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Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
Nucleo di Palermo

Corso Calatafimi 213 - 90129 Palermo
Tel. 091422825 - 091422772 fax 091422452
tpcpanu@carabinieri.it

 

Nel sito internet dei Carabinieri pagina dedicata al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale

Banca dati: Beni Culturali Illecitamente Sottratti

Beni archeologici e opere d'arte da ricercare

L’arte trafugata:
1 il caveau dei tesori ritrovati;
2 a caccia di capolavori;
3 dai saccheggi al web;
4 Io, segugio di opere d'arte

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Comunicati stampa 2006

comunicati stampa 2008 / 2007 / 2005 / 2004

     
Consuntivo 2006 dell’attività del Nucleo Carabinieri T.P.C. della Sicilia



30 dicembre 2006
  Anche quest’anno i carabinieri del tutela patrimonio culturale della Sicilia hanno presentato il loro consuntivo relativo alle attività preventive e repressive in difesa del patrimonio culturale siciliano. I numeri relativi alle attività delinquenziali in danno dei beni culturali dell’isola, rapportati a quelli dello stesso periodo del 2005, sono i seguenti:

Furti: nr. 65 (anno 2005 nr. 72), di seguito suddivisi in dettaglio

  • furti a musei nr. 0 (anno 2005 nr. 03)
  • furti ad enti pubblici nr.03 ( anno 2005 nr.03)
  • furti alle chiese nr.22 (anno 2005 nr.27);
  • furti ai privati nr.40 (anno 2005 nr.39).

La statistica mostra un calo per i furti ai danni di chiese ed enti religiosi, ciò è stato determinato anche da un maggior controllo, in sinergia con i Carabinieri, attuato dalle varie diocesi siciliane che hanno migliorato i sistemi di sicurezza e di allarme ed avviato la completa catalogazione informatica dei beni chiesastici.

Beni Culturali Recuperati: nr. 4132, di seguito suddivisi in dettaglio

  • beni archeologici recuperati nr. 3917
  • beni d’antiquariato recuperati nr. 203
  • beni artistici falsi recuperati nr. 12

Il dato numerico relativo ai reperti archeologici è sintomatico di una situazione endemica di saccheggio dei siti archeologici siciliani, da parte di tombaroli, che difficilmente può avere riscontro attraverso le segnalazioni e le denunce di simili tipologie di reato (scavo clandestino).
Le segnalazioni di scavo clandestino nei siti archeologici siciliani, che pervengono al Nucleo CC TPC da tutte le soprintendenze dell’isola, relativamente al 2006, mostrano comunque un leggero calo : nr. 29 a fronte di nr. 34 del 2005.
Sono state denunciate a p.l. per vari reati contro il patrimonio culturale nr. 46 persone.
A partire dal mese di settembre 2006, il Nucleo CC TPC ha avviato, d’accordo con le varie soprintendenze, una intensa attività di monitoraggio e censimento dei siti in sinergia con il nuovo Nucleo Tutela Patrimonio Archeologico del Corpo Forestale Siciliano, recentemente costituito ad Enna, e che opera in coordinamento con il reparto speciale dei Carabinieri, come previsto da un protocollo d’Intesa firmato nel 2005 tra la Regione Siciliana e l’Arma dei Carabinieri.
Tra le attività di carattere preventivo più significative che hanno visto impegnati i Carabinieri vi sono state quelle relative al controllo dei siti archeologici sottomarini: le attività condotte in sinergia con la Soprintendenza del Mare, il Nucleo Carabinieri Subacquei e le motovedette dell’Arma hanno consentito il recupero e la messa in sicurezza di decine di importanti reperti archeologici di varie epoche oltre che il puntuale censimento dei siti sommersi di interesse archeologico.
Entro il 2007, infine, si prevede l’apertura della sezione Carabinieri tutela patrimonio culturale di Siracusa, che avrà competenza sulla Sicilia orientale e costituirà un ulteriore apporto di forze in campo per la prevenzione e la repressione dei reati contro il patrimonio culturale siciliano.


I Carabinieri del Tutela patrimonio culturale recuperano un importante dipinto rubato a Partinico (Pa)

15 dicembre 2006

  I Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale, in un’operazione congiunta dei Nuclei di Sassari e Palermo, hanno recuperato un importante dipinto trafugato a Partinico (PA) dalla chiesa di Maria Santissima del Rosario, nel 2004.
Si tratta del “Battesimo di Gesù”, olio su tela risalente al XVI secolo di autore ignoto.
Il recupero è avvenuto nell’ambito di un’operazione più ampia, condotta dai militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale della Sardegna che, nel corso dell’attività preventiva e di controllo degli esercizi antiquariali, focalizzavano l’attenzione su un antiquario di Cagliari al quale, poi, è stato sequestrato il dipinto.
Presso lo stesso antiquario venivano sequestrati altri quattro dipinti provenienti da furti in chiese della Campania e dell’Emilia Romagna.
La località dei recuperi, valutata in relazione alla provenienza delle opere rubate è sintomatica dell’ampia possibilità di dispersione, attraverso un mercato sempre più “globale”, che minaccia il patrimonio artistico delle diocesi, sempre a rischio di continuo saccheggio.
Determinante, ancora una volta, è stata la Banca Dati delle opere d’arte rubate, gestita dai Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale ed alimentata attraverso i fondamentali dati investigativi, (come una idonea documentazione fotografica dell’opera d’arte), che l’Arma territoriale acquisisce attraverso le denunce dei furti ed i sopralluoghi alle chiese derubate.
Furono proprio i Carabinieri della Compagnia di Partitico, all’epoca del furto, ad agevolare il reperimento di tutti i dati relativi all’opera trafugata con dettagliate riproduzioni fotografiche che, alla fine, hanno consentito ai loro colleghi dei reparti speciali di individuare facilmente il quadro rubato.
La Diocesi di Palermo, come altre diocesi della Sicilia, sta ultimando l’inventariazion informatica del proprio patrimonio chiesastico, strumento validissimo che agevolerà ulteriormente le attività di Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri.

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia hanno portato a termine l'operazione "Il Trovatello": recuperati importanti oggetti di culto trafugati dalle chiese di Sicilia e Calabria.


12 dicembre 2006
  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, in sinergia con quelli del Nucleo di Cosenza, e del Comando Provinciale di Catania, coordinati dalla Procura di Catania, hanno concluso una complessa indagine, denominata “il Trovatello”, tesa al recupero di importanti oggetti d’arte e di culto trafugati da varie chiese siciliane e calabresi.
Di seguito gli oggetti siciliani recuperati con il luogo e la data del furto:
1.Reliquario contenente i resti di S. Gaetano e di Santa Apollonia, rubato il 16-03-1998 dalla Chiesa di Sant’Ignazio di Lojola di Piraino (ME);
2.Statua lignea raffigurante Gesù Bambino pertinente alla statua di S. Antonio di Padova – XIX sec. – rubata il 31-12-2004 dalla chiesa di San Francesco d’Assisi di Catania;
3.Coppia di statue lignee raffiguranti putti dorati –XVIII sec. e coppia di statue lignee di angeli – furto del 08-07-2003 dalla Cattedrale di Acireale (CT);
4.Statua lignea di Bambin Gesù – XVIII sec. – rubata il 05-09-2005 dalla Chiesa Madre di Naso (ME);
5.Reliquario in metallo argentato dei SS. Cosimo e Damiano, rubato il 11-09-2005 dalla Chiesa di Sant’Onofrio di Casalvecchio Siculo (ME);
6.Statua di Maria Bambina in teca lignea – XVIII sec.- trafugata il 18-09-2005 dalla Chiesa di Sant’Anna di Sperlinga (EN);
7.Statua di Gesù Bambino pertinente alla statua di Sant’Antonio – XVIII sec.- rubata il 25-09-2006 dalla Cattedrale di San Nicolò di Bari di Nicosia (EN).
A questi si aggiungono altre otto statue di “Bambinelli” rubati a chiese calabresi, questi ultimi già dissequestrati e riconsegnati alle varie Diocesi. Le indagini sono iniziate a partire dall’analisi del modus operandi dei malfattori, che il più delle volte operavano di giorno, durante la normale apertura dei luoghi di culto al pubblico, e la tipologia degli oggetti, (quasi sempre la scelta dei ladri si orientava verso statue di Bambinelli), tanto da far pensare ad una “serialità” forse condizionata da una precisa richiesta di una “committenza”.
La svolta alle indagini è però giunta grazie all’aiuto di due parrocchiani insospettiti dalla presenza di individui dallo strano comportamento che, grazie anche ad una precisa segnalazione di un numero di targa, hanno permesso ai militari dell’Arma di arrivare ai soggetti autori dei furti: si tratta di due incensurati, entrambi residenti a Paternò (CT), il primo commerciante quarantenne, ed il secondo ventenne disoccupato: proprio presso l’abitazione del commerciante i militari hanno ritrovato tutti gli oggetti trafugati, più altre centinaia di oggetti di provenienza chiesastica che sono tutt’ora al vaglio dei Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale e di tutte le diocesi siciliane al fine di identificare eventuali altri oggetti sacri provento di furto.
Di fondamentale importanza per il buon esito dell’operazione è stato l’ausilio della Banca Dati delle opere d’Arte Rubate dei Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale, coadiuvata dalle catalogazioni informatiche delle diocesi tra cui quella, recentemente terminata, dell’Arcidiocesi Catania, che ha messo a disposizione dei Carabinieri un nuovo strumento informatico utile ai fini dell’identificazione delle opere trafugate.

Palermo: recuperati dai Carabinieri importanti opere d’arte rubate a settembre 2005


5 dicembre 2006
  I Carabinieri del Comando provinciale di Palermo, Compagnia di Palermo S. Lorenzo, hanno reso noto un’importante recupero di opere d’arte, tutte provento del furto perpetrato nel settembre del 2005 ai danni di palazzo “Oneto di Sperlinga”, una delle più prestigiose dimore nobiliari di Palermo.
I militari, nell’ambito delle attività di prevenzione e controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale, stavano pattugliando le strade del quartiere “Zisa”, quando, intorno alle 23.00, hanno notato dei movimenti sospetti in via Imera, che a quell’ora era buia e completamente desolata.
La Pattuglia dell’Arma ha visto in lontananza due individui che a piedi si sono allontanati velocemente e sono svaniti nel nulla, fra i vicoli del rione.
Sembrava tutto a posto, quando si sono accorti che, dietro un camion, erano ammassati dei quadri di grossa dimensione ed un gigantesco tappeto.
Tutto è stato portato in caserma e lì, analizzato attentamente, fino a che, attraverso l’immediato accertamento alla Banca Dati del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, non si è scoperto che si trattava vere e proprie opere d’arte, trafugate da un palazzo storico di Via Bandiera agli inizi di settembre 2005, che si pensava fossero state già piazzate sul mercato internazionale.
Ecco l’elenco delle opere ritrovate:
- 1 arazzo fiammingo di fine ‘500 in lana e seta, cm 420 x 340, raffigurante il “Trionfo di Cesare”;
- 2 dipinti olio su tela della metà del ‘700, raffiguranti “Giuseppe ed Anna Mainardi”;
- 11 dipinti in olio su tela della metà del ‘700, raffiguranti vari nobili delle famiglie “Orioles”, “Spinola”, “Moncada” e “Gravina”.
I Carabinieri stanno proseguendo le indagini al fine di verificare se i due soggetti fuggiti stessero aspettando qualcuno per caricare i quadri su un mezzo e portarli via, ed inoltre per individuare ulteriori eventuali complici facenti parte di un’organizzazione che, magari, ha delle vere e proprie “basi logistiche” nella zona.
Probabilmente i quadri non erano stati ancora “piazzati”, poichè erano stati ben catalogati e le loro foto erano già ampiamente diffuse sulle riviste d’arte e sul sito internet dell’Arma dei Carabinieri, costantemente aggiornato dall’inventario delle opere d’arte rubate, a cura del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Per effettuare il riconoscimento delle opere d’arte a cura del proprietario si è dovuto attendere che lo stesso, rientrasse appositamente da Roma. Alla vista degli oggetti, non ha potuto trattenere le lacrime di gioia, per aver ritrovato un tesoro ormai considerato perduto.

Catania: operazione “Archeoweb” - i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale sequestrano centinaia di reperti archeologici pronti per essere venduti su e-bay

3 dicembre 2006

  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia, unitamente ai militari del Comando Provinciale di Catania, a seguito di due perquisizioni domiciliari operate a Catania ed Acireale, hanno sequestrato 1167 reperti archeologici, di origine siciliana, e di epoche diverse.
Le indagini che hanno portato al sequestro dei numerosi reperti archeologici sono partite dal sistematico controllo dei siti internet che, grazie alla complessità della rete, riescono ormai a commercializzare in tutto il mondo oggetti archeologici, più o meno comuni, provenienti generalmente da attività di scavo clandestine condotte anche con l’ausilio di metal detectors, strumenti usati per individuare resti metallici nascosti nel terreno.
Tra i reperti sequestrati la maggior parte ( 733), infatti, sono costituiti da monete antiche in oro, argento e bronzo, tutte ricollegabili ad antiche zecche siceliote, greche, romane, bizantine ed arabe; ed inoltre piccoli oggetti in bronzo quali fibule, anelli, punte di freccia, statuette ed ancora oggetti fittili quali unguentari, lucerne, pesi da telaio e piccoli vasi acromi ed a figure nere del periodo greco e romano.
Due persone, entrambi prive di precedenti specifici, di età compresa tra i 30 ed i 40 anni, sono state denunciate per il reato di ricettazione, non potendo dimostrare in alcun modo la legittima detenzione del materiale archeologico che si accingevano a vendere attraverso il sito di e-bay.
Tutto il materiale sequestrato sarà affidato alla locale Soprintendenza, i cui funzionari archeologi hanno già provveduto ad una loro prima schedatura tecnica, riconoscendo tutti i pezzi come autentici.
I prezzi dei reperti finiti su e-bay variavano da poche decine di euro a qualche centinaia, come per le monete greche in argento in buono stato di conservazione, tuttavia i Carabinieri e gli archeologi tengono a precisare che il danno più grave, inflitto al nostro patrimonio archeologico, non è solo l’asportazione con scavo clandestino del singolo reperto, ma la sua “decontestualizzazione” con la sistematica distruzione di interi siti archeologici e della loro stratigrafia, a cui, in ultima analisi, si ricollega la vendita illegale di questi reperti.
Il sito e-bay, che non assume alcuna responsabilità in merito a quanto messo in vendita dai singoli inserzionisti, ha fornito piena collaborazione ai militari dell’Arma nello svolgimento dei delicati accertamenti che hanno portato all’identificazione dei venditori.
L’attività si ricollega, per le modalità d’indagine ed operative, ad una più vasta operazione denominata “ARCHEOWEB”, la cui prima fase si è conclusa ad opera dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia nello scorso mese di marzo e che ha già portato alla denuncia di 25 persone ed al sequestro di quasi 9000 reperti archeologici .
I Carabinieri continueranno ad operare controlli sistematici su tutti i siti internet che pongono in vendita oggetti ricollegabili al Patrimonio Culturale siciliano, al fine di accertarne la legittimità ed, in ultima analisi, per reprimere tipologie di reato facilmente riconducibili all’incessante saccheggio dei siti archeologici siciliani ad opera di “tombaroli”. foto>

Siracusa: un piccolo “tesoro” di reperti archeologici ritrovato e consegnato ai Carabinieri del Tutela patrimonio culturale

26 novembre 2006

  Un'anziana vedova di Siracusa non sapeva di custodire all'interno del suo garage un piccolo tesoro di reperti archeologici, accumulato negli anni dal marito defunto. Subito contattati dalla donna, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, unitamente a quelli della locale Stazione di Ortigia, hanno proceduto ad acquisire gli oggetti.
Si tratta di 100 pezzi tra cui, in particolare, oltre trenta frammenti di ceramica preistorica risalente all'età del bronzo, tre asce in basalto dello stesso periodo, tre lekytoi, un alabastron, otto ghiande missili (proiettili in piombo usati nell’antichità greca e romana con le fionde), due brocchette globulari a vernice nera ed un notevole quantitativo di resti osteologici di elefante nano.
Il materiale, stimato di notevole interesse archeologico, è stato affidato alla soprintendenza di Siracusa, i cui funzionari sono già al lavoro per la definitiva acquisizione del materiale archeologico.
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Pantelleria: i Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale portano a termine un’operazione contro gli scavi clandestini sull’isola


14 novembre 2006

 

Una vera e propria centrale degli scavi archeologici clandestini, quella scoperta, a Pantelleria (TP), a conclusione di una operazione volta a reprimere il saccheggio di siti di notevole interesse archeologico, alcuni dei quali ancora sconosciuti agli organi di tutela. In particolare i Carabinieri del Nucleo CC. Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e della locale stazione, nel corso di una indagine volta a reprimere il fenomeno degli scavi archeologici clandestini, nonché la ricettazione e la detenzione illegale dei relativi reperti, hanno individuato, nei pressi della contrada Scirafi, una necropoli bizantina con 8 sepolture prive di corredo funerario; in contrada San Marco un ulteriore sito archeologico riconducibile alla vicina acropoli punica. Nel corso dell’operazione i Carabinieri hanno denunciato 3 individui del luogo per scavo clandestino, impossessamento di materiale archeologico e ricettazione. Sono stati sequestrati, inoltre, decine di reperti riconducibili ad epoche che vanno dal periodo greco, punico e romano fino a quello bizantino.
I due siti archeologici, individuati dai Carabinieri, sono già allo studio - per una futura valorizzazione - da parte degli esperti della competente Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Trapani.


Himera (Pa): i Carabinieri fermano una squadra di tombaroli intenti a depredare uno dei più importanti siti archeologici della Sicilia

9 ottobre 2006

  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, unitamente a quelli della compagnia di Termini Imprese hanno denunciato quattro pregiudicati della provincia di Catania sorpresi di notte all’interno del sito archeologico di Himera in possesso di picconi, zappe e metal detector. Un immediato sopralluogo sul sito, condotto con personale della soprintendenza, ha poi messo in luce ingenti danni al sito ed alle strutture murarie antiche, uno spettacolo desolante fatto da centinaia di buche, reperti in frammenti e mura divelte.
Questo il risultato di uno dei numerosi servizi preventivi posti in essere negli ultimi tempi dai Carabinieri in seguito alle numerose segnalazioni pervenute dalla Soprintendenza Archeologica di Palermo.
Tutta la complessa attrezzatura dei “tombaroli” è stata sequestrata, compreso il metal detector.
I quattro, già noti alle forze dell’ordine (tre per identiche vicende), sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Termini Imprese per danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato.
veduta aerea di Himera.jpg

Siracusa: i carabinieri recuperano eccezionali reperti archeologici dal mare di Porto Palo

4 ottobre 2006

  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, in collaborazione con le Unità Navali, con il Nucleo Carabinieri Subacquei di Messina, l’Arma Territoriale e la Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, al termine di prolungati servizi finalizzati a reprimere e prevenire reati attinenti il saccheggio dei siti archeologici marini siciliani, hanno recuperato, nelle specchio di mare della provincia di Siracusa, località “Porto Palo”, importanti reperti d’interesse archeologico relativi ad un relitto di epoca romana. Tra i reperti vari manufatti ceramici ed in terracotta, chiodi, parti di scafo antico con annesse lamine in piombo utilizzate per la copertura dello scafo, nonché nr. 13 lingotti in piombo, di epoca romana, risalenti al I° secolo d.C.circa, delle dimensioni di cm. 40-45 di larghezza e cm. 10 di altezza recanti scritte ancora da decifrare nonché “bolli” laterali raffiguranti “delfino” e “caduceo”. Proprio la presenza dei bolli consente di poter ipotizzare l’origine degli stessi o addirittura individuare il destinatario. Relativamente a quelli ritrovati non si esclude, attesa la presenza del “delfino” che gli stessi provenissero da fonderie di Aquileia. Ciò attesterebbe e confermerebbe l’esistenza di scambi commerciali navali tra i paesi del Nord Italia con quelli della Sicilia e della Grecia.
Gli importanti lingotti recuperati verranno affidati alla Soprintendenza per i BB.CC.AA. di Siracusa per essere sottoposti a specifici esami e restauri.

Consuntivo dei primi sette mesi del 2006 dell’attivita’ del Nucleo Carabinieri T.P.C. della Sicilia



15 agosto 2006
  Anche quest’anno i carabinieri del tutela patrimonio culturale della Sicilia hanno presentato il loro consuntivo relativo alle attività preventive e repressive in difesa del patrimonio culturale siciliano. I numeri relativi alle attivita’ delinquenziali in danno dei beni culturali dell’isola, rapportati a quelli dello stesso periodo del 2005, sono i seguenti:
- furti a musei ed enti nr.01 ( anno 2005 nr.05)
- furti alle chiese nr.10 (anno 2005 nr.16);
- furti ai privati nr.15 (anno 2005 nr.29).
Per un totale di 26 furti consumati a fronte di dei 50 riscontrati nello stesso periodo dell’anno precedente, il che indica un calo pari quasi alla metà dei reati complessivi.
- beni archeologici recuperati nr.2551 (anno 2005 nr.143)
- beni d’antiquariato recuperati nr.05 (anno 2005 nr.19)
- beni artistici falsi recuperati nr.02 (anno 2005 nr.01)
Il dato numerico relativo ai reperti archeologici è sintomatico di una situazione endemica di saccheggio dei siti archeologici siciliani da parte di tombaroli che difficilmente può avere riscontro attraverso le segnalazioni e le denunce di simili tipologie di reato (scavo clandestino). L'aumento consistente nel 2006 dei recuperi di reperti archeologici è da mettere in connessione con nuove strategie di contrasto attuate dal reparto speciale dell’arma in nuovi ambiti di commercializzazione illecita (es. Siti web – e-bay).
Si auspica un ulteriore miglioramento dei dati dell'attività operativa del reparto grazie alla prossima apertura, prevista entro la fine dell'anno, della sezione carabinieri tutela patrimonio culturale di Siracusa, che avrà competenza sulla Sicilia orientale e costituirà un ulteriore apporto di forze in campo per la prevenzione e la repressione dei reati contro il patrimonio culturale.

Trapani: inaugurazione mostra “Selinunte ritrovata” - esposta l’epigrafe recuperata dal Paul Getty Museum

28 luglio 2006
  I Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale hanno portato a termine l’importante operazione di recupero della Epigrafe di Selinunte, conclusasi con il definitivo rientro in Sicilia del prezioso reperto.
L’antica stele, trafugata in maniera misteriosa presumibilmente negli anni ‘50 da ignoti tombaroli trapanesi, era dal 1980 parte integrante della collezione del “Paul Getty Museum” di Malibu (California).
La vicenda emersa dalle decennali indagini dei Carabinieri ha visto implicati un ricco uomo d’affari americano, che materialmente ha donato il reperto al museo, e vari funzionari del museo statunitense, attualmente sotto processo a Roma per altri simili procedimenti.
I Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma e Marsala, dopo una serie di difficoltà procedurali afferenti ad accordi bilaterali, convenzioni e ostacoli giuridici da parte americana hanno finalmente visto conclusa una indagine che riguarda diversi reperti archeologici esportati illecitamente, tra cui la epigrafe in argomento.
L’importante reperto sarà esposto assieme ad altri, fino al venti settembre, alla mostra inaugurata a Palazzo Pappalardo Milo nella centrale via V.Emanuele di Trapani.

i Carabinieri e la Soprintendenza del Mare:
le attivita’ a difesa del patrimonio sommerso siciliano.

15 luglio 2006

  Sono già iniziate le attività di monitoraggio e tutela del patrimonio culturale sommerso che, ogni anno, vedono impegnati i militari dell’Arma con il personale della soprintendenza del mare. Anche quest’anno l’arrivo della bella stagione ha fatto scattare l’allarme per l’illecita attività di saccheggio del patrimonio archeologico sommerso che in più punti delle coste siciliane viene segnalata proprio con l’arrivo dei mesi estivi.
Le operazioni, condotte con un articolato complesso di uomini e mezzi, tra cui i Carabinieri subacquei del Nucleo di Messina, riconosciuti ormai tra i migliori professionisti del settore, le motovedette dell’Arma (foto), i Carabinieri del “Tutela Patrimonio Culturale” ed il personale della Soprintendenza del Mare, si sono finora svolte in determinati siti subacquei precedentemente segnalati, tra cui le isole Egadi, le coste del Trapanese, del Palermitano e dello stretto di Messina, con il duplice fine di monitorare i siti per finalità scientifiche e permetterne la messa in sicurezza di quanto può costituire oggetto di illecita asportazione, oggetti fittili, vasellame, materiali bronzei ecc.
Da segnalare, per la peculiarità dell’intervento, l’attività svolta per l’affondamento della nave “Cariddi” in un punto dello stretto di Messina: la nave, risalente ai primi del ‘900 e semi affondata nel porto di Messina, sarà successivamente spostata ed inabissata per divenire una nuova tappa di un affascinante itinerario subacqueo, individuato precedentemente dagli archeologi del Mare con l’ausilio dei Carabinieri.

Palermo: sequestrato un falso di Guttuso


5 maggio 2006
  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, a conclusione di una normale attività di controllo presso il locale mercato antiquario, hanno sequestrato un’opera d’arte contemporanea, raffigurante “NUDO DI DONNA”, delle dimensioni di cm. 25x50, realizzata con la tecnica del pastello a cera su carta lucida, firmata “Guttuso”, in quanto risultata falsa a seguito di accertamenti.
L’opera d’arte era stata regolarmente esposta per la vendita da parte di un gallerista della città di Palermo ed il prezzo oscillava tra i tremila ed i quattromila euro.
Per stabilire inequivocabilmente la NON AUTENTICITA’ dell’opera è stato necessario far esperire un accurato esame tecnico da parte di personale dell’”Archivio Renato Guttuso” di Roma a seguito del quale è emerso che la sottoscrizione presente sull’opera non corrispondeva a quelle che normalmente apponeva l’artista.
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Messina: Polizia e Carabinieri del Nucleo TPC risolvono il giallo del recupero di un’antica icona di ignota provenienza

31 marzo 2006
  La Squadra Mobile di Messina ed Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Palermo sono riusciti a fare piena chiarezza circa la provenienza di una icona lignea, di stile bizantino, raffigurante la Madonna ed il Bambino Gesù che era stata rinvenuta dalla Polizia di Stato, nel corso di attività investigativa diretta al recupero di opere d’arte trafugate, in data 04.10.2005, in Messina, in località Maregrosso. L’opera, al momento del ritrovamento, si presentava in buono stato di conservazione ed era avvolta in un involucro di cartone che era stato abbandonato in prossimità di un cumulo di immondizie. A seguito degli accertamenti svolti sulla loro banca dati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia si è finalmente scoperto che il suddetto dipinto su tavola raffigura l’immagine sacra della “Madonna di Versacarro”, opera bizantina del XIII° secolo, di autore ignoto e dal valore inestimabile, trafugata da ignoti in data 18.02.2002 dalla chiesa del “S.S. Crocefisso” di Nemi (Roma). La Madonna indossa una tunica rossa ed un manto azzurro ed è raffigurata sedente a mezzo busto con il Bambino sul braccio sinistro. La tavola, di iconografia bizantina, faceva parte di un trittico, che comprendeva due altre tavole di minori dimensioni, poste ai lati del volto sacra della Madonna, raffiguranti gli Apostoli SS. Pietro e Paolo, queste ultime trafugate nel 1975 e tuttora da ricercare. La citata opera d’arte sarà esposta alla XXV^ edizione della Mostra Europea del Turismo, Artigianato e delle Tradizioni Culturali che si terrà in Roma presso Castel Sant’Angelo dal 29.04.2006 al 30.06.2006, nell’apposita area dedicata all’esposizione di opere d’arte recuperate dalle forze dell’ordine.
>foto

I Carabiniri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno portato a termine l'operazione "Archeoweb"


23 marzo 2006
  I Carabinieri del Nucleo T.P.C. di Palermo hanno concluso la prima parte di un’operazione denominata ARCHEOWEB, volta a contrastare l’illecita commercializzazione, prevalentemente attraverso il sito e-Bay, di reperti archeologici di origine siciliana. L’operazione, che ha visto i militari impegnati negli ultimi sei mesi in una complessa attività di analisi e riscontri condotti tramite il web, ha portato a decine di perquisizioni, 25 denunce a piede libero ed al sequestro di 8853 reperti archeologici. Le perquisizioni, coordinate da varie procure siciliane, hanno interessato tutte le province dell’isola, ed hanno toccato anche altre regioni italiane, ove risultavano risiedere alcuni acquirenti del materiale archeologico siciliano. Le indagini, grazie anche al fattivo contributo ed alla stretta collaborazione dei
responsabili italiani del sito internet www.ebay.it, hanno confermato un’ampia rete di transazioni fatte anche all’estero, riscontrando la presenza di contatti con paesi quali USA, Canada, Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Svizzera, Malta, Brasile ed Australia. Varie le tipologie degli oggetti sequestrati: monete in oro, argento e bronzo,
vasellame di vario genere e tipologia, piccoli oggetti fittili, manufatti in bronzo e persino un’antica pergamena, generalmente ricollegabili ai periodi greco, romano, bizantino ed arabo-normanno.

>Fotografia dei reperti

Modica (Ragusa): Conferenza Internazionale sui mosaici mediterranei, i carabinieri del TPC ricevono un importante riconoscimento



23 febbraio 2006

  Presso la prestigiosa sede del teatro comunale “Garibaldi” di Modica, in occasione della firma della “Carta di Modica”, un documento che impegna i Paesi del Mediterraneo aderenti a tutelare i mosaici antichi, il sottosegretario agli Esteri, Giuseppe Drago, ha consegnato un riconoscimento ai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo per il recupero di un importante mosaico trafugato nella provincia Iblea. La soprintendente provinciale, dott.ssa Enza Cilia, ha poi espresso grande soddisfazione per la forte sinergia che ha unito il reparto speciale dell’Arma alla soprintendenza di Ragusa in tutte le fasi operative che hanno portato a questo importante recupero.

Palermo, i Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale recuperano tre dipinti di rilevante valore storico artistico.



8 febbraio 2006
  I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, a seguito di complesse attività investigative, finalizzate alla repressione di reati contro il patrimonio ecclesiastico, hanno recuperato tre importanti dipinti, di seguito dettagliatamente descritti:

1. dipinto ad olio su tela del XVII secolo, delle dimensioni di cm. 205 X 167, raffigurante la Madonna del Rosario contornata dalle 15 Stazioni del Rosario, trafugato dalla Chiesa San Nicola di Bari del comune di Domicella (AV) negli anni ’80, immediatamente dopo il sisma che colpì quella zona;
2. dipinto ad olio su tela delle dimensioni di cm. 141 X 102 raffigurante l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo, risalente al XVIII sec., trafugato dal Complesso Monumentale dei SS. Giuseppe e Teresa (ex Istituto A.M. Verna) ubicato nel comune di Marigliano (NA) negli anni ’80, immediatamente dopo il sisma che colpì quella zona;
3. dipinto ad olio su tela del XVII secolo, delle dimensioni di cm. 205 X 152, raffigurante Natività, Angeli e Personaggi, trafugato dalla Chiesa Maria SS. della Catena di Piazza Armerina (EN) il 18.12.1988.

Le attività investigative poste in essere hanno consentito di localizzare le opere in argomento presso una struttura turistico–alberghiera della provincia di Palermo il cui titolare ha dichiarato di averli acquistati anni addietro presso occasionali mercatini d’antiquariato. Determinante per il riconoscimento dei suddetti dipinti si è rivelato l’ausilio della Banca Dati delle Opere d’Arte da ricercare del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, ove all’epoca del furto, erano stati inseriti i dati identificativi di ciascuna opera.
La competente Autorità Giudiziaria ha già disposto la restituzione dei beni alle rispettive Chiese di provenienza.

Foto1; Foto2; Foto3;

Caltavuturo (Pa), i Carabinieri recuperano un'antica macina in pietra lavica

14 gennaio 2006

   
I Carabinieri hanno recuperato, nel sito archeologico di Monte Riparato in territorio di Caltavuturo, una macina da mulino probabilmente risalente al II e I secolo a. C. Il recupero è stato possibile grazie alla segnalazione di un operaio forestale che stava eseguendo dei lavori di manutenzione lungo il ciglio di una strada di accesso agli scavi.
Probabilmente a causa delle piogge dei giorni scorsi è venuta alla luce una macina da mulino in pietra, di epoca ellenistico-romana, in discreto stato di conservazione.
Appena si è accorto del reperto l’operaio ha informato i carabinieri della locale stazione i quali hanno provveduto al recupero interessando la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali ed il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale da sempre fortemente impegnato a contrastare gli scavi clandestini e costantemente interessato alla catalogazione dei materiale rinvenuti.
La macina che sarà presto consegnata agli organi competenti, è costituita da due pezzi distinti e misura 40 cm circa di diametro per un altezza di 50 cm circa.

 

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