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Visita virtuale
Primo piano

Sala I
Nel primo salone viene presentata la nutrita documentazione archeologica proveniente dall’antica città indigena del Mendolito di Adrano, databile tra il VII e il V sec. a.C. . Tra le numerose testimonianze, posizione di rilievo spetta ad una campionatura del ripostiglio di metalli (proprietà Ciaramidaro), recentemente datato nella seconda metà del VII sec. a.C., il cui corpo principale è in esposizione al Museo Regionale “P. Orsi” di Siracusa, e ad una statuetta bronzea raffigurante un banchettante databile al 530 a.C. . L’esposizione comprende inoltre un’interessante selezione di reperti recuperati a partire dalla fine del XIX secolo nell’abitato, tra cui una serie di antefisse a protome femminile, un grande gorgoneion fittile recuperato nel 1988 e una serie di capitelli e colonne di pietra lavica. Tra le testimonianze epigrafiche assume particolare rilievo il cosiddetto "Cippo Sanfilippo" in lingua anellenica (siculo).
Sala II
E’ dedicata alle necropoli del Mendolito. Il percorso mostra i corredi delle tombe a tholos, databili tra la seconda metà del VII e la metà V sec. a.C., rinvenute in contrada Sciare Manganelli durante le campagne di scavo del 1962-1963. I contesti sono costituiti da ceramiche di produzione locale dello stile di Licodia Eubea (caratterizzato da motivi geometrici e vegetali stilizzati), da vasellame coloniale e di importazione, da piccoli oggetti di metallo e da alcuni scarabei in faïence con geroglifici, interessanti per lo studio della diffusione del materiale egiziano ed egittizzante nella Sicilia di età arcaica. Una posizione rilevante spetta all’elmo bronzeo di tipo calcidese (500-480 a.C.), recuperato sporadicamente tra le due guerre mondiali in un agrumeto di contrada Sciare Manganelli.
Sala III
Raccoglie una selezione dell'interessante documentazione di età arcaica e classica proveniente da varie località della Sicilia centro-orientale. Sono inoltre in esposizione un busto femminile di terracotta proveniente dal ponte Primosole, particolarissimo esempio di arte indigena contemporanea alla produzione coloniale greca, e un busto di divinità femminile del V sec. a.C. recuperato nel territorio di S. Maria di Licodia.
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