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Soprintendenza del Mare
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TESORI SOMMERSI A SIRACUSA

E’ stata inaugurata il 26 marzo a Siracusa la mostra “Tesori Sommersi”. L’esposizione è stata inclusa nell’ambito della giornata di primavera del Fondo Ambiente Italiano giunta ormai alla diciannovesima edizione . I reperti archeologici sono stati esposti in due sale del Castello Maniace e ad illustrare il percorso storico è stato Sebastiano Tusa, ex Soprintendente del Mare, che ha condotto per anni le ricerche. “La valenza storica è data da alcuni reperti risalenti al 10 Marzo 241 a.C. – spiega Tusa – quando nelle acque delle Egadi i romani vinsero sui cartaginesi. Difatti da lì proviene il Rostro che ha una reca punica che invocava a sfondare la nave nemica. L’altro reperto di valore è l’elmo romano “Montefortino” risalente allo stesso periodo. La vasta selezione di anfore recuperate ed esposte sono di notevole importanza perché testimoniano gli scambi commerciali tra l’Italia e l’Africa. “Di valore – continua Tusa – anche il torso maschile in marmo di Thasos trovato nelle acque di Contrada Palmento a Ragusa. Tra i ritrovamenti siracusani ci sono i lingotti in piombo di provenienza iberica che portano il nome della famiglia di commercianti: i Papia”. La seconda parte della mostra presenta i video prodotti da Stefano Zangara della Soprintendenza del Mare, che ha documentato le attività commerciali dell’epoca greco–romana nel Mediterraneo, le guerre puniche e l’attività di recupero di reperti in mare. Sempre nella seconda sala sono esposti i mezzi impiegati dal Nucleo Operativo dei Carabinieri Subacquei di Messina. “I sistemi di ricerca sistematica vedono oltre all’impiego dell’operatore subacqueo – spiega il Maresciallo del Nucleo subacqueo, Domenico De Giorgio – anche l’impiego di un robot subacqueo operativo fino a 300 metri. Questo robot, che noi denominiamo “Pluto”, ha un’autonomia di due ore e trenta e viene utilizzato per la ricerca, la localizzazione dei reperti, le riprese fotografiche, le riprese video e riesce a recuperare gli oggetti attraverso un braccio meccanico telecomandato. Inoltre utilizziamo anche dei metaldetector subacquei fino ai sessanta metri. Solo con l’ausilio dei mezzi di alta tecnologia è possibile scandagliare i fondali marini e recuperare i beni archeologici.” All’evento erano presenti il Prefetto Carmela Floreno Vacirca, il Soprintendente ai Beni culturali di Siracusa Concetta Ciurcina, l’Assessore comunale ai Beni culturali Mariella Muti, il Comandante provinciale dei Carabinieri Massimo Mennitti e Gaetano Bordone del Fondo Ambiente Italiano. Numerose le visite alla mostra, comprese alcune classi del primo Istituto Comprensivo di Priolo e dell’Istituto Comprensivo Chindemi di Siracusa. La mostra rimarrà aperta fino al 30 aprile 2011.







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