Un progetto su tradizioni e abilità agro-pastorali che legano diversi territori della Sicilia
BUSCEMI. Gli antichi saperi contadini rivivono nel paesino ibleo: il 17 aprile all’auditorium di San Giacomo, alle 18, vanno in scena le "Culture silvo- pastorali". Si tratta di due video a confronto: "L’arte del fuoco nascosto, i carbonai iblei" a cura di Rosario Acquaviva e i "Recinti di Pan. La tosatura delle pecore nella provincia di Messina", prodotto dal "Museo delle tradizioni silvo-pastorali di Mistretta". Questo percorso museale chiude idealmente il circuito delle realtà acrensi, modicane e peloritane. Sarà presente il sindaco Giuseppe Giansiracusa, Gaetano Pennino, direttore della Casa museo intitolata ad "Antonino Uccello", Sergio Todesco, direttore del Museo delle tradizioni silvo- pastorali "G. Cocchiara" di Mistretta, oltre al "padrone di casa", Rosario Acquaviva, direttore del Museo civico "I luoghi del lavoro contadino". L’iniziativa coinvolge anche i Nebrodi, in fondo: pastori, taglialegna, carbonai, nel tempo hanno antropizzato questi territori, hanno elaborato forme di cultura fortemente radicate. La pastorizia viene sintetizzata come attività simbolica, proprio perché gravida di memorie fin dal vicino Maghreb. Qui sono ancora leggibili, seppur stratificati, i processi evolutivi che gli uomini hanno innescato. Il territorio dei Nebrodi e degli Iblei è uno dei settori più interessanti per la conservazione di manufatti, di sistemi di organizzazione del lavoro, di strutture produttive. Sono aree privilegiate per rappresentare "in vitro" l’articolata realtà agro-pastorale e contadina isolana. L’abilità, di cui si vanta "u craunaru", il carbonaio, si fonda, sulla scelta della legna, sul saper costruire a regola d’arte "u fussuni", la carbonaia, affinché la legna possa ardere lentamente e in maniera uniforme, e soprattutto sulla capacità di saper governare abilmente il fuoco, invisibile, sotto la copertura terrosa, mediante l’uso di una tecnica che mira a togliere la giusta quantità di ossigeno. R. R.

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