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METODOLOGIE E TECNICHE DI SCAVO SUBACQUEO
Ustica, 25 agosto/2 settembre 2007

L'indagine archeologica subacquea dei fondali di Cala Santa Maria a Ustica è proseguita nell'ambito dei corsi organizzati da Archeologia Viva in collaborazione con la Soprintendenza del Mare organizzando un cantiere di scavo presso la scarpata che si trovain prossimità del c.d. molo nuovo, cioè al limite occidentale della Cala. Lo scavo di questa campagna costituisce la prosecuzione di quanto già intrapreso negli anni scorsi. (2006 dalla Soprintendenza del Mare; negli anni 2003-2005 dall'Università di Foggia). L'area, in forte pendio da m 0 fino a - m 40 circa, com'è ormai noto, conserva le tracce di un antico naufragio. Si tratta di consistenti quantità di frammenti di anfore facenti parte del carico di un'imbarcazione che dovette sbattere le rocce dell'isola e rovinare sul ripido pendio incanalandosi in una vallecola che si diparte da una grotticina posta a circa -20 m. Come è stato già detto la parte più consistente del carico e, probabilmente anche porzioni lignee dell'imbarcazione, dovettero raggiungere la superficie sabbiosa pseudo pianeggiante sabbiosa che si trova oltre i -40 m di fondo dove potrebbero essere ancora sepolte.
Lo scavo di questa campagna (quadrato D) è stato praticato tra i - 22 m e - 24 m. Si è trattato di un quadrato di m 3x3 suddiviso in 9 quadrati da 1 m di lato. Precedentemente all'inizio dello scavo è stata fatta una ricognizione generale dell'area fino alla profondità di ca - 32 m lungo tutta la vallecola di cui sopra fino al punto in cui questa è interrotta da un grande masso presso il quale si trova una marra d'ancora in piombo di medie dimensioni pertinente molto probabilmente la medesima imbarcazione naufragata.
E' stata effettuata la ripulitura superficiale del quadrato prima di iniziare la sorbonatura del sedimento. E' stato, infine, iniziato lo scavo asportando un primo taglio artificiale di sedimento dello spessore di ca cm 10 (US1) mediante sorbona ad acqua.
Lo scavo ha consentito il recupero di alcuni frammenti diagnostici che confermano la datazione già proposta ed anzi contribuiscono a dettagliarla maggiormente sul finire del II sec. a.C.
sulla base di osservazioni su alcune peculiarità tipologiche. Si conferma che la totalità del carico dovrebbe essere costituita da anfore del tipo Dressel 1A con orli a nastro di medie dimensioni lievemente concavi inquadrabili, sulla base di molteplici confronti, sul finire del II sec. a.C.
Interessante tra i materiali del vaglio un frammento di piccolo bicchiere pertinente la dotazione di bordo. Dalla raccolta di elementi diagnostici effettuata nell'area limitrofa emergono dati tipologicamente e cronologicamente concordanti nonchè un frammento di brocca con orlo trilobato a pareti sottili pertinente la dotazione di stoviglie di bordo.
Interessante, tra i reperti di scavo, un dente di caprovino recante tracce di combustione interpretabile come residuo di pasto finito in sentina. Sono stati rinvenuti tra i materiali del vaglio anche piccoli frammenti di bronzo o rame che verranno analizzati per identificarne gli elementi compositivi.
Il rilievo della superficie messa in luce dopo la sorbonatura (US1) è stato effettuato mediante riprese ortofotografiche digitali opportunamente raddrizzate da cui è stato ricavato il rilievo planimetrico dei 9 quadrati. I reperti sono stati successivamente etichettati, recuperati e identificati graficamente nell'ortofoto. I reperti recuperati sono stati lavati in acqua dolce e poi schedati ed inseriti in un data base relazionato all'ortofoto. E' stato realizzato un sistema GIS dello scavo. Gli elementi diagnostici sono stati disegnati e fotografati.
Al fine di identificare con maggioer precisione la provenienza dei reperti ceramici è stata realizzata una campionatura dei diversi impasti riscontrati autopticamente. Tali campioni verranno analizzati estraendone sezioni sottili da analizzare microscopicamente e con diffrattogrammi.
Tutte le operazioni sono state eseguite dali undici allievi del corso (Massimo Concilio, Maria Cristina Ferrinda, Aldo Filiberto, Maria Laino, Flavio Molinelli, Salvatore Nanetti, Patrick Rossetti, Gabriele Siracusano, Laura Strolin, Giulia Tamburello, Pablo Zambruno) sotto la guida dei tecnici della Soprintendenza Stefano Zangara, Roberto Rocca, Massimo Licciardello e Floriana Agneto coordianti da Sebastiano Tusa che ha anche tenuto le lezioni teoriche mattutine durante l'intera settimana di lavoro.

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