Memoria della Terra nasce da una ricerca d’incontro tra linguaggi musicali contemporanei e materiali arcaici della tradizione siciliana, provenienti dalle raccolte dell’etnomusicologo Antonino Uccello. Il lavoro si sviluppa verso una rappresentazione multiforme di gesti, suoni e immagini. Ideazione, progettazione, realizzazione, produzione: http://www.kilim-musicfactory.org - con Alfio Antico, Stefano Zorzanello, Fabrizio Puglisi, Puccio Castrogiovanni, Giovanni Arena, José Mobilia. Incontro tra linguaggi musicali contemporanei e materiali arcaici della tradizione siciliana. Un progetto Kilim Music Factory.
Il lavoro di rilevamento dei documenti di tradizione orale di carattere musicale svolto da Antonino Uccello dalla fine degli anni ’50, ha un valore inestimabile: sia perché si svolse in un periodo in cui questo genere di ricerca nell’isola era agli inizi, sia perchè fu esteso a tutta la Sicilia, con le difficoltà che c’erano allora riguardo viabilità, percorribilità delle strade, distanze. L’esito fu una raccolta straordinaria di oltre 900 documenti, riuniti oggi presso l’Accademia di S. Cecilia e negli archivi della RAI. Da una selezione di questi documenti egli pubblicò, negli anni ’70, due dischi con la Fonit Cetra e il rimanente materiale lo depositò negli archivi. Come Casa museo, con grande fatica e con grande impegno, abbiamo riaperto questi archivi e ne abbiamo tratto due cd antologici che riguardano la Sicilia sud-orientale pubblicati fra il 2002 e il 2004. L’intenzione era quella di restituire questo patrimonio agli artisti, agli studiosi, ai musicisti e alla memoria delle persone stesse che lo hanno ereditato come comunità. Recupero di un valore, non improntato ad una volontà campanilistica o nostalgica, ma funzionale alla comprensione delle regole con cui si scambiano i messaggi profondi di comunicazione di una società, di una collettività. Ritornare a questa documentazione sonora per produrre uno spettacolo non significa fare il verso alla musica popolare, ma vuole essere un’invenzione nata dalla comprensione del suo codice genetico e dalla sua metabolizzazione.
Gaetano Pennino dirigente responsabile della Casa museo