Norme
nazionali
D.M. 6 settembre
1994
(Supplemento Ordinario n. 156 della Gazzetta Ufficiale n. 288 del
10/12/94)
“Normative e metodologie tecniche di
applicazione dell’art. 6, comma 3, e dell’art. 12, comma 2, della legge 27
marzo 1992, n° 257, relativa alla cessazione dell’impiego dell’amianto.”
IL MINISTRO DELLA SANITA’
DI CONCERTO CON
IL MINISTRO DELL’INDUSTRIA, DEL
COMMERCIO E DELL’ARTIGIANATO
Vista la legge 27 marzo, n° 257 dettante norme relative
alla cessazione dell’impiego dell’amianto ed in particolare gli articoli 6
comma 3 e 12, comma 2;
Visto il documento tecnico predisposto dalla
Commissione per la valutazione dei problemi ambientali e dei rischi sanitari
connessi all’impiego dell’amianto di cui all’art. 4 della legge medesima, ai
sensi dell’art. 5, comma 1, lettera f);
Decreta:
Le norme
relative agli strumenti necessari ai rilevamenti e alle analisi del
rivestimento degli edifici, nonché alla pianificazione e alla programmazione
delle attività di rimozione e di fissaggio e le procedure da seguire nei
diversi processi lavorativi di rimozione previste all'art. 12, comma 2 della
legge 27 marzo 1992, n. 257, nonché le normative e metodologie tecniche per gli
interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo l'amianto,
previste all'art. 6, comma 3 della legge medesima sono riportate nell'allegato
al presente decreto.
Roma, 6
settembre 1994
Il Ministro della sanità : COSTA
Il Ministro dell’industria, del commercio e
dell’artigianato : GNUTTI
Registrato alla Corte dei Conti il 7 novembre 1994
Registro n. 1 Sanità, foglio n. 305
ALLEGATO
NORMATIVE E METODOLOGIE TECNICHE PER LA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO, IL CONTROLLO, LA MANUTENZIONE E LA BONIFICA DI
MATERIALI CONTENENTI AMIANTO PRESENTI NELLE STRUTTURE EDILIZIE
Indice
1 - Localizzazione e caratterizzazione delle
strutture edilizie
1a) - Classificazione dei materiali contenenti
amianto
1b) - Campionamento ed analisi dei materiali
2a) - Materiali integri non suscettibili di
danneggiamento
2b) - Materiali integri suscettibili di
danneggiamento
3a) - Rimozione dei materiali in amianto
3d) - Indicazioni per la scelta del metodo di
bonifica
4 - Programma di controllo dei materiali di
amianto in sede
4b) - Attività di manutenzione e custodia
5 - Misure di sicurezza da rispettare durante gli
interventi di bonifica
5b) - Tubazioni e tecniche di glove-bag
6 - Criteri per la certificazione della
restituibilità di ambienti bonificati
6b) - Criteri per la certificazione della
restituibilità
7 - Coperture in cemento-amianto
7a) - Bonifica delle coperture in cemento-amianto
7b) - Misure di
sicurezza durante gli interventi sulle coperture in cemento-amianto
Determinazione
quantitativa dell'amianto in campioni in massa
Determinazione
quantitativa delle concentrazioni di fibre di amianto aerodisperse in ambienti
indoor
Identificazione
qualitativa delle fibre di amianto mediante la tecnica della dispersione
cromatica in microscopia ottica
Criteri
per una corretta scelta dei mezzi di protezione individuali delle vie
respiratorie
Schede
per l'accertamento della presenza di materiali contenenti amianto negli edifici
La presente
normativa si applica a strutture edilizie ad uso civile, commerciale o
industriale aperte al pubblico o comunque di utilizzazione collettiva in cui
sono in opera manufatti e/o materiali contenenti amianto dai quali può derivare
una esposizione a fibre aerodisperse.
Sono pertanto
esclusi da tale normativa gli edifici industriali in cui la contaminazione
proviene dalla lavorazione dell'amianto o di prodotti che lo contengono (quindi
siti industriali dismessi o quelli nei quali è stata effettuata riconversione
produttiva) e le altre situazioni in cui l'eventuale inquinamento da amianto è
determinato dalla presenza di locali adibiti a stoccaggio di materie prime o
manufatti o dalla presenza di depositi di rifiuti.
Il documento
contiene normative e metodologie tecniche riguardanti:
§
l'ispezione delle
strutture edilizie, il campionamento e l'analisi dei materiali sospetti per
l'identificazione dei materiali contenenti amianto;
§
il processo
diagnostico per la valutazione del rischio e la scelta dei provvedimenti
necessari per il contenimento o l'eliminazione del rischio stesso;
§
il controllo dei
materiali contenenti amianto e le procedure per le attività di custodia e
manutenzione in strutture edilizie contenenti materiali di amianto;
§
le misure di
sicurezza per gli interventi di bonifica;
§
le metodologie
tecniche per il campionamento e l'analisi delle fibre aerodisperse.
In
allegato al documento sono riportate alcune tecniche analitiche di riferimento
per la determinazione della concentrazione ponderale di amianto in campioni
massivi e per la determinazione della concentrazione di fibre di amianto
aerodisperse in ambienti di vita (ambienti indoor).
Tali allegati
vanno intesi come indicativi ed eventuali altre tecniche in grado di fornire
prestazioni equivalenti in termini di rivelabilità ed accuratezza possono essere
utilizzate a meno che nel testo del documento non sia esplicitamente prescritta
l'adozione di una specifica metodica.
1 - Localizzazione e caratterizzazione delle strutture
edilizie
1a) Classificazione dei materiali contenenti amianto
Ai fini pratici,
i materiali contenenti amianto presenti negli edifici possono essere divisi in
tre grandi categorie:
1.
materiali che
rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola;
2.
rivestimenti
isolanti di tubi e caldaie;
3.
una miscellanea di
altri materiali comprendente, in particolare, pannelli ad alta densità
(cemento-amianto), pannelli a bassa densità (cartoni) e prodotti tessili. I
materiali in cemento-amianto, soprattutto sottoforma di lastre di copertura,
sono quelli maggiormente diffusi.
La potenziale
pericolosità dei materiali di amianto dipende dall'eventualità che siano
rilasciate fibre aerodisperse nell'ambiente che possono venire inalate dagli
occupanti. Il criterio più importante da valutare in tal senso è rappresentato
dalla friabilità dei materiali: si definiscono friabili i materiali che possono
essere sbriciolati o ridotti in polvere mediante la semplice pressione delle
dita. I materiali friabili possono liberare fibre spontaneamente per la scarsa
coesione interna (soprattutto se sottoposti a fattori di deterioramento quali
vibrazioni, correnti d'aria, infiltrazioni di acqua) e possono essere
facilmente danneggiati nel corso di interventi di manutenzione o da parte degli
occupanti dell'edificio, se sono collocati in aree accessibili.
In base alla
friabilità, i materiali contenenti amianto possono essere classificati come:
friabili:
materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la
semplice pressione manuale;
compatti:
materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con
l'impiego di attrezzi meccanici (dischi abrasivi, frese, trapani, ecc.).
Nella tabella 1 sono schematicamente indicati i
principali materiali che possono essere presenti negli edifici, con le loro
caratteristiche di contenuto in amianto e di friabilità.
I ricoprimenti
a spruzzo (floccati) sono generalmente materiali friabili mentre i rivestimenti
di tubazioni e i materiali in cemento amianto sono materiali in origine poco o
niente friabili, lo possono tuttavia diventare a seguito del degrado subito a
causa di fattori ambientali.
1b) Campionamento ed analisi dei materiali
Una volta
individuati le strutture edilizie su cui intervenire, sarà opportuno, prima di
procedere al campionamento dei materiali, articolare un finalizzato programma
di ispezione, che si può così riassumere:
1.
Ricerca e verifica
della documentazione tecnica disponibile sull'edificio, per accertarsi dei vari
tipi di materiali usati nella sua costruzione, e per rintracciare, ove
possibile, l'impresa edile appaltatrice.
2.
Ispezione diretta
dei materiali per identificare quelli friabili e potenzialmente contenenti
fibre di amianto.
3.
Verifica dello stato
di conservazione dei materiali friabili, per fornire una prima valutazione
approssimativa sul potenziale di rilascio di fibre nell'ambiente.
4.
Campionamento dei
materiali friabili sospetti, e invio presso un centro attrezzato, per la
conferma analitica della presenza e del contenuto di amianto.
5.
Mappatura delle zone
in cui sono presenti materiali contenenti amianto.
6.
Registrazione di
tutte le informazioni raccolte in apposite schede (Allegato 5), da conservare
come documentazione e da rilasciare anche ai responsabili dell'edificio.
Il personale
incaricato dell'ispezione e del campionamento dovrà procedere come segue:
1.
Rintracciare
prioritariamente i siti di ubicazione di eventuali installazioni di materiali
friabili.
2.
Riconoscere
approssimativamente il tipo di materiale impiegato e le sue caratteristiche.
3.
Stabilire lo stato
di integrità dei materiali e valutare le condizioni degli eventuali
rivestimenti sigillanti, o dei mezzi di confinamento.
4.
Valutare la
friabilità dei materiali.
5.
Adottare le precauzioni
previste durante la manipolazione di materiali contenenti amianto.
6.
Mettere in atto i
criteri e le procedure di campionamento atti a garantire una sufficiente
rappresentatività dei campioni, evitando l'esposizione dell'operatore e la
contaminazione dell'ambiente.
I materiali da
campionare vanno selezionati in modo prioritario fra quelli che presentano:
1.
Friabilità e cattivo
stato di conservazione.
2.
Facile accesso o
mancanza di rivestimenti e di mezzi di confinamento.
3.
Suscettibilità di
facile danneggiamento e conseguente possibilità di rilascio di fibre
nell'ambiente.
4.
Possibilità di
frequenti manomissioni.
5.
Frequenti interventi
di manutenzione.
In ogni caso,
si dovrà procedere al campionamento evitando interventi che potrebbero tradursi
in una contaminazione degli ambienti circostanti; si dovrà procedere al
campionamento con la massima cautela, avendo cura di far sigillare
immediatamente e adeguatamente il punto in cui si è effettuato il
campionamento, impiegando, ad esempio, una vernice spray.
Le modalità
operative del campionamento possono essere schematicamente riassunte come
segue:
1.
acquisizione di
documentazione fotografica a colori la più rappresentativa possibile del
materiale da campionare, che ne evidenzi la struttura macroscopica e l'ubicazione
rispetto all'ambiente potenzialmente soggetto a contaminazione;
2.
dotazione di
adeguati mezzi personali di protezione, quali maschere contro polveri e guanti
da non più riutilizzare;
3.
impiego di strumenti
adeguati che non permettano dispersione di polvere o di fibre nell'ambiente, e
che consentano il minimo grado di intervento distruttivo, quali pinze,
tenaglie, piccoli scalpelli, forbici, cesoie, ecc. Evitare, quindi trapani,
frese, scalpelli grossolani, lime, raspe, frullini, e simili. Per i campionamenti
in profondità è consigliabile l'uso di carotatori in acciaio, o
preferibilmente, se disponibili, di carotatori trasparenti in vetro o acrilico,
ambedue a tenuta stagna.
4.
Prelievo di una
piccola aliquota del materiale, che sia sufficientemente rappresentativo e che
non comporti alterazioni significative dello stato del materiale in sito. I
materiali contenenti amianto possono essere sia omogenei che eterogenei.
Materiali tipicamente omogenei sono i prodotti in amianto-cemento, le
pannellature isolanti per pareti o soffitti, i manufatti tessili. I materiali
friabili spruzzati sono in genere omogenei, ma possono anche essere costituiti
da strati di diversa composizione, per cui occorre prelevare i campioni con
l'ausilio del carotatore. Gli isolamenti di tubi e caldaie sono spesso
eterogenei, e quindi necessitano di prelievo tramite carotatura. Per i
materiali omogenei sono per solito sufficienti uno o due campioni rappresentavi
di circa 5 cm2 (o circa 10 g). Per i materiali eterogenei è
consigliabile prelevare da due a tre campioni ogni 100 mq. circa, avendo cura
di campionare anche nei punti che appaiono di diversa colorazione superficiale
rispetto al complesso della superficie. Ulteriori campioni devono essere
prelevati laddove siano state effettuate nel tempo delle riparazioni.
5.
Inserimento
immediato del campione in una busta di plastica ermeticamente sigillabile.
6.
Segnalazione del
punto di prelievo sul materiale mediante apposizione di un contrassegno
indicante data, modalità e operatore.
7.
Riparare con
adeguati sigillanti il punto di prelievo e pulire accuratamente con panni umidi
eventuali residui sottostanti.
8.
Compilazione di una
scheda di prelievo, con tutte le informazioni necessarie, da allegare al
campione.
9.
Trasmissione diretta
del campione, della scheda di prelievo e della documentazione fotografica al
Centro incaricato delle analisi.
Se
dall'analisi eseguita si rivela la presenza di amianto si procede alla
valutazione del rischio.
Principali
tipi di materiali contenenti amianto e loro approssimativo potenziale di
rilascio delle fibre |
||
Tipo
di materiale |
Note |
Friabilità |
Ricoprimenti
a spruzzo e rivestimenti isolanti |
Fino all'85%
circa di amianto. Spesso anfiboli (amosite, crocidolite) prevalentemente
amosite spruzzata su strutture portanti di acciaio o su altre superfici come
isolante termo-acustico |
Elevata |
Rivestimenti
isolanti di tubazioni o caldaie |
Per
rivestimenti di tubazioni tutti i tipi di amianto, talvolta in miscela al
6-10% con silicati di calcio. In tele, feltri, imbottiture in genere al 100% |
Elevato
potenziale di rilascio di fibre se i rivestimenti non sono ricoperti con
strato sigillante uniforme e intatto |
Funi, corde,
tessuti |
In passato
sono stati usati tutti i tipi di amianto. In seguito solo crisotilo al 100% |
Possibilità
di rilascio di fibre quando grandi quantità di materiali vengono
immagazzinati |
Cartoni,
carte e prodotti affini |
Generalmente
solo crisotilo al 100% |
Sciolti e
maneggiati, carte e cartoni, non avendo una struttura molto compatta, sono
soggetti a facili abrasioni ed a usura |
Prodotti in
amianto-cemento |
Attualmente
il 10-15% di amianto in genere crisotilo. Crocidolite e amosite si ritrovano
in alcuni tipi di tubi e di lastre |
Possono
rilasciare fibre se abrasi, segati, perforati o spazzolati, oppure se
deteriorati |
Prodotti
bituminosi, mattonelle di vinile con intercapedini di carta di amianto,
mattonelle e pavimenti vinilici, PVC e plastiche rinforzate ricoprimenti e
vernici, mastici, sigillanti, stucchi adesivi contenenti amianto |
Dallo 0,5 al
2% per mastici, sigillanti, adesivi, al 10-25% per pavimenti e mattonelle
vinilici |
Improbabile rilascio
di fibre durante l'uso normale. Possibilità di rilascio di fibre se tagliati,
abrasi o perforati |
La presenza di
materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per sé un pericolo per
la salute degli occupanti. Se il materiale è in buone condizioni e non viene
manomesso, è estremamente improbabile che esista un pericolo apprezzabile di
rilascio di fibre di amianto. Se invece il materiale viene danneggiato per
interventi di manutenzione o per vandalismo, si verifica un rilascio di fibre
che costituisce un rischio potenziale.
Analogamente
se il materiale è in cattive condizioni, o se è altamente friabile, le
vibrazioni dell'edificio, i movimenti di persone o macchine, le correnti d'aria
possono causare il distacco di fibre legate debolmente al resto del materiale.
Per la
valutazione della potenziale esposizione a fibre di amianto del personale
presente nell'edificio sono utilizzabili due tipi di criteri:
§
l'esame delle
condizioni dell'installazione, al fine di stimare il pericolo di un rilascio di
fibre dal materiale;
§
la misura della
concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse all'interno dell'edificio
(monitoraggio ambientale).
Il monitoraggio
ambientale, tuttavia, non può rappresentare da solo un criterio adatto per
valutare il rilascio, in quanto consente essenzialmente di misurare la
concentrazione di fibre presente nell'aria al momento del campionamento, senza
ottenere alcuna informazione sul pericolo che l'amianto possa deteriorarsi o
essere danneggiato nel corso delle normali attività.
In
particolare, in caso di danneggiamenti, spontanei o accidentali, si possono
verificare rilasci di elevata entità, che tuttavia, sono occasionali e di breve
durata e che quindi non vengono rilevati in occasione del campionamento.
In fase di
ispezione visiva dell'installazione, devono essere invece attentamente
valutati:
§
il tipo e le
condizioni dei materiali;
§
i fattori che
possono determinare un futuro danneggiamento o degrado;
§
i fattori che
influenzano la diffusione di fibre e l'esposizione degli individui.
Dovrà
essere compilata una scheda di sopralluogo, quale ad esempio quella riportata
in Allegato 5,
separatamente per ciascun'area dell'edificio in cui sono presenti materiali
contenenti amianto. I fattori considerati devono consentire di valutare
l'eventuale danneggiamento o degrado del materiale e la possibilità che il
materiale stesso possa deteriorarsi o essere danneggiato.
In base agli
elementi raccolti per la valutazione possono delinearsi tre diversi tipi di
situazioni (tabella 2):
2a) Materiali integri non suscettibili di danneggiamento
Sono
situazioni nelle quali non esiste pericolo di rilascio di fibre di amianto in
atto o potenziale o di esposizione degli occupanti, come ad esempio:
§
materiali non
accessibili per la presenza di un efficace confinamento;
§
materiali in buone
condizioni, non confinati ma comunque difficilmente accessibili agli occupanti;
§
materiali in buone
condizioni, accessibili ma difficilmente danneggiabili per le caratteristiche
proprie del materiale (duro e compatto);
§
non esposizione
degli occupanti in quanto l'amianto si trova in aree non occupate dell'edificio.
In questi casi
non è necessario un intervento di bonifica. Occorre, invece, un controllo
periodico delle condizioni dei materiali e il rispetto di idonee procedure per
le operazioni di manutenzione e pulizia dello stabile, al fine di assicurare
che le attività quotidiane dell'edificio siano condotte in modo da minimizzare
il rilascio di fibre di amianto, secondo le indicazioni riportate nel capitolo
4.
2b) Materiali integri suscettibili di danneggiamento
Sono
situazioni nelle quali esiste pericolo di rilascio potenziale di fibre di
amianto, come ad esempio:
§
materiali in buone
condizioni facilmente danneggiabili dagli occupanti;
§
materiali in buone
condizioni facilmente danneggiabili in occasione di interventi manutentivi;
§
materiali in buone
condizioni esposti a fattori di deterioramento (vibrazioni, correnti d'aria,
ecc.).
In situazioni
di questo tipo, in primo luogo, devono essere adottati provvedimenti idonei a
scongiurare il pericolo di danneggiamento e quindi attuare un programma di
controllo e manutenzione secondo le indicazioni riportate nel capitolo 4. Se
non è possibile ridurre significativamente i rischi di danneggiamento dovrà
essere preso in considerazione un intervento di bonifica da attuare a medio
termine.
Sono
situazioni nelle quali esiste pericolo di rilascio di fibre di amianto con
possibile esposizione degli occupanti, come ad esempio:
§
materiali a vista o
comunque non confinati, in aree occupate dell'edificio, che si presentino
danneggiati per azione degli occupanti o per interventi manutentivi;
deteriorati per effetto di fattori esterni (vibrazioni, infiltrazioni d'acqua,
correnti d'aria, ecc.), deteriorati per degrado spontaneo;
§
materiali
danneggiati o deteriorati o materiali friabili in prossimità dei sistemi di
ventilazione.
Sono queste le
situazioni in cui si determina la necessità di un'azione specifica da attuare
in tempi brevi, per eliminare il rilascio in atto di fibre di amianto
nell'ambiente.
I
provvedimenti possibili possono essere:
§
restauro dei
materiali: l'amianto viene lasciato in sede senza effettuare alcun intervento
di bonifica vera e propria, ma limitandosi a riparare le zone danneggiate e/o
ad eliminare le cause potenziali del danneggiamento (modifica del sistema di
ventilazione in presenza di correnti d'aria che erodono il rivestimento,
riparazione delle perdite di acqua, eliminazione delle fonti di vibrazioni,
interventi atti ad evitare il danneggiamento da parte degli occupanti). È
applicabile per materiali in buone condizioni che presentino zone di
danneggiamento di scarsa estensione (inferiori al 10% della superficie di
amianto presente nell'area interessata). È il provvedimento di elezione per
rivestimenti di tubi e caldaie o per materiali poco friabili di tipo
cementizio, che presentino danni circoscritti. Nel caso di materiali friabili è
applicabile se la superficie integra presenta sufficiente coesione da non
determinare un rilascio spontaneo di fibre;
§
intervento di
bonifica mediante rimozione, incapsulamento o confinamento dell'amianto. La
bonifica può riguardare l'intera installazione o essere circoscritta alle aree
dell'edificio o alle zone dell'installazione in cui si determina un rilascio di
fibre.
Quando si
presentano situazioni di incerta classificazione è necessaria anche una
indagine ambientale che misuri la concentrazione di fibre aerodisperse. Le
tecniche impiegate sono la MOCF e la SEM (per la metodologia vedi Allegato 2).
Va ricordato che nel caso della MOCF tutto il materiale fibroso viene
considerato mentre, nel caso della SEM, è possibile individuare soltanto le
fibre di amianto. Per questo motivo si ritiene che valori superiori a 20 ff/l
valutati in MOCF o superiori a 2 ff/l in SEM, ottenuti come valori medi su almeno
tre campionamenti, possono essere indicativi di una situazione di inquinamento
in atto.
Si tenga
comunque presente che una valutazione dell'effettiva presenza di fibre di
amianto nell'ambiente è possibile solo mediante una metodologia che permetta il
riconoscimento della tipologia minerale delle fibre (tecnica della dispersione
cromatica, Allegato 3, o microscopia elettronica analitica, Allegato 2).
I metodi di bonifica
che possono essere attuati, sia nel caso di interventi circoscritti ad aree
limitate dell'edificio, sia nel caso di interventi generali, sono:
3a) Rimozione dei materiali di amianto
È il
procedimento più diffuso perché elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed
ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono
nell'edificio. Comporta un rischio estremamente elevato per i lavoratori
addetti e per la contaminazione dell'ambiente; produce notevoli quantitativi di
rifiuti tossici e nocivi che devono essere correttamente smaltiti. È la
procedura che comporta i costi più elevati ed i più lunghi tempi di
realizzazione. In genere richiede l'applicazione di un nuovo materiale, in
sostituzione dell'amianto rimosso.
Consiste nel
trattamento dell'amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che (a seconda
del tipo di prodotto usato) tendono ad inglobare le fibre di amianto, a
ripristinare l'aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione
sulla superficie esposta. Costi e tempi dell'intervento risultano più
contenuti. Non richiede la successiva applicazione di un prodotto sostitutivo e
non produce rifiuti tossici. Il rischio per i lavoratori addetti e per
l'inquinamento dell'ambiente è generalmente minore rispetto alla rimozione.
È il
trattamento di elezione per i materiali poco friabili di tipo cementizio. Il
principale inconveniente è rappresentato dalla permanenza nell'edificio del
materiale di amianto e dalla conseguente necessità di mantenere un programma di
controllo e manutenzione.
Occorre
inoltre verificare periodicamente l'efficacia dell'incapsulamento, che col
tempo può alterarsi o essere danneggiato, ed eventualmente ripetere il
trattamento. L'eventuale rimozione di un materiale di amianto precedentemente
incapsulato è più complessa, per la difficoltà di bagnare il materiale a causa
dell'effetto impermeabilizzante del trattamento. Inoltre, l'incapsulamento può
alterare le proprietà antifiamma e fonoassorbenti del rivestimento di amianto.
Consiste
nell'installazione di una barriera a tenuta che separi l'amianto dalle aree
occupate dell'edificio. Se non viene associato ad un trattamento incapsulante,
il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento. Rispetto all'incapsulamento,
presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti.
È indicato nel
caso di materiali facilmente accessibili, in particolare per bonifica di aree
circoscritte (ad es. una colonna). Non è indicato quando sia necessario accedere
frequentemente nello spazio confinato. Il costo è contenuto, se l'intervento
non comporta lo spostamento dell'impianto elettrico, termoidraulico, di
ventilazione, ecc.
Occorre sempre
un programma di controllo e manutenzione, in quanto l'amianto rimane
nell'edificio; inoltre la barriera installata per il confinamento deve essere
mantenuta in buone condizioni.
3d) Indicazioni per la scelta del metodo di bonifica
A scopo
orientativo possono essere formulate le seguenti indicazioni:
I. un intervento di rimozione spesso non costituisce
la migliore soluzione per ridurre l'esposizione ad amianto. Se viene condotto
impropriamente può elevare la concentrazione di fibre aerodisperse, aumentando,
invece di ridurre, il rischio di malattie da amianto;
II. materiali accessibili, soprattutto se facilmente
danneggiabili, devono essere protetti da un idoneo confinamento;
III. prima di scegliere un intervento di incapsulaggio
deve essere attentamente valutata l'idoneità del materiale di amianto a
sopportare il peso dell'incapsulante. In particolare trattamenti incapsulanti
non sono indicati:
§
nel caso di
materiali molto friabili o che presentano scarsa coesione interna o adesione al
substrato, in quanto l'incapsulante aumenta il peso strutturale aggravando la
tendenza del materiale a delaminarsi o a staccarsi dal substrato;
§
nel caso di
materiali friabili di spessore elevato (maggiore di 2 cm), nei quali il
trattamento non penetra molto in profondità e non riesce quindi a restituire
l'adesione al supporto sottostante.
Per contro l'aumento di peso può facilitare il distacco dell'amianto:
§
nel caso di
infiltrazioni di acqua: il trattamento impermeabilizza il materiale così che si
possono formare internamente raccolte di acqua che appesantiscono il
rivestimento e ne disciolgono i leganti, determinando il distacco;
§
nel caso di
materiali facilmente accessibili, in quanto il trattamento forma una pellicola
di protezione scarsamente resistente agli urti. Non dovrebbe essere mai
effettuato su superfici che non siano almeno a 3 metri di altezza, in aree
soggette a frequenti interventi di manutenzione o su superfici, a qualsiasi
altezza, che possano essere danneggiate da attrezzi (es. soffitti delle
palestre);
§
nel caso di
installazioni soggette a vibrazioni (aeroporti, locali con macchinari pesanti,
ecc.): le vibrazioni determinano rilascio di fibre anche se il materiale è
stato incapsulato;
IV. tutti i metodi di bonifica alternativi alla
rimozione presentano costi minori a breve termine. A lungo termine, però il
costo aumenta per la necessità di controlli periodici e di successivi
interventi per mantenere l'efficacia e l'integrità del trattamento. Il
risparmio economico (cosi come la maggiore rapidità di esecuzione), rispetto
alla rimozione, dipende prevalentemente dal fatto che non occorre applicare un
prodotto sostitutivo e che non vi sono rifiuti tossici da smaltire. Le misure
di sicurezza da attuare sono, invece, per la maggior parte le stesse per tutti
i metodi;
V. interventi di ristrutturazione o demolizione di
strutture rivestite di amianto devono sempre essere preceduti dalla rimozione
dell'amianto stesso.
4 -
Programma di controllo dei materiali di amianto in sede - Procedure per le
attività di custodia e di manutenzione.
Dal momento in
cui viene rilevata la presenza di materiali contenenti amianto in un edificio,
è necessario che sia messo in atto un programma di controllo e manutenzione al
fine di ridurre al minimo l'esposizione degli occupanti.
Tale programma
implica mantenere in buone condizioni i materiali contenenti amianto, prevenire
il rilascio e la dispersione secondaria di fibre, intervenire correttamente
quando si verifichi un rilascio, verificare periodicamente le condizioni dei
materiali contenenti amianto.
Il
proprietario dell'immobile e/o il responsabile dell'attività che vi si svolge
dovrà:
§
designare una figura
responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività
manutentive che possono interessare i materiali di amianto;
§
tenere un'idonea
documentazione da cui risulti l'ubicazione dei materiali contenenti amianto.
Sulle installazioni soggette a frequenti interventi manutentivi (ad es. caldaia
e tubazioni) dovranno essere poste avvertenze allo scopo di evitare che
l'amianto venga inavvertitamente disturbato;
§
garantire il
rispetto di efficaci misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli
interventi manutentivi e in occasione di qualsiasi evento che possa causare un
disturbo dei materiali di amianto. A tal fine dovrà essere predisposta una
specifica procedura di autorizzazione per le attività di manutenzione e di
tutti gli interventi effettuati dovrà essere tenuta una documentazione
verificabile;
§
fornire una corretta
informazione agli occupanti dell'edificio sulla presenza di amianto nello
stabile, sui rischi potenziali e sui comportamenti da adottare;
§
nel caso siano in
opera materiali friabili provvedere a far ispezionare l'edificio almeno una
volta all'anno, da personale in grado di valutare le condizioni dei materiali,
redigendo un dettagliato rapporto corredato di documentazione fotografica.
Copia del rapporto dovrà essere trasmessa alla USL competente la quale può
prescrivere di effettuare un monitoraggio ambientale periodico delle fibre
aerodisperse all'interno dell'edificio.
4b) Attività di manutenzione e custodia
Le operazioni
di manutenzione vera e propria possono essere raggruppate in tre categorie:
a)
interventi che non
comportano contatto diretto con l'amianto;
b)
interventi che
possono interessare accidentalmente i materiali contenenti amianto;
c)
interventi che
intenzionalmente disturbano zone limitate di materiali contenenti amianto.
Operazioni che
comportino un esteso interessamento dell'amianto non possono essere consentite,
se non nell'ambito di progetti di bonifica.
Durante
l'esecuzione degli interventi non deve essere consentita la presenza di
estranei nell'area interessata. L'area stessa deve essere isolata con misure
idonee in relazione al potenziale rilascio di fibre: per operazioni che non
comportano diretto contatto con l'amianto può non essere necessario alcun tipo
di isolamento; negli altri casi la zona di lavoro deve essere confinata e il
pavimento e gli arredi eventualmente presenti, coperti con teli di plastica a
perdere.
L'impianto di
ventilazione deve essere localmente disattivato. Qualsiasi intervento diretto
sull'amianto deve essere effettuato con metodi ad umido.
Eventuali
utensili elettrici impiegati per tagliare, forare o molare devono essere muniti
di aspirazione incorporata. Nel caso di operazioni su tubazioni rivestite con materiali
di amianto vanno utilizzati quando possibile gli appositi
"glove-bags" (vedi paragrafo 5 b).
Al termine dei
lavori, eventuali polveri o detriti di amianto caduti vanno puliti con metodi
ad umido o con aspiratori portatili muniti di filtri ad alta efficienza. I
lavoratori che eseguono gli interventi devono essere muniti di mezzi
individuali di protezione. Per la protezione respiratoria vanno adottate
maschere munite di filtro P3 di tipo semimaschera o a facciale completo, in
relazione al potenziale livello di esposizione. È sconsigliabile l'uso di
facciali filtranti, se non negli interventi del primo tipo. Nelle operazioni
che comportano disturbo dell'amianto devono essere adottate inoltre tute intere
a perdere, munite di cappuccio e di copriscarpe, di tessuto atto a non
trattenere le fibre. Le tute devono essere eliminate dopo ogni intervento.
Tutto il
materiale a perdere utilizzato (indumenti, teli, stracci per pulizia, ecc.)
deve essere smaltito come rifiuto contaminato, in sacchi impermeabili chiusi ed
etichettati. I materiali utilizzati per la pulizia ad umido vanno insaccati
finché sono ancora bagnati.
Procedure
definite devono essere previste nel caso di consistenti rilasci di fibre:
§
evacuazione ed
isolamento dell'area interessata (chiusura delle porte e/o installazione di
barriere temporanee);
§
affissione di avvisi
di pericolo per evitare l'accesso di estranei; decontaminazione dell'area da
parte di operatori muniti di mezzi individuali di protezione con sistemi ad
umido e/o con aspiratori idonei;
§
monitoraggio finale
di verifica.
In presenza di
materiali di amianto friabili esposti, soprattutto se danneggiati, la pulizia
quotidiana dell'edificio deve essere effettuata con particolari cautele,
impiegando esclusivamente metodi ad umido con materiali a perdere e/o
aspiratori con filtri ad alta efficienza.
La
manutenzione ed il cambio dei filtri degli aspiratori sono operazioni che
comportano esposizione a fibre di amianto e devono essere effettuate in un'area
isolata, da parte di operatori muniti di mezzi individuali di protezione.
Ai sensi delle
leggi vigenti, il personale addetto alle attività di manutenzione e di custodia
deve essere considerato professionalmente esposto ad amianto.
5 - Misure di sicurezza da rispettare durante gli
interventi di bonifica
I lavori di
bonifica di materiali friabili contenenti amianto dovranno essere eseguiti
attenendosi alle raccomandazioni contenute nei punti seguenti.
1.
ALLESTIMENTO DEL CANTIERE.
Se l'ambiente
in cui avviene la rimozione non è naturalmente confinato, occorre provvedere
alla realizzazione di un confinamento artificiale con idonei divisori.
Prima
dell'inizio del lavoro, la zona dovrà essere sgombrata da tutti i mobili e le
attrezzature che possono essere spostati.
Se i mobili
e/o le attrezzature sono coperte da detriti o polvere, devono essere puliti a
umido prima dello spostamento dalla zona di lavoro.
Tutti i mobili
e le attrezzature che non possono essere spostati devono essere completamente
ricoperti con fogli di plastica di spessore adeguato ed accuratamente sigillati
sul posto.
Tutte le
armature per l'illuminazione presente devono essere tolte, pulite e sigillate
in fogli di plastica e depositate in zona di sicurezza incontaminata.
Devono essere
asportati tutti gli equipaggiamenti di ventilazione e riscaldamento e altri
elementi smontabili, puliti e tolti dalla zona di lavoro.
Tutti gli
oggetti inamovibili devono essere sigillati, in modo tale che non vengano
danneggiati e/o contaminati durante il lavoro.
Devono essere rimossi
tutti i filtri dei sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento. I
filtri sostituiti vanno posti in sacchi sigillati di plastica per essere
smaltiti come rifiuti contenenti amianto. I filtri permanenti vanno puliti a
umido e reinstallati.
Tutte le
aperture di ventilazione, le attrezzature fisse, gli infissi e radiatori,
devono essere sigillati sul posto, uno per uno, con fogli di plastica chiusi da
nastro adesivo fino a che il lavoro, pulizia compresa, non sarà completato.
Il pavimento
dell'area di lavoro dovrà essere ricoperto con uno o più fogli di polietilene
di spessore adeguato. Le giunzioni saranno unite con nastro impermeabile; la
copertura del pavimento dovrà estendersi alla parete per almeno 500 mm.
Tutte le
pareti della zona di lavoro saranno ricoperte con fogli di polietilene di
spessore adeguato e sigillate sul posto con nastro a prova di umidità.
Tutte le
barriere di fogli di plastica e l'isolamento della zona vanno mantenuti durante
tutta la preparazione del lavoro.
Bisognerà
effettuare ispezioni periodiche per assicurare che le barriere siano
funzionanti.
Tutti i
cavedii e le altre possibili comunicazioni per il passaggio di cavi, tubazioni,
ecc. devono essere individuati e sigillati. I bordi delle barriere temporanee,
i fori e le fessure vanno tamponati con silicone o schiume espanse. Porte e
finestre vanno sigillate applicando prima nastro adesivo sui bordi e coprendole
successivamente con un telo di polietilene di superficie più estesa delle
aperture.
Deve essere
predisposta un'uscita di sicurezza per consentire una rapida via di fuga,
realizzata con accorgimenti tali da non compromettere l'isolamento dell'area di
lavoro (ad es. telo di polietilene da tagliare in caso di emergenza). Deve
essere installato un impianto temporaneo di alimentazione elettrica, di tipo
stagno e collegato alla messa a terra. I cavi devono essere disposti in modo da
non creare intralcio al lavoro e non essere danneggiati accidentalmente.
Per realizzare
un efficace isolamento dell'area di lavoro è necessario, oltre
all'installazione delle barriere (confinamento statico), l'impiego di un
sistema di estrazione dell'aria che metta in depressione il cantiere di
bonifica rispetto all'esterno (confinamento dinamico). Il sistema di estrazione
deve garantire un gradiente di pressione tale che, attraverso i percorsi di
accesso al cantiere e le inevitabili imperfezioni delle barriere di
confinamento, si verifichi un flusso d'aria dall'esterno verso l'interno del
cantiere in modo da evitare qualsiasi fuoriuscita di fibre. Nello stesso tempo
questo sistema garantisce il rinnovamento dell'aria e riduce la concentrazione
delle fibre di amianto aerodisperse all'interno dell'area di lavoro.
L'aria
aspirata deve essere espulsa all'esterno dell'area di lavoro, quando possibile
fuori dall'edificio. L'uscita del sistema di aspirazione deve attraversare le
barriere di confinamento; l'integrità delle barriere deve essere mantenuta
sigillando i teli di polietilene con nastro adesivo intorno all'estrattore o al
tubo di uscita.
L'aria
inquinata aspirata dagli estrattori deve essere efficacemente filtrata prima di
essere emessa all'esterno del cantiere.
Gli estrattori
devono essere muniti di un filtro HEPA (alta efficienza: 99.97 DOP).
Gli estrattori
devono essere messi in funzione prima che qualsiasi materiale contenente
amianto venga manomesso e devono funzionare ininterrottamente (24 ore su 24)
per mantenere il confinamento dinamico fino a che la decontaminazione dell'area
di lavoro non sia completa. Non devono essere spenti alla fine del turno di
lavoro ne' durante le eventuali pause.
In caso di
interruzione di corrente o di qualsiasi altra causa accidentale che provochi
l'arresto degli estrattori, l'attività di rimozione deve essere interrotta;
tutti i materiali di amianto già rimossi e caduti devono essere insaccati
finché sono umidi. L'estrattore deve essere provvisto di un manometro che
consenta di determinare quando i filtri devono essere sostituiti.
Il cambio dei
filtri deve avvenire all'interno dell'area di lavoro, ad opera di personale
munito di mezzi di protezione individuale per l'amianto.
Tutti i filtri
usati devono essere insaccati e trattati come rifiuti contaminati da amianto.
2. COLLAUDO
DEL CANTIERE.
Dopo che è
stato completato l'allestimento del cantiere, compresa l'installazione
dell'unità di decontaminazione e prima dell'inizio di qualsiasi operazione che
comporti la manomissione dell'amianto, i sistemi di confinamento devono essere
collaudati mediante prove di tenuta.
a) Prova della
tenuta con fumogeni.
Ad
estrattori spenti l'area di lavoro viene saturata con un fumogeno e si
osservano, dall'esterno del cantiere, le eventuali fuoriuscite di fumo.
Occorre
ispezionare, a seconda delle situazioni le barriere di confinamento, il
perimetro esterno dell'edificio, il piano sovrastante.
Tutte
le falle individuate vanno sigillate dall'interno.
b) Collaudo
della depressione.
Si
accendono gli estrattori uno alla volta e si osservano i teli di plastica delle
barriere di confinamento: questi devono rigonfiarsi leggermente formando un
ventre rivolto verso l'interno dell'area di lavoro. La direzione del flusso
dell'aria viene verificata utilizzando fialette fumogene. Il test deve essere
effettuato, in particolare, all'esterno del cantiere, in prossimità delle eventuali
aperture per l'immissione passiva di aria e nei locali dell'unità di
decontaminazione, in condizioni di quiete e durante l'apertura delle porte. Si
deve osservare che il fumo venga sempre richiamato verso l'interno dell'area di
lavoro. La misura della depressione può essere effettuata con un manometro
differenziale, munito di due sonde che vengono collocate una all'interno e
l'altra all'esterno dell'area di lavoro.
3. AREA DI
DECONTAMINAZIONE. Dovrà essere approntato un sistema di decontaminazione del
personale, composto da 4 zone distinte, come qui sotto descritte.
a) Locale di
equipaggiamento.
Questa
zona avrà due accessi, uno adiacente all'area di lavoro e l'altro adiacente al
locale doccia. Pareti, soffitto e pavimento saranno ricoperti con un foglio di
plastica di spessore adeguato. Un apposito contenitore di plastica deve essere
sistemato in questa zona per permettere agli operai di riporvi il proprio
equipaggiamento prima di passare al locale doccia.
b) Locale
doccia.
La
doccia sarà accessibile dal locale equipaggiamento e dalla chiusa d'aria.
Questo
locale dovrà contenere come minimo una doccia con acqua calda e fredda e sarà
dotato ove possibile di servizi igienici. Dovrà essere assicurata la
disponibilità continua di sapone in questo locale.
Le
acque di scarico delle docce devono essere convenientemente filtrate prima di
essere scaricate.
c) Chiusa
d'aria.
La
chiusa d'aria dovrà essere costruita tra il locale doccia ed il locale spogliatoio
incontaminato. La chiusa d'aria consisterà in uno spazio largo circa 1.5 m con
due accessi. Uno degli accessi dovrà rimanere sempre chiuso: per ottenere ciò è
opportuno che gli operai attraversino la chiusa d'aria uno alla volta.
d) Locale incontaminato
(spogliatoio).
Questa
zona avrà un accesso dall'esterno (aree incontaminate) ed un'uscita attraverso
la chiusa d'aria. Il locale dovrà essere munito di armadietti per consentire
agli operai di riporre gli abiti dall'esterno.
Quest'area
servirà anche come magazzino per l'equipaggiamento pulito.
4. PROTEZIONE
DEI LAVORATORI.
Prima
dell'inizio dei lavori, gli operai devono venire istruiti ed informati sulle
tecniche di rimozione dell'amianto, che dovranno includere un programma di
addestramento all'uso delle maschere respiratorie, sulle procedure per la
rimozione, la decontaminazione e la pulizia del luogo di lavoro.
Gli operai
devono essere equipaggiati con adatti dispositivi di protezione individuali
delle vie respiratorie (vedi Allegato 4), devono inoltre essere dotati di un
sufficiente numero di indumenti protettivi completi. Questi indumenti saranno
costituiti da tuta e copricapo. Gli indumenti a perdere e le coperture per i
piedi devono essere lasciati nella stanza dell'equipaggiamento contaminato sino
al termine dei lavori di bonifica dell'amianto, ed a quel punto dovranno essere
immagazzinati come gli scarti dell'amianto. Tutte le volte che si lascia la
zona di lavoro è necessario sostituire gli indumenti protettivi con altri
incontaminati.
È necessario
che gli indumenti protettivi siano:
§
di carta o tela
plastificata a perdere. In tal caso sono da trattare come rifiuti inquinanti e
quindi da smaltire come i materiali di risulta provenienti dalle operazioni di
bonifica;
§
di cotone o altro
tessuto a tessitura compatta (da pulire a fine turno con accurata aspirazione,
porre in contenitori chiusi e lavare dopo ogni turno a cura della impresa o in
lavanderia attrezzata);
§
sotto la tuta
l'abbigliamento deve essere ridotto al minimo (un costume da bagno o biancheria
a perdere).
Elencare ed
affiggere, nel locale dell'equipaggiamento e nel locale di pulizia, le
procedure di lavoro e di decontaminazione che dovranno essere seguite dagli
operai.
Procedure di
accesso all'area di lavoro.
Accesso alla
zona: ciascun operaio dovrà togliere gli indumenti nel locale spogliatoio
incontaminato ed indossare un respiratore dotato di filtri efficienti ed
indumenti protettivi, prima di accedere alla zona di equipaggiamento ed accesso
all'area di lavoro.
Uscita dalla
zona di lavoro: ciascun operaio dovrà ogni volta che lascia la zona di lavoro,
togliere la contaminazione più evidente dagli indumenti prima di lasciare
l'area di lavoro, mediante un aspiratore; proseguire verso la zona
dell'equipaggiamento, adempiere alle procedure seguenti:
§
togliere tutti gli
indumenti eccetto il respiratore;
§
sempre indossando il
respiratore e nudi, entrare nel locale doccia, pulire l'esterno del respiratore
con acqua e sapone;
§
togliere i filtri
sciacquarli e riporli nel contenitore predisposto per tale uso;
§
lavare ed asciugare
l'interno del respiratore.
Dopo aver
fatto la doccia ed essersi asciugato, l'operaio proseguirà verso il locale
spogliatoio dove indosserà gli abiti per l'esterno alla fine della giornata di
lavoro, oppure tute pulite prima di mangiare, fumare, bere o rientrare nella
zona di lavoro.
I copripiedi
contaminati devono essere lasciati nel locale equipaggiamento quando non
vengono usati nell'area di lavoro.
Al termine del
lavoro di rimozione trattarli come scarti contaminati oppure pulirli a fondo,
sia all'interno che all'esterno usando acqua e sapone, prima di spostarli dalla
zona di lavoro o dalla zona di equipaggiamento.
Immagazzinare
gli abiti da lavoro nel locale equipaggiamento per il riutilizzo dopo averli
decontaminati con un aspiratore, oppure metterli nel contenitore per il
deposito assieme agli altri materiali contaminati da amianto.
Gli operai non
devono mangiare, bere, fumare sul luogo di lavoro, fatta eccezione per
l'apposito locale incontaminato.
Gli operai
devono essere completamente protetti, con idoneo respiratore ed indumenti
protettivi durante la preparazione dell'area di lavoro prima dell'inizio della
rimozione dell'amianto e fino al termine delle operazioni conclusive di pulizia
della zona interessata.
5. TECNICHE DI
RIMOZIONE.
A meno di
specifiche controindicazioni tecniche, di norma, la rimozione dell'amianto deve
avvenire ad umido. Per l'imbibizione del materiale possono essere usati agenti
surfattanti (soluzioni acquose di etere ed estere di poliossietilene) o
impregnanti (prodotti vinil-acrilici comunemente usati per l'incapsulamento).
Generalmente e
sufficiente bagnare l'amianto con un getto diffuso a bassa pressione,
spruzzando il materiale una prima volta per bagnare la superficie e poi una
seconda volta per ottenere la saturazione. Quando, per lo spessore del
rivestimento o per la presenza di trattamenti di superficie, non e possibile
ottenere un'impregnazione totale con questa tecnica, si praticano dei fori nel
materiale attraverso i quali la soluzione imbibente viene iniettata in
profondità. Si deve comunque evitare il ruscellamento dell'acqua.
La rimozione
dell'amianto deve iniziare nel punto più lontano dagli estrattori e procedere
verso di essi, secondo la direzione del flusso dell'aria, in modo che, man mano
che procede il lavoro, le fibre che si liberano per l'intervento siano
allontanate dalle aree già decoibentate.
L'amianto
rimosso deve essere insaccato immediatamente e comunque prima che abbia il
tempo di essiccare.
A tal fine
dovranno lavorare contemporaneamente almeno due operai: uno addetto alla
rimozione dell'amianto e l'altro addetto a raccogliere l'amianto caduto e ad
insaccarlo. I sacchi pieni saranno sigillati immediatamente.
Dopo una prima
rimozione grossolana, effettuata generalmente con raschietti a mano, le
superfici rivestite vengono spazzolate ad umido in modo da asportare tutti i
residui visibili di amianto. Al termine delle operazioni di rimozione le
superfici decoibentate devono essere trattate con un prodotto sigillante per
fissare tutte le fibre che possono non essere state asportate. L'imballaggio e
l'allontanamento dei rifiuti dovrà essere effettuato adottando idonee cautele
per evitare una contaminazione di amianto all'esterno dell'area di lavoro.
6. IMBALLAGGIO DEI RIFIUTI CONTENENTI AMIANTO.
L'imballaggio
deve essere effettuato con tutti gli accorgimenti atti a ridurre il pericolo di
rotture accidentali. Tutti i materiali devono essere avviati al trasporto in
doppio contenitore, imballando separatamente i materiali taglienti. Il primo
contenitore deve essere un sacco di materiale impermeabile (polietilene), di
spessore adeguato (almeno 0.15 mm); come secondo contenitore possono essere
utilizzati sacchi o fusti rigidi. I sacchi vanno riempiti per non più di due
terzi, in modo che il peso del sacco pieno non ecceda i 30 kg.
L'aria in
eccesso dovrebbe essere aspirata con un aspiratore a filtri assoluti; la
chiusura andrebbe effettuata a mezzo termosaldatura o doppio legaccio.
Tutti i
contenitori devono essere etichettati.
L'uso del
doppio contenitore è fondamentale, in quanto il primo sacco, nel quale
l'amianto viene introdotto appena rimosso all'interno del cantiere, è
inevitabilmente contaminato. Il secondo contenitore non deve mai essere portato
dentro l'area di lavoro, ma solo nei locali puliti dell'unità di
decontaminazione.
7. MODALITÀ DI ALLONTANAMENTO DEI RIFIUTI
DALL'AREA DI LAVORO.
L'allontanamento
dei rifiuti dall'area di lavoro deve essere effettuato in modo da ridurre il
più possibile il pericolo di dispersione di fibre.
A tal fine il
materiale viene insaccato nell'area di lavoro e i sacchi, dopo la chiusura e
una prima pulizia della superficie, vanno portati nell'unità di
decontaminazione.
Quando ciò sia
possibile è preferibile che venga installata una distinta U.O. destinata
esclusivamente al passaggio dei materiali.
Questa deve
essere costituito da almeno tre locali: il primo è un'area di lavaggio dei
sacchi; il successivo è destinato al secondo insaccamento; nell'ultimo locale i
sacchi vengono depositati per essere successivamente allontanati dall'area di
lavoro.
All'interno
dell'unità operano due distinte squadre di lavoratori: la prima provvede al
lavaggio, al secondo insaccamento ed al deposito dei sacchi; la seconda entra
dall'esterno nell'area di deposito e porta fuori i rifiuti.
La presenza di
due squadre è necessaria per impedire che i lavoratori provenienti dall'area di
lavoro escano all'esterno indossando indumenti contaminati, provocando cosi
un'inevitabile dispersione di fibre. Nessun operatore deve mai utilizzare
questo percorso per entrare o uscire dall'area di lavoro.
A tal fine e
opportuno che l'uscita dei sacchi avvenga in un'unica fase, al termine delle
operazioni di rimozione e che, fino al quel momento, il percorso rimanga sigillato.
Quando venga
utilizzato per l'evacuazione dei materiali l'U.D. destinata agli operatori il
lavaggio dei sacchi deve avvenire nel locale doccia, il secondo insaccamento
nella chiusa d'aria, mentre il locale incontaminato sarà destinato al deposito.
In tali casi
dovranno essere previste tre squadre di operatori: la prima introduce i sacchi
dall'area di lavoro nell'unità, la seconda esegue le operazioni di lavaggio e
insaccamento all'interno dell'unità, la terza provvede all'allontanamento dei
sacchi. In entrambi i casi tutti gli operatori, tranne quelli addetti
all'ultima fase di allontanamento, devono essere muniti di mezzi di protezione
e seguire le procedure di decontaminazione per uscire dall'area di lavoro.
I sacchi vanno
movimentati evitando il trascinamento; e raccomandato l'uso di un carrello
chiuso.
Ascensori e
montacarichi, eventualmente utilizzati, vanno rivestiti con teli di
polietilene, in modo che possano essere facilmente decontaminati
nell'eventualità della rottura di un sacco.
Il percorso
dal cantiere all'area di stoccaggio in attesa del trasporto in discarica deve
essere preventivamente studiato, cercando di evitare, per quanto possibile, di
attraversare aree occupate dell'edificio.
Fino al
prelevamento da parte della ditta autorizzata al trasporto, i rifiuti devono
essere depositati in un'area all'interno dell'edificio, chiusa ed inaccessibile
agli estranei.
Possono essere
utilizzati in alternativa anche container scarrabili, purché chiusi anche nella
parte superiore e posti in un'area controllata.
8. TECNICHE DI
INCAPSULAMENTO.
La scelta del
tipo di incapsulante dipende dalle caratteristiche del rivestimento in amianto
e dagli scopi dell'intervento. A causa della variabilità delle situazioni che si
possono presentare, prima di essere impiegato, il prodotto deve essere testato
direttamente sul materiale da trattare.
Se si usano
incapsulanti ricoprenti bisogna verificarne l'aderenza al rivestimento; se si
usano incapsulanti penetranti bisogna controllarne la capacità di penetrazione
e di garantire l'aderenza al supporto del rivestimento. In tutti i casi,
bisogna sempre verificare preventivamente la capacità del rivestimento di
sopportare il peso dell'incapsulante.
Preliminarmente
la superficie del rivestimento di amianto deve essere aspirata; devono essere
rimossi tutti i frammenti pendenti del rivestimento di amianto e le parti
distaccate dal substrato.
L'integrità
del rivestimento deve essere restaurata utilizzando materiali senza amianto che
presentino una sufficiente affinità con il rivestimento esistente e con il
prodotto incapsulante impiegato.
L'incapsulante
deve essere applicato con un'apparecchiatura a spruzzo "airless", al
fine di ridurre la liberazione di fibre per l'impatto del prodotto.
Il trattamento
completo può richiedere l'applicazione di 2 o 3 strati successivi.
9.
DECONTAMINAZIONE DEL CANTIERE.
Durante i
lavori di rimozione è necessario provvedere a periodiche pulizie della zona di
lavoro dal materiale di amianto. Questa pulizia periodica e l'insaccamento del
materiale impedirà una concentrazione pericolosa di fibre disperse.
Tutti i fogli
di plastica, i nastri, il materiale di pulizia, gli indumenti ed altro
materiale a perdere utilizzato nella zona di lavoro dovranno essere imballati
in sacchi di plastica sigillabili e destinati alla discarica.
Bisogna fare
attenzione nel raccogliere la copertura del pavimento per ridurre il più
possibile la dispersione di residui contenenti amianto. I sacchi saranno
identificati con etichette di segnalazione pericolo a norma di legge.
I fogli di
polietilene verticali ed orizzontali dovranno essere trattati con prodotti
fissanti e successivamente rimossi per essere insaccati come i rifiuti di
amianto. Bisogna fare attenzione nel ripiegare i fogli per ridurre il più
possibile la dispersione di eventuali residui contenenti amianto. I singoli
fogli di plastica messi su tutte le aperture, i condotti di ventilazione, gli
stipiti, i radiatori, devono rimanere al loro posto. I fogli verticali, a
copertura delle pareti devono essere mantenuti fino a che non è stata fatta una
prima pulizia.
Tutte le
superfici nell'area di lavoro, compreso i mobili, gli attrezzi ed i fogli di
plastica rimasti dovranno essere puliti usando una segatura bagnata ed un
aspiratore con filtri tipo Vacuum Cleaner.
L'acqua, gli
stracci e le ramazze utilizzati per la pulizia devono essere sostituiti
periodicamente per evitare il propagarsi delle fibre di amianto.
Dopo la prima
pulizia, i fogli verticali rimasti devono essere tolti con attenzione ed
insaccati, come pure i fogli che coprono le attrezzature per la illuminazione,
gli stipiti, etc.
L'area di
lavoro deve essere nebulizzata con acqua o una soluzione diluita di
incapsulante in modo da abbattere le fibre aerodisperse.
Conclusa la
seconda operazione di pulizia, dovrà essere effettuata un'ispezione visiva di
tutta la zona di lavoro (su tutte le superfici, incluse le travi e le
impalcature) per assicurarsi che l'area sia sgombra da polvere.
Se, dopo la
seconda pulizia ad umido, sono visibili ancora dei residui, le superfici
interessate devono essere nuovamente pulite ad umido.
Le zone devono
essere lasciate pulite a vista.
Ispezionare
tutti i condotti, specialmente le sezioni orizzontali per cercare eventuali
residui contenenti amianto, e aspirarli usando un aspiratore a vuoto.
È
consigliabile accertare l'agibilità della zona entro 48 ore successive al
termine del lavoro mediante campionamenti dell'aria secondo quanto indicato in
allegato.
Una volta
accertata la rispondenza della zona di lavoro a quanto richiesto, si potranno
togliere i sigilli a ventilatori e radiatori e rendere di nuovo accessibile la
zona.
10. PROTEZIONE
DELLE ZONE ESTERNE ALL'AREA DI LAVORO.
Nello
svolgimento del lavoro dovranno essere prese tutte le precauzioni per
proteggere le zone adiacenti non interessate dalla contaminazione da polvere o
detriti contenenti amianto.
Giornalmente
dovrà essere fatta la pulizia, con aspirazione a secco o con metodo ad umido,
di qualsiasi zona al di fuori dell'area di lavoro o di passaggio che sia stata
contaminata da polvere o da altri residui conseguenti al lavoro fatto.
Durante
l'intervento di bonifica dovrà essere garantito a carico del committente dei
lavori un monitoraggio ambientale delle fibre aerodisperse nelle aree
circostanti il cantiere di bonifica al fine di individuare tempestivamente
un'eventuale diffusione di fibre di amianto nelle aree incontaminate.
Il
monitoraggio deve essere eseguito quotidianamente dall'inizio delle operazioni
di disturbo dell'amianto fino alle pulizie finali.
Devono essere
controllate in particolare:
§
le zone
incontaminate in prossimità delle barriere di confinamento;
§
l'uscita del tunnel
di decontaminazione o il locale incontaminato dello spogliatoio.
Campionamenti
sporadici vanno effettuati all'uscita degli estrattori, all'interno dell'area
di lavoro e durante la movimentazione dei rifiuti.
I risultati
devono essere noti in tempo reale o, al massimo, entro le 24 ore successive.
Per questo
tipo di monitoraggio si adotteranno tecniche analitiche di MOCF. Sono previste
due soglie di allarme:
§
Preallarme - Si
verifica ogni qual volta i risultati dei monitoraggi effettuati all'esterno
dell'area di lavoro mostrano una netta tendenza verso un aumento della concentrazione
di fibre aerodisperse;
§
Allarme - Si
verifica quando la concentrazione di fibre aerodisperse supera il valore di 50
ff/l.
Lo stato di
preallarme prevede le seguenti procedure:
§
sigillatura di
eventuali montacarichi (divieto di entrata e di uscita);
§
sospensione delle
attività in cantiere e raccolta di tutto il materiale rimosso;
§
ispezione delle
barriere di confinamento;
§
nebulizzazione
all'interno del cantiere e all'esterno nella zona dove si è rilevato
l'innalzamento della concentrazione di fibre;
§
pulizia impianto di
decontaminazione;
§
monitoraggio
(verifica).
Lo stato di
allarme prevede le stesse procedure di preallarme, più:
§
comunicazione
immediata all'autorità competente (USL);
§
sigillatura ingresso
impianto di decontaminazione;
§
accensione estrattore
zona esterna;
§
nebulizzazione zona
esterna con soluzione incollante;
§
pulizia pareti e
pavimento zona esterna ad umido con idonei materiali;
§
monitoraggio.
5b) Tubazioni e tecniche di glove-bag
Tecniche di
glove-bag.
Nel caso di
limitati interventi su tubazioni rivestite in amianto per la rimozione di
piccole superfici di coibentazione (ad es. su tubazioni o valvole o giunzioni o
su ridotte superfici od oggetti da liberare per altri interventi), è
utilizzabile la tecnica del glove-bag (celle di polietilene, dotate di guanti
interni per l'effettuazione del lavoro), con l'adozione delle seguenti
procedure:
§
nel glove-bag vanno
introdotti, prima della sigillatura a tenuta stagna, attorno al tubo o intorno
alla zona interessata, tutti gli attrezzi necessari; ci deve essere un sistema
di spruzzatura degli agenti bagnanti (per l'imbibizione del materiale da
rimuovere) o sigillanti (per l'incapsulamento della coibentazione che rimane in
opera) e un ugello di aspirazione da collegare ad aspiratore dotato di filtro
di efficienza HEPA per la messa in depressione della cella ove possibile in
continuo e sempre a fine lavoro;
§
gli addetti alla
scoibentazione con glove-bag devono indossare indumenti protettivi a perdere e mezzi
di protezione delle vie respiratorie (vedi allegato 4);
§
precauzionalmente e
preliminarmente alla installazione del glove-bag la zona deve essere ove
possibile circoscritta e confinata (con teli di polietilene, sigillando le
aperture di comunicazione con l'esterno e ricoprendo pavimento ed eventuali
arredi sottostanti il punto di lavoro);
§
durante l'uso del
glove-bag deve essere vietato l'accesso a personale non direttamente addetto
nel locale o nell'area dove ha luogo l'intervento;
§
deve essere tenuto a
disposizione un aspiratore a filtri assoluti per intervenire in caso di
eventuali perdite di materiale dalla cella;
§
il glove-bag deve
essere installato in modo da ricoprire interamente il tubo o la zona dove si
deve operare; tutte le aperture devono essere ermeticamente sigillate;
§
la procedura di
rimozione dell'amianto è quella usuale: imbibizione del materiale, pulizia
delle superfici da cui è stato rimosso con spazzole, lavaggi e spruzzatura di
incapsulanti;
§
a fine lavoro la
cella è messa in depressione collegando l'apposito ugello all'aspiratore con
filtro assoluto; quindi viene pressata, "strozzata" con nastro
adesivo, tenendo all'interno il materiale rimosso, svincolata ed avviata a
smaltimento secondo le usuali procedure per i rifiuti contenenti amianto;
§
la tecnica glove-bag
non è utilizzabile per tubazioni di grosso diametro e/o temperatura superiore a
60 °C.
Bonifica di
grandi strutture coibentate.
Nel caso
di interventi di bonifica di intere strutture coibentate (es. grosse tubazioni
o caldaie o elementi coibentati di macchina) sono da preferirsi, se
tecnicamente possibili, idonee procedure di rimozione dell'intera struttura, o
di parti consistenti di essa, con la coibentazione ancora in opera e la
successiva scoibentazione in apposita zona confinata, allestita secondo le
procedure già descritte.
In questo caso
o nel caso in cui direttamente strutture coibentate in amianto (es. tubazioni,
caldaie etc.) debbano essere smontate o smantellate (ad es. per essere
sostituite) deve procedersi come segue:
§
se esistono
soluzioni di continuità nella coibentazione lo smontaggio o l'eventuale taglio
deve avvenire in corrispondenza di questi punti esenti da amianto, dopo aver
provveduto a fasciare e sigillare accuratamente tutta la superficie coibentata
(per impedire che sollecitazioni alla struttura mettano in circolo fibre
nell'aria);
§
se la coibentazione
non ha punti di interruzione utili, si rimuove, con le procedure della zona
confinata o dei glove-bag, la superficie più ridotta possibile di coibentazione;
si può quindi procedere al taglio o allo smontaggio nella zona liberata
dall'amianto, dopo sfasciatura e sigillatura della coibentazione rimasta in
opera;
§
la movimentazione
dei pezzi così ottenuti va condotta con la massima attenzione per non danneggiare
la protezione della coibentazione;
§
devono essere sempre
a disposizione le attrezzature per interventi che si rendessero necessari in
caso di liberazione di fibre nell'aria (aspiratori con filtri ad efficienza
HEPA, incapsulanti etc.).
6 - Criteri per la certificazione della restituibilità
di ambienti bonificati
Le operazioni
di certificazione di restituibilità di ambienti bonificati dall'amianto,
effettuate per assicurare che le aree interessate possono essere rioccupate con
sicurezza, dovranno essere eseguite da funzionari della USL competente. Le
spese relative al sopralluogo ispettivo ed alla determinazione della
concentrazione di fibre aerodisperse sono a carico del committente i lavori di
bonifica.
I principali
criteri da seguire durante la certificazione sono:
§
assenza di residui
di materiali contenenti amianto entro l'area bonificata;
§
assenza effettiva di
fibre di amianto nell'atmosfera compresa nell'area bonificata.
Per la
verifica di questi criteri occorre seguire una procedura che comporta
l'ispezione visuale preventiva e quindi il campionamento dell'aria che deve
avvenire operando in modo opportuno per disturbare le superfici nell'area
interessata (campionamento aggressivo). Il campionamento dell'aria può avvenire
solo se l'area è priva di residui visibili di amianto.
L'esperienza
ha mostrato che durante le operazioni di certificazione i livelli di
concentrazione di amianto molto raramente superano i valori limite indicati
nelle varie normative vigenti nazionali e internazionali. Di conseguenza il
livello di protezione richiesto per il personale addetto alle operazioni di
certificazione può essere notevolmente ridotto, in modo ragionevolmente
praticabile, al fine di consentire la mobilità, l'accesso e la visibilità.
Prima di
procedere alla ispezione visuale tutte le superfici all'interno dell'area
operativa bonificata devono essere adeguatamente asciutte. Poiché spesso
l'ispezione richiede l'accesso visuale in luoghi non sufficientemente
illuminati, è necessario disporre di torce elettriche portatili.
L'ispezione
visuale deve essere quanto più accurata possibile e deve comprendere non solo i
luoghi e le superfici a vista, ma anche ogni altro luogo parzialmente o
completamente nascosto, anche se di piccole dimensioni (quali angoli,
rientranze, sporgenze sulle pareti, sul soffitto e sul pavimento).
L'ispezione
deve essere condotta dopo la rimozione dei teli in polietilene utilizzati
durante la bonifica ma mentre l'area è ancora confinata (prima della rimozione
delle barriere, dell'unità di decontaminazione e della sigillatura di porte,
finestre e impianto di ventilazione).
I sigillanti
devono essere usati, ma solo dopo l'ispezione e prima del campionamento aggressivo
finale, per incapsulare residui di amianto presenti in luoghi difficilmente
accessibili o difficilmente praticabili.
Il
campionamento aggressivo comporta il disturbo con mezzi meccanici di tutte le
superfici accessibili, di regola iniziando da quelle verticali e quindi
operando su quelle orizzontali. Può essere utile mantenere negli ambienti
interessati l'aria in movimento, creando anche una omogeneizzazione della
concentrazione, mediante ventilatori di potenza ridotta. Poiche' tali
operazioni provocano la diffusione di fibre nell'atmosfera, è importante che
siano predisposte tutte le misure necessarie per la protezione degli operatori
e per il controllo della eventuale fuoriuscita di polvere. Le operazioni di
disturbo debbono iniziare contemporaneamente alla partenza degli apparecchi di
campionamento.
Effettuare,
indicativamente, due campionamenti per superfici fino a 50 m², almeno tre
campionamenti per superfici fino a 200 m², un ulteriore campionamento ogni 200
m² in più. Per aree bonificate maggiori di 600 m² si può usare un numero di
campioni minore. Nel caso di ambienti con molte stanze separate può essere
necessario effettuare misure in ogni stanza.
Questi criteri
hanno valore generale e possono essere adattati ad esigenze particolari relative
a casi specifici.
6b) Criteri per la certificazione della restituibilità
I locali
dovranno essere riconsegnati a conclusione dei lavori di bonifica con
certificazioni finali attestanti che:
a)
sono state eseguite,
nei locali bonificati, valutazioni della concentrazione di fibre di amianto
aerodisperse mediante l'uso della microscopia elettronica in scansione;
b)
è presente, nei
locali stessi, una concentrazione media di fibre aerodisperse non superiore
alle 2 ff/l.
I metodi
analitici da impiegare vengono riportati nell'allegato 2.
7 - Coperture in cemento-amianto
7a) Bonifica delle coperture in cemento-amianto
Le lastre
piane o ondulate di cemento-amianto, impiegate per copertura in edilizia, sono
costituite da materiale non friabile che, quando è nuovo o in buono stato di
conservazione, non tende a liberare fibre spontaneamente. Il cemento-amianto,
quando si trova all'interno degli edifici, anche dopo lungo tempo, non va
incontro ad alterazioni significative tali da determinare un rilascio di fibre,
se non viene manomesso. Invece, lo stesso materiale esposto ad agenti
atmosferici subisce un progressivo degrado per azione delle piogge acide, degli
sbalzi termici, dell'erosione eolica e di microrganismi vegetali. Di
conseguenza, dopo anni dall'installazione si possono determinare alterazioni
corrosive superficiali con affioramento delle fibre e fenomeni di liberazione.
I principali
indicatori utili per valutare lo stato di degrado delle coperture in
cemento-amianto, in relazione al potenziale rilascio di fibre, sono:
§
la friabilità del
materiale;
§
lo stato della
superficie ed in particolare l'evidenza di affioramenti di fibre;
§
la presenza di
sfaldamenti, crepe o rotture;
§
la presenza di
materiale friabile o polverulento in corrispondenza di scoli d'acqua, grondaie,
ecc.;
§
la presenza di
materiale polverulento conglobato in piccole stalattiti in corrispondenza dei
punti di gocciolamento.
La
bonifica delle coperture in cemento-amianto viene necessariamente effettuata in
ambiente aperto, non confinabile, e, pertanto, deve essere condotta limitando
il più possibile la dispersione di fibre.
I metodi di
bonifica applicabili sono:
Le
operazioni devono essere condotte salvaguardando l'integrità del materiale in
tutte le fasi dell'intervento. Comporta la produzione di notevoli quantità di
rifiuti contenenti amianto che devono essere correttamente smaltiti. Comporta
la necessità di installare una nuova copertura in sostituzione del materiale
rimosso;
Possono
essere impiegati prodotti impregnanti, che penetrano nel materiale legando le
fibre di amianto tra loro e con la matrice cementizia, e prodotti ricoprenti,
che formano una spessa membrana sulla superficie del manufatto. I ricoprenti
possono essere convenientemente additivati con sostanze che ne accrescono la
resistenza agli agenti atmosferici e ai raggi U.V. e con pigmenti.
Generalmente,
i risultati più efficaci e duraturi si ottengono con l'impiego di entrambi i
prodotti.
Può
essere conveniente applicare anche sostanze ad azione biocida.
L'incapsulamento
richiede necessariamente un trattamento preliminare della superficie del
manufatto, al fine di pulirla e di garantire l'adesione del prodotto
incapsulante. Il trattamento deve essere effettuato con attrezzature idonee che
evitino la liberazione di fibre di amianto nell'ambiente e consentano il
recupero ed il trattamento delle acque di lavaggio;
Il
sistema della sopracopertura consiste in un intervento di confinamento
realizzato installando una nuova copertura al di sopra di quella in
amianto-cemento, che viene lasciata in sede quando la struttura portante sia
idonea a sopportare un carico permanente aggiuntivo. Per tale scelta il
costruttore od il committente devono fornire il calcolo delle portate dei sovraccarichi
accidentali previsti per la relativa struttura.
L'installazione
comporta generalmente operazioni di foratura dei materiali di cemento-amianto,
per consentire il fissaggio della nuova copertura e delle infrastrutture di
sostegno, che determinano liberazione di fibre di amianto.
La
superficie inferiore della copertura in cemento-amianto non viene confinata e
rimane, quindi, eventualmente accessibile dall'interno dell'edificio, in
relazione alle caratteristiche costruttive del tetto.
Nel
caso dell'incapsulamento e della sopracopertura si rendono necessari controlli
ambientali periodici ed interventi di normale manutenzione per conservare
l'efficacia e l'integrità dei trattamenti stessi.
7b) Misure di
sicurezza durante gli interventi sulle coperture in cemento amianto
1.
CARATTERISTICHE DEL CANTIERE.
Le aree in cui
avvengono operazioni di rimozione di prodotti in cemento-amianto che possono
dar luogo a dispersione di fibre devono essere temporaneamente delimitate e
segnalate.
2. MISURE DI
SICUREZZA ANTINFORTUNISTICHE.
La bonifica
delle coperture in cemento-amianto comporta un rischio specifico di caduta per
sfondamento delle lastre. A tal fine, fermo restando quanto previsto dalle
norme antinfortunistiche per i cantieri edili, dovranno in particolare essere
realizzate idonee opere provvisionali per la protezione dal rischio di caduta,
ovvero adottati opportuni accorgimenti atti a rendere calpestabili le coperture
(realizzazione di camminamenti in tavole da ponte; posa di rete metallica
antistrappo sulla superficie del tetto).
3. PROCEDURE
OPERATIVE.
Rimozione
delle coperture.
Lastre ed
altri manufatti di copertura in cemento-amianto devono essere adeguatamente
bagnati prima di qualsiasi manipolazione o movimentazione.
Nel caso di
pedonamento della copertura, devono essere usati prodotti collanti, vernicianti
o incapsulanti specifici che non comportino pericolo di scivolamento. La
bagnatura dovrà essere effettuata mediante nebulizzazione o a pioggia, con
pompe a bassa pressione. In nessun caso si dovrà fare uso di getti d'acqua ad
alta pressione.
Qualora si
riscontri un accumulo di fibre di amianto nei canali di gronda, questi devono
essere bonificati inumidendo con acqua la crosta presente sino ad ottenere una
fanghiglia densa che, mediante palette e contenitori a perdere, viene posta
all'interno di sacchi di plastica. Questi sacchi, sigillati con nastro adesivo,
vanno smaltiti come rifiuti di amianto.
Le lastre
devono essere rimosse senza romperle evitando l'uso di strumenti demolitori.
Devono essere smontate rimuovendo ganci, viti o chiodi di fissaggio, avendo
cura di non danneggiare le lastre stesse. Non devono essere utilizzati trapani,
seghetti, flessibili o mole abrasive ad alta velocità.
In caso di
necessità, si dovrà far ricorso esclusivamente ad utensili manuali o ad
attrezzi meccanici provvisti di sistemi di aspirazione idonei per la
lavorazione del cemento-amianto, dotati di filtrazione assoluta in uscita.
I materiali
asportati non devono in nessun caso essere frantumati dopo la rimozione. Non devono
assolutamente essere lasciate cadere a terra. Un idoneo mezzo di sollevamento
deve essere previsto per il calo a terra delle lastre.
Le lastre
smontate, bagnate su entrambe le superfici, devono essere accatastate e
pallettizzate in modo da consentire un'agevole movimentazione con i mezzi di
sollevamento disponibili in cantiere.
I materiali in
cemento-amianto rimossi devono essere chiusi in imballaggi non deteriorabili o
rivestiti con teli di plastica sigillati. Eventuali pezzi acuminati o taglienti
devono essere sistemati in modo da evitare lo sfondamento degli imballaggi. I
rifiuti in frammenti minuti devono essere raccolti al momento della loro
formazione e racchiusi in sacchi di materiale impermeabile non deteriorabile
immediatamente sigillati. Tutti i materiali di risulta devono essere
etichettati a norma di legge.
I materiali
rimossi devono essere allontanati dal cantiere il prima possibile.
L'accatastamento
temporaneo deve avvenire separatamente dagli altri detriti, preferibilmente nel
container destinato al trasporto, oppure in una zona appositamente destinata,
in luogo non interessato dal traffico di mezzi che possano provocarne la
frantumazione.
Giornalmente
deve essere effettuata una pulizia ad umido e/o con aspiratori a filtri
assoluti della zona di lavoro e delle aree del cantiere che possano essere
state contaminate da fibre di amianto. Installazione della sopracopertura.
Utilizzando il
sistema della sopracopertura è consigliabile l'impiego di materiali che
presentino idonee caratteristiche di leggerezza, infrangibilità,
insonorizzazione, elevata durata nel tempo e dilatazione termica compatibile
con il supporto in cemento-amianto.
Operatori
muniti di indumenti protettivi a perdere e mezzi di protezione individuali
delle vie respiratorie (allegato 4), mediante pompe a bassa pressione spruzzano
sulle superficie della lastra un prodotto incapsulante.
Vengono quindi
bonificati i canali di gronda con le modalità già descritte. In alternativa, il
canale di gronda può essere trattato con un prodotto incapsulante e
successivamente confinato mediante idonea sopracopertura.
Qualora
risulti necessario movimentare le lastre di gronda, gli addetti eseguiranno
tale operazione svitando i vecchi gruppi di fissaggio senza creare fratture
sulle lastre. Eseguito il lavoro di bonifica e di eventuale sostituzione del
canale, le lastre movimentate vanno rimontate utilizzando gli stessi fori per i
nuovi gruppi di fissaggio.
Terminate tali
operazioni preliminari si passa al montaggio della nuova copertura. Questa deve
essere posata su una nuova orditura secondaria, generalmente in listelli di
legno, fissata direttamente all'arcarecciatura sottostante in modo che i
carichi previsti insistano esclusivamente sulla struttura portante. Montata
l'orditura secondaria può essere steso un eventuale materassino isolante e
quindi le nuove lastre di copertura.
Le operazioni
di cui sopra andranno effettuate con utensili provvisti di sistemi di
aspirazione idonei per la lavorazione del cemento amianto.
4. PROTEZIONE
DEI LAVORATORI.
Nelle
operazioni che possono dar luogo a dispersione di fibre di amianto, i
lavoratori devono essere muniti di idonei mezzi di protezione individuali delle
vie respiratorie (allegato 4) e di indumenti protettivi.
Le calzature
devono essere di tipo idoneo al pedonamento dei tetti.