Messina - Davvero una bella sfida quella di «Come musica», ovvero la «rassegna di sonorità contemporanee» promossa dall'associazione musicale messinese Phartenia. Uscire fuori dal territorio «rassicurante» dei generi musicali offerti dalle storiche stagioni concertistiche, per aprirsi a nuovi ascolti, per l'appunto quelli della contemporaneità, è infatti la missione certamente «non impossibile» di Eliade Grasso, tenace e volitiva artefice del progetto. E i fatti, come si dice, le danno pienamente ragione. Così come è successo in occasione della presentazione del volume «Curva minore contemporary sound: dieci anni di nuova musica in Sicilia 1997/2007», nel cofanetto anche tre preziosi cd, cui si è aggiunto specularmente il concerto «Onda mediterranea, un mare di suoni». «Curva minore» è anche il nome dell'ensemble che ha eseguito il concerto. Gaetano Pennino, nel doppio ruolo di direttore della Casa museo Antonino Uccello di Palazzolo Acreide e di curatore del volume, ha tracciato la genesi e il percorso dell'innovativa esperienza musicale siciliana che, partendo da una felice scelta dei musicisti Gianni Gebbia e Lelio Giannetto, dal 1997, ha dato vita ad un work in progress con altri musicisti, in forma di eventi e manifestazioni «volti a illustrare e accogliere – come scrive Pennino – le forme dei nuovi linguaggi sonori, i percorsi storici da cui sono stati determinati e i loro presupposti teorici, artistici ed estetici». Un ensemble strumentale e vocale, che raccoglie tra le migliori intelligenze musicali siciliane dei nostri giorni, Matilde Politi, Giuseppe Viola, Francesco Calandrino, Rosario Punzo, Sandro Librio, Giuseppe Guarrella e Lelio Giannetto, ha dato poi vita ad una formidabile performance fatta di un mix musicale denso ed intenso fra tradizione e innovazione. «Un «Onda mediterranea» avvolgente ha così invaso la Galleria provinciale d'arte moderna e contemporanea, entusiasmando anche Nanni Ricevuto, presidente della Provincia Regionale di Messina, mettendo in luce «la coesistenza delle identità, delle culture, dei suoni» di uno e cento mediterranei, da oriente ad occidente. Le laceranti contraddizioni del nostro tempo in musica è stato invece il tema dominante del concerto «Da lontano il suono» che, fra acustica ed elettronica, ha visto applaudito protagonista sulla scena della chiesa di S. Maria Alemanna, nel triplice ruolo di compositore, pianista e guida all'ascolto, Sergio Pallante, tra i più originali autori musicali del nostro tempo, e non solo in ambito messinese. A dare voce strumentale incisiva e inquietante alla sua «Fissione nucleare» il flauto di Franco Bruno. Simona Minniti, musicista che intrattiene rapporti virtuosi con le «tecnologie elettroniche, digitali e con la multimedialità», ha introdotto alla suggestiva visione e ascolto di sequenze tratte dall'opera multimediale «L'alba del 28 dicembre». A completare il viaggio nell'universo creativo-musicale di Pallante «Una coca-cola ucciderà l'ultimo dinosauro?», illuminante, amara e a tratti ironica metafora anche nelle immagini d'arte di Minniti, sull'industria del consumo culturale di massa, che rischia di fagocitare le espressioni artistiche libere. Geniale e coinvolgente poi il brano da «Lontano il suono, per elettronica», dove le suonerie sempre più invasive dei telefonini si emancipano dall'alienante quotidiano, per assurgere a sorprendenti forme musicali. E così dal refrain ossessivo di pezzi classici, si passa alla riscrittura di un canone sullo stile fiammingo, fino all'esposizione di una fuga bachiana, trovando nelle invenzioni videografiche della Minniti, un singolare e consonante alter ego iconico.
Mario Sarica

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