Poco dopo la conclusione della campagna di scavo condotta dall Soprintendenza del Mare e la Stanford University sul relitto denominato "Marzamemi II", Marcello Mica, un subacqueo che aveva preso parte alla campagna di scavo sia nel 2013 che nel 2014, durante un'immersione ricreativa ha rinvenuto alcune lastre di marmo a circa un Km di distanza dal relitto stesso. Conoscendo gli elementi architettonici della chiesa bizantina del sito già indagato, ha subito intuito che poteva trattarsi di frammenti marmorei della stessa tipologia e quindi, come previsto dalla legge, ha denunciato il ritrovamento alla Guardia di Finanza di Pachino, allertando altresì la Soprintendenza del Mare. Con una operazione congiunta tra Guardia di Finanza e Soprintendenza del Mare si sono recuperate tre lastre marmoree che, che per i motivi effigiati, possono essere classificati come frammenti di plutei di una chiesa. Hanno preso parte alle operazioni di recupero, oltre ai subacquei della Soprintendenza del Mare, il Nucleo Sommozzatori della Guardia di Finanza di Messina, la Sezione Navale della Guardia di Finanza di Siracusa e il Diving "El Cachalote" di Marzamemi.
La scoperta può aprire nuovi scenari sulle dinamiche dell'affondamento dell'imbarcazione "Marzamemi II" poichè i frammenti marmorei, ad un primo studio, sembrerebbero provenire dalle officine di Costantinopoli, come gran parte del carico del relitto studiato. Non siamo ancora in grado di stabilire se si tratti dello stesso relitto e di conseguenza dello stesso carico; solamente indagini mirate e a largo raggio possono far luce sulla storia di questo naufragio avvenuto nel VI sec. d.C. che rappresenta un "unicum" nel panorama dei relitti antichi giacenti nei fondali del Mediterraneo. |