Comunicati
stampa 2006 |
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Consuntivo
2006 dell’attività del Nucleo Carabinieri T.P.C.
della Sicilia
30
dicembre 2006
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Anche
quest’anno i carabinieri del tutela patrimonio culturale
della Sicilia hanno presentato il loro consuntivo relativo alle
attività preventive e repressive in difesa del patrimonio
culturale siciliano. I numeri relativi alle attività
delinquenziali in danno dei beni culturali dell’isola,
rapportati a quelli dello stesso periodo del 2005, sono i seguenti:
Furti:
nr. 65 (anno 2005 nr. 72), di seguito suddivisi in dettaglio
- furti
a musei nr. 0 (anno 2005 nr. 03)
-
furti ad enti pubblici nr.03 ( anno 2005 nr.03)
-
furti alle chiese nr.22 (anno 2005 nr.27);
-
furti ai privati nr.40 (anno 2005 nr.39).
La
statistica mostra un calo per i furti ai danni di chiese ed
enti religiosi, ciò è stato determinato anche
da un maggior controllo, in sinergia con i Carabinieri, attuato
dalle varie diocesi siciliane che hanno migliorato i sistemi
di sicurezza e di allarme ed avviato la completa catalogazione
informatica dei beni chiesastici.
Beni
Culturali Recuperati: nr. 4132, di seguito suddivisi in dettaglio
- beni
archeologici recuperati nr. 3917
-
beni d’antiquariato recuperati nr. 203
-
beni artistici falsi recuperati nr. 12
Il
dato numerico relativo ai reperti archeologici è sintomatico
di una situazione endemica di saccheggio dei siti archeologici
siciliani, da parte di tombaroli, che difficilmente può
avere riscontro attraverso le segnalazioni e le denunce di
simili tipologie di reato (scavo clandestino).
Le segnalazioni di scavo clandestino nei siti archeologici
siciliani, che pervengono al Nucleo CC TPC da tutte le soprintendenze
dell’isola, relativamente al 2006, mostrano comunque
un leggero calo : nr. 29 a fronte di nr. 34 del 2005.
Sono state denunciate a p.l. per vari reati contro il patrimonio
culturale nr. 46 persone.
A partire dal mese di settembre 2006, il Nucleo CC TPC ha
avviato, d’accordo con le varie soprintendenze, una
intensa attività di monitoraggio e censimento dei siti
in sinergia con il nuovo Nucleo Tutela Patrimonio Archeologico
del Corpo Forestale Siciliano, recentemente costituito ad
Enna, e che opera in coordinamento con il reparto speciale
dei Carabinieri, come previsto da un protocollo d’Intesa
firmato nel 2005 tra la Regione Siciliana e l’Arma dei
Carabinieri.
Tra le attività di carattere preventivo più
significative che hanno visto impegnati i Carabinieri vi sono
state quelle relative al controllo dei siti archeologici sottomarini:
le attività condotte in sinergia con la Soprintendenza
del Mare, il Nucleo Carabinieri Subacquei e le motovedette
dell’Arma hanno consentito il recupero e la messa in
sicurezza di decine di importanti reperti archeologici di
varie epoche oltre che il puntuale censimento dei siti sommersi
di interesse archeologico.
Entro il 2007, infine, si prevede l’apertura della sezione
Carabinieri tutela patrimonio culturale di Siracusa, che avrà
competenza sulla Sicilia orientale e costituirà un
ulteriore apporto di forze in campo per la prevenzione e la
repressione dei reati contro il patrimonio culturale siciliano. |
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I Carabinieri del Tutela patrimonio
culturale recuperano un importante dipinto rubato a Partinico
(Pa)
15
dicembre 2006 |
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I Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale, in un’operazione
congiunta dei Nuclei di Sassari e Palermo, hanno recuperato
un importante dipinto trafugato a Partinico (PA) dalla chiesa
di Maria Santissima del Rosario, nel 2004.
Si tratta del “Battesimo di Gesù”, olio su
tela risalente al XVI secolo di autore ignoto.
Il recupero è avvenuto nell’ambito di un’operazione
più ampia, condotta dai militari del Nucleo Carabinieri
Tutela Patrimonio Culturale della Sardegna che, nel corso dell’attività
preventiva e di controllo degli esercizi antiquariali, focalizzavano
l’attenzione su un antiquario di Cagliari al quale, poi,
è stato sequestrato il dipinto.
Presso lo stesso antiquario venivano sequestrati altri quattro
dipinti provenienti da furti in chiese della Campania e dell’Emilia
Romagna.
La località dei recuperi, valutata in relazione alla
provenienza delle opere rubate è sintomatica dell’ampia
possibilità di dispersione, attraverso un mercato sempre
più “globale”, che minaccia il patrimonio
artistico delle diocesi, sempre a rischio di continuo saccheggio.
Determinante, ancora una volta, è stata la Banca Dati
delle opere d’arte rubate, gestita dai Carabinieri del
Tutela Patrimonio Culturale ed alimentata attraverso i fondamentali
dati investigativi, (come una idonea documentazione fotografica
dell’opera d’arte), che l’Arma territoriale
acquisisce attraverso le denunce dei furti ed i sopralluoghi
alle chiese derubate.
Furono proprio i Carabinieri della Compagnia di Partitico, all’epoca
del furto, ad agevolare il reperimento di tutti i dati relativi
all’opera trafugata con dettagliate riproduzioni fotografiche
che, alla fine, hanno consentito ai loro colleghi dei reparti
speciali di individuare facilmente il quadro rubato.
La Diocesi di Palermo, come altre diocesi della Sicilia, sta
ultimando l’inventariazion informatica del proprio patrimonio
chiesastico, strumento validissimo che agevolerà ulteriormente
le attività di Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri. |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia
hanno portato a termine l'operazione "Il Trovatello":
recuperati importanti oggetti di culto trafugati dalle chiese
di Sicilia e Calabria.
12 dicembre 2006 |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo,
in sinergia con quelli del Nucleo di Cosenza, e del Comando
Provinciale di Catania, coordinati dalla Procura di Catania,
hanno concluso una complessa indagine, denominata “il
Trovatello”, tesa al recupero di importanti oggetti d’arte
e di culto trafugati da varie chiese siciliane e calabresi.
Di seguito gli oggetti siciliani recuperati con il luogo e la
data del furto:
1.Reliquario contenente i resti di S. Gaetano e di Santa Apollonia,
rubato il 16-03-1998 dalla Chiesa di Sant’Ignazio di Lojola
di Piraino (ME);
2.Statua lignea raffigurante Gesù Bambino pertinente
alla statua di S. Antonio di Padova – XIX sec. –
rubata il 31-12-2004 dalla chiesa di San Francesco d’Assisi
di Catania;
3.Coppia di statue lignee raffiguranti putti dorati –XVIII
sec. e coppia di statue lignee di angeli – furto del 08-07-2003
dalla Cattedrale di Acireale (CT);
4.Statua lignea di Bambin Gesù – XVIII sec. –
rubata il 05-09-2005 dalla Chiesa Madre di Naso (ME);
5.Reliquario in metallo argentato dei SS. Cosimo e Damiano,
rubato il 11-09-2005 dalla Chiesa di Sant’Onofrio di Casalvecchio
Siculo (ME);
6.Statua di Maria Bambina in teca lignea – XVIII sec.-
trafugata il 18-09-2005 dalla Chiesa di Sant’Anna di Sperlinga
(EN);
7.Statua di Gesù Bambino pertinente alla statua di Sant’Antonio
– XVIII sec.- rubata il 25-09-2006 dalla Cattedrale di
San Nicolò di Bari di Nicosia (EN).
A questi si aggiungono altre otto statue di “Bambinelli”
rubati a chiese calabresi, questi ultimi già dissequestrati
e riconsegnati alle varie Diocesi. Le indagini sono iniziate
a partire dall’analisi del modus operandi dei malfattori,
che il più delle volte operavano di giorno, durante la
normale apertura dei luoghi di culto al pubblico, e la tipologia
degli oggetti, (quasi sempre la scelta dei ladri si orientava
verso statue di Bambinelli), tanto da far pensare ad una “serialità”
forse condizionata da una precisa richiesta di una “committenza”.
La svolta alle indagini è però giunta grazie all’aiuto
di due parrocchiani insospettiti dalla presenza di individui
dallo strano comportamento che, grazie anche ad una precisa
segnalazione di un numero di targa, hanno permesso ai militari
dell’Arma di arrivare ai soggetti autori dei furti: si
tratta di due incensurati, entrambi residenti a Paternò
(CT), il primo commerciante quarantenne, ed il secondo ventenne
disoccupato: proprio presso l’abitazione del commerciante
i militari hanno ritrovato tutti gli oggetti trafugati, più
altre centinaia di oggetti di provenienza chiesastica che sono
tutt’ora al vaglio dei Carabinieri del Tutela Patrimonio
Culturale e di tutte le diocesi siciliane al fine di identificare
eventuali altri oggetti sacri provento di furto.
Di fondamentale importanza per il buon esito dell’operazione
è stato l’ausilio della Banca Dati delle opere
d’Arte Rubate dei Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale,
coadiuvata dalle catalogazioni informatiche delle diocesi tra
cui quella, recentemente terminata, dell’Arcidiocesi Catania,
che ha messo a disposizione dei Carabinieri un nuovo strumento
informatico utile ai fini dell’identificazione delle opere
trafugate. |
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Palermo:
recuperati dai Carabinieri importanti opere d’arte rubate
a settembre 2005
5 dicembre 2006 |
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I
Carabinieri del Comando provinciale di Palermo, Compagnia di
Palermo S. Lorenzo, hanno reso noto un’importante recupero
di opere d’arte, tutte provento del furto perpetrato nel
settembre del 2005 ai danni di palazzo “Oneto di Sperlinga”,
una delle più prestigiose dimore nobiliari di Palermo.
I militari, nell’ambito delle attività di prevenzione
e controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale,
stavano pattugliando le strade del quartiere “Zisa”,
quando, intorno alle 23.00, hanno notato dei movimenti sospetti
in via Imera, che a quell’ora era buia e completamente
desolata.
La Pattuglia dell’Arma ha visto in lontananza due individui
che a piedi si sono allontanati velocemente e sono svaniti nel
nulla, fra i vicoli del rione.
Sembrava tutto a posto, quando si sono accorti che, dietro un
camion, erano ammassati dei quadri di grossa dimensione ed un
gigantesco tappeto.
Tutto è stato portato in caserma e lì, analizzato
attentamente, fino a che, attraverso l’immediato accertamento
alla Banca Dati del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale,
non si è scoperto che si trattava vere e proprie opere
d’arte, trafugate da un palazzo storico di Via Bandiera
agli inizi di settembre 2005, che si pensava fossero state già
piazzate sul mercato internazionale.
Ecco l’elenco delle opere ritrovate:
- 1 arazzo fiammingo di fine ‘500 in lana e seta, cm 420
x 340, raffigurante il “Trionfo di Cesare”;
- 2 dipinti olio su tela della metà del ‘700, raffiguranti
“Giuseppe ed Anna Mainardi”;
- 11 dipinti in olio su tela della metà del ‘700,
raffiguranti vari nobili delle famiglie “Orioles”,
“Spinola”, “Moncada” e “Gravina”.
I Carabinieri stanno proseguendo le indagini al fine di verificare
se i due soggetti fuggiti stessero aspettando qualcuno per caricare
i quadri su un mezzo e portarli via, ed inoltre per individuare
ulteriori eventuali complici facenti parte di un’organizzazione
che, magari, ha delle vere e proprie “basi logistiche”
nella zona.
Probabilmente i quadri non erano stati ancora “piazzati”,
poichè erano stati ben catalogati e le loro foto erano
già ampiamente diffuse sulle riviste d’arte e sul
sito internet dell’Arma dei Carabinieri, costantemente
aggiornato dall’inventario delle opere d’arte rubate,
a cura del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Per effettuare il riconoscimento delle opere d’arte a
cura del proprietario si è dovuto attendere che lo stesso,
rientrasse appositamente da Roma. Alla vista degli oggetti,
non ha potuto trattenere le lacrime di gioia, per aver ritrovato
un tesoro ormai considerato perduto. |
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Catania:
operazione “Archeoweb” - i Carabinieri del Nucleo
Tutela Patrimonio Culturale sequestrano centinaia di reperti
archeologici pronti per essere venduti su e-bay
3
dicembre 2006 |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia,
unitamente ai militari del Comando Provinciale di Catania, a
seguito di due perquisizioni domiciliari operate a Catania ed
Acireale, hanno sequestrato 1167 reperti archeologici, di origine
siciliana, e di epoche diverse.
Le indagini che hanno portato al sequestro dei numerosi reperti
archeologici sono partite dal sistematico controllo dei siti
internet che, grazie alla complessità della rete, riescono
ormai a commercializzare in tutto il mondo oggetti archeologici,
più o meno comuni, provenienti generalmente da attività
di scavo clandestine condotte anche con l’ausilio di metal
detectors, strumenti usati per individuare resti metallici nascosti
nel terreno.
Tra i reperti sequestrati la maggior parte ( 733), infatti,
sono costituiti da monete antiche in oro, argento e bronzo,
tutte ricollegabili ad antiche zecche siceliote, greche, romane,
bizantine ed arabe; ed inoltre piccoli oggetti in bronzo quali
fibule, anelli, punte di freccia, statuette ed ancora oggetti
fittili quali unguentari, lucerne, pesi da telaio e piccoli
vasi acromi ed a figure nere del periodo greco e romano.
Due persone, entrambi prive di precedenti specifici, di età
compresa tra i 30 ed i 40 anni, sono state denunciate per il
reato di ricettazione, non potendo dimostrare in alcun modo
la legittima detenzione del materiale archeologico che si accingevano
a vendere attraverso il sito di e-bay.
Tutto il materiale sequestrato sarà affidato alla locale
Soprintendenza, i cui funzionari archeologi hanno già
provveduto ad una loro prima schedatura tecnica, riconoscendo
tutti i pezzi come autentici.
I prezzi dei reperti finiti su e-bay variavano da poche decine
di euro a qualche centinaia, come per le monete greche in argento
in buono stato di conservazione, tuttavia i Carabinieri e gli
archeologi tengono a precisare che il danno più grave,
inflitto al nostro patrimonio archeologico, non è solo
l’asportazione con scavo clandestino del singolo reperto,
ma la sua “decontestualizzazione” con la sistematica
distruzione di interi siti archeologici e della loro stratigrafia,
a cui, in ultima analisi, si ricollega la vendita illegale di
questi reperti.
Il sito e-bay, che non assume alcuna responsabilità in
merito a quanto messo in vendita dai singoli inserzionisti,
ha fornito piena collaborazione ai militari dell’Arma
nello svolgimento dei delicati accertamenti che hanno portato
all’identificazione dei venditori.
L’attività si ricollega, per le modalità
d’indagine ed operative, ad una più vasta operazione
denominata “ARCHEOWEB”, la cui prima fase si è
conclusa ad opera dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio
Culturale della Sicilia nello scorso mese di marzo e che ha
già portato alla denuncia di 25 persone ed al sequestro
di quasi 9000 reperti archeologici .
I Carabinieri continueranno ad operare controlli sistematici
su tutti i siti internet che pongono in vendita oggetti ricollegabili
al Patrimonio Culturale siciliano, al fine di accertarne la
legittimità ed, in ultima analisi, per reprimere tipologie
di reato facilmente riconducibili all’incessante saccheggio
dei siti archeologici siciliani ad opera di “tombaroli”.
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Siracusa:
un piccolo “tesoro” di reperti archeologici ritrovato
e consegnato ai Carabinieri del Tutela patrimonio culturale
26
novembre 2006 |
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Un'anziana
vedova di Siracusa non sapeva di custodire all'interno del suo
garage un piccolo tesoro di reperti archeologici, accumulato
negli anni dal marito defunto. Subito contattati dalla donna,
i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, unitamente
a quelli della locale Stazione di Ortigia, hanno proceduto ad
acquisire gli oggetti.
Si tratta di 100 pezzi tra cui, in particolare, oltre trenta
frammenti di ceramica preistorica risalente all'età del
bronzo, tre asce in basalto dello stesso periodo, tre lekytoi,
un alabastron, otto ghiande missili (proiettili in
piombo usati nell’antichità greca e romana con
le fionde), due brocchette globulari a vernice nera ed un notevole
quantitativo di resti osteologici di elefante nano.
Il materiale, stimato di notevole interesse archeologico, è
stato affidato alla soprintendenza di Siracusa, i cui funzionari
sono già al lavoro per la definitiva acquisizione del
materiale archeologico.
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Pantelleria:
i Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale portano a termine
un’operazione contro gli scavi clandestini sull’isola
14 novembre 2006
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Una vera e propria centrale degli scavi archeologici
clandestini, quella scoperta, a Pantelleria (TP), a conclusione
di una operazione volta a reprimere il saccheggio di siti
di notevole interesse archeologico, alcuni dei quali ancora
sconosciuti agli organi di tutela. In particolare i Carabinieri
del Nucleo CC. Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e della
locale stazione, nel corso di una indagine volta a reprimere
il fenomeno degli scavi archeologici clandestini, nonché
la ricettazione e la detenzione illegale dei relativi reperti,
hanno individuato, nei pressi della contrada Scirafi, una
necropoli bizantina con 8 sepolture prive di corredo funerario;
in contrada San Marco un ulteriore sito archeologico riconducibile
alla vicina acropoli punica. Nel corso dell’operazione
i Carabinieri hanno denunciato 3 individui del luogo per scavo
clandestino, impossessamento di materiale archeologico e ricettazione.
Sono stati sequestrati, inoltre, decine di reperti riconducibili
ad epoche che vanno dal periodo greco, punico e romano fino
a quello bizantino.
I due siti archeologici, individuati dai Carabinieri, sono
già allo studio - per una futura valorizzazione - da
parte degli esperti della competente Soprintendenza ai Beni
Culturali e Ambientali di Trapani.
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Himera
(Pa): i Carabinieri fermano una squadra di tombaroli intenti
a depredare uno dei più importanti siti archeologici
della Sicilia
9
ottobre 2006 |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, unitamente
a quelli della compagnia di Termini Imprese hanno denunciato
quattro pregiudicati della provincia di Catania sorpresi di
notte all’interno del sito archeologico di Himera in possesso
di picconi, zappe e metal detector. Un immediato sopralluogo
sul sito, condotto con personale della soprintendenza, ha poi
messo in luce ingenti danni al sito ed alle strutture murarie
antiche, uno spettacolo desolante fatto da centinaia di buche,
reperti in frammenti e mura divelte.
Questo il risultato di uno dei numerosi servizi preventivi posti
in essere negli ultimi tempi dai Carabinieri in seguito alle
numerose segnalazioni pervenute dalla Soprintendenza Archeologica
di Palermo.
Tutta la complessa attrezzatura dei “tombaroli”
è stata sequestrata, compreso il metal detector.
I quattro, già noti alle forze dell’ordine (tre
per identiche vicende), sono stati denunciati alla Procura della
Repubblica di Termini Imprese per danneggiamento del patrimonio
archeologico dello Stato.
veduta
aerea di Himera.jpg |
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Siracusa:
i carabinieri recuperano eccezionali reperti archeologici
dal mare di Porto Palo
4
ottobre 2006 |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo,
in collaborazione con le Unità Navali, con il Nucleo
Carabinieri Subacquei di Messina, l’Arma Territoriale
e la Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, al termine
di prolungati servizi finalizzati a reprimere e prevenire reati
attinenti il saccheggio dei siti archeologici marini siciliani,
hanno recuperato, nelle specchio di mare della provincia di
Siracusa, località “Porto Palo”, importanti
reperti d’interesse archeologico relativi ad un relitto
di epoca romana. Tra i reperti vari manufatti ceramici ed in
terracotta, chiodi, parti di scafo antico con annesse lamine
in piombo utilizzate per la copertura dello scafo, nonché
nr. 13 lingotti in piombo, di epoca romana, risalenti al I°
secolo d.C.circa, delle dimensioni di cm. 40-45 di larghezza
e cm. 10 di altezza recanti scritte ancora da decifrare nonché
“bolli” laterali raffiguranti “delfino”
e “caduceo”. Proprio la presenza dei bolli consente
di poter ipotizzare l’origine degli stessi o addirittura
individuare il destinatario. Relativamente a quelli ritrovati
non si esclude, attesa la presenza del “delfino”
che gli stessi provenissero da fonderie di Aquileia. Ciò
attesterebbe e confermerebbe l’esistenza di scambi commerciali
navali tra i paesi del Nord Italia con quelli della Sicilia
e della Grecia.
Gli importanti lingotti recuperati verranno affidati alla Soprintendenza
per i BB.CC.AA. di Siracusa per essere sottoposti a specifici
esami e restauri. |
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Consuntivo
dei primi sette mesi del 2006 dell’attivita’ del
Nucleo Carabinieri T.P.C. della Sicilia
15
agosto 2006 |
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Anche
quest’anno i carabinieri del tutela patrimonio culturale
della Sicilia hanno presentato il loro consuntivo relativo alle
attività preventive e repressive in difesa del patrimonio
culturale siciliano. I numeri relativi alle attivita’
delinquenziali in danno dei beni culturali dell’isola,
rapportati a quelli dello stesso periodo del 2005, sono i seguenti:
- furti a musei ed enti nr.01 ( anno 2005 nr.05)
- furti alle chiese nr.10 (anno 2005 nr.16);
- furti ai privati nr.15 (anno 2005 nr.29).
Per un totale di 26 furti consumati a fronte di dei 50 riscontrati
nello stesso periodo dell’anno precedente, il che indica
un calo pari quasi alla metà dei reati complessivi.
- beni archeologici recuperati nr.2551 (anno 2005 nr.143)
- beni d’antiquariato recuperati nr.05 (anno 2005 nr.19)
- beni artistici falsi recuperati nr.02 (anno 2005 nr.01)
Il dato numerico relativo ai reperti archeologici è sintomatico
di una situazione endemica di saccheggio dei siti archeologici
siciliani da parte di tombaroli che difficilmente può
avere riscontro attraverso le segnalazioni e le denunce di simili
tipologie di reato (scavo clandestino). L'aumento consistente
nel 2006 dei recuperi di reperti archeologici è da mettere
in connessione con nuove strategie di contrasto attuate dal
reparto speciale dell’arma in nuovi ambiti di commercializzazione
illecita (es. Siti web – e-bay).
Si auspica un ulteriore miglioramento dei dati dell'attività
operativa del reparto grazie alla prossima apertura, prevista
entro la fine dell'anno, della sezione carabinieri tutela patrimonio
culturale di Siracusa, che avrà competenza sulla Sicilia
orientale e costituirà un ulteriore apporto di forze
in campo per la prevenzione e la repressione dei reati contro
il patrimonio culturale. |
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Trapani:
inaugurazione mostra “Selinunte ritrovata” - esposta
l’epigrafe recuperata dal Paul Getty Museum
28 luglio 2006 |
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I
Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale hanno portato a
termine l’importante operazione di recupero della Epigrafe
di Selinunte, conclusasi con il definitivo rientro in Sicilia
del prezioso reperto.
L’antica stele, trafugata in maniera misteriosa presumibilmente
negli anni ‘50 da ignoti tombaroli trapanesi, era dal
1980 parte integrante della collezione del “Paul Getty
Museum” di Malibu (California).
La vicenda emersa dalle decennali indagini dei Carabinieri ha
visto implicati un ricco uomo d’affari americano, che
materialmente ha donato il reperto al museo, e vari funzionari
del museo statunitense, attualmente sotto processo a Roma per
altri simili procedimenti.
I Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale, coordinati dalla
Procura della Repubblica di Roma e Marsala, dopo una serie di
difficoltà procedurali afferenti ad accordi bilaterali,
convenzioni e ostacoli giuridici da parte americana hanno finalmente
visto conclusa una indagine che riguarda diversi reperti archeologici
esportati illecitamente, tra cui la epigrafe in argomento.
L’importante reperto sarà esposto assieme ad altri,
fino al venti settembre, alla mostra inaugurata a Palazzo Pappalardo
Milo nella centrale via V.Emanuele di Trapani. |
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i
Carabinieri e la Soprintendenza del Mare:
le attivita’ a difesa del patrimonio sommerso siciliano.
15 luglio 2006 |
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Sono
già iniziate le attività di monitoraggio e tutela
del patrimonio culturale sommerso che, ogni anno, vedono impegnati
i militari dell’Arma con il personale della soprintendenza
del mare. Anche quest’anno l’arrivo della bella
stagione ha fatto scattare l’allarme per l’illecita
attività di saccheggio del patrimonio archeologico sommerso
che in più punti delle coste siciliane viene segnalata
proprio con l’arrivo dei mesi estivi.
Le operazioni, condotte con un articolato complesso di uomini
e mezzi, tra cui i Carabinieri subacquei del Nucleo di Messina,
riconosciuti ormai tra i migliori professionisti del settore,
le motovedette dell’Arma (foto),
i Carabinieri del “Tutela Patrimonio Culturale”
ed il personale della Soprintendenza del Mare, si sono finora
svolte in determinati siti subacquei precedentemente segnalati,
tra cui le isole Egadi, le coste del Trapanese, del Palermitano
e dello stretto di Messina, con il duplice fine di monitorare
i siti per finalità scientifiche e permetterne la messa
in sicurezza di quanto può costituire oggetto di illecita
asportazione, oggetti fittili, vasellame, materiali bronzei
ecc.
Da segnalare, per la peculiarità dell’intervento,
l’attività svolta per l’affondamento della
nave “Cariddi” in un punto dello stretto di Messina:
la nave, risalente ai primi del ‘900 e semi affondata
nel porto di Messina, sarà successivamente spostata ed
inabissata per divenire una nuova tappa di un affascinante itinerario
subacqueo, individuato precedentemente dagli archeologi del
Mare con l’ausilio dei Carabinieri. |
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Palermo:
sequestrato un falso di Guttuso
5 maggio 2006 |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo,
a conclusione di una normale attività di controllo presso
il locale mercato antiquario, hanno sequestrato un’opera
d’arte contemporanea, raffigurante “NUDO DI DONNA”,
delle dimensioni di cm. 25x50, realizzata con la tecnica del
pastello a cera su carta lucida, firmata “Guttuso”,
in quanto risultata falsa a seguito di accertamenti.
L’opera d’arte era stata regolarmente esposta per
la vendita da parte di un gallerista della città di Palermo
ed il prezzo oscillava tra i tremila ed i quattromila euro.
Per stabilire inequivocabilmente la NON AUTENTICITA’ dell’opera
è stato necessario far esperire un accurato esame tecnico
da parte di personale dell’”Archivio Renato Guttuso”
di Roma a seguito del quale è emerso che la sottoscrizione
presente sull’opera non corrispondeva a quelle che normalmente
apponeva l’artista.
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Messina:
Polizia e Carabinieri del Nucleo TPC risolvono il giallo del
recupero di un’antica icona di ignota provenienza
31 marzo 2006 |
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La
Squadra Mobile di Messina ed Nucleo per la Tutela del Patrimonio
Culturale dei Carabinieri di Palermo sono riusciti a fare piena
chiarezza circa la provenienza di una icona lignea, di stile
bizantino, raffigurante la Madonna ed il Bambino Gesù
che era stata rinvenuta dalla Polizia di Stato, nel corso di
attività investigativa diretta al recupero di opere d’arte
trafugate, in data 04.10.2005, in Messina, in località
Maregrosso. L’opera, al momento del ritrovamento, si presentava
in buono stato di conservazione ed era avvolta in un involucro
di cartone che era stato abbandonato in prossimità di
un cumulo di immondizie. A seguito degli accertamenti svolti
sulla loro banca dati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio
Culturale della Sicilia si è finalmente scoperto che
il suddetto dipinto su tavola raffigura l’immagine sacra
della “Madonna di Versacarro”, opera bizantina del
XIII° secolo, di autore ignoto e dal valore inestimabile,
trafugata da ignoti in data 18.02.2002 dalla chiesa del “S.S.
Crocefisso” di Nemi (Roma). La Madonna indossa una tunica
rossa ed un manto azzurro ed è raffigurata sedente a
mezzo busto con il Bambino sul braccio sinistro. La tavola,
di iconografia bizantina, faceva parte di un trittico, che comprendeva
due altre tavole di minori dimensioni, poste ai lati del volto
sacra della Madonna, raffiguranti gli Apostoli SS. Pietro e
Paolo, queste ultime trafugate nel 1975 e tuttora da ricercare.
La citata opera d’arte sarà esposta alla XXV^ edizione
della Mostra Europea del Turismo, Artigianato e delle Tradizioni
Culturali che si terrà in Roma presso Castel Sant’Angelo
dal 29.04.2006 al 30.06.2006, nell’apposita area dedicata
all’esposizione di opere d’arte recuperate dalle
forze dell’ordine.
>foto |
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I
Carabiniri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno portato
a termine l'operazione "Archeoweb"
23 marzo 2006 |
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I
Carabinieri del Nucleo T.P.C. di Palermo hanno concluso la prima
parte di un’operazione denominata ARCHEOWEB, volta a contrastare
l’illecita commercializzazione, prevalentemente attraverso
il sito e-Bay, di reperti archeologici di origine siciliana.
L’operazione, che ha visto i militari impegnati negli
ultimi sei mesi in una complessa attività di analisi
e riscontri condotti tramite il web, ha portato a decine di
perquisizioni, 25 denunce a piede libero ed al sequestro di
8853 reperti archeologici. Le perquisizioni, coordinate da varie
procure siciliane, hanno interessato tutte le province dell’isola,
ed hanno toccato anche altre regioni italiane, ove risultavano
risiedere alcuni acquirenti del materiale archeologico siciliano.
Le indagini, grazie anche al fattivo contributo ed alla stretta
collaborazione dei
responsabili italiani del sito internet www.ebay.it, hanno confermato
un’ampia rete di transazioni fatte anche all’estero,
riscontrando la presenza di contatti con paesi quali USA, Canada,
Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Svizzera, Malta, Brasile
ed Australia. Varie le tipologie degli oggetti sequestrati:
monete in oro, argento e bronzo,
vasellame di vario genere e tipologia, piccoli oggetti fittili,
manufatti in bronzo e persino un’antica pergamena, generalmente
ricollegabili ai periodi greco, romano, bizantino ed arabo-normanno.
>Fotografia
dei reperti |
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Modica
(Ragusa): Conferenza Internazionale sui mosaici mediterranei,
i carabinieri del TPC ricevono un importante riconoscimento
23 febbraio 2006
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Presso
la prestigiosa sede del teatro comunale “Garibaldi”
di Modica, in occasione della firma della “Carta di Modica”,
un documento che impegna i Paesi del Mediterraneo aderenti a
tutelare i mosaici antichi, il sottosegretario agli Esteri,
Giuseppe Drago, ha consegnato un riconoscimento ai carabinieri
del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo per il recupero
di un importante mosaico trafugato nella provincia Iblea. La
soprintendente provinciale, dott.ssa Enza Cilia, ha poi espresso
grande soddisfazione per la forte sinergia che ha unito il reparto
speciale dell’Arma alla soprintendenza di Ragusa in tutte
le fasi operative che hanno portato a questo importante recupero. |
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Palermo,
i Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale recuperano
tre dipinti di rilevante valore storico artistico.
8 febbraio 2006 |
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I
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo,
a seguito di complesse attività investigative, finalizzate
alla repressione di reati contro il patrimonio ecclesiastico,
hanno recuperato tre importanti dipinti, di seguito dettagliatamente
descritti:
1. dipinto ad olio su tela del XVII secolo, delle dimensioni
di cm. 205 X 167, raffigurante la Madonna del Rosario contornata
dalle 15 Stazioni del Rosario, trafugato dalla Chiesa San Nicola
di Bari del comune di Domicella (AV) negli anni ’80, immediatamente
dopo il sisma che colpì quella zona;
2. dipinto ad olio su tela delle dimensioni di cm. 141 X 102
raffigurante l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo, risalente
al XVIII sec., trafugato dal Complesso Monumentale dei SS. Giuseppe
e Teresa (ex Istituto A.M. Verna) ubicato nel comune di Marigliano
(NA) negli anni ’80, immediatamente dopo il sisma che
colpì quella zona;
3. dipinto ad olio su tela del XVII secolo, delle dimensioni
di cm. 205 X 152, raffigurante Natività, Angeli e Personaggi,
trafugato dalla Chiesa Maria SS. della Catena di Piazza Armerina
(EN) il 18.12.1988.
Le attività investigative poste in essere hanno consentito
di localizzare le opere in argomento presso una struttura turistico–alberghiera
della provincia di Palermo il cui titolare ha dichiarato di
averli acquistati anni addietro presso occasionali mercatini
d’antiquariato. Determinante per il riconoscimento dei
suddetti dipinti si è rivelato l’ausilio della
Banca Dati delle Opere d’Arte da ricercare del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, ove all’epoca
del furto, erano stati inseriti i dati identificativi di ciascuna
opera.
La competente Autorità Giudiziaria ha già disposto
la restituzione dei beni alle rispettive Chiese di provenienza.
Foto1;
Foto2;
Foto3; |
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Caltavuturo
(Pa), i Carabinieri recuperano un'antica macina in pietra
lavica
14
gennaio 2006
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I
Carabinieri hanno recuperato, nel sito archeologico di
Monte Riparato in territorio di Caltavuturo, una macina
da mulino probabilmente risalente al II e I secolo a.
C. Il recupero è stato possibile grazie alla segnalazione
di un operaio forestale che stava eseguendo dei lavori
di manutenzione lungo il ciglio di una strada di accesso
agli scavi.
Probabilmente a causa delle piogge dei giorni scorsi è
venuta alla luce una macina da mulino in pietra, di epoca
ellenistico-romana, in discreto stato di conservazione.
Appena si è accorto del reperto l’operaio
ha informato i carabinieri della locale stazione i quali
hanno provveduto al recupero interessando
la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali ed il
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale da sempre
fortemente impegnato a contrastare gli scavi clandestini
e costantemente interessato alla catalogazione dei materiale
rinvenuti.
La macina che sarà presto consegnata agli organi
competenti, è costituita da due pezzi distinti
e misura 40 cm circa di diametro per un altezza di 50
cm circa.
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