Nonostante i problemi economici non manca l’impegno
«Mancano i fondi per fare andare avanti i musei », nel frattempo però viene nominata la nuova direttrice, Rita Insolia, dalla solida esperienza organizzativa. Da oggi parte la nuova avventura della casa museo intitolata ad Antonino Uccello. L’artefice di questo nuovo percorso è proprio il neodirettore, Rita Insolia: siracusana, proviene dall’esperienza del museo «Bellomo » del capoluogo: realtà con la quale resterà collegata «in rete» per attirare il maggior numero di persone e visitatori possibile. «Abbiamo fatto volontariato, qui, da anni» commenta la Insolia, che non dimentica la preziosa collaborazione col funzionario regionale, ed exdirettore, Gaetano Pennino. Peraltro la soprintendente Mariella Muti, aveva già affermato di voler continuare a intrecciare collaborazioni e idee con lo stesso Pennino, che per anni aveva fatto la spola con Palermo. «Certamente - sottolinea la Insolia - adesso stiamo cercando di attuare un’azione in grado di garantire un ulteriore rilancio delle attività: c’è il Natale alle porte, ma i contributi regionali sono fermi e non arrivano». Bisognerà quindi arrangiarsi, seguendo la scia delle difficoltà attuali e ricorrendo all’azione dei volontari. Come ad esempio «I ragazzi», gli eterni ragazzi di Antonino Uccello, che hanno costruito i primi presepi in miniatura in casa. Magari sacrificando il proprio tempo libero per reperire i materiali, scolpire, scavare nella nuda terra per ricavare locali da ciò che stanza espositiva non si poteva certo definire. Gli sviluppi più vicini a noi, adesso, parlano di una migliore fruizione del museo, con il suo ampliamento al vicino Palazzo Ferla e alle sue sale, in grado di accogliere happenings ed eventi culturali di ogni genere. Occasioni, cioè, in grado di far conoscere il museo, e conseguentemente la città, alla gente. «Non dimentichiamo - conclude - la collaborazione del sindaco Carlo Scibetta con le future iniziative». Da decenni la realtà etnografica museale di Palazzolo Acreide rappresenta un perno della cultura popolare e del saper fare ibleo. Attorno ad essa, gradualmente, si sono inserite le altre: dalla vicina Buscemi, coordinata dal docente Rosario Acquaviva, fino a Modica e chiudendo una sorta di cerchio immaginario, fino alle presenze dell’arte e dell’etnoantropologia sicula e contemporanea, nel floridiano R. R.
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