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Archeologia costiera e antichi porti della Cirenaica

La missione archeologica "Archeologia costiera e antichi porti della Cirenaica", diretta da Sebastiano Tusa si è svolta tra il 16 ed il 24 novembre 2013. Alla missione ha partecipato anche l'archeologa Cecilia Albana Buccellato. La particolare situazione politica del paese sconsigliava (anche su cortese invito dell'Ambasciata d'Italia a Tripoli) di intraprendere alcuna visita in Libia data la precaria situazione politica e, soprattutto, il ripetersi di atti prolungati di violenza che avrebbero potuto mettere a rischio l'incolumità fisica. Tuttavia, data la necessità di dare continuità alle nostre ricerche in Cirenaica, di ravvivare e continuare i rapporti scientifico-culturali intrapresi e l'improrogabile obbligo di incontrare i vertici del Department of Antiquity (in seguito DOA) per rinnovare la convenzione di ricerca e cooperazione prossima alla scadenza (gennaio 2014), abbiamo preso la sofferta decisione di recarci in Libia avendo cura di osservare tutte le precauzioni prescritte dalla nostra Ambasciata con la quale siamo stati in quotidiano contatto telefonico interloquendo e comunicando tutti i nostri spostamenti ai vari referenti delle "maglie" territoriali indicatici. La nostra permanenza in Libia è stata, tuttavia, assolutamente tranquilla non avendo avuto alcun inconveniente e non avendo mai rischiato alcun pericolo. Certamente abbiamo percepito il clima di instabilità ed incertezza visibile nella surreale calma e spopolamento del centro di Tripoli. Abbiamo anche udito i colpi delle artiglierie provenienti dalla periferia della capitale ed abbiamo casualmente incrociato, il giorno 18 novembre una corposa manifestazione di civili e miliziani tripolini al centro di Tripoli. La prima parte della nostra missione si è svolta a Tripoli ottemperando agli obblighi consueti delle missioni ufficialmente sponsorizzate dal Ministero Affari Esteri recandoci immediatamente in Ambasciata dove siamo stati ricevuti dal Consigliere Mandanici al quale abbiamo riferito il nostro programma di lavoro e dal quale abbiamo ricevuto utili indicazioni sulle precauzioni da prendere durante la nostra permanenza in Libia. L'ambasciatore non ci ha potuto ricevere per gli impegni derivanti dalla situazione politica del paese. Tuttavia abbiamo avuto l'occasione di salutarlo poiché lo abbiamo casualmente incrociato nel corridoio dell'Ambasciata. Siamo stati successivamente ricevuti dal console generale di Bengasi Ciattaglia che ci ha gentilmente invitato a pranzo insieme alla sua assistente Di Bernardo, al direttore dell'Istituto Italiano di Cultura Piovano ed alla sua vice Chiesa. Durante la colazione di lavoro abbiamo esposto i nostri programmi al console ricevendo anche da lui utili consigli per la nostra permanenza in Libia. In quest'occasione il direttore Piovano ci ha parlato dell'intenzione di un gruppo di operatori subacquei di Tobruk, sponsorizzati da Mohamed Attia Sulaiman Alobide, vice ministro per lo sviluppo edilizio del governo libico, di sviluppare le ricerche e la valorizzazione del patrimonio culturale sommerso della Cirenaica orientale e, soprattutto, la presenza nei fondali di numerosi relitti della II guerra mondiale. In effetti già sapevamo della presenza di questo gruppo di subacquei a Tobruk ed avevamo l'intenzione di contattarli per intraprendere azioni di ricerca e documentazioni comuni e congiunte. Il contatto fornitoci dal direttore Piovano è stato provvidenziale. Lo abbiamo immediatamente attivato programmando una nostra visita a Tobruk sul finire della nostra missione. A Tripoli abbiamo incontrato i vertici del DOA momentaneamente spostatisi in una palazzina nel quartiere di Gargouish. Abbiamo avuto colloqui fruttuosi con il direttore generale Rahman e con Mustafa Turjiman con i quali abbiamo discusso della missione in corso e delle ricerche future. In tale occasione abbiamo presentato il programma dettagliato delle ricerche che intendiamo svolgere nel corso del 2014. In particolare abbiamo chiesto di proseguire le ricerche a mare ed a terra nel sito di Ras Etteen, di proseguire le ricognizioni a mare tra Bomba e Tobruk e di produrre un progetto di valorizzazione del patrimonio culturale sommerso della Cirenaica. Il progetto è stato approvato e ci è stato accordato il permesso di continuare le nostre ricerche nel corso del 2014 chiedendoci anche di addestrare alle attività archeologiche subacquee il loro personale. Terminate le nostre attività a Tripoli ci siamo recati in Cirenaica con volo da Tripoli a Labrak. Alloggiando ad Apollonia abbiamo effettuato limitati controlli dei dati raccolti nelle passate ricerche sul campo tra Ras Hamama e Ras Etteen. Di grande interesse è stato l'incontro con i docenti della locale Università di Beidha (Omar El-Mukhtar University): Essa Alshaeri, Tarik Mussa Bader, Ahmed H. Abdulkareim e con Saleh Achab, già direttore generale del DOA, oggi docente in questa università. L'incontro è avvenuto nella sede staccata dell'università che è stata creata ad Apollonia con lo scopo di implementare e rafforzare un dipartimento di archeologia con particolare attenzione all'archeologia subacquea. I docenti riuniti ci hanno chiesto di aiutarli a realizzare tale dipartimento. Dopo un lunga conversazione in merito mi hanno richiesto una articolata relazione sulle principali caratteristiche che un tale dipartimento dovrebbe avere. Abbiamo anche discusso di progetti comuni e di possibilità di contribuire alla loro didattica e formazione. Nel corso del primo colloquio mattutino abbiamo anche proiettato due video sui nostri lavori in Cirenaica. Ci hanno chiesto di effettuare una visita al loro campo scuola nella zona archeologica di Apollonia per avere consigli sulla sua conduzione. Volendo sfruttare al massimo la mia presenza mi hanno anche chiesto di fare un conferenza sulle nostre attività in Cirenaica che ho tenuto alla presenza di studenti, docenti e membri del DOA di Cirene. E' seguito un ampio ed articolato dibattito. Durante la permanenza ad Apollonia ci siamo riservati uno spazio per andare a Shahat-Cirene per partecipare al convegno organizzato dal DOA e dall'UNESCO sul commercio illegale di opere d'arte dove, su invito della rappresentante UNESCO Dezzi Bardeschi, ho presentato una relazione sulle problematiche di tale commercio illegale con riferimento anche al patrimonio culturale sommerso. A Shahat/Cirene abbiamo anche incontrato i rappresentanti del DOA con i quali abbiamo avuto intensi e fruttuosi colloqui. In particolare abbiamo dibattuto le problematiche delle nostre future ricerche con il soprintendente di Cirene Nasser.



La terza tappa della nostra missione si è svolta a Tobruk dove, grazie al su ricordato interessamento del direttore Piovano abbiamo incontrato il vice ministro per lo sviluppo edilizio Mohamed Attia Sulaiman Alobide, molto interessato a sviluppare le attività subacquee a Tobruk in collaborazione con il su ricordato gruppo di operatori subacquei locali. Per il suo tramite abbiamo incontrato il subacqueo Abdulnaser S.K. Saleh di Tobruk. Con loro abbiamo discusso del progetto di ricerca da fare insieme nella prossima campagna da programmare tra ottobre e novembre 2014. Loro si impegnano a fornirci tutto l'appoggio logistico in loco (fornitura bombole, carica bombole, gommoni, riprese fotografiche e video). Noi c'impegniamo a fornire il supporto scientifico e documentario alle operazioni di ricerca in mare che comportano l'identificazione cronologica e tipologica di relitti antichi e l'identificazione precisa dei nomi e delle vicende che riguardano eventuali relitti moderni di nazionalità italiana. C'impegniamo entrambi a realizzare pubblicazioni sia scientifiche che divulgative sui risultati delle ricerche future nonché video da fare circolare sui network nazionali ed internazionali. Il tutto nel quadro della nostra attività in Libia autorizzata e condivisa con il DOA. Con l'occasione Abdulnaser che ci ha fatto vedere filmati relativi a ricognizioni da lui fatte su aerei, navi ed un sommergibile inglese. Nel corso della discussione apprendiamo dal vice ministro Attia Sulaiman Alobide che è già stato sottoscritto un protocollo con la Regione Siciliana di cooperazione che potrebbe tornare utile per implementare anche questa nostra collaborazione. A Tobruk abbiamo effettuato una visita al museo locale sito nella ex chiesa cattolica nella piazza principale della città che, com'è noto, contiene una ricca quanto eclettica collezione di oggetti, cimeli e documenti di vario genere inerenti soprattutto le note vicende che legano la città alla II guerra mondiale. Tra tutto il materiale conservato esiste anche una limitata collezione di oggetti archeologici, tra cui alcuni di provenienza marina che abbiamo documentato. Tra tali materiali figura anche un'anfora intera del tipo cilindrico tripolitano, databile all'epoca tardo romana (IV sec. d.C.) che c'interessa particolarmente poiché proveniente dalle acque di Ras Etteen dove la nostra missione lavora da anni. Abbiamo anche effettuato una breve ricognizione lungo la costa ad Est di Tobruk. In particolare ci siamo soffermati nelle zone costiere di El Qara (a circa km 30 da Tobruk) dove abbiamo individuato, a circa km 3 ad est del villaggio omonimo, presso il fianco occidentale roccioso di una piccola baia, a circa m 200 dal mare, un areale con ceramica d'impasto grigio con una forte presenza d'inclusi costituiti da tritumi di conchiglia, decorata con motivi incisi lineari ed ondulati. Insieme in superficie si trovano resti di pasto sotto forma di conchiglie marine (trochi e patelle) e chele di granchi. Presente anche qualche frammento anforaceo di epoca romana indefinibile. Il sito potrebbe essere identificato come depositario dei resti di un insediamento stagionale costiero di pescatori e raccoglitori di epoca preistorica (neolitico). Ci siamo poi, spostati più a est, verso El Bardia puntando la nostra attenzione nella zona costiera di Marshalech dove si sono individuate tracce murarie residue situate su un'elevazione naturale di roccia probabilmente intagliata per creare un basamento circolare su cui collocare una struttura indefinibile. Si notano allineamenti murari ad un paramento sul lato nord ed est. La struttura appare orientata in senso nord-sud / est-ovest. Si sono rinvenuti frammenti indefinibili tra cui uno di anfora a superficie corrugata ed uno di vaso a superficie scanalata di epoca tardo romana. Nei pressi della piccola oasi più a est (circa km 1) abbiamo identificato frammenti di ceramica romana a superficie grigia lisciata ed un pozzo ben costruito in pietra del diametro m 0,60. Siamo rientriamo a Tripoli il 23 novembre per definire gli ultimi accordi con il DOA e lasciamo la Libia per tornare in Italia il 24.
Sebastiano Tusa

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