Wild Goat Style o Stile a Stambecchi

Wild Goat Style, abbreviato spesso in WGS,  in italiano con Stile a stambecchi  è l’etichetta per lo stile dei vasi orientalizzanti prodotti nella Grecia dell’Est dalla metà del VII secolo a C. alla metà del VI secolo a.C.  Tale denominazione  appartenente ormai alla terminologia corrente della ceramica greca è stata coniata da R. Cook. Deriva dalla capra selvatica (wild goat), l’animale predominante, ma non esclusivo, dei fregi zoomorfi peculiari di questo stile.
I primi consistenti rinvenimenti di ceramica greco-orientale furono effettuati a Naucrati nel corso degli scavi diretti da Flinders Petrie e da Gardner, a partire dal 1880. Ma è soprattutto l’isola di Rodi ad aver restituito sino ad oggi il maggior numero di esemplari di questa classe di ceramica. Dal 1850 sino al 1912 (quando l’Italia prende possesso dell’isola) Salzmann e Billiotti avevano condotto per puri fini commerciali scavi soprattutto nella necropoli di Camiro. I vasi scoperti sono andati ad arricchire le maggiori collezioni Europee ed Americane. Successivamente tra il 1920 e il 1939  ricerche sistematiche furono intraprese da archeologi italiani (G.Jacopi, L. Laurenzi, L. Morricone) a Jalisos, Camiros, ma anche nelle isole del Dodecanneso, Nysiros e Cos, e da archeologi danesi (K.F. Kinch, C. Blinkenberg, K.F. Johansen) a  Vroulià, Lindos. Da tali ricerche e dalla maggiore quantità di ceramica del  WGS  ivi scoperta deriva  la sua prima attribuzione a fabbriche di Rodi , e la conseguente denominazione di "ceramica rodia". L'ipotesi "panrodia" ha trovato un consistente seguito ed è stata a lungo sostenuta.  Tuttavia, negli stessi anni, i risultati degli scavi condotti in Grecia Orientale, a Larisa, Smirne  sulla costa orientale dell’ Asia Minore (Ionia), e nelle isole antistanti, a  Samos soprattutto, avevano già messo in discussione questa ipotesi. Se Pfuhl, aveva cercato una soluzione intermedia, coniando la denominazione di "rodio-milesia", studiosi come Loeschke e J. Boehlau sottolineavano l'importanza di Mileto nella produzione di ceramica orientalizzante.
Lo studio della ceramica greco -orientale conosce un forte impulso dal 1960, grazie ai risultati di importanti scavi condotti a Chio (J.Boardman) e Tocra (J.Hayes e J. Boardman), che hanno offerto precisi contesti stratigrafici.
Al ridimensionamento del ruolo di Rodi nella produzione della ceramica del WGS  corrisponde un approccio "regionale", per grandi aree,  che tiene conto della molteplicità di fabbrica e la cui fisionomia si va definendo in stretto rapporto con i risultati delle analisi archeometriche. E' al maggiore studioso di ceramica greco-orientale, R. Cook, che dobbiamo la più coerente e precisa articolazione stilistica in chiave regionale del WGS, che egli elaborò e modificò nel corso degli anni, tenendo conto dei risultati che le nuove ricerche interdisciplinari offrivano alla ceramografia, e che costituisce ancora oggi il punto di riferimento principale.
Le analisi archeometriche condotte dalla fine degli anni '70 contribuiscono in modo decisivo a chiarire il problema dell’individuazione dei centri di produzione. Pioniere in questo campo è stato lo studioso francese P. Dupont che nel 1976 allestì  a Lione il Laboratoire de Céramologie ed intraprese la strutturazione di una banca dati per le argille. I risultati raggiunti dallo studioso partendo dal materiale greco-orientale rinvenuto nella colonia milesia di Istros, sul Mar Nero, hanno costituito la base delle successive iniziative in questo campo. A P. Dupont si deve in particolare l’individuazione delle diverse caratteristiche regionali, l’attribuzione della ceramica di Fikellura a Mileto e la distinzione di due diversi centri di produzione nella Ionia del Nord.
Più o meno negli stessi anni, presso il Research Laboratory for Archaeology and the History of Art dell'Università di Oxford ed il Fitch Laboratory della British School di Atene, J. Jones e J. Boardman conducevano  condotto analisi mediante la spettroscopia ottica su ceramiche greche e cipriote dall'età preistorica all'età ellenistico-romana.
In anni più recenti, in coincidenza con la ripresa degli scavi a Mileto, un ampio progetto di ricerca, basato sulla tecnica dell’attivazione neutronica (Neutron Activation Analysis - NAA), è stato intrapreso da un gruppo di studiosi tedeschi e austriaci, sotto la guida di H. Mommsen dell’Università di Bonn e dell’Università di  Bochum sotto la guida di Von Graeve. Il progetto, partito dall’esame della ceramica di alcuni tra i maggiori centri dell’Asia Minore, si è esteso, nel corso del tempo, a molti altri siti del Mediterraneo, costituendo in questo modo una banca dati in progress. Le ricerche, che hanno riguardato ceramiche di diversi periodi storici, hanno consentito, per ciò che concerne il periodo orientalizzante, di distinguere in modo ancora più articolato l’attività di diversi centri di produzione all’interno delle varie regioni. Risultati di particolare rilievo sono stati raggiunti per ciò che concerne la Ionia del Nord, con la definizione di almeno tre grandi gruppi di produzione, e l’Eolide, in cui emerge, come principale centro produttore, Kyme.  Strettamente legate ai risultati delle analisi NAA, sono sia gli studi di M.Kerschner sia la più recente classificazione della ceramica sud-ionica redatta dallo stesso  M. Kerschener con  U. Schlotzhauer.
Malgrado la ricerca su questi vasi sia avanzata ed in continua evoluzione, i grandi problemi delle fabbriche greco - orientali rimangono irrisolti, come  comprendere in qual modo e  perché il WGS sia riuscito a prevalere e a diventare lo stile dominante delle fabbriche greco - orientali.
 
Cnido: veduta degli scavi e del promontorio
 
:: photo-gallery ::
clic sulle immagini
per ingrandirle

produzione eolide
produzione chiota
guarda le piantine dell'allestimento della mostra
info
produzione ionia del sud
produzione nord ionica