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mercoledì 3 luglio 2024


Home PagePer conoscere gli ecomusei iblei

Da un’idea partita dalla regione Piemonte sulla base della propria legislazione
Incontri a tema presso la casa-museo di Palazzolo Acreide già annotati in agenda per oggi alle 16 e il prossimo 6 febbraio
“Promossi dal gruppo di lavoro sulle realtà delle collezioni etnoantropologiche”
La Regione Piemonte, per garantire il necessario sostegno tecnico-scientifico alla politica regionale sugli ecomusei, inaugurata con legge regionale 14 marzo 1995, n. 31 (Istituzione di Ecomusei del Piemonte) ha costituito nel 1998 un gruppo di lavoro, con specifica competenza ecomuseale. Il Laboratorio Ecomusei è impegnato ad analizzare la realtà e l’evoluzione dell’ecomuseologia italiana e straniera. Consulente degli ecomusei istituiti nel Piemonte e anche in altri territori, ed elemento di supporto all’attività scientifica del Comitato Scientifico per la promozione e l'individuazione di nuovi ecomusei, il Laboratorio si occupa di verificare lo sviluppo delle iniziative mediante periodici sopralluoghi sul territorio. Elabora altresì considerazioni sugli aspetti museali, economici e gestionali. Il Seminario verterà sulle esperienze maturate in Piemonte e sulle prospettive, anche di carattere nazionale, che si dischiudono dopo più di dieci anni di applicazione della legge regionale piemontese nonché in riferimento al disegno di legge (nazionale) presentato dalla senatrice Poli Bortone su Disposizione in materia di istituzione degli ecomusei per la valorizzazione della cultura e tradizione locali (n. 902 del 10 luglio 2008). La conduttrice di questo primo seminario, Ilaria Testa, architetto, giornalista pubblicista iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Piemonte (tessera n° 117912) dal 2003 collabora con il gruppo di ricercatori del Laboratorio Ecomusei della Regione Piemonte di cui è coordinatrice dal 2008. Si è occupata di tutti gli aspetti legati alla comunicazione del Sistema ecomuseale regionale, della divulgazione della tematica a livello locale e nazionale, nonché del supporto tecnico alle singole realtà del territorio. Rappresenta il Sistema durante gli incontri istituzionali, compreso il nascente coordinamento nazionale. La sua esperienza si è inoltre misurata in diversi incarichi di copywriting e redazione testi, principalmente nell’ambito culturale, dell’entertainment, della comunicazione sociale e ambientale. Un appuntamento parallelo è già in agenda a Palazzolo Acreide per la data del prossimo 6 febbraio 2010 alle ore 11, presso la Casa Museo Antonino Uccello. E’ un’iniziativa promossa dal Laboratorio di Museografia etnoantropologica, della Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Palermo. Sul tema “Per una museografia del contemporaneo“ con Seminario di Vincenzo Padiglione, docente preso l’Università di Roma – Simbdea. Alcune buone ragioni suggeriscono un più deciso impegno dei musei nel dar rappresentazione etnografica a quel presente dilatato e culturale che chiamiamo contemporaneo. Un motivo ha a che fare con il nostro mestiere, le mutazioni intercorse e le sfide aperte. Noi antropologi nel novecento siamo diventati più contemporaneisti; abbiamo imparato a considerare diversamente gli altri, non più come fossili viventi, sopravvivenze di una storia passata. Abbiamo ridimensionato lo sguardo antiquario criticando vizi e pregiudizi dell’antropologia classica. Ci siamo sempre più riconosciuti in quello che è divenuto il nostro metodo aureo del conoscere, l’etnografia: pratica esperienziale e contestuale di documentazione il cui vertice prospettico risiede nella contemporaneità e le cui fonti principali sono per lo più coeve al ricercatore. Con questa antropologia che mette a problema le teorie e le pratiche del presente, i musei etnografici italiani nella loro gran parte stentano a stabilire un rapporto stabile e continuativo. Il loro patrimonio documenta nel migliore dei casi il cambio epocale di un modo di vita, una fase dolorosa per molte comunità del passaggio alla modernità. E lascia percepire come siano stati traumatici certi effetti sulle conoscenze locali e sulle soggettività. Vi trovano rappresentazione le memorie delle generazioni più anziane o immediatamente scomparse. Non hanno spesso alcuna visibilità problemi, saperi ed esperienze di quelle più giovani e in generale dei ceti urbani.


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30gennaio2010 A

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E-mail: casamuseouccello@regione.sicilia.it
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