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Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
Nucleo di Palermo

Corso Calatafimi 213 - 90129 Palermo
Tel. 091422825 - 091422772 fax 091422452
tpcpanu@carabinieri.it

 

Nel sito internet dei Carabinieri pagina dedicata al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale

Banca dati: Beni Culturali Illecitamente Sottratti

Beni archeologici e opere d'arte da ricercare

L’arte trafugata:
1 il caveau dei tesori ritrovati;
2 a caccia di capolavori;
3 dai saccheggi al web;
4 Io, segugio di opere d'arte

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Comunicati stampa 2004

comunicati stampa 2008 / 2007 / 2006 / 2005

 

Consuntivo dell'attività operativa del nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale della Sicilia

Elmo romano della battaglia delle Egadi

Elmo romano della battaglia delle Egadi (241 a.C.)

29 dicembre 2004

 

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo hanno concluso la loro attività operativa del 2004 con un notevole incremento dei recuperi di oggetti pertinenti al patrimonio culturale siciliano o riferibili a reati ai danni del medesimo. Il reparto speciale, che opera dal 1992 su tutto il territorio della Sicilia, e che ha sede a Palermo, ha chiuso l'anno con 7865 recuperi a fronte dei 507 del 2003.
Le numerose indagini che hanno permesso un simile risultato sono state per lo più rivolte alla repressione e prevenzione dei reati a danno del ricchissimo patrimonio archeologico siciliano, e ciò anche in ossequio all'anno dell'Archeologia proclamato dall'Assessorato ai BB CC della Sicilia per il 2004.Dei 7865 oggetti recuperati, ben 1908 sono reperti archeologici provenienti per lo più da scavi clandestini che da decenni distruggono il patrimonio culturale dell'isola, andando a saccheggiare i suoi importanti giacimenti archeologici.
" il danno più allarmante e tangibile derivante dagli scavi clandestini" afferma il capitano Giuseppe Marseglia comandante del Nucleo TPC, "è quello che riguarda la totale distruzione della stratigrafia a seguito della decontestualizzazione dei singoli reperti che, anche se nella maggior parte dei casi sono di esiguo valere venale, rivestono notevole importanza scientifica se inseriti in un determinato sito ed in un determinato contesto di scavo archeologico".
Dei 1908 reperti archeologici recuperati, e consegnati alle locali soprintendenze, 110 sono di provenienza subacquea, e ciò grazie alla preziosa sinergia che nel corso dell'anno ha visto i militari del Tutela Patrimonio Culturale operare a stretto contatto con i Carabinieri del Nucleo Subacquei di Messina, con i natanti dell'Arma in servizio lungo tutte le coste e con la nuova soprintendenza del Mare da poco costituitasi e diretta dal prof. Sebastiano Tusa.
Sintomatici e di notevole spessore sono stati i recuperi effettuati alle isole Egadi riguardanti reperti riconducibli alla famosa battaglia che prese il nome dall'arcipelago, tra i quali un elmo romano ed un rostro in bronzo.
46 oggetti di antiquariato recuperati sono invece il frutto dell'attività di contrasto dei carabinieri ai furti ai danni di chiese e privati: su 65 denunce di furti di opere d'arte in Sicilia nel 2004 ben 27 sono a danno di chiese ed enti religiosi, numeri in leggero calo se confrontati con i 74 del 2003 di cui 32 riferibili al patrimonio ecclesiastico. Tra le opere ecclesiastiche più importanti, recuperate nel 2004, vi sono le pale d'altare della chiesa di S. Pietro di Piazza Armerina, risalenti al XVII secolo, e le tele secentesche della chiesa di Maria SS delle Grazie di Palazzo Adriano.
Ma il numero maggiore di oggetti recuperati, divisi per tipologia, è dato dai falsi: ben 5911, dei quali 127 riferibili ad opere pittoriche, stampe, litografie di arte contemporanea, e 5784 falsi reperti archeologici.
Quest'ultimo dato merita sicuramente un commento; L'Italia, da sempre luogo privilegiato per il reperimento di oggetti di antichità, è stata anche la patria di un antico e radicato artigianato di falsi che potessero sopperire alla sempre crescente richiesta di mercato di oggetti legati all'archeologia, ed in Sicilia il fenomeno della riproduzione di reperti archeologici ha da tempo trovato eccellenti cultori, abili falsificatori di monete greche e romane, vasi a figure rosse e nere, statuette fittili ed altro che potesse soddisfare le richieste del mercato interno ed estero.
Ben l'80% dei reperti archeologici che lasciano la Sicilia attraverso le rotte clandestine di questo tipo di illecito sono infatti dei falsi, ed a volte la percentuale sale anche al 90%, e tale primato pone il nostro Paese al primo posto in classifica tra i migliori e più prolifici produttori di falsi archeologici del bacino del mediterraneo, avanti ad Egitto e Siria.
Per concludere con i dati numerici riferibili all'attività operativa del Nucleo vi sono state 36 persone denunciate a piede libero (per lo più per il reato di ricettazione), 167 controlli ad esercizi antiquarii, 14 sanzioni amministrative elevate agli esercenti e 74 ispezioni a musei ed aree archeologiche della Sicilia.

tabella numerica attivita operativa (.pdf)

foto rostro (.jpg)


Importante operazione di recupero opere d'arte in Sicilia

recupero del 17 dicembre 2004

17 dicembre 2004

  Nell'ambito di prolungate indagini attuate in varie province siciliane e finalizzate al recupero di beni di provenienza ecclesiatica, i Carabinieri del nucleo Tutela Culturale di Palermo hanno sequestrato due importanti tele del `600, l'Annunciazione e S. Francesco benedicente, trafugate dalla chiesa di San Pietro, a Piazza Armerina, il 24.12.1997. Le tele sono state recuperate sul mercato antiquario di Messina.
Il recupero si inserisce in un ambito piu' ampio di attività' di tutela del patrimonio ecclesiastico delle diocesi siciliane che da decenni vedono depredate le loro ricchezze storico-artistiche, e costituisce un momento di una piu' ampia attività' di contrasto e prevenzione che il reparto speciale porta avanti di concerto con tutte le autorita' ecclesiastiche dell'isola.
Tra gli altri manufatti artistici recuperati dai militari del TPC, e presentati alla conferenza stampa, vi sono:
- Statua lignea di S. Apollonia, primo quarto del XVII secolo, trafugata in data imprecisata dalla chiesa dei Cappuccini di Trapani, recuparata presso un'abitazione privata a Trapani.
- Due lampadari ed una scultura lignea di angelo, risalenti al XVIII secolo, trafugati a febbraio del 1998 dalla chiesa di S.Giovanni Battista di Ciminna (PA), recuperati presso un'abitazione privata ed un albergo di Palermo.
- Sarcofago con lapide in marmo del XVII secolo, asportato dalla chiesa di Sant'Eulalia dei Catalani di Palermo in data imprecisata, recuperata sul mercato antiquario di Palermo.
- Due 'ovali' (1 e 2) olio su tela del XVIII secolo, asportati da un istituto religioso di Carmagnola (TO), sequestrati a Catania durante la fiera antiquaria.
- Due Candelieri in legno dorato asportati dalla chiesa di S. Maria Assunta di Pinasca (TO), recuperati sul mercato antiquario di Palermo
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Morgantina: due denunce dei Carabinieri del nucleo T.P.C.
Morgantina

21 settembre 2004
  Durante un regolare controllo presso il sito archeologico di Morgantina (EN), i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo hanno denunciato a piede libero due persone, entrambe impiegate presso quel sito. Durante il controllo i militari hanno accertato che i numerosi turisti presenti nel sito, italiani e stranieri, erano tutti sprovvisti di biglietto: un rapido accertamento presso la biglietteria permetteva ai carabinieri di scoprire che l’impiegato addetto alla biglietteria, G.L., originario di Valguarnera, dopo aver intascato i soldi all’entrata, non staccava i corrispondenti biglietti. Esaminando il registro delle presenze, inoltre, i militari appuravano che l’impiegata aidonese R.P. risultava ingiustificatamente assente dal posto di lavoro.
Entrambi gli impiegati sono quindi stati denunciati alla procura della repubblica di Enna per concorso in truffa ai danni dello Stato e per falso. “Vogliamo sensibilizzare i visitatori affinché – affermano i Carabinieri – si rendano parte attiva nell’evitare simili irregolarità, ripetendo che è un preciso dovere del personale addetto alle biglietterie rilasciare il biglietto di entrata ai siti ed ai musei una volta riscosso il pagamento del medesimo”.

I Carabinieri del Nucleo T.P.C. sequestrano un piccolo museo di opere d’arte false
piccolo museo di opere d’arte false
8 luglio 2004
  I Carabinieri del T.P.C. hanno sequestrato 32 opere pittoriche di arte contemporanea, riconosciute false a seguito di mirati accertamenti, presso l’abitazione di un pittore residente nel popolare quartiere di Ballarò a Palermo. I militari del Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Palermo erano impegnati in una indagine antidroga e, cercando stupefacenti durante la perquisizione presso la casa del pittore, si sono invece imbattuti in un piccolo museo casalingo di opere d’arte contemporanea. Subito fatti intervenire i Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale gli stessi rinvenivano presso la suddetta abitazione dipinti di Guttuso, di Fiume, di Sassu, di Dalì, di Tozzi, di Carrà più tre vasi greci di provenienza daunia e tre monete romane di epoca imperiale. Il pittore è stato denunciato a piede libero e la sua posizione è al vaglio della Autorità Giudiziaria.

I Carabinieri del T.P.C. sequestrano un falso Guttuso
falso Guttuso
6 giugno 2004
   

I Carabinieri del T.P.C. hanno sequestrato un falso di Renato Guttuso,”nudo di donna con calze”, dimensioni 64x44, china acquerellata e tempera su carta, durante un controllo ad una fiera antiquaria svoltasi a Palermo alla fine di marzo. L’antiquario, di origine milanese, è stato denunciato a piede libero.
Il dipinto è stato sottoposto ad un esame tecnico a cura del personale dell’Archivio “Guttuso” di Roma, a seguito del quale è emerso che le sottoscrizioni presenti sull’opera non corrispondevano a quelle che normalmente faceva l’artista.


I CARABINIERI DEL NUCLEO TPC DELLA SICILIA HANNO CONCLUSO L’OPERAZIONE “SIKANIE”

OPERAZIONE “SIKANIE”

6 maggio 2004

 

Sicuramente positivo il bilancio consuntivo riferito all’operazione “SIKANIE” , sviluppatasi nei primi quattro mesi dell’anno 2004, attuata dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, i cui militari, al termine di una serie di perquisizioni domiciliari, operate nelle province di Palermo, Catania, Siracusa ed Enna, hanno recuperato 297 reperti archeologici, tutti ricollegabili al territorio della Sicilia, e denunciato 15 persone.
Tra le varie tipologie dei manufatti recuperati (fotografia) vi sono anfore puniche e romane, Kylix attiche del VI – V sec. a.C., Lekythos del V sec. a.C., Coppette, Lucerne,rare Bottiglie di vetro soffiato risalente al IV sec. d.C., Statuette Fittili in terracotta, Statuette in bronzo risalenti al V-III sec. a.C., Oinochoe, ed un ingente quantitativo di monete in bronzo di varie dimensioni e peso riconducibili ad antiche zecche siciliane attive dal V sec. a.C. al Medioevo.
Tutto il materiale, recuperato in occasione di perquisizioni domiciliari, ritenuto di grande pregio e valore artistico e scientifico da parte dei tecnici delle varie Soprintendenze della Regione Siciliana, era detenuto illegalmente - in violazione alle norme del Decreto Legislativo 490/1999 da parte di privati cittadini, e costituisce solo una piccolissima selezione di oggetti antichi, sintomatica della continua e devastante attività di scavo clandestino che inesorabilmente distrugge i siti archeologici della Sicilia.


I carabinieri del TPC recuperano le tele di Palazzo Adriano

tele di Palazzo Adriano

3 marzo 2004

  I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Palermo hanno recuperato importanti dipinti di scuola siciliana risalenti al XVI, XVII e XVIII secolo. L'operazione è stata originata da mirate attività informative intraprese a seguito del furto perpetrato ai danni della chiesa Maria Santissima delle Grazie di Palazzo Adriano (Pa) avvenuto il 21 maggio 2003. In particolare le indagini sono state indirizzate verso una preliminare ricostruzione dei canali clandestini della ricettazione, sviluppata anche con l'ausilio di foto-comparazione mediante la banca dati delle opere d'arte. Le risultanze investigative hanno permesso di acclarare che i dipinti si trovavano in possesso di un noto antiquario palermitano. Grazie ad una serie di perquisizioni domiciliari eseguite presso diversi antiquari e restauratori del luogo si è evitato che i dipinti di notevole valore artistico si disperdessero venendo così "inghiottiti" dal mercato clandestino delle opere d'arte. L'operazione, che ha permesso di deferire a p.l. alla competente autorità giudiziaria nr.2 soggetti, di cui uno pregiudicato, non si ferma ai soli segnalamenti, ma mira a sviluppare una tattica repressiva sempre di più finalizzata a contrastare organizzazioni criminali dedite al traffico di opere d'arte provento di furti.
FOTO: S. Pietro; S. Sebastiano; S.Lucia; S. Onofrio; S. Vito.

I Carabinieri del Nucleo TPC recuperano un antico reperto archeologico nel territorio di Misterbianco (CT)

antico reperto archeologico

28 gennaio 2004

 

Nel contesto di una serie di attività investigative finalizzate alla tutela delle aree archeologiche della Sicilia, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, coadiuvati da quelli del Comando Provinciale di Catania, in perfetta sinergia con la Soprintendenza per i BB.CC.AA. di Catania, hanno effettuato un altro importante recupero che si aggiunge ed arricchisce i positivi risultati fino ad oggi conseguiti.
Un importante manufatto in pietra lavica, costituito da un blocco a forma di parallelepipedo irregolare, dell'altezza di circa 80 cm. recante una epigrafe di quattro lettere latine in capitale rustica del tardo antico, è stato individuato adagiato sulla nuda argilla nei pressi di un rado e remoto uliveto nel territorio dei Monti Sieli, vicino Misterbianco (CT), sicuramente già pronto per essere consegnato nelle mani di qualche estimatore.
Le immediate verifiche bibliografiche effettuate hanno infatti consentito di acclarare con assoluta certezza che il manufatto è di sicuro interesse archeologico; infatti lo storico Adolfo Holm nell'opera 'Storia della Sicilia nell'antichità', fa riferimento ad una pietra simile utilizzata per delimitare il confine tra la Sicilia dei Vandali e la parte dei Goti.
In sostanza tali iscrizioni in periodo romano stavano ad indicare il confine con i vandali.
Le ricerche in merito si sono allargate ad altre piccole conoscenze di folklore locale che coincidono formando così un mosaico di simpatiche curiosità. I contadini di Misterbianco erano soliti indicare i confini delle loro proprietà mediante il posizionamento di un concio in pietra direttamente sulla nuda terra; si dice inoltre che, a tutt'oggi, si usa inserire un blocchetto in pietra lavica sulla facciata di una costruzione per indicare i diversi proprietari tra appartamenti attigui, contigui o sovrastanti. La curiosità consiste nel fatto che questa pietra di'.confine è in dialetto intesa come 'la consuetudine'. C'è certamente qui da soffermarsi e meditare sulla strana coincidenza tra la radice di questa parola, che in dialetto Misterbianchese vuole dire confine, ma in italiano ha tutt'altro significato, con il fatto che gli antichi su una pietra incidessero la parola CONS.

A pagina 509 dell'opera 'Storia della Sicilia nell'antichità' scritta da Adolfo Holm, edizioni Clio, volume terzo, si legge:

'Il Re Ostrogoto (si parla di Teodorico) acquistò la Sicilia nel 491 allorchè la sorella Amalafrida sposò Trasamondo Re dei Vandali''..fu trovata a Marsala una pietra con l'iscrizione fines inter Vandalo set Gothos. Un'altra iscrizione trovata ad ovest di Catania, in 'pietra di Mongibello' (lava) contiene da una parte cons dall'altra fines, e il Mommsen crede che possa alludere ai confini tra i Goti e i Vandali, cons significherebbe 'Sicilia Consularis' cioè Gothorum. Ma il confine tra i Goti e i Vandali probabilmente non vi fu mai nelle vicinanze di Catania.

     

 

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