Comunicati
stampa 2004 |
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Consuntivo
dell'attività operativa del nucleo carabinieri tutela
patrimonio culturale della Sicilia
Elmo romano
della battaglia delle Egadi (241 a.C.)
29
dicembre 2004 |
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I Carabinieri del Nucleo
Tutela Patrimonio Culturale di Palermo hanno concluso la loro
attività operativa del 2004 con un notevole incremento
dei recuperi di oggetti pertinenti al patrimonio culturale
siciliano o riferibili a reati ai danni del medesimo. Il
reparto speciale, che opera dal 1992 su tutto il territorio
della Sicilia, e che ha sede a Palermo, ha chiuso l'anno con
7865 recuperi a fronte dei 507 del 2003.
Le numerose indagini che hanno permesso un simile risultato
sono state per lo più rivolte alla repressione e prevenzione
dei reati a danno del ricchissimo patrimonio archeologico
siciliano, e ciò anche in ossequio all'anno dell'Archeologia
proclamato dall'Assessorato ai BB CC della Sicilia per il
2004.Dei 7865 oggetti recuperati, ben 1908 sono reperti archeologici
provenienti per lo più da scavi clandestini che da
decenni distruggono il patrimonio culturale dell'isola, andando
a saccheggiare i suoi importanti giacimenti archeologici.
" il danno più allarmante e tangibile derivante
dagli scavi clandestini" afferma il capitano Giuseppe
Marseglia comandante del Nucleo TPC, "è quello
che riguarda la totale distruzione della stratigrafia a seguito
della decontestualizzazione dei singoli reperti che, anche
se nella maggior parte dei casi sono di esiguo valere venale,
rivestono notevole importanza scientifica se inseriti in un
determinato sito ed in un determinato contesto di scavo archeologico".
Dei 1908 reperti archeologici recuperati, e consegnati alle
locali soprintendenze, 110 sono di provenienza subacquea,
e ciò grazie alla preziosa sinergia che nel corso dell'anno
ha visto i militari del Tutela Patrimonio Culturale operare
a stretto contatto con i Carabinieri del Nucleo Subacquei
di Messina, con i natanti dell'Arma in servizio lungo tutte
le coste e con la nuova soprintendenza del Mare da poco costituitasi
e diretta dal prof. Sebastiano Tusa.
Sintomatici e di notevole spessore sono stati i recuperi effettuati
alle isole Egadi riguardanti reperti riconducibli alla famosa
battaglia che prese il nome dall'arcipelago, tra i quali un
elmo romano ed un rostro in bronzo.
46 oggetti di antiquariato recuperati sono invece il frutto
dell'attività di contrasto dei carabinieri ai furti
ai danni di chiese e privati: su 65 denunce di furti di opere
d'arte in Sicilia nel 2004 ben 27 sono a danno di chiese ed
enti religiosi, numeri in leggero calo se confrontati con
i 74 del 2003 di cui 32 riferibili al patrimonio ecclesiastico.
Tra le opere ecclesiastiche più importanti, recuperate
nel 2004, vi sono le pale d'altare della chiesa di S. Pietro
di Piazza Armerina, risalenti al XVII secolo, e le tele secentesche
della chiesa di Maria SS delle Grazie di Palazzo Adriano.
Ma il numero maggiore di oggetti recuperati, divisi per tipologia,
è dato dai falsi: ben 5911, dei quali 127 riferibili
ad opere pittoriche, stampe, litografie di arte contemporanea,
e 5784 falsi reperti archeologici.
Quest'ultimo dato merita sicuramente un commento; L'Italia,
da sempre luogo privilegiato per il reperimento di oggetti
di antichità, è stata anche la patria di un
antico e radicato artigianato di falsi che potessero sopperire
alla sempre crescente richiesta di mercato di oggetti legati
all'archeologia, ed in Sicilia il fenomeno della riproduzione
di reperti archeologici ha da tempo trovato eccellenti cultori,
abili falsificatori di monete greche e romane, vasi a figure
rosse e nere, statuette fittili ed altro che potesse soddisfare
le richieste del mercato interno ed estero.
Ben l'80% dei reperti archeologici che lasciano la Sicilia
attraverso le rotte clandestine di questo tipo di illecito
sono infatti dei falsi, ed a volte la percentuale sale anche
al 90%, e tale primato pone il nostro Paese al primo posto
in classifica tra i migliori e più prolifici produttori
di falsi archeologici del bacino del mediterraneo, avanti
ad Egitto e Siria.
Per concludere con i dati numerici riferibili all'attività
operativa del Nucleo vi sono state 36 persone denunciate a
piede libero (per lo più per il reato di ricettazione),
167 controlli ad esercizi antiquarii, 14 sanzioni amministrative
elevate agli esercenti e 74 ispezioni a musei ed aree archeologiche
della Sicilia.
tabella
numerica attivita operativa (.pdf)
foto rostro (.jpg)
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Importante
operazione di recupero opere d'arte in Sicilia
17 dicembre 2004 |
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Nell'ambito
di prolungate indagini attuate in varie province siciliane e
finalizzate al recupero di beni di provenienza ecclesiatica,
i Carabinieri del nucleo Tutela Culturale di Palermo hanno sequestrato
due importanti tele del `600, l'Annunciazione
e S. Francesco
benedicente, trafugate dalla chiesa di San Pietro, a Piazza
Armerina, il 24.12.1997. Le tele sono state recuperate sul mercato
antiquario di Messina.
Il recupero si inserisce in un ambito piu' ampio di attività'
di tutela del patrimonio ecclesiastico delle diocesi siciliane
che da decenni vedono depredate le loro ricchezze storico-artistiche,
e costituisce un momento di una piu' ampia attività'
di contrasto e prevenzione che il reparto speciale porta avanti
di concerto con tutte le autorita' ecclesiastiche dell'isola.
Tra gli altri manufatti artistici recuperati dai militari del
TPC, e presentati alla conferenza stampa, vi sono:
- Statua
lignea di S. Apollonia, primo quarto del XVII secolo, trafugata
in data imprecisata dalla chiesa dei Cappuccini di Trapani,
recuparata presso un'abitazione privata a Trapani.
- Due lampadari ed una scultura lignea di angelo, risalenti
al XVIII secolo, trafugati a febbraio del 1998 dalla chiesa
di S.Giovanni Battista di Ciminna (PA), recuperati presso un'abitazione
privata ed un albergo di Palermo.
- Sarcofago con lapide in marmo del XVII secolo, asportato dalla
chiesa di Sant'Eulalia dei Catalani di Palermo in data imprecisata,
recuperata sul mercato antiquario di Palermo.
- Due 'ovali' (1
e 2)
olio su tela del XVIII secolo, asportati da un istituto religioso
di Carmagnola (TO), sequestrati a Catania durante la fiera antiquaria.
- Due Candelieri in legno dorato asportati dalla chiesa di S.
Maria Assunta di Pinasca (TO), recuperati sul mercato antiquario
di Palermo. |
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Morgantina:
due denunce dei Carabinieri del nucleo T.P.C.
21 settembre 2004 |
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Durante un regolare controllo
presso il sito archeologico di Morgantina (EN), i carabinieri
del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo hanno denunciato
a piede libero due persone, entrambe impiegate presso quel sito.
Durante il controllo i militari hanno accertato che i numerosi
turisti presenti nel sito, italiani e stranieri, erano tutti
sprovvisti di biglietto: un rapido accertamento presso la biglietteria
permetteva ai carabinieri di scoprire che limpiegato addetto
alla biglietteria, G.L., originario di Valguarnera, dopo aver
intascato i soldi allentrata, non staccava i corrispondenti
biglietti. Esaminando il registro delle presenze, inoltre, i
militari appuravano che limpiegata aidonese R.P. risultava
ingiustificatamente assente dal posto di lavoro.
Entrambi gli impiegati sono quindi stati denunciati alla procura
della repubblica di Enna per concorso in truffa ai danni dello
Stato e per falso. Vogliamo sensibilizzare i visitatori
affinché affermano i Carabinieri si rendano
parte attiva nellevitare simili irregolarità, ripetendo
che è un preciso dovere del personale addetto alle biglietterie
rilasciare il biglietto di entrata ai siti ed ai musei una volta
riscosso il pagamento del medesimo. |
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I
Carabinieri del Nucleo T.P.C. sequestrano un piccolo museo di
opere darte false
8 luglio 2004 |
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I Carabinieri del T.P.C. hanno
sequestrato 32 opere pittoriche di arte contemporanea, riconosciute
false a seguito di mirati accertamenti, presso labitazione
di un pittore residente nel popolare quartiere di Ballarò
a Palermo. I militari del Nucleo Operativo del Comando Provinciale
di Palermo erano impegnati in una indagine antidroga e, cercando
stupefacenti durante la perquisizione presso la casa del pittore,
si sono invece imbattuti in un piccolo museo casalingo di opere
darte contemporanea. Subito fatti intervenire i Carabinieri
del Tutela Patrimonio Culturale gli stessi rinvenivano presso
la suddetta abitazione dipinti di Guttuso, di Fiume, di Sassu,
di Dalì, di Tozzi, di Carrà più tre vasi
greci di provenienza daunia e tre monete romane di epoca imperiale.
Il pittore è stato denunciato a piede libero e la sua
posizione è al vaglio della Autorità Giudiziaria. |
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I
Carabinieri del T.P.C. sequestrano un falso Guttuso
6 giugno 2004 |
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I
Carabinieri del T.P.C. hanno sequestrato un falso di Renato
Guttuso,nudo di donna con calze, dimensioni 64x44,
china acquerellata e tempera su carta, durante un controllo
ad una fiera antiquaria svoltasi a Palermo alla fine di marzo.
Lantiquario, di origine milanese, è stato denunciato
a piede libero.
Il dipinto è stato sottoposto ad un esame tecnico a
cura del personale dellArchivio Guttuso
di Roma, a seguito del quale è emerso che le sottoscrizioni
presenti sullopera non corrispondevano a quelle che
normalmente faceva lartista. |
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I
CARABINIERI DEL NUCLEO TPC DELLA SICILIA HANNO CONCLUSO LOPERAZIONE
SIKANIE
6 maggio 2004 |
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Sicuramente
positivo il bilancio consuntivo riferito alloperazione
SIKANIE , sviluppatasi nei primi quattro mesi
dellanno 2004, attuata dal Nucleo Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale di Palermo, i cui militari, al termine
di una serie di perquisizioni domiciliari, operate nelle province
di Palermo, Catania, Siracusa ed Enna, hanno recuperato 297
reperti archeologici, tutti ricollegabili al territorio della
Sicilia, e denunciato 15 persone.
Tra le varie tipologie dei manufatti recuperati (fotografia)
vi sono anfore puniche e romane, Kylix attiche del VI
V sec. a.C., Lekythos del V sec. a.C., Coppette, Lucerne,rare
Bottiglie di vetro soffiato risalente al IV sec. d.C., Statuette
Fittili in terracotta, Statuette in bronzo risalenti al V-III
sec. a.C., Oinochoe, ed un ingente quantitativo di monete
in bronzo di varie dimensioni e peso riconducibili ad antiche
zecche siciliane attive dal V sec. a.C. al Medioevo.
Tutto il materiale, recuperato in occasione di perquisizioni
domiciliari, ritenuto di grande pregio e valore artistico
e scientifico da parte dei tecnici delle varie Soprintendenze
della Regione Siciliana, era detenuto illegalmente - in violazione
alle norme del Decreto Legislativo 490/1999 da parte di privati
cittadini, e costituisce solo una piccolissima selezione di
oggetti antichi, sintomatica della continua e devastante attività
di scavo clandestino che inesorabilmente distrugge i siti
archeologici della Sicilia. |
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I
carabinieri del TPC recuperano le tele di Palazzo Adriano
3 marzo 2004
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I carabinieri del Nucleo tutela
patrimonio culturale di Palermo hanno recuperato importanti
dipinti di scuola siciliana risalenti al XVI, XVII e XVIII secolo.
L'operazione è stata originata da mirate attività
informative intraprese a seguito del furto perpetrato ai danni
della chiesa Maria Santissima delle Grazie di Palazzo Adriano
(Pa) avvenuto il 21 maggio 2003. In particolare le indagini
sono state indirizzate verso una preliminare ricostruzione dei
canali clandestini della ricettazione, sviluppata anche con
l'ausilio di foto-comparazione mediante la banca dati delle
opere d'arte. Le risultanze investigative hanno permesso di
acclarare che i dipinti si trovavano in possesso di un noto
antiquario palermitano. Grazie ad una serie di perquisizioni
domiciliari eseguite presso diversi antiquari e restauratori
del luogo si è evitato che i dipinti di notevole valore
artistico si disperdessero venendo così "inghiottiti"
dal mercato clandestino delle opere d'arte. L'operazione, che
ha permesso di deferire a p.l. alla competente autorità
giudiziaria nr.2 soggetti, di cui uno pregiudicato, non si ferma
ai soli segnalamenti, ma mira a sviluppare una tattica repressiva
sempre di più finalizzata a contrastare organizzazioni
criminali dedite al traffico di opere d'arte provento di furti.
FOTO: S.
Pietro; S.
Sebastiano; S.Lucia;
S.
Onofrio; S.
Vito. |
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I
Carabinieri del Nucleo TPC recuperano un antico reperto archeologico
nel territorio di Misterbianco (CT)
28
gennaio 2004
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Nel
contesto di una serie di attività investigative finalizzate
alla tutela delle aree archeologiche della Sicilia, i Carabinieri
del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, coadiuvati
da quelli del Comando Provinciale di Catania, in perfetta
sinergia con la Soprintendenza per i BB.CC.AA. di Catania,
hanno effettuato un altro importante recupero che si aggiunge
ed arricchisce i positivi risultati fino ad oggi conseguiti.
Un importante manufatto in pietra lavica, costituito da un
blocco a forma di parallelepipedo irregolare, dell'altezza
di circa 80 cm. recante una epigrafe di quattro lettere latine
in capitale rustica del tardo antico, è stato individuato
adagiato sulla nuda argilla nei pressi di un rado e remoto
uliveto nel territorio dei Monti Sieli, vicino Misterbianco
(CT), sicuramente già pronto per essere consegnato
nelle mani di qualche estimatore.
Le immediate verifiche bibliografiche effettuate hanno infatti
consentito di acclarare con assoluta certezza che il manufatto
è di sicuro interesse archeologico; infatti lo storico
Adolfo Holm nell'opera 'Storia della Sicilia nell'antichità',
fa riferimento ad una pietra simile utilizzata per delimitare
il confine tra la Sicilia dei Vandali e la parte dei Goti.
In sostanza tali iscrizioni in periodo romano stavano ad indicare
il confine con i vandali.
Le ricerche in merito si sono allargate ad altre piccole conoscenze
di folklore locale che coincidono formando così un
mosaico di simpatiche curiosità. I contadini di Misterbianco
erano soliti indicare i confini delle loro proprietà
mediante il posizionamento di un concio in pietra direttamente
sulla nuda terra; si dice inoltre che, a tutt'oggi, si usa
inserire un blocchetto in pietra lavica sulla facciata di
una costruzione per indicare i diversi proprietari tra appartamenti
attigui, contigui o sovrastanti. La curiosità consiste
nel fatto che questa pietra di'.confine è in dialetto
intesa come 'la consuetudine'. C'è certamente qui da
soffermarsi e meditare sulla strana coincidenza tra la radice
di questa parola, che in dialetto Misterbianchese vuole dire
confine, ma in italiano ha tutt'altro significato, con il
fatto che gli antichi su una pietra incidessero la parola
CONS.
A
pagina 509 dell'opera 'Storia della Sicilia nell'antichità'
scritta da Adolfo Holm, edizioni Clio, volume terzo, si legge:
'Il
Re Ostrogoto (si parla di Teodorico) acquistò la Sicilia
nel 491 allorchè la sorella Amalafrida sposò
Trasamondo Re dei Vandali''..fu trovata a Marsala una pietra
con l'iscrizione fines inter Vandalo set Gothos. Un'altra
iscrizione trovata ad ovest di Catania, in 'pietra di Mongibello'
(lava) contiene da una parte cons dall'altra fines, e il Mommsen
crede che possa alludere ai confini tra i Goti e i Vandali,
cons significherebbe 'Sicilia Consularis' cioè Gothorum.
Ma il confine tra i Goti e i Vandali probabilmente non vi
fu mai nelle vicinanze di Catania. |
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