L'indagine archeologica subacquea dei fondali
di Cala Santa Maria a Ustica è proseguita nell'ambito dei
corsi organizzati da Archeologia Viva in collaborazione con la Soprintendenza
del Mare organizzando un cantiere di scavo presso la scarpata che
si trovain prossimità del c.d. molo nuovo, cioè al
limite occidentale della Cala. Lo scavo di questa campagna costituisce
la prosecuzione di quanto già intrapreso negli anni scorsi.
(2006 dalla Soprintendenza del Mare; negli anni 2003-2005 dall'Università
di Foggia). L'area, in forte pendio da m 0 fino a - m 40 circa,
com'è ormai noto, conserva le tracce di un antico naufragio.
Si tratta di consistenti quantità di frammenti di anfore
facenti parte del carico di un'imbarcazione che dovette sbattere
le rocce dell'isola e rovinare sul ripido pendio incanalandosi in
una vallecola che si diparte da una grotticina posta a circa -20
m. Come è stato già detto la parte più consistente
del carico e, probabilmente anche porzioni lignee dell'imbarcazione,
dovettero raggiungere la superficie sabbiosa pseudo pianeggiante
sabbiosa che si trova oltre i -40 m di fondo dove potrebbero essere
ancora sepolte.
Lo scavo di questa campagna (quadrato D) è stato praticato
tra i - 22 m e - 24 m. Si è trattato di un quadrato di m
3x3 suddiviso in 9 quadrati da 1 m di lato. Precedentemente all'inizio
dello scavo è stata fatta una ricognizione generale dell'area
fino alla profondità di ca - 32 m lungo tutta la vallecola
di cui sopra fino al punto in cui questa è interrotta da
un grande masso presso il quale si trova una marra d'ancora in piombo
di medie dimensioni pertinente molto probabilmente la medesima imbarcazione
naufragata.
E' stata effettuata la ripulitura superficiale del quadrato prima
di iniziare la sorbonatura del sedimento. E' stato, infine, iniziato
lo scavo asportando un primo taglio artificiale di sedimento dello
spessore di ca cm 10 (US1) mediante sorbona ad acqua.
Lo scavo ha consentito il recupero di alcuni frammenti diagnostici
che confermano la datazione già proposta ed anzi contribuiscono
a dettagliarla maggiormente sul finire del II sec. a.C.
sulla base di osservazioni su alcune peculiarità tipologiche.
Si conferma che la totalità del carico dovrebbe essere costituita
da anfore del tipo Dressel 1A con orli a nastro di medie dimensioni
lievemente concavi inquadrabili, sulla base di molteplici confronti,
sul finire del II sec. a.C.
Interessante tra i materiali del vaglio un frammento di piccolo
bicchiere pertinente la dotazione di bordo. Dalla raccolta di elementi
diagnostici effettuata nell'area limitrofa emergono dati tipologicamente
e cronologicamente concordanti nonchè un frammento di brocca
con orlo trilobato a pareti sottili pertinente la dotazione di stoviglie
di bordo.
Interessante, tra i reperti di scavo, un dente di caprovino recante
tracce di combustione interpretabile come residuo di pasto finito
in sentina. Sono stati rinvenuti tra i materiali del vaglio anche
piccoli frammenti di bronzo o rame che verranno analizzati per identificarne
gli elementi compositivi.
Il rilievo della superficie messa in luce dopo la sorbonatura (US1)
è stato effettuato mediante riprese ortofotografiche digitali
opportunamente raddrizzate da cui è stato ricavato il rilievo
planimetrico dei 9 quadrati. I reperti sono stati successivamente
etichettati, recuperati e identificati graficamente nell'ortofoto.
I reperti recuperati sono stati lavati in acqua dolce e poi schedati
ed inseriti in un data base relazionato all'ortofoto. E' stato realizzato
un sistema GIS dello scavo. Gli elementi diagnostici sono stati
disegnati e fotografati.
Al fine di identificare con maggioer precisione la provenienza dei
reperti ceramici è stata realizzata una campionatura dei
diversi impasti riscontrati autopticamente. Tali campioni verranno
analizzati estraendone sezioni sottili da analizzare microscopicamente
e con diffrattogrammi.
Tutte le operazioni sono state eseguite dali undici allievi del
corso (Massimo Concilio, Maria Cristina Ferrinda, Aldo Filiberto,
Maria Laino, Flavio Molinelli, Salvatore Nanetti, Patrick Rossetti,
Gabriele Siracusano, Laura Strolin, Giulia Tamburello, Pablo Zambruno)
sotto la guida dei tecnici della Soprintendenza Stefano Zangara,
Roberto Rocca, Massimo Licciardello e Floriana Agneto coordianti
da Sebastiano Tusa che ha anche tenuto le lezioni teoriche mattutine
durante l'intera settimana di lavoro. |