Un gruppo polacco e una mostra fotografica fra i tanti eventi del carnevale palazzolese Sabato prossimo alle ore 16, nella Casa museo intitolata ad Antonino Uccello, sarà inaugurata la mostra di strumenti musicali «Zampognarea». Con l’organizzazione del team del direttore Gaetano Pennino si rispolvera, ancora una volta, la tradizione dello «story-telling», del cantastorie. Ma anche dell’acustico, delle sonorità naturali, sempre più sommerse dal frastuono. L´iniziativa, dedicata alla zampogna, praticamente caduta nell’oblio se non per essere rispolverata durante le festività natalizie, e alle sue musiche medievali, si articolerà secondo il programma stilato con particolare attenzione al rispetto di un solco di genuinità da tempo affievolitosi: il percorso comprende un´esposizione di fotografie di Angelo Maggio, conferenzedibattito sul futuro museale, performance musicali, visite guidate per le scuole ed eventi a carattere divulgativo e didattico. Il motivo conduttore è la sopravvivenza dei musei: e se la cultura possa essere vincolata alla mera obliterazione di un biglietto in più o in meno. La mostra è visitabile tutti i giorni fino al 14 marzo con orari coincidenti con l´apertura del museo etnografico: dalle nove alle tredici e dalle quattordici alle diciannove, abbracciando così tutte le esigenze dei visitatori. Sabato, assieme all’arte fotografica, è prevista la proiezione di un documentario fotografico realizzato da Rossella Schillaci: «Pratica e maestria» s’intitola. Alle 19, in piazza del Popolo, si esibirà il gruppo polacco Caci Vorba. Maria Vatason, Loanna Ulatowska, Ubomir Iszczuck, Pavel Solka, Robert Brzowski e Piotr Majczina porteranno la ruralità dell’Est. Per domenica è prevista l’animazione per le vie del centro cittadino con un «Ballo dei giganti», ossia grandi figure danzanti, accompagnate dalla Banda Pilusa, un altro gruppo musicale che s’ispira alle tradizioni popolari da tempo impegnato nella ricerca di nuove armonie da proporre in luoghi dalle atmosfere irripetibili come quelle acrensi. Un’occasione in più per riappropriarsi delle radici storiche del colle palazzolese, non troppo dissimili, alla fine, da quelle degli altri paesi europei. R. R.

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