Via Torremuzza
Accanto al Palazzo Abatellis sorge
la Chiesa di Santa Maria della Pietà, edificata dalle benedettine
nel 1678 su progetto di Giacomo Amato, che nell’imponente facciata
a due ordini si richiama ad esempi coevi dell’architettura romana.
All’interno stucchi di Giacomo e Procopio Serpotta, affreschi
di Guglielmo Borremans (sottocoro) e di Antonio Grano (volta); sul terzo
altare è un dipinto di Antonio da Pavia con «La pietà
della Madonna che contempla Gesù» da cui deriva il nome
della chiesa.
Sempre su progetto di Giacomo Amato furono edificati nel Seicento il
Noviziato dei Crociferi e la Chiesa di San Mattia, a pianta ottagona
coperta da grande cupola, e la Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa, il
cui prospetto a due ordini domina la piazza antistante. All’interno,
ad unica navata con profonde cappella laterali, decorazioni a stucco
e preziose tele settecentesche.
Alle spalle della chiesa, lunga la via dello Spasimo, sorgono l’Oratorio
della Compagnia del SS. Crocifisso detta «dei Bianchi» (composta
da nobili che accompagnavano a giusta morte i condannati alla pena capitale),
e, poco più avanti, sul fronte meridionale della strada, la Chiesa
tardogotica di Santa Maria dello Spasimo. Il complesso monumentale,
che ha subito nei secoli modifiche e manomissioni, è stato recentemente
restaurato.
La via Torremuzza si conclude a est nella perpendicolare via Lincoln,
il cui fronte orientale è in gran parte occupato dalla Villa
Giulia, l'esteso giardino pubblico realizzato su progetto dell'architetto
Nicolò Palma nel 1777. La Villa è divisa in viali rettilinei
che si sviluppano attorno ad una piazza circolare circondata dai quattro
padiglioni della musica disegnati da Damiani Almeyda. L'attiguo Orto
Botanico, fondato nel 1779, si articola in Gymnsasium, Calidarium e
Tepidarium progettati dall'architetto francese Lèon Dufourny.
Attorno al nucleo storico si sviluppa il giardino, con piante suddivise
in base a precisi criteri scientifici.
Sul versante opposto di via Torremuzza sorge Palazzo Butera, dimora
dei Branciforte, principi di Butera. Le sale principali sono state affrescate
nel Settecento da Gioacchino Martorana. Il fronte opposto del palazzo
si affaccia sulle Mura delle Cattive, da cui si gode una splendida vista
del mare.
Testo di riferimento:
Chirco Adriana, Palermo La città ritrovata: venti itinerari entro
le mura, Palermo1997