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La sala, denominata fenicio-punica ed egizia, comprende alcune delle più importanti testimonianze dell'arte |
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Nella sala denominata Sarcofagi antropoidi punici di Pizzo Cannita sono presenti i due sarcofagi antropoidi del V sec. a. C., rinvenuti tra Solunto e Palermo (gli unici esemplari di questo tipo in Sicilia), scoperti rispettivamente nel 1695 e nel 1725. Una delle due opere è giunta integra, mentre parte della seconda è stata ricostruita. Su ambedue i coperchi è scolpita una figura femminile. Sala S. Giorgio: denominata Mostre Temporanee |
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Dal lato orientale del chiostro si accede alla sala Epigrafi che racchiude importanti iscrizioni greche e latine, provenienti da varie parti della Sicilia. Particolare importanza riveste il gruppo delle epigrafi selinuntine, tra le quali spicca quella di Eukritios (fine del VII sec. a.C) che fu scoperta nel 1963 lungo il tratto nord-ovest delle mura dell'acropoli. In questa sala è, inoltre, presente il grande blocco di pietra calcarea con la “grande iscrizione” ( V sec. a.C.) in alfabeto corinzio-megarese, rinvenuto nel 1871 dal Cavallari, nell'anta sinistra dell'ingresso dell' adyton del tempio G, a mt. 2,40 dal suolo e la base in pietra calcarea rinvenuta nel 1889 nell'angolo meridionale del recinto di Ecate. Un posto particolare occupa un'importante iscrizione bustrofedica con dedica ad Eracle di Arìstillos, proveniente da Poggioreale e le stele votive iscritte del santuario di Meilìchios . | |||
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Nella sala delle stele puniche da Selinunte troviamo le stele del santuario di Zeus Meilìchios in località Gaggera (Selinunte). Queste raffigurano un defunto o una coppia di defunti, consacrati e assimilati alla divinità. Alcuni esemplari rispecchiano gli schemi figurativi dell'arte ellenistica (Foto), ma in altri ritroviamo l'immagine della coppia divina appena abbozzata (Foto). Fra le steli iscritte, un posto particolare occupa una piccola erma della metà del V sec. a.C. offerta votiva del gruppo gentilizio delle figlie di Hermìas e delle figlie di Euklés.
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Nella sala Ettore Gabrici troviamo le terrecotte architettoniche e le sculture da Selinunte. Di immenso valore sono il Frontone orientale del tempio C di Selinunte e la grande Maschera di Gòrgone a rilievo. Allo stato attuale la sala è adibita ad uso didattico e dispone di attrezzature per la proiezione di audiovisivi e di un video sulla formazione delle collezioni del Museo.
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La Sala è dedicata a Pirro Marconi, l'archeologo che nel 1929 mise in luce presso la foce del Fiume Grande, nella piana di Buonfornello, i resti del grande tempio dorico eretto dagli Imeresi a commemorazione della vittoria riportata nel 480 a .C. dai greci sicelioti contro l'esercito punico. Di rilievo in questa sala è il Gronde leonine del tempio di Himera .
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Questa sala deve la sua denominazione alla presenza delle Metope arcaiche provenienti da Selinunte. Esse sono: la metopa raffigurante il ratto di Europa da Selinunte, il frammento di metopa in calcare (dal tempio C di Selinunte), la Metopa arcaica raffigurante due divinità su carro e cavalli rampanti dall'acropoli di Selinunte, la Metopa in calcare raffigurante Perseo che uccide la Medusa in presenza di Atena (dal tempio C di Selinunte). Metopa (dal pronaos del tempio E di Selinunte) raffigurante Artemidee che fa uccidere dai suoi cani il cacciatore Atteone, la Metopa in calcare raffigurante Herakles e i cercopi (dal tempio C di Selinunte). Sono presenti, inoltre, la testa femminile marmorea dal tempio E di Selinunte e la testa di guerriero, | |||
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In questa sala è presente la Collezione etrusca dei Conti Casuccini da Chiusi. Possiamo, qui, trovare le urne cinerarie e i cippi in pietra fetida con rappresentazione del defunto recumbente, con scene di combattimento, di corse di carri, di caccia, di banchetti e processioni, il coperchio di un'urna cineraria con figura del defunto recumbente, l'urna cineraria di alabastro con scena di combattimento. Inoltre troviamo il Sarcofago di alabastro (sul coperchio è rappresentato la defunta Hasti Afunei e sulla cassa, una scena di congedo), una ricca collezione di buccheri, comprendente la nota oinochoe con raffigurazione del mito di Perseo e la Statua funeraria canopica detta Plutone.
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