Casa-museo Antonino Uccello. Da sabato iniziative per il poeta palazzolese emigrato in Brianza A trent’anni dalla scomparsa del celebre Antonino Uccello, la casa-museo palazzolese a lui intitolata, organizza un fitto programma di incontri culturali, convegni e personali. Un modo come un altro per celebrare l’artista e poeta nato a Canicattini nel settembre del 1922, trasferito a Palazzolo nel ’44 ed emigrato in Brianza nel ’47. Sabato prossimo alle 17, nella casa di via Machiavelli a Palazzolo sarà in programma «1979/2009 La sua voce risuona frammenti e lasciti per un’ipotesi di esposizione ritrovata a trent’anni dalla morte di Antonino Uccello», racconti dell’artista popolare Rosario Alescio. Presenti, per l’occasione, Lino Leanza, assessore regionale ai Beni culturali e ambientali e alla Pubblica istruzione, Carlo Scibetta, sindaco di Palazzolo, Pietro Clemente, presidente della Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici, Ordinario di Antropologia culturale – Università degli Studi di Firenze, Gaetano Pennino, dirigente responsabile della Casa museo Antonino Uccello, Paolo Morale, rappresentante della famiglia Uccello, Gaetano Gangi critico d’arte. Ecco una delle citazioni tanto care ad Antonino Uccello che verrà letta per l’occasione: «Alescio non è il naïf narratore di favole, delirante a volte di fantasmi e incubi, con un preciso mondo da esprimere. Nei suoi paesaggi, che a volte non sono quelli di Ortigia ma di Venezia, Zurigo, Praga, Lecce e così via – panorami “copiati” da cartoline e stampe – è sempre un’atmosfera, una luce, che è quella della sua strada, carica del verde scirocco che risale dalla fonte Aretusa e dal mare, la cui presenza, qui, si avverte come quella di un nume ». Una presentazione che successivamente lascerà spazio alla inaugurazione di una mostra e nell’occasione sarà inaugurata anche una sala dedicata alla storia e all’evoluzione di Palazzo Ferla Bonelli, curata da Maria Ferrara e Luigi Lombardo. E nell’ambito delle attività per ricordare Antonino Uccello, il sabato successivo, 14 novembre sempre alle 17, Massimo Pirovano, direttore del Museo Etnografico dell’Alta Brianza (MEAB), parlerà de «Al Museo delle voci. Per un museo di società», ovvero storia, attività, produzione editoriale di un museo DEA in Lombardia dove lo stesso Uccello, come detto, visse dal 1947 al 1961. Da quell’anno Uccello pose fine alla permanenza nel nord Italia e tornò nella sua Palazzolo, dove acquistò un’ala di un antico palazzo (il Palazzo Ferla). Qui trasportò gli oggetti raccolti nell’area iblea in attesa di una definitiva sistemazione. Nel 1965 pubblicò un altro studio di poesia popolare, «Carcere e mafia nei canti popolari siciliani», libro che suscitò una ridda di polemiche per il tema trattato e in quanto si collocava fra quegli studi che presentavano un diverso volto del Risorgimento italiano: quello visto attraverso l’ottica dei vinti. Coerente agli allora prevalenti interessi negli studi demologici orientati verso la letteratura e l’arte popolare, Uccello pubblicò il volume «Pitture su vetro del popolo siciliano». M. B.
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