"Exit" è il frutto sorprendente di una contraddizione che induce a riflettere sui percorsi musicali espressi dalla Sicilia in questi anni così tetragoni alla cultura. Il titolo parrebbe alludere ad una rassegnata uscita di scena, anzi ad una precipitosa via di fuga ma, in realtà, costituisce una porta d' ingresso in un mondo sonoro, futuribile e tradizionale ad un tempo, che, ci crediate o meno, ha avuto a Palermo il suo epicentro. Il contenuto, poi, riferisce di musiche "marginali", quelle di solito invise alle consorterie accademiche e rifuggite dai circuiti commerciali perché poco remunerative, ma è proprio in quelle stesse marginalità che trova, come d' incanto, una centralità ed una propulsione sconosciute a buona parte delle musiche dominanti. Il volume, infine, testimonia di esperienze che al momento del loro esplodere parevano soltanto schegge bizzarre destinate a polverizzarsi e disperdersi nell' oblio e che, invece, hanno finito per aggregarsi e prendere sostanza in architetture che non solo resistono al tempo ma hanno anche creato arditi viadotti con altre analoghe situazioni sparse nel mondo, divenendo crocevia del procedere sonoro contemporaneo. Da poco pubblicato dall' assessorato regionale Beni culturali e Casa Museo Antonino Uccello, "Exit", volume impreziosito da tre cd che contengono 38 brani tra antologici e monografici, raccoglie i primi dieci anni di Curva Minore, associazione fondata nel 1997 dal sassofonista Gianni Gebbia e dal contrabbassista Lelio Giannetto (da alcuni anni è rimasto solo quest' ultimo al timone) col proposito, come scrive Gaetano Pennino, direttore del museo Antonino Uccello e attento curatore dell' opera, di dar voce ai nuovi linguaggi sonori, ai percorsi storici da cui sono stati determinati e ai presupposti teorici, artistici ed estetici che li hanno originati. "Exit" è, soprattutto, la testimonianza di un periodo in cui Curva Minore, colmando un fin troppo cospicuo vuoto culturale, ha rotto schemi e prassi del fare musica indicando prospettive inedite e spaziando a tutto campo dal jazz alla world music, dall' improvvisazione radicale alla tradizione popolare, dalla musica antica a quella elettronica, dal rock alla cameristica. A scorrere gli avvenimenti minuziosamente narrati, si stenta a credere a quanti e quali artisti di prestigio siano stati coinvolti da Curva Minore nei suoi progetti, talvolta ritenuti visionari ma capaci sempre di coinvolgere un pubblico assai attento, specie tra i giovani. Una speranza che continua. - GIGI RAZETE
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