Su
segnalazione di una bagnante messinese, la Sig.ra Alfonsa
Moscato, la
Soprintendenza del Mare è intervenuta congiuntamente alla
Capitaneria di Porto e al III Nucleo Sommozzatori della Guardia
Costiera di Messina per effettuare operazioni
di rilevamento e recupero di un rostro di epoca romana nelle acque
di Acqualadroni (Messina).
Il reperto giaceva a bassissima profondità e se ne
intravedeva solo
la parte superiore; non cè dubbio che i fenomeni di erosione
della costa in zona hanno anche favorito l’eccezionale scoperta.
Eccezionale sia per la rarità dei rostri ritrovati in situ,
gli altri due sono stati ritrovati nelle acque delle Isole Egadi
ed a Hatlit in Israele, sia perché per la prima volta si
sono conservati i frammenti di legno e i perni di fissaggio del
rostro alla struttura della nave; è infatti presente un doppio
incamiciamento del legno fissato con un tecnica particolare.
Il rostro, integro e di fattura eccellente, è decorato lateralmente
sui due lati da due gladi (spade) dividendosi stilisticamente a
formare un tridente.
E’ molto probabile che si tratta di uno dei relitti della
flotta di Sesto Pompeo sconfitta da Agrippa davanti Capo Rasocolmo
nel 36. a. C., confermando le fonti storiche e i ritrovamenti effettuati
in passato nelle acque di Acqualadroni.
Il recupero è stato effettuato dalla Guardia Costiera alla
presenza del Comandante della Capitaneria di porto di Messina Samiani,
del comandante del Reparto di supporto navale Laganà, del
responsabile del nucleo sommozzatori della Guardia Costiera Gianluca
Messina e del Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa, mentre i
primi rilievi subacquei sono stati effettuati da Philippe Tisseyre
e da Gaetano Lino della Soprintendenza del Mare.
Il reperto è stato trattato per un primo intervento di desalinizzazione,
mentre sono state già programmate le operazioni di analisi
sui legni e il restauro.
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