Riprogettare il futuro dei musei locali per fronteggiare il calo dei visitatori «Riprogettare il futuro dei musei locali nell’ottica della salvaguardia della identità culturale, innescando un circolo virtuoso a livello economico intorno ad essi». È la ricetta salva crisi proposta dal direttore della Casa Museo "Antonino Uccello", lo studioso Gaetano Pennino. Il museo non può misurare la sua importanza dal numero di biglietti staccati: altrimenti, come osserva lo stesso Pennino, solo realtà quali i musei Vaticani, gli Uffizi a Firenze, la Venaria Reale, «fanno cassa». A Palazzolo, peraltro, non si staccano biglietti. Far pagare il biglietto alla gente del luogo appare eticamente discutibile, anche per il lascito intellettuale di Antonino Uccello. E comunque il calo di visitatori non affligge solo la rete museale iblea, ma attanaglia l’Isola. «È una fase complessa - sottolinea -. La tendenza generale, non solo sicula, è che la moderna museografia assegna alla struttura un ruolo differente rispetto a quanto gli si intende attribuire pensando al passato. La maggior parte delle persone era abituata a considerare il museo come un contenitore di reperti eccezionali, recipiente di raccolte come a Parigi, Amsterdam, Roma, Londra. Ma sono di panorami ristretti: fanno «sbigliettamento» in Italia soltanto tre o quattro. Il resto dei musei sono studi di ricerca, conservazione e tutela, identità del territorio. Per questo occorre potenziare ciò che abbiamo non riferendoci al "ticketing". Si deve collegare il tutto a una funzione sociale che renda più appetibile il territorio. Se il museo svolge questa funzione, rendendosi latore di un’attività in cui la gente si rispecchia, diventa interessante». R. R.
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