Si è conclusa la campagna 2017di ricerche e scavi nelle acque dello Stagnone di Mozia, condotta dalla Soprintendenza del Mare in collaborazione con la BGFU - Baverysch Gesellschaft fur Unterwasserarchaologie di Kempten (Germania) e con l’ausilio di uomini e mezzi del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza. Le operazioni si sono concentrate sulla cosiddetta strada sommersa con la pulitura e il rilievo di un’ampia porzione della seconda banchina di sosta e in prossimità dell’attuale attracco dell’isola, nella direzione di Porta Est. Qui è stato portato alla luce abbondante materiale ceramico relativo a tutte le fasi abitative di Mozia, ma soprattutto all’età tardo antica (anfore e vasellame da mensa), un ceppo d’ancora plumbeo, chiodi a sezione quadrata e pali lignei frammentari. Campioni dei materiali saranno a breve analizzati per permettere di tracciare un quadro storico più preciso relativo ad un periodo, successivo alla sua distruzione nel IV sec. a.C., in cui Mozia viene indicata dalle fonti come disabitata e abbandonata.
Il team di ricerca:
Soprintendenza del Mare - Sebastiano Tusa Adriana Fresina Francesca Oliveri Antonella Lo Porto
BGFU – Bayerish Gesellschaff fur Unterwasserarchaeologie – Kempten (Germania) Detlef Peukart Tobias Plededer Max Fiederling Gerd Knepel Jakub Jerdrezejewski Daniel Neubauer Marike Stoever Eric Kressner Nucleo
ROAN – Guardia di Finanza Riccardo Nobili Simone Colucci Raffaele Tucci
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