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Un carico d’avorio verso Siracusa individuato nel relitto di Stentinello (SR)

Nell'ambito del vasto progetto di verifica dei rinvenimenti effettuati nel passato di cui abbiamo notizie, documentazioni e localizzazioni imprecise, la Soprintendenza del Mare ha intrapreso una campagna di investigazioni mirate all'approfondimento delle conoscenze sul relitto di Stentinello già molti decenni fa identificato da G.Kapitaen nelle acque tra Santa Panagia e Thapsos, a pochi km da Siracusa, ad una profondità di circa 10 metri. Con il fondamentale contributo di Enzo Bongiovanni e di Ivan Donzella dell’Associazione Trireme, le tracce del relitto sono state identificate ed è stata effettuata un'approfondita ricognizione dell'area che ha portato ad arricchire il quadro cognitivo esistente con alcune novità di grande rilievo. Pur non resistendo nulla a vista dello scafo ligneo del relitto, si è documentata la presenza di una gran quantità di resti di anfore fortemente concrezionate tra loro ed agli affioramenti rocciosi che emergono dal fondo pertinenti parzialmente alla zavorra litica della nave affondata. Le caratteristiche tipologiche delle anfore costituenti il carico confermano quanto a suo tempo indicò Kapitaen, cioè anfore del tipo Corinzio B databili tra il IV e gli inizi del III sec. a.C. Tuttavia queste anfore dalla tipica bocca ovale sono state recentemente riclassificate e attribuite o a fabbriche corciresi o, addirittura, probabilmente magno greche. Ma la scoperta veramente eccezionale è costituita dal rinvenimento, tra i resti del carico di anfore frammentate, di alcune zanne di elefante di varia lunghezza. In particolare sono stati individuati e parzialmente recuperati frammenti di almeno 5 zanne tra le quali una completa. Si tratta, evidentemente, di una limitata spedizione di avorio inserita in un carico anforaceo destinato ad alimentare il ricco artigianato di Siracusa a quel tempo particolarmente ricco e fiorente. Le zanne sono attualmente in corso di restauro presso i laboratori della Soprintendenza del Mare a Palermo, e di studio da parte del paleontologo siracusano Salvo Chilardi. Le operazioni a mare si sono svolte con il fondamentale supporto della Capitaneria di Porto di Siracusa – Sezione di Santa Panagia e il Sig. Moscuzza del “Gruppo Barcaioli” di Siracusa.

Hanno partecipato alle operazioni subacquee: Sebastiano Tusa, Pietro Selvaggio e Salvo Emma – Soprintendenza del Mare
Vincenzo Bongiovanni e Ivan Donzella – Associazione Trireme
Sig. Moscuzza – Gruppo Barcaioli Siracusa Santa Panagia
Capitaneria di Porto di Siracusa Sezione di Santa Panagia
Gaetano Lino e Salvo Chilardi





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