In aree archeologiche e gallerie stop di domenica, ad eccezione della prima settimana del mese. Sempre fruibili invece quindici luoghi di particolare valore Quasi l’ottanta per cento delle aree archeologiche e dei musei siciliani chiuderanno nei giorni festivi, dal Regionale di Messina al Pepoli di Trapani, dal Museo della Dea di Aidone al Bellomo di Siracusa che custodisce il “Seppellimento di Santa Lucia“ di Caravaggio. Porte chiuse per una miriade di beni culturali siciliani causa mancanza di fondi per garantire gli straordinari ai custodi e ai dipendenti della Sas. Per evitare che anche altri siti siciliani famosi nel mondo rimangano chiusi in vista della stagione turistica, il neodirigente generale del dipartimento di via Croci, Gaetano Pennino, ha inviato ieri una nota a tutti i dirigenti dei musei e delle aree archeologiche invitandoli a «rimanere chiusi al pubblico nei giorni festivi, con l’eccezione della prima domenica di ogni mese». Fanno eccezione a questo obbligo i siti di particolare «valore»: il parco archeologico di Taormina, quello della Valle dei Templi, il museo della Villa romana del Casale, i parchi di Segesta e Selinunte. E, ancora, il duomo di Monreale e a Palermo San Giovanni degli Eremiti, il Castello della Zisa e l’Abatellis. Esclusi dall’obbligo di chiusura nei festivi il museo che ospita il Satiro di Marsala, il Teatro antico di Catania, quello di Tindari, il museo archeologico di Agrigento, la Neapolis e il Paolo Orsi di Siracusa. Ma anche per questi grandi siti potrebbero arrivare grane: l’apertura deve essere garantita salvaguardando la turnazione 24 ore su 24. «Potranno garantire l’apertura al pubblico esclusivamente ove il personale per la vigilanza possa garantirne la fruizione», scrive Pennino. Rimangono certamente fuori da questo elenco, e quindi chiuderanno nei festivi, Palazzo Mirto, il museo Riso e l’Albergo delle Povere a Palermo, la casa museo di Pirandello ad Agrigento, i musei archeologici di Gela, Enna, Caltanissetta e Aidone. Ancora, il museo Bellomo di Siracusa e il regionale di Messina che ospitano i quadri di Caravaggio e Antonello da Messina. Porte sbarrate nei festivi al museo della ceramica di Caltagirone, al Pepoli di Trapani e alla Casa Paolo Uccello di Palazzolo Acreide, ma anche nella Villa del Tellaro di Noto. I sindacati sono sul piede di guerra: «Al dipartimento Beni culturali si avvicendano i dirigenti generali e gli assessori, ma non cambia la sostanza della loro azione — dice Michele D’Amico, del CobasCodir — sembrerebbe che si faccia a gara tra chi debba passare alla storia per avere dato un contributo specifico finalizzato alla chiusura dei siti culturali siciliani. Oltre l’ottanta per cento dei siti culturali siciliani chiuderà nei festivi ad eccezione della prima domenica di ogni mese». I sindacati chiedono quindi un incontro urgente con l’assessore Antonio Purpura e il dirigente generale Pennino: «Sarebbe auspicabile che i vertici assessoriali — continua D’Amico — si sedessero intorno a un tavolo con i sindacati per affrontare con serietà iniziative non su come chiudere i pozzi petroliferi della nostra cultura ma, al contrario, su come portare ancor più a valore quanto di valore inestimabile ci è stato tramandato ed elargito gratuitamente dalle precedenti civiltà». ANTONIO FRASCHILLA
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