quadrivio tra via Austria (oggi via I Settembre) e via Cardines, furono gravemente danneggiate dal terremoto del 1908 e nella ricostruzione della città solo due di esse furono ricollocate nel sito originario, mentre le altre due sono state ricomposte di recente sulla rampa d’ingresso del Museo.

Mostra a cura di Gioacchino Barbera; allestimento di Antonio Virgilio.

Catalogo a cura di Gioacchino Barbera, testi di Giusy Larinà, Alessandra Migliorato, Giovanni Molonia.

Museo Regionale viale della Libertà 465 98121 Messina tel. 090/361292-93 fax 090/361294


18 giugno 2003 ore 17
Università di Palermo
Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia
viale delle Scienze

presentazione del film:
Dedicato ad Antonino Uccello
di Vittorio De Seta

relatore Antonino Buttitta, Direttore del Dipartimento Beni culturali, Storico-archeologici, Socio-antropologici e Geografici dell’Università di Palermo

interventi:
Fabio Granata, Assessore regionale ai Beni culturali e ambientali e alla Pubblica istruzione
Giuseppe Grado, Dirigente Generale del Dipartimento dei Beni culturali e ambientali e dell’Educazione permanente della Regione Siciliana
Gaetano Pennino, Dirigente responsabile della Casa museo Antonino Uccello di Palazzolo Acreide
Alessandro Rais, Dirigente responsabile della Filmoteca Regionale
Giovanni Ruffino, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo
Gioacchino Vaccaro, Dire ttore del Centro regionale per l’inventario e la catalogazione
Giuseppe Voza, Soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Siracusa
sarà presente l’Autore

settimana cultura 2003

3-11 maggio 2003
V settimana della cultura
In Sicilia facciamo acqua da tutte le parti.

Ma solo per una settimana lunga nove giorni, dal 3 all’11 maggio 2003.
Infatti, in occasione della V Settimana Nazionale della Cultura, indetta dal del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, propone e organizza, manifestazioni ed eventi che ruotano attorno a un tema affascinante: l’acqua, a cui l’Unesco ha dedicato l’anno in corso.... segue


Regione Siciliana
Assessorato dei Beni culturali e ambientali e della Pubblica istruzione
Dipartimento dei Beni culturali e ambientali e dell’Educazione permanente
Unità Operativa XV
Area Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Siracusa
Servizio per i Beni storico-artistici ed etnoantropologici
Casa museo Antonino Uccello, Palazzolo Acreide
Associazione per la Conservazione della Cultura popolare degli Iblei,
Museo I Luoghi del Lavoro contadino, Buscemi
Comune di Palazzolo Acreide Città patrimonio dell’Umanità
in collabo razione con:
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, Direzione regionale

Conosci il tuo museo
mostra degli elaborati del Secondo Concorso Regionale
15 aprile-31 maggio 2003
Palazzolo Acreide. Casa museo Antonino Uccello
Buscemi. Museo I luoghi del lavoro contadino


Materiali preziosi dalla terra e dal mare
nell'arte trapanese e della Sicilia Occidentale tra il XVIII e il XIX secolo

Trapani, 15 febbraio - 25 maggio 2003
Promossa dall'Assessorato regionale dei Beni Culturali e Ambientali e della Pubblica Istruzione, organizzata dall'Università degli Studi di Palermo, la mostra analizza la produzione delle ultime maestranze della Sicilia Occidentale, trapanese in particolare, per la lavorazione del corallo, dell'avorio, della madreperla, della tartaruga, dell'ambra, dell'alabastro, in un arco temporale che testimonia il lento passaggio dal gusto tardobarocco a qu ello neoclassico, fino al momento in cui alla vivace policromia dell'arte siciliana barocca e rococò, si sostituisce il severo candore dell'avorio, della madreperla e dell'alabastro. Le trecento opere esposte provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private.
foto 1 (145 k); foto 2 (76 k); foto 3 (142 k); foto 4 (100 k); foto 5 (122 k)


Era Sicilia Canti popolari di carcere e mafia
canti raccolti e presentati da Antonino Uccello
a cura di Gaetano Pennino

produzione
: Casa museo Antonino Uccello
in collaborazione con: Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Il libro, con i due Cd allegati, è disponibile, su richiesta motivata, presso:
Casa museo Antonino Uccello
via Machiavelli 19
96010 Palazzolo Acreide (Siracusa)
tel. e fax 0931 881499
casamuseouccello@regione.sicilia.it

Le mappe del Catasto Borbonico di Sicilia Territori comunali e centri urbani nell'archivio cartografico Mortillaro di Villarena (1837-1853) a cura di Enrico Caruso e Alessandra Nobili saggi introduttivi di Teresa Cannarozzo, Francesco Vergara ...>

è in vendita nelle librerie il volume Castelli medievali di Sicilia, edito dalla Regione Siciliana, Assessorato Beni Culturali e Ambientali e P. I.. Scarica in formato PDF l'indice e la presentazione del volume

Medioevo trapanese Gli insediamenti nel territorio della provincia di Trapani dal tardo antico alle soglie dell'età moderna Ferdinando Maurici Copertina e indice in formato Pdf

 

 
regione siciliana http://www.regione.sicilia.it/beniculturali