![]() |
Un'altra fonte ufficiale, per quel che riguarda il fenomeno dell'invalidità del nostro Paese e più in particolare la presenza di tale fenomeno associata all'inserimento lavorativo, è quella del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, per quel che concerne la quantità e la relativa distribuzione dei lavoratori fruenti della disciplina sul collocamento obbligatorio.
La successiva tabella 9 consente di notare la distribuzione per Regione delle persone che appartengono alle categorie considerate dalla Legge 482 per l'assunzione presso aziende pubbliche e private e permette inoltre di verificare le modificazioni intervenute in questi ultimi anni.
Le considerazioni che possono essere effettuate sulla base di questi dati sono di diversa natura.
Innanzi tutto appare evidente come il dato complessivo non appaia comparabile con quelli forniti dall'ISTAT. Ciò dipende dal fatto che i dati precedentemente analizzati, che derivano da un'indagine campionaria, andrebbero considerati escludendo dal totale coloro che non sono in età lavorativa e tutti quanti non sono in condizione lavorativa, quali ad esempio i ritirati dal lavoro.
Come è stato precedentemente indicato, tuttavia, sui dati dell'ISTAT non è possibile effettuare particolari elaborazioni per non incorrere in un rischio di errore statistico troppo elevato. I dati del Ministero del Lavoro, dunque, devono essere letti isolatamente e considerati come un ulteriore contributo alla conoscenza del fenomeno, con particolare riferimento all'inserimento lavorativo. Peraltro non è detto che tutti coloro che fanno parte delle cosiddette categorie protette siano iscritti al collocamento obbligatorio, dunque il fenomeno potrebbe essere sottostimato.
Inoltre, è necessario sottolineare che le categorie del collocamento obbligatorio non corrispondono a quelle fornite dall'ISTAT, anche perché, come è noto, possono fruire della 482 anche soggetti non invalidi quali "orfani e vedove" e "profughi", che rappresentavano nel 1993 il 14% degli iscritti al collocamento obbligatorio.
Di altro genere sono le considerazioni che possono essere effettuate direttamente sulla base dei dati contenuti nella tabella 9. In particolare:
Il grafico 17 consente di rilevare i dati ora analizzati sulla base delle ripartizioni territoriali. Evidente, come già sottolineato, il fenomeno di decrescita dell'iscrizione alle liste di collocamento obbligatorio per tutte le ripartizioni, sia pure con diversa accentuazione, ad eccezione di quella settentrionale, che fa rilevare un leggero incremento.
Vi è inoltre un'ulteriore considerazione che appare necessario effettuare. E' stato già indicato che fra le categorie protette alcune non riguardano le persone invalide e dunque esse devono essere escluse dall'analisi che si sta svolgendo sul fenomeno dell'handicap.
L'analisi delle altre categorie, invece, mostra come la classificazione dei soggetti sia quasi totalmente associata all'invalidità civile. In questa categoria, infatti rientrano 250.000 dei 265.000 soggetti circa iscritti al collocamento obbligatorio, considerando già esclusi i non invalidi.
In modo analogo si può notare che sono classificati come invalidi civili circa la metà dei lavoratori fruenti della 482 occupati mentre cresce fin quasi al 25% la quota di lavoratori occupati facenti parte delle categorie di non invalidi.
![]() |