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giovedì 4 luglio 2024


Home PageIl «salone» specchio della società

Le sale da barba ancora oggi sono ritrovi di quotidianità. Rappresentano sussulti di vita.
Raccolti in un volume storie, aneddoti, curiosità che un tempo allietavano i frequentatori delle «botteghe» dei barbieri.
Nella società moderna si chiamano «acconciatori», «hair stilyst», «barber shop». Non sono altro che i barbieri di un tempo. Ancora oggi le sale da barba hanno una sorta di magia; luoghi vivaci che ispirano artisti e scrittori, musicisti e cantastorie. Sono ritrovi della quotidianità, della socialità e della tradizione, dove tra una rasatura e un taglio di capelli si scambiano alcune battute. Nei piccoli centri rappresentano sussulti di vita. Il barbiere, con la sua lentezza gestuale, crea un’atmosfera di familiarità negli astanti. Nel paese rimane un personaggio conosciuto alla pari del farmacista e del sindaco. E’ il depositario di tutti i segreti della comunità, che ovviamente rimangono dentro le quattro mura della bottega. Nei paesi e nelle borgate ci fu un tempo che nel salone, soprattutto la domenica, piombavano un fisarmonista, un chitarrista e un mandolinista dando vita a straordinarie melodie. Da diversi anni la «Compagnia di canto popolare», guidata da Giuseppe Maurizio Piscopo e Gaetano Pennino, ha setacciato archivi e vecchie riviste rispolverando musiche da saloni come polke, valzer, mazurche creando un Cd. Poi, con il contributo di scrittori e giornalisti è nato anche un delizioso volume edito da Nuova Ipsa che verrà presentato oggi alla Feltrinelli (ore 17). Ne parleranno Pasquale Hamel, Claudio Mazza, Gaetano Pennino. Stefania Blandeburgo leggerà alcuni brani. E non mancherà la musica dal vivo. Quello del barbiere è tra i mestieri che hanno destato sempre interesse anche nei viaggiatori stranieri del passato. Karl Hassen, che soggiornò in Sicilia nel settembre 1867, ne ritrasse alcuni dell’entroterra isolano. Il clic immortalò tutti gli arnesi e l’atmosfera che regnava all’interno delle barberie. Infinite sono gli aneddoti su questa categoria. Si racconta che Raimondo Lanza di Trabia, il principe irrequieto, si faceva rasare nudo disteso sul letto dal vecchio Baldi, barbiere di corso Vittorio Emanuele. Correvano gli anni Trenta. A quell’epoca alla Kalsa girava per il quartiere il barbiere ambulante, un certo Peppino La Bua. La sua bottega era ospitata su una bicicletta. C’erano il cavalluccio per i bambini, una valigetta con rasoi, forbici, pettini, profumi, borotalco. I suoi clienti preferivano una delicata rasata di buon mattino per affrontare una nuova giornata di sudore e di fatica. La Bua aveva mani che facevano invidia alla più dolce ragazza della buona borghesia. Sotto le feste di natale portava con sé un nipote di tredici anni, che aveva il compito di sistemare la mantellina sulle spalle dei clienti, spazzolarne il collo a taglio compiuto, dare in omaggio un calendarietto. Poi congeda il cliente con un fragoroso «servito» per assicurarsi la mancia. Nel volume «Musica dai Saloni» Andrea Camilleri scrive che i barbieri erano anche cerusici. Lo scrittore confessa che nella sua via è stato da un barbiere non più di una ventina di volte. Confessa: «A tredici anni, avevo i capelli così lunghi che all’adunata del sabato fascista il capo manipolo mi ordinò di ripresentarmi il sabato seguente coi capelli tagliati. E ne informò mio padre. Il quale disse a don Nonò che appena mi vedeva passare, doveva farmi bloccare da un suo aiutante, vincere le mie resistenze, portarmi nel salone e quindi procedere al taglio forzato. Ma io subodorai l’agguato e per i primi quattro giorni mi guardai bene dal passare da quella strada, facevo l’altra. Senonché il quinto giorno, giovedì, trovai la strada di fuga sbarrata per lavori. Quindi dovetti passare dalle forche caudine». Gli aiutanti di don Nonò agguantarono il tredicenne Camilleri, che venne ridotto quasi alla calvizie. Nel volume anche testimonianze di Matteo Collura, Melo Freni, Salvatore Ferlita, Pasquale Hamel, Nuccio Vara, Giancarlo Macaluso, Mario Pintagro.
VINCENZO PRESTIGIACOMO


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30settembre2009-2

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