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domenica 5 maggio 2024


Home PageCanti bizantini di Sicilia

Sono ormai passati più di dieci anni dal mio primo incontro con la musica bizantina. Da allora è iniziata una meravigliosa avventura che mi ha regalato forti emozioni e grandi soddisfazioni. Da allora ho intrapreso un percorso che non solo mi ha fatto crescere dal punto di vista musicale, ma che mi ha anche arricchito spiritualmente. Grazie ai canti bizantini ho potuto accostarmi più consapevolmente ai testi sacri e sono forse riuscito anche ad avvicinarmi maggiormente a Dio e a rafforzare la mia fede. Per questo mi ritengo un uomo fortunato, come credente e come musicista. Le partiture qui riunite corrispondono ai brani inclusi nel cd Canti bizantini di Sicilia, pubblicato nel 2006 con il patrocinio dell’Assessorato ai Beni culturali della Regione Siciliana. Quel cd costituiva la prosecuzione, credo per molti aspetti più matura, del mio precedente lavoro di rielaborazione dei canti bizantini degli Albanesi di Sicilia, arrangiati per voci liriche e banda, che un vasto pubblico aveva avuto modo di conoscere, in Sicilia e in altre regioni d’Italia, non solo attraverso i numerosissimi concerti del Complesso bandistico Giuseppe Verdi di Mezzojuso da me diretto, ma anche attraverso un primo cd, dal titolo Canti bizantini di Mezzojuso. Qualche anno prima – più esattamente nel 2001 – quest’ultimo era stato incluso, insieme alle relative partiture, in un prezioso e, direi, “storico” cofanetto contenente l’edizione critica dei manoscritti musicali del mio illustre concittadino Papàs Lorenzo Perniciaro (1899-1975) impeccabilmente curata dal Professore Girolamo Garofalo, etnomusicologo della Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo. Tutte le iniziative or ora citate furono rese possibili soprattutto grazie all’impegno del caro amico Dottore Gaetano Pennino, nella sua qualità di Funzionario delegato dell’Assessorato ai Beni culturali. Anche questa volta debbo a lui l’avere finalmente reso possibile l’edizione a stampa di queste partiture. Di ciò lo ringrazio in una maniera speciale: non solo perché si tratta, in un certo senso, del “completamento” e dell’integrazione di quanto già reso noto attraverso il cd Canti bizantini di Sicilia, ma soprattutto perché il senso di questa pubblicazione, per quanto possa determinare anche una mia gratificazione personale, risiede soprattutto nell’opportunità che essa può offrire anche ad altri musicisti e direttori di banda di eseguire musiche il cui originario valore spirituale e artistico travalica ampiamente i confini di Mezzojuso, dell’Eparchìa di Piana degli Albanesi e dell’intera Sicilia. Il mio auspicio è che, anche attraverso questo volumetto, quel prezioso tesoro che è il repertorio bizantino degli Arbëresh di Sicilia possa meglio essere apprezzato in Italia e all’Estero. I canti che qui sono raccolti assumono per me una particolare importanza. Si tratta di brani inediti, che suscitano fascino ed emozione, pregni di storia e di simbolica sacralità, che inondano l’ascolto e parlano all’anima. Emblematico, sotto quest’aspetto, l’Àghios di fronte al quale non si può non restare attoniti per la straordinaria e concisa suggestione del testo e per la grandiosità della musica. Attraverso la strumentazione bandistica ho cercato soprattutto di esaltare questi aspetti, in particolare nell’uso dei corni e delle trombe, rendendolo quasi una composizione sinfonica. Non nascondo che ogni volta che dirigo questo brano, forse uno dei più belli della tradizione bizantina di Sicilia, avverto un’infinita emozione e dinanzi a me sento e vedo manifestarsi la potenza divina. Mi si conceda, a questo proposito, un ringraziamento personale al compianto Fra’ Pietro Vittorino, ieromonaco dell’Abbazia di Grottaferrata e originario di Mezzojuso, cui devo il suggerimento, efficacissimo, dell’impiego delle campane tubolari. Un’altra concessione personale per Kanona pìsteos, per il quale, pur avendo richiamato la melodia tradizionale in alcuni passaggi strumentali, ho voluto comporre una musica del tutto originale quale omaggio al Patrono di Mezzojuso e quale tributo affettivo a mio padre e a mio figlio che di San Nicola portano il nome. Desidero ringraziare i molti amici che, insieme a me, hanno fortemente voluto il progetto Canti bizantini di Sicilia (a partire dai concerti degli scorsi anni e al già citato cd, sino alla pubblicazione di queste partiture) e tutti coloro che con il proprio prezioso e fattivo aiuto hanno reso possibile questo lungo e ricco percorso. Vogliano perdonarmi se l’esiguità dello spazio non mi consente di citarli uno per uno. Un ringraziamento esplicito lo rivolgo, però, ai musicisti del mio complesso bandistico per la passione e la professionalità che hanno sempre dimostrato, e, in particolare, al Professore Salvatore Mauro per aver a suo tempo realizzato l’originario allestimento informatico delle partiture per i concerti e la registrazione del cd, che qui, dopo la scrupolosa revisione editoriale e la re-impaginazione di Girolamo Garofalo, ha finalmente assunto forma adeguata per la stampa. Un grazie anche a Papàs Jani Pecoraro, Parroco della Cattedrale San Demetrio di Piana degli Albanesi, che mi è stato vicino nelle diverse fasi della realizzazione dell’intero progetto. All’amico Girolamo Garofalo la mia speciale riconoscenza: non solo per i preziosi consigli tecnici ed estetici sugli arrangiamenti e sulle armonizzazioni fornitimi ormai molti anni fa, intorno al 2002, sin nelle prime fasi di composizione delle elaborazioni, e per il lavoro svolto in qualità di curatore sia dell’edizione del cd del 2006 sia della presente pubblicazione, ma in generale per avermi sempre illuminato e confortato con la sue competenze di studioso di musica bizantina. Desidero ricordare infine l’Onorevole Nicola Barone, che nel 2000, in qualità di Presidente della V Commissione “Cultura, formazione e lavoro” dell’Assemblea Regionale Siciliana, consentì di avviare per la prima volta una serie di progetti per la valorizzazione del patrimonio musicale bizantino degli Albanesi di Sicilia attraverso varie iniziative, poiché soprattutto a lui debbo, in ultima istanza, l’aver suscitato nell’ambito dell’Amministrazione dei Beni Culturali la sensibilità e l’attenzione complessiva di cui questa pubblicazione costituisce il più recente frutto.
Salvatore Di Grigoli


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