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Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
Nucleo di Palermo

Corso Calatafimi 213 - 90129 Palermo
Tel. 091422825 - 091422772 fax 091422452
tpcpanu@carabinieri.it

 

Nel sito internet dei Carabinieri pagina dedicata al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale

Banca dati: Beni Culturali Illecitamente Sottratti

Beni archeologici e opere d'arte da ricercare

L’arte trafugata:
1 il caveau dei tesori ritrovati;
2 a caccia di capolavori;
3 dai saccheggi al web;
4 Io, segugio di opere d'arte

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Comunicati stampa 2007

comunicati stampa 2008 / 2006 / 2005 / 2004

     
Palermo: i Carabinieri recuperano la tavola di S. Rosalia trafugata quattro anni fa dalla chiesa di Maria SS delle Grazie di Torretta (PA)

16 novembre 2007
  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo hanno recuperato una importante opera pittorica risalente al XVIII secolo.
Si tratta di un olio su tavola raffigurante l’effige di “Santa Rosalia” (foto), proveniente dalla Chiesa Maria SS delle Grazie di Torretta (PA).
Il dipinto era stato trafugato in occasione di un furto perpetrato da ignoti malfattori all’inizio dell’anno 2003.
L’importante dipinto, opera di scuola siciliana, catalogato presso la Soprintendenza per i BB.CC.AA. di Palermo, è stato recuperato a seguito dei controlli effettuati in occasione dello svolgimento di una fiera antiquaria a Catania. Allo stato una persona è stata denunciata per ricettazione.Il recupero dell’opera è stato agevolato dall’ausilio della banca dati delle opere illecitamente sottratte del Comando Carabinieri Tutela patrimonio Culturale, presso cui il dipinto rubato era stato regolarmente inserito con apposita scheda descrittiva e fotografica.Altrettanto determinante per il recupero di quest’opera d’arte è stato il monitoraggio continuo del mercato siciliano di categoria, una delle attività peculiari dei militari del Nucleo T.P.C., che ha consentito di individuare il dipinto presso lo stand espositivo di un esercente della provincia di Catania.

Piazza Armerina (En): i Carabinieri recuperano un importante scultura romana proveniente dalla Villa del Casale

2 ottobre 2007
  I Carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina unitamente ai colleghi del Nucleo CC Tutela Patrimonio Culturale di Palermo hanno recuperato la “testa ritratto di dama di età flavia”, trafugata dai depositi della Soprintendenza di Enna e proveniente dal sottosuolo della famosa Villa dei Mosaici. L’importante scultura fu rinvenuta nella stanza 50 a mezzo metro di profondità al di sotto del mosaico con la scena di vendemmia nel settore lacunoso, verosimilmente collocata in origine in un edificio più antico e preesistente alla Villa del Casale.
La notizia della scomparsa della scultura risale al 2006, quando una laureanda chiese di visionare l’opera custodita presso un deposito di Piazza Armerina, rendendo palese l’ammanco e dando inizio alle indagini che hanno visto impegnati i Carabinieri per un anno.
Assieme alla testa muliebre risultò mancante anche un secondo ritratto virile, per il quale i militari dell’Arma proseguono le indagini per il recupero.
Gli inquirenti credono che ad agevolare il recupero dell’importante reperto archeologico abbia influito anche la Banca Dati delle opere illecitamente sottratte gestita dal reparto speciale dei Carabinieri che, grazie all’inserimento del file attinente il furto con le fotografie delle statue ne ha, di fatto, distrutto il valore commerciale sul mercato clandestino, traformandola in merce “scottante”.
I Carabinieri hanno denunciato in stato di libertà una persona , G.S. di anni 50, trovato in possesso del reperto archeologico, e sono ottimisti per il recupero della seconda statua mancante. (foto)

Trapani: i Carabinieri sequestrano 1412 serigrafie false di Guttuso

21 settembre 2007
  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e del Comando Provinciale di Trapani, a conclusione di prolungate e complesse attività investigative finalizzate a contrastare il fenomeno del commercio clandestino di opere d’arte contraffatte, hanno sequestrato 1412 serigrafie attribuite al Maestro Renato Guttuso e denunciato tre persone.
Alcune copie delle opere in argomento erano state regolarmente poste in commercio presso gallerie d’arte, mentre altre si trovavano custodite nei depositi di pertinenza della società che ne aveva commissionato la stampa.
I militari dell’Arma hanno portato a termine i sequestri in Sicilia, nelle province di Trapani e Messina, Roma, Varese e Milano. L’intera operazione è scaturita da un controllo effettuato presso una galleria d’arte di Alcamo (TP).
Per stabilire inequivocabilmente la NON AUTENTICITA’ delle opere è stato necessario far esperire un accurato esame tecnico da parte di personale dell’”Archivio Renato Guttuso” di Roma, a seguito del quale è emerso che, nonostante le stesse venissero commercializzate come “serigrafie d’apres”, per cui la commercializzazione poteva sembrare in qualche modo legale, di fatto le opere erano state realizzate in assenza della prevista autorizzazione.
La legge che tutela il diritto d’autore stabilisce che solo chi ha realizzato l’opera ha il diritto di utilizzarla economicamente in ogni sua forma e modo, originale o derivato, mentre dopo il decesso dell’artista il diritto può essere esercitato solo dagli eredi.
Se poste in commercio le serigrafie in sequestro avrebbero permesso un ricavo di € 1.400.000,00 circa.

I Carabinieri restituiscono al Museo Mandralisca di Cealù gli antichi testi rubati lo scorso luglio

14 agosto 2007
  Le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e della Compagnia di Cefalù dopo il furto di alcuni testi antichi denunciato dal Presidente della Fondazione Mandralisca prima dell’inizio dell’estate, hanno consentito di individuare l’autore di numerosi furti di libri antichi e recuperare oltre 60 testi di epoche comprese tra il 1400 e il 1700 (foto). A segnalare il fatto era stato un turista in visita al museo della piccola cittadina normanna, che dopo aver chiesto di visionare alcuni testi antichi, si sarebbe accorto che qualcuno ne aveva sostituito la parte interna, lasciando le copertine originali.
Dalle prime indagini è emerso che proprio quei testi mancanti erano stati consultati ripetutamente da un insospettabile “lettore” di Acquedolci, in provincia di Messona, nella cui abitazione sono stati ritrovati i 9 testi asportati dal Museo Mandralisca (dal valore complessivo di oltre 80.000 euro sul mercato del collezionismo di arte antica) ed altri 50 libri risalenti alla seconda metà del 1.500 dei quali si sta ancora accertando la provenienza, per un valore complessivo, stimato dagli esperti del Nucleo Carabinieri TPC di Palermo, intorno ai 300.000 euro.
Nell’appartamento di Acquedolci, il truffatore aveva allestito una centrale di vendita on-line che utilizzava il noto sito di aste E-bay e proprio all’interno di due plichi già imballati e pronti per essere spediti in Canada e in Portogallo, i militari hanno trovato 3 dei 9 volumi rubati dal Museo Mandralisca.
Elenco dei libri trafugati e recuperati.pdf

Tutela dei Beni Paesaggistici: i Carabinieri e il Corpo Forestale Regionale sequestrano una cava sul monte Scalpello di Agira

8 agosto 2007

  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia unitamente alle Guardie del Nucleo Tutela Patrimonio Archeologico del Corpo Forestale della Regione Siciliana hanno sequestrato la cava di Monte Scalpello (foto). Il proprietario aveva assicurato di non operare più estrazioni dalla sua cava di sabbia, limitandosi solo alla frantumazione di quello che si sarebbe trasformato in pietriccio da vendere alle imprese.
«Invece - come ha spiegato il comandante dei Carabinieri di Enna Stefano Leuzzi - il diametro degli scavi continuava ad aumentare». La procura di Nicosia ha così emesso il sequestro preventivo della cava del valore di due milioni di euro e scritto il nome dell'imprenditore E. T, 76 anni, di Misterbianco (Catania), nel registro degli indagati.
Per monitorare la sua azienda attraverso un sistema di riprese dall'alto (foto) e scoprire le irregolarità è servito il lavoro di squadra dei nuclei dell'Arna per la tutela del patrimonio culturale di Enna, Agira, Palermo, oltre agli uomini del reparto per la tutela del patrimonio archeologico del corpo forestale di Enna, coordinati dal commissario Gaetano Bognanni.
Le indagini proseguono: «Stiamo verificando - spiega il comandante Leuzzi - che gli impianti della stessa cava risultino a norna». Il sequestro è scattato dopo circa quattro mesi di indagini che hanno accertato l'attività estrattiva. Secondo gli inquirenti era svolta in contrasto con il decreto legislativo sulla tutela dei beni paesaggistici.
Un plauso ai carabinieri arriva da Legambiente attraverso il presidente del circolo degli Erei, GiuseppeAmato: «Non possiamo - afferma Amato - che sottolineare la necessità di rivedere interamente le modalità di estrazione e coltivazione e, persino le singole concessioni pensando ad una nuova formula di tutela integrata che salvaguardi questo importante frammento del paesaggio». Monte Scalpello, in territorio di Agira, a poco meno di due chilometri in linea d'area da Catenanuova, è sito di «interesse paesaggistico» come è stato dichiarato dall'assessorato regionale nel '98.

Importanti recuperi di oggetti d’antiquariato dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia



7 luglio 2007

 

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo hanno presentato un sintetico consuntivo di recuperi di oggetti d’arte portati a termine nel primo semestre dell’anno. Le attività di ricerca si sono concentrate sul mercato antiquario di varie province siciliane, attraverso sistematici controlli che i Carabinieri hanno effettuato agli esercizi commerciali, alle fiere antiquarie, ai mercatini domenicali ed alle case d’asta, non tralasciando anche un costante monitoraggio sui vari siti web. Gli oggetti recuperati sono per lo più di provenienza chiesastica, seguiti da quelli provento di furti a danno di privati. Strumento essenziale per il recupero di questi oggetti d’arte è stata la Banca Dati delle opere d’arte rubate gestita dai Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale: si tratta della più grande banca dati al mondo, con oltre due milioni e seicentomila files attinenti ad altrettanti oggetti d’arte, e che viene quotidianamente alimentata con tutte le denunce di furto relative al patrimonio culturale. A tal fine i militari dell’Arma ribadiscono l’importanza di possedere una idonea documentazione fotografica (meglio se corredata da una sintetica scheda tecnico-descrittiva con misure, materiali, autore ed epoca) per poter agevolare, in caso di furto, l’inserimento nella Banca Dati dell’oggetto da recuperare.
L'assessore ai Beni Culturali della Sicilia Lino Leanza, in un comunicato stampa del 7 luglio, ha così commentato l'operato dei carabinieri:
“Il lavoro del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è fondamentale è nella lotta contro chi saccheggia l’arte siciliana e alimenta il commercio clandestino”.
Tra le opere recuperate più significative:
• Olio su tela raffigurante “San Paolino”, sec. XIX, scuola siciliana, proveniente dal Collegio delle suore di Maria Addolorata di Carini (PA); (foto 1)
• Olio su lastra di ardesia raffigurante “Cristo morto sorretto da un angelo”, sec. XVI, scuola del Bronzino, proveniente da un’abitazione privata di Bergamo; (foto 2)
• Olio su tela raffigurante il “Martirio di Sant’Agata”, sec. XVIII, attribuito a Jacopo Alessandro Calvi detto il “Sordino”, proveniente dalla Chiesa abbaziale sei SS. Nicolò ed Agata di Zola Pedrosa (BO); (foto 3)
• Olio su tela raffigurante “Maria SS. Immacolata con angeli e putti”, sec. XVIII, scuola del Borremans, proviene dalla Reale Cappella di Sagana (PA); (foto 4)
• Coppia di Candelieri in legno dorato, torciere in legno dorato, coppia di sculture lignee raffiguranti “putti”, secc. XVIII e XIX, provenienti dalla chiesa di Santa Maria e San Pancrazio di San Pietro Patti (ME).
Tutti i beni recuperati saranno restituiti alle varie diocesi ed ai privati aventi diritto.


Catania: I Carabinieri recuperano importanti oggetti d’antiquariato rubati a maggio nel catanese

23 giugno 2007
  I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante, hanno rinvenuto all’interno di un furgone dipinti d’epoca, argenti antichi nonché materiale chiesastico d’epoca pronti per essere introdotti nel mercato illegale delle opere d’arte rubate. Negli ultimi tempi le indagini dei carabinieri di Piazza Dante su i furti di antichità si sono intensificate grazie anche alla stretta collaborazione con gli specialisti del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo. L’odierno recupero rappresenta il più importante di tutti i tempi fatto in Sicilia, sono stati infatti rinvenuti all’interno del furgone, risultato essere stato rubato qualche giorno fa, 27 dipinti, tutti olio su tela, risalenti ad un epoca compresa tra la prima metà del ‘500 e la seconda metà dell’800; 80 argenti antichi di varie epoche, il più antico risalente ai primi del XIII° sec., n. 24 oggetti d’arte sacra risalenti ad un epoca compresa tra la prima metà del ’500 e la seconda metà dell’800 la maggior parte create da maestranze messinesi (le più preziose) e francesi. Tutte le opere rinvenute rappresentano il compendio di un furto avvenuto nei primi giorni del mese di maggio a Catania ai danni di un collezionista privato. Il successo dell’operazione è da ascrivere al tempestivo e completo inserimento di tutti i beni d’arte oggetti di furto all’interno della Banca Dati delle opere d’arte rubate, infatti, lo sfortunato collezionista presentandosi presso gli uffici della Stazione Carabinieri per sporgere denuncia ha portato con se tutte le foto delle opere che aveva preventivamente catalogato e queste sono state immediatamente inserite all’interno del database dagli specialisti di Palermo. La Banca Dati delle opere d’arte rubate interamente gestita dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Roma, considerata la più grande del genere al mondo, contiene infatti circa 2 milioni e 600 mila inserimenti, è facilmente consultabile da chiunque al sito www.carabinieri.it e consente di individuare immediatamente un’opera rubata attraverso la riproduzione fotografica così rendendo difficoltoso ogni tentativo di ricettazione della stessa. Le opere rinvenute, considerate di rilevante importanza storico artistico, saranno studiate e catalogate dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Catania con l’ausilio dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e quindi restituite al legittimo proprietario.

Palermo: i Carabinieri sequestrano Villa Pignatelli-Florio, sgomberate le ventidue famiglie che da tre anni occupavano l’antica villa storica

19 giugno 2007.
  Palermo: i Carabinieri sequestrano Villa Pignatelli-Florio, sgomberate le ventidue famiglie che da tre anni occupavano l’antica villa storica Palermo, 19 giugno 2007. I Carabinieri del reparto operativo di Palermo e del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno posto i sigilli a villa Pignatelli-Florio, importante dimora storica palermitana che, da circa tre anni, era occupata da ventidue famiglie di senzatetto. I militari hanno poi consegnato la struttura al comune. Circa duecento tra Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, personale della protezione civile, operatori del 118, vigili del fuoco ed assistenti sociali hanno effettuato lo sgombero delle famiglie fin dalle prime ore della mattina da quella che un tempo era la dimora dei Florio. Nel decreto di sequestro firmato dal giudice per le indagini preliminari Maria Pino si legge “ analogamente sussistente deve ritenersi il fumus del reato di cui all’articolo 328 c.p., avuto riguardo alla persistente inerzia degli organi amministrativi ed in particolare dell’amministrazione comunale, formalmente e reiteratamente sollecitata, con idonea domanda, al compimento di atti all’evidenza caratterizzati dal requisito dell’urgenza”. Già nel 2005, infatti, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale avevano effettuato i primi sopralluoghi in via Florio.

Università La Kore di Enna: I Carabinieri incontrano gli studenti di archeologia.

10 maggio 2007
  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia hanno partecipato ad un incontro con gli studenti della facoltà di archeologia dell’Università di Enna. Nell’occasione il Capitano Giuseppe Marseglia, comandante del reparto speciale in Sicilia, ha tenuto una lezione durante la quale ha illustrato la complessa attività operativa del Nucleo per la tutela del Patrimonio Culturale. Erano presenti anche il Comandante provinciale dei CC di Enna, colonnello Andrea Bertozzi della Zonca, il capitano Stefano Liuzzi, decine di studenti e la docente di archeologia cristiana della facoltà dei Beni Culturali della Kore Basema Hamarnih. “il nostro compito è quello di reprimere fenomeni criminali che aggrediscono il nostro immenso patrimonio culturale – ha detto il capitano Marseglia, rivolgendosi agli studenti – ma ci aspettiamo collaborazione e segnalazioni da parte di tutti, voi compresi”

Cenuripe (EN). I Carabinieri denunciano due giovani per scavi clandestini

10 marzo 2007
  I Carabinieri della Stazione di Centuripe hanno fermato due giovani che armati di zappe e picconi scavavano in contrada Panaria alla ricerca di reperti archeologici.
I due, entrambi di Centuripe, disoccupati ed incensurati, rispettivamente di 21 e 28 anni, sono stati denunciati a piede libero e segnalati alla Prefettura di Enna per violazione della normativa relativa al Codice dei Beni Culturali. A coglierli in flagranza di reato i militari dell’Arma, durante uno dei servizi di controllo straordinario del territorio rurale, predisposto dal comandante della Compagnia di Nicosia, capitano Antonino Restuccia, al fine di prevenire e contrastare l’incessante saccheggio dei siti archeologici della zona. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrate decine di reperti e frammenti fittili oltre agli arnesi utilizzati per lo scavo (foto).
“ E’ un buon risultato – commenta il capitano Antonino Restuccia - Abbiamo intensificato l’attività di controllo nell’area rurale centuripina per svariati motivi e tra questi proprio la salvaguardia del patrimonio archeologico locale. In tal senso la nostra azione è sinergica con il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo”.
Per quanto riguarda i reperti archeologici, Centuripe rientra fra i maggiori centri dell’Ennese, insieme a Piazza Armerina, Morgantina, Assoro, Calascibetta e Leonforte.
Il caso più eclatante si riferisce al 10 giugno 2005, quando, a casa di un cinquantenne centuripino, furono rinvenute dai militari dell’Arma in collaborazione con il nucleo Tutela Patrimonio Culturale, 1570 monete, tra originali e falsificate, greche e romane.

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno recuperato la tela raffigurante il martirio di San Lorenzo trafugata nel 2003 da una chiesa di Piazza Armerina



1 marzo 2007
  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia e quelli dei comandi territoriali di Enna e di Siracusa, a conclusione di una prolungata attività di controllo del mercato antiquario regionale, teso a contrastare in particolare l’illecita commercializzazione di beni del patrimonio chiesastico, hanno recuperato la preziosa tela raffigurante il “Martirio di San Lorenzo”, olio su tela, dimensioni cm 232 x 170, opera risalente al 1620 ca., e trafugata, con modalità tuttora al vaglio degli inquirenti dalla Chiesa di San Lorenzo, detta dei “Teatini”.Si tratta di un’opera manieristica, di scuola siciliana, che nel 2003 fu denunciata come uno dei furti più importanti perpetrato ai danni del patrimonio chiesastico della Sicilia.Il dipinto è stato recuperato presso un antiquario della provincia di Siracusa. Una persona è stata denunciata per ricettazione.
Il recupero della tela è stato agevolato dal supporto tecnico della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestito dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, presso la quale il dipinto rubato era stato schedato e documentato fotograficamente, nonché grazie al riscontro informatico della catalogazione dei beni chiesastici curata dalle Diocesi siciliane, in esecuzione della direttiva della C.E.I..Il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma può contare sulla più completa banca dati del mondo, compresa nel codice dei beni culturali e del paesaggio, con circa due milioni e mezzo di records catalogati fra oggetti d’arte rubati e scomparsi. Uno strumento inestimabile sotto il profilo investigativo, gestito dai Carabinieri ma a disposizione anche delle altre Forze di Polizia, e utile per i cittadini, che cliccando sul sito www.carabinieri.it possono consultare il data base e accertarsi, prima di acquistare un oggetto d’arte, che non provenga da un furto.Il fenomeno dei furti nelle chiese siciliane, negli ultimi anni, ha registrato un sensibile calo: 36 chiese sono state visitate dai ladri nel 2004, 29 nel 2005 e 22 nel 2006, anche grazie ai miglioramenti dei sistemi di sicurezza e di allarme che negli ultimi anni sono stati adottati dalle diocesi. La diocesi di Piazza Armerina è stata una delle prime, in Sicilia, ad ultimare la catalogazione informatica dei propri beni culturali chiesastici.

Operazione “Ghelas”.
I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale disarticolano in sicilia una vasta associazione per delinquere dedita al traffico internazionale di reperti archeologici.








31 gennaio 2007
  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, a conclusione di prolungate indagini condotte su l’intero territorio nazionale ed anche all’estero, hanno stroncato un lucroso traffico internazionale di importanti reperti archeologici scavati clandestinamente da siti siciliani, disarticolando una complessa organizzazione criminale specializzata in tale illecita attività.
L’operazione “GHELAS”, dal nome dell’antica colonia greca di Gela, deve la sua denominazione proprio alla località geografica di origine della maggior parte dei personaggi componenti dell’organizzazione criminale smantellata, che avevano ivi stabilito la loro base operativa.
I militari del reparto speciale dell’Arma, infatti, già dal 2003, avevano cominciato una complessa indagine su tre squadre di tombaroli, ricollegabili alle zone di AIDONE (EN), GELA (CL) e VITTORIA (RG) e tutte collegate ad un personaggio di Gela, tale PELLEGRINO Orazio, risultato essere uno dei capi dell’intera organizzazione, con contatti all’estero che gli consentivano di smerciare i reperti in ambito internazionale. Proprio in questa fase, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo effettuavano, a seguito di rogatoria internazionale, una serie di perquisizioni e sequestri di materiale archeologico presso due case d’aste in MONACO di BAVIERA, risultate depositarie dei reperti siciliani smerciati dal Pellegrino.
L’Autorità Giudiziaria di Gela, contestualmente informata dello sviluppo delle indagini, attraverso un’analisi attenta e meticolosa delle risultanze investigative emergenti dai due procedimenti riuniti, enucleava i gravissimi indizi a carico degli indagati e constatava l’esistenza di una consolidata rete di contatti che ciascuno di essi intratteneva con gli altri correi, facendo in questo modo affiorare un complesso ed al tempo stesso efficace sistema di associazionismo criminale che, pur con le dovute differenze, può essere accostato a quello delle organizzazioni di stampo mafioso.
Infatti, alla stregua delle “famiglie mafiose”, l’organizzazione criminale poteva contare nelle aree interessate su vari referenti dei singoli gruppi locali che avevano il compito di gestire e controllare le singole fasi dell’attività illecita: dalla ricerca dei reperti alla loro raccolta e distribuzione, dalla organizzazione del loro trasferimento alla ricerca dei compratori e dei contatti esteri, fornendosi vicendevole aiuto e collaborazione e ponendo a disposizione della singola associazione di riferimento gli strumenti necessari per lo scavo clandestino, le conoscenze necessarie per ricettarli, nonché provvedendo a far circolare tra i vari gruppi criminali il materiale autentico dal quale poter anche ricavare dei falsi destinati alla vendita.
Nel corso delle indagini è stato, infatti, acclarato che l’organizzazione indagata si fondava su una complessa struttura, nell’ambito della quale ogni attore svolgeva compiti ben precisi;
Tre erano le figure di riferimento dell’organizzazione: quella dei “tombaroli”, che si occupavano di reperire il “pezzo” attraverso scavi clandestini, furti o contraffazioni; quella dei “ricettatori”, che trafficavano il bene archeologico, “piazzando” nel paese d’origine i beni di valore medio-basso ed all’estero quelli di valore medio-alto; infine quella dei “committenti-ricettatori”, che rivendevano gli oggetti a case d’asta e a noti antiquari in tutto il mondo, come emerso a seguito di alcune rogatorie internazionali eseguite in Spagna, Svizzera e Germania.
Parimenti, nel corso delle indagini esperite, è emerso che ciascuno dei predetti gruppi, al fine di lucrare ulteriormente all’interno del fiorente mercato clandestino del materiale d’interesse storico archeologico, si occupava anche della riproduzione e contraffazione di cose d’antichità al fine di commercializzare le stesse come autentiche.
Durante le indagini, dirette dal P.M.-dr. Alessandro SUTERA SARDO, sono stati recuperati circa 1600 reperti tra le tipologie più comuni come vasi figurati, statuette fittili, monete, oggetti in bronzo, ricollegabili ad ambiti siciliani e di epoche e civiltà greca, punica, romana, bizantina, ed inoltre strumenti di scavo, metal detectors, crogiuoli e conii per la falsificazione di monete antiche.
Particolarmente rilevanti sono stati i recuperi, a seguito di rogatorie internazionali, di importanti materiali di interesse archeologico, eseguiti presso un antiquario di BARCELLONA (SPAGNA) ed un privato di ZURIGO (SVIZZERA) che erano tra i principali referenti dell’organizzazione all’estero, nonché i contatti intercorsi tra i tombaroli siciliani e ricettatori di altri paesi esteri quali MALTA, INGHILTERRA E STATI UNITI.
A conclusione della laboriosa fase investigativa il G.I.P. presso il Tribunale di Gela, Dott. Lirio CONTI, su richiesta del Sostituto Procuratore titolare dell’indagine, ha emesso 52 Ordinanze di misura cautelare eseguite nella giornata odierna, più altri 77 decreti di perquisizione domiciliare.
Nell’esecuzione delle misure sono stati impiegati oltre 200 militari che, fin dalle prime ore del giorno, hanno operato in SICILIA, nelle province di CALTANISSETTA, ENNA, AGRIGENTO, RAGUSA, CATANIA, SIRACUSA e PALERMO, e nelle regioni CALABRIA, PUGLIA, LAZIO, ABRUZZO, EMILIA ROMAGNA, VENETO e LOMBARDIA.

Comunicato stampa dell'Ass. BB. CC. AA. On.le Nicola Leanza:

Palermo, 31 gennaio 2007
Traffico internazionale di reperti archeologici
Leanza: “Fondamentale il lavoro del Nucleo Tutela Patrimonio artistico”


“E’ stata portata a termine da parte dell’Arma dei Carabinieri la più vasta operazione internazionale da quando in Sicilia è attivo il Nucleo Tutela Patrimonio artistico, il cui impegno si è rivelato in questi anni fondamentale per i nostri beni, tanto da ritenere opportuno l’apertura della sede di Siracusa. Dopo tre anni di indagini, l’operazione “Ghelas” ha permesso il recupero di 1600 reperti trafugati da siti importanti come Kamarina, Himera, Morgantina, Centuripe, Montagna di Marzo, Montagna dei Cavalli, Gela, Monte Bubbonia e da qui fatti arrivare in Spagna, Germania e Svizzera.
Si tratta di un duro colpo alla rete di trafficanti di opere d’arte e, ancora una volta, il lavoro del Nucleo Tutela Patrimonio artistico è risultato decisivo nella nostra lotta contro i saccheggi dei siti archeologici siciliani”. Così l’assessore regionale ai Beni culturali, ambientali e alla Pubblica Istruzione, Lino Leanza, ha commentato la scoperta di un traffico internazionale di pezzi archeologici tra la Sicilia, l’Europa e gli Stati Uniti. 


 

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