Nasce a Canicattini Bagni l'11 Settembre 1922. Compie studi magistrali a Noto. Nel 1944 sposa Anna Caligiore e si stabilisce a Palazzolo Acreide. Emigra nel 1947 in Lombardia e insegna nelle scuole elementari della Brianza. Nelle fredde nebbie del Nord nasce e si precisa l'idea della Casa museo. Nasce da profondi motivi e urgenze che lo incalzano già da anni: la perdita di un patrimonio culturale da parte di un popolo, quello siciliano, avviato in quegli anni verso un tragico e devastante esodo. In Brianza, Uccello porta tanti oggetti della civiltà contadina e li presenta in mostre d'arte presso famose gallerie del Nord. Questi oggetti (cucchiai in legno, collari, presepi in legno d'arancio, chiavi di carretto, sculture in ferro, del carretto) facevano la spola fra Palazzolo e la Brianza. Pubblica i primissimi versi a Noto: sono i compagni di scuola a promuovere la pubblicazione delle sue liriche giovanili. Ma è in Lombardia che si forma come poeta di raffinata cultura: a Milano frequenta i cenacoli culturali che si stringono attorno a Vittorini e intreccia amicizie con Treccani, Chiara, Budigna, Bernasconi, Zancanaro. In questo periodo pubblica le prime raccolte di poesie:Triale (1957), La notte dell'Ascensione (1958) Nel 1959 pubblica Canti del Val di Noto per i tipi di Vanni Sheiwiller, che segnano e corrono in parallelo al suo progressivo orientarsi verso la ricerca etnoantropologica. A seguito dello studio della poesia popolare e di una serie di rilevamenti sul campo per conto dell'Accademia Nazionale di S. Cecilia e del suo Centro Nazionale Studi di Musica Popolare (Cnsmp) di Roma, ma soprattutto con l’affinamento degli strumenti critici a seguito della lettura dei Quaderni dal carcere di Gramsci, realizza il primo vero studio di taglio antropologico, anche se ancora una volta orientato verso lo studio della letteratura popolare, Risorgimento e società nei canti popolari siciliani (1961, ristampato nel 1978): sorta di antistoria del Risorgimento italiano. Nel frattempo (1961) Uccello ha posto fine alla permanenza nel nord Italia e ritorna nella sua Palazzolo, dove acquista un’ala di un antico palazzo (Palazzo Ferla, sec. XVIII). Qui trasporta gli oggetti raccolti nell’area iblea in attesa di una definitiva sistemazione. Nel 1965 pubblica un altro studio di poesia popolare Carcere e mafia nei canti popolari siciliani, libro che suscitò una ridda di polemiche per il tema trattato e in quanto si collocava fra quegli studi che presentavano un diverso volto del Risorgimento italiano: quello visto attraverso l’ottica dei vinti. Coerente agli allora prevalenti interessi negli studi demologici orientati verso la letteratura e l’arte popolare, pubblica il volume Pitture su vetro del popolo siciliano (1968). Gli anni che seguono immediatamente vedono Uccello impegnato nella realizzazione del suo “capolavoro”: la Casa museo di Palazzolo Acreide, inaugurata nel 1971. Da questo momento la ricerca di Uccello si precisa incentrandosi sullo studio dei diversi aspetti della cultura popolare, soprattutto contadina: sono pubblicati, in rapida successione; -Folklore siciliano nella Casa museo di Palazzolo Acreide (1972) -La civiltà del legno in Sicilia (1973), dedicato all’arte lignea dei pastori e alla cultura contadina iblea; -Amore e matrimonio nella vita del popolo siciliano (1976); -Pani e dolci di Sicilia (1976); -Tessitura popolare in Sicilia (1978); -Il presepe popolare in Sicilia (1979); -Bovari pecorai e curatuli (1980); -Cultura casearia in Sicilia (uscito postumo nel 1980 e pubblicato dall’Associazione Amici della Casa museo). Uccello muore a Palazzolo il 29 Ottobre 1979. È sepolto a Canicattini Bagni. La moglie di Antonino Uccello, Anna Caligiore, la figlia Rosalia, i nipoti Paolo e Chiara Morale e il genero, dottore Corrado Morale, coltivano con attenzione e amorevole cura la memoria e l'operato del fondatore del Museo, promuovendo iniziative culturali nel solco dell'eredità intellettuale e morale consegnata loro dal congiunto. Intenso è anche il rapporto tra la Casa museo e i familiari di Uccello, che si nutre di un confronto costante nella verifica delle volontà dell'etnografo circa i destini e l'evoluzione dell'Istituzione. Ogni eventuale contatto con la famiglia Uccello-Morale può essere attivato tramite i responsabili della Casa museo.
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