Comunicati
stampa 2005 |
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Ragusa:
I Carabinieri recuperano in Germania un importante mosaico
trafugato in Sicilia
1 dicembre 2005 |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo,
a coronamento di una delicata attività investigativa
durata circa un anno, condotta in collaborazione con la polizia
di Monaco di Baviera a seguito di apposita rogatoria internazionale
emessa dalla Procura della Repubblica di Ragusa, riuscivano,
nel corso della prima decade del mese di novembre, a riportare
in Italia un pregevolissimo pavimento musivo caratterizzato
da una trama di grandi formelle ottagonali raffiguranti soggetti
animali o antropomorfi risalente con buona probabilità
al periodo romano, trafugato nel comprensorio ragusano presumibilmente
nel corso dei primi mesi dello scorso anno.
Il recupero è stato possibile inizialmente grazie alla
proficua collaborazione tra le forze di polizia italiana e
tedesca, finalizzata soprattutto alla localizzazione del sito
archeologico dal quale il manufatto artistico risulta essere
stato illecitamente asportato.
Nel corso delle operazioni venivano fermati ed arrestati in
Germania 3 pregiudicati italiani, tutti provenienti da Vittoria
(RG) e da Gela (CL), che a bordo di un’auto trasportavano
oltre al prezioso manufatto, ormai ridotto in migliaia di
piccoli tasselli, anche le foto scattate al momento del ritrovamento
e dello scavo clandestino.
Essendo stato illegalmente trasportato in territorio straniero
il compito più arduo affrontato dai carabinieri è
stato quello di riuscire a dimostrarne la reale provenienza
dal territorio italiano.
Infatti in relazione alla legislazione internazionale vigente,
ai vari trattati ed alle convenzioni stipulate con gli altri
stati in materia di beni culturali, l’Italia, prima
di avanzare ogni pretesa di restituzione, ha l’onere
di dimostrare la provenienza dal proprio territorio di ogni
bene trafugato.
Approfonditi esami chimico-fisici del terriccio presente tra
i tasselli del mosaico, condotti da prestigiosi laboratori
specializzati nel settore, hanno consentito ai carabinieri
della tutela del patrimonio culturale di dimostrare, al di
là di ogni legittimo dubbio, che il manufatto in argomento
non poteva che provenire dalla Sicilia ed in particolare dall’
area del ragusano.
Si tratta con ogni probabilità di uno dei più
pregiati manufatti di tale fattura, secondo forse ai soli
mosaici presenti nella più conosciuta Villa del Casale
di Piazza Armerina.
foto: <1>;
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Messina:
i Carabinieri recuperano dai fondali del litorale tirrenico
preziosi beni archeologici
19
novembre 2005 |
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I
carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di palermo,
in collaborazione con il comando provinciale di messina
ed il nucleo subacquei di messina, nel tratto di mare antistante
villafranca tirrenica (capo rasocolmo), hanno recuperato
antichi reperti archeologici di notevole importanza.
L’intervento dei militari del nucleo tutela patrimonio
culturale, coadiuvati dagli esperti sommozzatori dell’arma
e dalle motovedette del comando provinciale, hanno portato
alla superficie numerosi reperti (anfore, fondi di piatti
ecc.) appartenenti ad una nave da carico, già localizzata,
risalente al periodo medievale.
L’importante recupero, che a avuto il plauso della
soprintendenza del mare di palermo, si inserisce nella particolare
attenzione che l’arma dedica alla tutela del patrimonio
archeologico sommerso, in stretta collaborazione con la
stessa soprintendenza.
Tra gli oggetti recuperati, e messi in salvo a seguito di
segnalazioni di attività clandestine già iniziate,
vi sono numerose anfore e fondi di piatti di una tipologia
non comune e pertinenti ad un relitto verosimilmente risalente
ad un periodo compreso tra il XIII ed il XV sec.
foto
del recupero (110 Kb)
foto
dei reperti (64 Kb) |
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Ragusa:
i Carabinieri del TPC sequestrano reperti archeologici di
provenienza marina, due denunce
24
agosto 2005 |
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Nell’ambito
delle attività di controllo a tutto campo nel territorio
di Ragusa da parte dell’arma, personale del nucleo carabinieri
"tutela patrimonio culturale" di Palermo, unitamente
ai militari della compagnia CC di Vittoria, a seguito di perquisizioni
domiciliari effettuate nella frazione Scoglitti di Vittoria,
rinvenivano presso le abitazioni di P.L., 56enne del luogo
e F.Q. 54enne del luogo, complessivi 15 (quindici) reperti
archeologici, tra cui anfore, piatti e bottiglie, risalenti
a periodi compresi tra il I ed il XII secolo D.C..
Del materiale archeologico rinvenuto i detentori non hanno
saputo fornire notizie sulla provenienza.
Il materiale rintracciato, giudicato di significativo valore
da personale della Soprintendenza per i Beni Culturali archeologici
di Ragusa, e di provenienza subacquea, veniva posto sotto
sequestro, mentre i due soggetti, trovati in possesso dei
reperti, venivano deferiti in stato di liberta’ per
i reati di "ricettazione" e "illecita detenzione
di materiale archeologico".
Nel corso del medesimo servizio venivano inoltre rinvenuti,
abbandonati in zona periferica dell’abitato di Scoglitti,
ulteriori 5 reperti, dello stesso tipo di quelli precedentemente
posti sotto sequestro, anch’essi di consistente valore
artistico.
Fotografia
(420 Kb) |
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Palermo:
i Carabinieri del T.P.C. recuperano la tela della “Madonna
del Lume” , trafugata da una Chiesa di Palermo nel 2004
14
luglio 2005 |
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Per quasi due anni l'opera č rimasta nelle mani degli ignoti
malviventi che, nel febbraio del 2004 l'avevano trafugata
dalla centralissima Chiesa di S. Stanislao Kostka, sita
nel cuore del Capo, in piazzetta del Noviziato. La scomparsa
del quadro, un dipinto ad olio su tela delle dimensioni
di 75 cm x 50cm, attribuita con buone probabilitą al pittore
Rodrigo Censuales, anno 1733, aveva suscitato da subito
molto scalpore, sia per il valore artistico dell'opera sia
per la devozione dei fedeli del Capo nei confronti dell'immagine
sacra; si č trattato, infatti, del pił grave furto di opere
d'arte avvenuto negli ultimi due anni a Palermo. I Militari
del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, con
il supporto dell'Arma Territoriale, avevano fin da subito
sviluppato una incisiva e penetrante attivitą di indagine,
percorrendo ogni possibile “pista” del mercato clandestino
di opere d'arte. Le pressioni esercitate dai Carabinieri,
sia con una incalzante attivitą investigativa, sia con una
consistente attivitą di divulgazione delle fotografie dell'opera,
anche con l'utilizzo di internet, hanno fatto “terra bruciata”
intorno ai ladri che si sono trovati tra le mani un'opera
di enorme valore ma di difficile collocazione sul mercato,
in quanto riconosciuta universalmente come rubata. La poderosa
opera di divulgazione dell'immagine in ogni luogo pubblico
della cittą č stata possibile anche grazie all'impegno dei
volontari dello sportello “WANTED” di Extroart e di altre
associazioni culturali del capoluogo che hanno stampato
e distribuito migliaia di volantini e cartoline raffiguranti
l'opera trafugata. Nel tardo pomeriggio di ieri i ladri
hanno abbandonato la tela di fronte al convento delle "Vincenziane"
in via Noce a Palermo; intervenuti sul posto i Militari
dell'Arma hanno riconosciuto immediatamente l'opera, priva
della cornice ma completamente integra, e hanno provveduto
a restituirla nelle mani di Don Giosuč Lo Bue, parroco della
Chiesa di S. Stanislao, che ha ricollocato il quadro nella
sua posizione originale.
Fotografia |
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ENNA
: I Carabinieri del T.P.C. scoprono una zecca clandestina
per la falsificazione di monete antiche.
11
giugno
2005 |
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In seguito ad una articolata
attività investigativa, condotta dai Carabinieri
del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia congiuntamente
a quelli della Compagnia di Nicosia, finalizzata a contrastare
il saccheggio dei siti archeologici, è stato possibile
individuare una persona di Centuripe che aveva dato vita,
nel piccolo centro ennese, ad un laboratorio clandestino
per la falsificazione di monete antiche. Le indagini, coordinate
dalla Procura della Repubblica di Enna, hanno portato tra
l'altro al sequestro di oltre 1500 monete antiche, 170 conii
e 250 calchi e al deferimento all'autorità giudiziaria
di T.G., 54enne da Centuripe, per detenzione abusiva
di reperti archeologici, riproduzione e falsificazione di
monete antiche (artt. 176 e 178 del Codice dei Beni
Culturali). La maggior parte del materiale sequestrato è
di interesse archeologico: oltre 1570 monete antiche, punte
di frecce, anelli, campanelli, fibule. Il resto consiste,
invece in oggetti falsi, per lo più monete, conii
ed altro materiale utilizzato per la falsificazione di monete
antiche.
Altro aspetto che è emerso è la presenza di
alcune monete antiche, autentiche, le quali sarebbero state
ribattute in epoca moderna. Le incrostazioni terrose rilevate
sulle monete di interesse archeologico lasciano presupporre
che provengono dal sottosuolo, e pertanto da siti ed aree
di interesse culturale. Per la ricerca dei reperti sono
state utilizzate, verosimilmente, apparecchiature tecniche
quali sofisticati metal detector. Altro elemento non comune
e sottoposto anch'esso a sequestro è un blocco di
ossidazione, ovvero migliaia di monete antiche e false in
epoca moderna unite in un unico conglomerato con il fine
di agevolarne una perfetta patinatura.
Per quanto riguarda i conii sono anch'essi stati realizzati
con precisione e in nessuno di essi è stata rilevata
un'imperfezione del disegno, essi riproducono emissioni
greche, magnogreche e siceliote dei secoli V-III a.C. di
bronzo, argento, oro, nonché romano-imperiali e repubblicani.
Per i Carabinieri si tratta del più importante sequestro
di un laboratorio di falsificazione numismatica fatto negli
ultimi anni.
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I
Carabinieri del TPC recuperano importanti beni d'arte trafugati
alla diocesi di Piazza Armerina
Piazza Armerina, 1 maggio 2005 |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, unitamente
a quelli della compagnia di Piazza Armerina, nell'ambito di
indagini volte a reprimere i furti all'interno di chiese e
luoghi di culto, hanno recuperato la statua di S. Vincenzo
Ferreri (foto),
opera lignea siciliana risalente al XVII sec., trafugata da
ignoti qualche mese addietro dai locali del seminario della
curia vescovile di Piazza Armerina, ove erano stati trovati
segni di scasso alle finestre.
La statua, alta circa 1,80 m. e del peso di circa 80 kg.,
è stata rinvenuta all'interno di un rudere alla periferia
dell'abitato, avvolta in un sacco insieme a due tele dipinte
ad olio del XIX secolo (foto),
raffiguranti i coniugi Pulici, opere sottratte da ignoti lo
scorso mese di febbraio dalla chiesa di S. Giuseppe di Piazza
Armerina.
La statua e le tele recuperate sono state restituite alla
curia vescovile.
L'operazione e' stata possibile grazie ad un articolato piano
di controllo del territorio definito in sintonia con le direttive
emanate dalla procura della repubblica di Enna, predisposto
per far fronte ai numerosi furti commessi nell'ultimo periodo
all'interno delle chiese del luogo.
Nei mesi scorsi, infatti, gli episodi di furto all'interno
dei luoghi di culto ha dato modo di elaborare un piano di
intervento nel quale si e' inciso significativamente nell'ambiente
malavitoso dedito alla commissione di furti di opere d'arte,
in particolare beni chiesastici, attenzionando particolari
ambienti e soggetti di interesse operativo noti per precedenti
penali specifici.
il costante controllo e gli accertamenti compiuti dalle pattuglie,
hanno permesso di immobilizzare il mercato illecito di queste
opere, impedendo che parte di questi beni provento di furto
uscissero da Piazza Armerina per essere acquistati da ricettatori
d'arte in altra parte del territorio . |
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Messina:
Operazione "Barocco", i Carabinieri sgominano un'associazione
a delinquere dedita a furti di opere d'arte in ville e chiese:
cinque arresti
28 aprile 2005 |
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I
Carabinieri del Comando Provinciale di Messina, unitamente
al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, hanno smantellato
un'associazione per delinquere dedita ai furti di opere d'arte
e di mobili antichi di inestimabile valore artistico in ville
e chiese delle province di Messina, Catania e Siracusa.
Le indagini, condotte dalla compagnia di Messina e dal reparto
speciale, e coordinate dalla procura della repubblica di Messina,
hanno permesso di individuare laboratori di restauro di mobili,
rivendite di antiquariato e mercatini rionali attraverso i
quali i preziosi trafugati venivano smistati.
Nel corso dell'operazione sono state eseguite 5 ordinanze
di custodia cautelare in carcere (foto)
e sono state recuperate consolle di antica fattura e colonne
di altare in marmo del '600 (foto),
trafugate da chiese della Sicilia orientale, tra le quali
la chiesa
di San Teodoro martire a Casalvecchio Siculo (foto).
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Carabinieri
e Corpo Forestale, firmata oggi la convenzione per la tutela
L'assessore Pagano: 'Una collaborazione per vigilare sui Beni
Culturali'
Palermo, 11 aprile 2005
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PALERMO
' 'Da oggi in poi, il Corpo Forestale vigilerà sui
nostri beni culturali affiancando, nella loro opera di prevenzione
e di contrasto all'illegalità, i Carabinieri del nucleo
tutela del Patrimonio culturale della Sicilia che tanti successi
hanno ottenuto in questi anni. Il 90% del territorio dove
si trovano i nostri siti archeologici è sotto il controllo
del Corpo Forestale che ora combatterà fianco a fianco
con il Nucleo Tutela dei Carabinieri per contrastare
l'avidità dei 'tombaroli', che da decenni saccheggiano
i nostri preziosi giacimenti archeologici. Il danno è
tangibile, anche perché tali reperti rivestono una
grande importanza scientifica: siamo convinti che questo coordinamento
potrà alzare il livello di guardia sulla legalità
e sulla sicurezza e farà drasticamente ridurre il numero
delle violazioni commesse in Sicilia in questo settore'.
Lo ha dichiarato l'assessore regionale ai Beni Culturali,
Alessandro Pagano, nel corso della cerimonia per la firma,
a Palazzo d'Orleans, del protocollo
d'intesa tra Carabinieri e Corpo Forestale siglato dal
Presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, dall'assessore
Pagano, dall'assessore regionale all'Agricoltura, Innocenzo
Leontini e dal generale Ugo Zottin, comandante del Nucleo
per la tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri. Foto
1 (jpeg 215 kb)
'Con i Carabinieri, da almeno vent'anni, esiste la massima
collaborazione ' ha continuato l'assessore Pagano ' perché
abbiamo entrambi il duplice scopo di proteggere e salvaguardare
le perle naturali della Sicilia e di reperire opere d'arte
di notevole interesse storico che rappresentano la nostra
storia e sono il nostro fiore all'occhiello. L'azione dei
carabinieri è talmente importante che ad aprile apriremo
a Siracusa una sezione distaccata del Nucleo Tutela dei Carabinieri
che avrà competenza su tutta la Sicilia Orientale,
una struttura in cui crediamo molto e grazie alla quale potrà
essere monitorato il territorio in modo capillare'.
Foto 2 (jpeg 180 kb) |
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I
Carabinieri del Nucleo T.P.C. recuperano una tela del '700
trafugata dalla chiesa di S. Francesco di Palermo
Palermo, 5 aprile 2005
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo,
a seguito di complesse attività di indagine finalizzate
alla repressione dei reati contro il patrimonio ecclesiastico
siciliano, hanno recuperato un importante dipinto del '700,
precedentemente rubato nel mese di agosto del 2003 dal convento
di S. Francesco di Palermo, edificio di culto attiguo al famoso
oratorio di S. Lorenzo.
Il dipinto, olio su tela, di forma ottogonale, cm. 130 x 104,
raffigura Gesù Bambino stante su un globo terraqueo
attorno al quale è attorcigliato un serpente; il Bambino
è avvolto da un mantello azzurro e regge un'asta con
vessillo su cui vi è la scritta 'Ad Maiorem dei Gloriam'.
Il dipinto è stato recuperato assieme alla sua cornice,
anch'essa di pregio, che ha costituito un ulteriore elemento
probante durante la fase di accertamento presso la Banca Dati
del Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri: infatti l'opera
era stata già catalogata dalla Soprintendenza di Palermo
fin dal 1991, ed, all'epoca, fotografata completa della stessa
cornice.
Determinante, per il recupero di quest'opera d'arte, è
stato il monitoraggio continuo del mercato antiquario locale,
una delle attività peculiari dei militari del T.P.C.,
che ha consentito di individuare la tela presso un esercente
antiquario di Palermo.
Il dipinto sarà riconsegnato nei prossimi giorni ai
religiosi del convento di S. Francesco.
(Foto
.jpg 370 kb) |
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Caltagirone.
I Carabinieri del Nucleo TPC di Palermo recuperano tre importanti
vasi attici
Palermo, 11 marzo 2005 |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo
al termine di indagini volte a contrastare il fenomeno degli
scavi clandestini e della ricettazione di reperti archeologici
di ambito siciliano, hanno sequestrato, a seguito di perquisizione
domiciliare ad un pregiudicato di Caltagirone (CT), svoltasi
unitamente ai militari della locale compagnia, tre vasi attici
del V sec. a. C.
I tre reperti, subito esaminati dagli archeologi della Soprintendenza
di Palermo, si sono rivelati di eccezionale importanza.
Si tratta di un Hydria
a figure rosse raffigurante Eracle in lotta con il leone Nemeo
ed Ares su biga volta a destra; uno Stamnos
a figure rosse con scena di duello oplitico raffigurante due
duellanti con lancia e scudo in piedi e due con spada in ginocchio
e sul lato opposto un cavaliere preceduto da una figura maschile
con elmo e lancia a piedi volto a sinistra, con un cane accovacciato
sotto il cavallo; un'Anfora
con anse a cordone e coperchio a figure rosse raffigurante
Dioniso che suona la cetra ed un sileno in corsa con due anfore
sulle spalle.
Per alcune particolarità stilistiche, gli studiosi
che hanno esaminato l'ultimo reperto, l'Anfora con anse a
cordone, hanno dedotto che potrebbe ricollegarsi alla scuola
del Pittore di Berlino, uno dei più importanti ceramografi
ateniesi attivo nella prima metà del V sec.
I tre vasi sequestrati saranno consegnati alla Soprintendenza
di Catania competente per territorio. Sono tuttora in atto
indagini al fine di reperire ulteriori ed utili informazioni
circa la provenienza dei reperti.
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I
Carabinieri arrestano ad Acireale cinque ladri di oggetti
d'arte
Acireale, 26 febbraio 2005 |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicila,
unitamente a quelli della Compagnia di Acireale (CT) hanno
arrestato cinque persone responsabili di reiterati furti ai
danni dell'antica Villa del '700 denominata 'Villa Laudani'
di Pedara (CT), su cui esiste il vincolo monumentale dell'Assessorato
Regionale ai Beni Culturali. Le indagini dirette dal Sostituto
Procuratore Lucia GUARALDI della Procura di Catania, oltre
al recupero di: mascheroni,
portali e manufatti
in pietra lavica, posti ad ornamento della predetta villa
e risalenti al XVIII e XIX sec., hanno permesso, durante la
perquisizione, anche il recupero di nr.16 reperti
archeologici risalenti a un epoca compresa tra il I ed il
VI secolo a.C.
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PIAZZA
ARMERINA (EN) ARRESTATI 3 TOMBAROLI A MONTAGNA DI MARZO
Piazza Armerina, 24 gennaio 2005
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Tre persone sono state arrestate
in nottata dai Carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina
(EN), ritenuti responsabili di danneggiamento del patrimonio
dello Stato, per avere effettuato scavi clandestini nell'area
archeologica di Montagna di Marzo, danneggiando il sito archeologico
ove la Soprintendenza ai beni culturali della Provincia di
Enna sta effettuando scavi per riportare alla luce ciò
che rimane della antica città di Erbesso.
Si tratta dei piazzesi:
ROVETTO Gaetano, 42enne operaio, pregiudicato, già
noto alle forze dell'ordine per precedenti di scavo clandestino
proprio a Montagna di Marzo;
MINOLFI Massimo, 30enne, agricoltore, pregiudicato per reati
contro il patrimonio;
RIVOLI Ernesto, 55enne, agricoltore, pregiudicato.
(fotografia)
A seguito delle numerose le segnalazioni pervenute alla Caserma
di Via G. D'Annunzio di Piazza Armerina, i militari della
locale Compagnia, nel contesto di un più ampio servizio
predisposto dal Comando Provinciale di Enna Reparto
Operativo, rinforzavano il dispositivo dei servizi a tutela
dei siti archeologici presenti nel territorio, avviando un
piano di collaborazione con il Nucleo Carabinieri Tutela del
patrimonio Culturale di Palermo. Il piano di intervento è
orientato a mettere fine ad una serie di danneggiamenti causati
ignoti tombaroli che effettuano scavi clandestini volti al
trafugamento di reperti archeologici e loro successiva immissione
nel mercato illecito.
Nella nottata di ieri l'operazione portava i primi risultati
con l'arresto dei tre uomini, dopo che gli stessi avevano
perpetrato una fossa del diametro e profondità di circa
2 metri proprio in corrispondenza del cantiere aperto dalla
Soprintendenza di Enna.
Una lunga attività di osservazione iniziata nel primo
pomeriggio di sabato e conclusasi al chiarore della luna piena,
quando scattava l'intervento dei militari che riuscivano a
bloccare uno dei tre proprio mentre tentava di allontanarsi
dall'area archeologica insieme ai complici che, aiutati dall'oscurità
della notte, si dileguavano verso l'abitato di Piazza Armerina.
Scattato l'allarme per le ricerche, i due fuggitivi venivano
tuttavia immediatamente bloccati dalle pattuglie della Compagnia,
sorpresi a bordo delle rispettive automobili con attrezzi
da scavo e dispositivi per l'illuminazione notturna.
Le perquisizioni operate dai militari nei confronti degli
interessati, consentivano recuperare alcune monete antiche
risalenti al periodo greco appena trafugate dal sito archeologico,
nonché altri oggetti metallici fra i quali la punta
di una lancia. Singolare l'organizzazione del trio dei tombaroli,
ai quali erano sequestrati cannocchiali, due metal detector,
zappe e picconi, una torcia professionale da fissare al capo
con fascia elastica.
I tre uomini sono stati arrestati con l'accusa di danneggiamento,
violazione in materia di ricerche archeologiche, impossessamento
illecito di beni culturali appartenenti allo Stato; gli stessi
sono stati associati al Carcere di Enna a disposizione della
Autorità Giudiziaria di Enna, alla quale renderanno
conto per ciò che è stato accertato dai militari
dell'Arma.
Piazza Armerina (EN), 24.01.2005 |
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La
tutela del patrimonio archeologico
marino.
Conferenza a Favignana
8 gennaio 2005
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia
hanno stilato il primo consuntivo, relativo all'anno 2004,
attinente il piano di tutela e monitoraggio dei siti archeologici
marini siciliani.
Le attività condotte nel corso dell'anno appena terminato
hanno visto lo sviluppo ed il consolidamento di una assidua
sinergia tra il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale,
il Nucleo Carabinieri Subacquei di Messina e le componenti
navali dell'Arma territoriale, unitamente al coordinamento
tecnico della nuova soprintendenza del mare, diretta dal prof.
Sebastiano Tusa.
La duplice finalità operativa si è focalizzata
su di una fase repressiva, attinente il recupero materiale
dei reperti archeologici, nel numero di 110, precedentemente
sottratti da 'archeosub' clandestini dai siti marini, ed una
fase preventiva, concretizzatasi attraverso il monitoraggio
costante di ben 12 siti archeologici marini distribuiti lungo
tutto il periplo dell'Isola.
Tra i reperti archeologici più importanti recuperati
dai Carabinieri vi sono il rostro in bronzo attribuito ad
una nave romana del III sec. a.C., di cui si conosceva un
unico esemplare esistente in Israele, un elmo romano di tipo
'montefortino', collocabile nel periodo della prima guerra
punica ed un'ancora
greca, del IV-III sec. a.C., con un'interessante iscrizione
in greco: EUPLOIA ovvero 'buona navigazione', e che sia di
buon auspicio anche per le future attività di tutela
del nostro patrimonio culturale.
La conferenza stampa si è svolta presso il museo di
Favignana alla presenza dell'assessore ai BBCC Alessandro
Pagano e del soprintendente del mare Sebastiano Tusa. |
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