La
Missione Archeologica in Libia, effettuata in collaborazione con
il Department of Antiquities of Libya (sancita da regolare contratto
sottoscritto tra le parti) ha avuto luogo nella zona del sito costiero
di Phykous.
La missione è stata composta da Sebastiano Tusa (archeologo,
capo missione), Marcello Rocca (subacqueo, direttore tecnico), Gaetano
Lino (ingegnere, topografo), Claudio Mocchegiani Carpano (archeologo),
Leopoldo Repola (topografo responsabile della scansione laser),
Marianna Tedesco (archeologa addetta alla scansione laser), Giorgio
Trojsi (archeometra), Stefano Tilia (topografo).
Il sito di Phykous si trova sulla costa più settentrionale
della Cirenaica, a valle di Al-Beida, a circa km 35 da Cirene. Si
tratta di un sito già identificato nei decenni scorsi come
porto in relazione a Cirene, ma mai analizzato con attenzione. Nel
corso di questa missione si è attuata una ricognizione analitica
e sistematica del sito sia dal punto di vista tradizionale che applicando
le più aggiornate e moderne tecnologie di rilevamento nel
campo archeologico.
In particolare il sito è stato percorso totalmente e sistematicamente
a piedi mediante assi paralleli distanti tra loro circa m 5. Durante
tali percorsi sono stati raccolti gli elementi ceramici, litici
e metallici più diagnostici al fine di individuare le dinamiche
occupazionali del sito. Sono stati raccolti circa 500 oggetti che
sono stati posizionati mediante GPS, fotografati e disegnati al
fine di potere procedere alla loro identificazione crono-tipologica.
In tal modo si è ottenuto un quadro dinamico dell’occupazione
del sito attraverso la dislocazione dei vari reperti.
I reperti sono stati parzialmente campionati dall’archeometra
al fine di ottenere utili elementi di arricchimento nel campo della
manifattura e provenienza dei materiali.
La squadra addetta alla scansione laser ha effettuato la completa
scansione del sito mettendo in evidenza sia l’altimetria esatta
che tutte le strutture murarie emergenti. I prodotto finale di tale
ricognizione è il modello tridimensionale del sito e la collocazione
esatta di tutte le strutture e gli elementi visibili in superficie.
La squadra dei topografi ha anche provveduto alla mappatura del
sito mediante stazione totale per ottenere l’esatto rilevamento
altimetrico e la registrazione degli allineamenti murari visibili
in superficie.
In sintesi con questa campagna abbiamo completato la mappatura tradizionale
e tridimensionale del sito con il rilevamento di tutte le numerosissime
emergenze murarie visibili. Abbiamo anche effettuato la ricognizione
completa del sito con la raccolta degli elementi diagnostici utili
all’identificazione cronologica dell’insediamento.
Tra le strutture più significative sono state identificate
quelle che si trovano all’estremità orientale del sito,
sulla costa del mare, pertinenti probabilmente ad un faro o struttura
di servizio al porto. Un grande edificio rettangolare (probabilmente
a carattere militare) è stato anche identificato nella parte
sud, mentre una concavità nella zona più settentrionale
ha posto l’interrogativo della presenza di un eventuale teatro.
Nella parte più settentrionale, già sulla scogliera,
oltre alle numerose tracce di cavatura, si sono identificati i resti
di una struttura rupestre in grotta adibita probabilmente a chiesa
ed un’altra adibita a sinagoga data la presenza del candelabro
a sette bracci inciso.
La ricognizione nelle alture di fronte al sito ha messo in evidenza
numerose tombe monumentali a camera scavata nella roccia, talvolta
con camere supplementari lungo il dromos e nicchie. Nelle stesse
colline si notano numerosi punti di cavatura della pietra e, nelle
parti più sommitali, i resti di possenti strutture di controllo
dell’area. Le strutture si dispiegano sia sulle alture ad
est che ad Ovest della baia di Phykous.
Dall’analisi dei reperti ceramici e delle strutture murarie
si può avanzare l’ipotesi preliminare che il porto
di Phykous sia stato fondato intorno al IV sec.a.C. (a giudicare
da alcuni frammenti di ceramica attica e campana a v.n. rinvenuti
nell’area più orientale del sito). Ma la sua frequentazione
più intensa si ebbe tra il III ed il IV sec.d.C. Tra i materiali
di rilievo per la datazione una moneta in bronzo verisimilmente
costantiniana.
E’ stata effettuata una limitata ricognizione nella zona del
sito costiero di El-Ougla dove le possenti mareggiate hanno inibito
la possibilità di lavoro sia in acqua che a terra, ma hanno
messo in luce interessanti strutture precedentemente ignote poiché
sotto la sabbia. In particolare si è messo in luce un angolo
di una spessa e possente struttura muraria con basamento obliquo
funzionale al contatto con la forza delle onde del mare (probabilmente
una tore). Nei pressi si è messo in evidenza un complesso
di due vasche circolari rivestite in cocciopesto adibite verisimilmente
alla lavorazione del pescato per la produzione di garum o affini.
Dall’analisi dei materiali rinvenuti in superficie ed analizzati
si evince una frequentazione del sito tra il III ed il IV sec.d.C.
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