Regione Siciliana
Assessorato Regionale Beni Culturali e Ambientali e P.I.
Dipartimento Beni Culturali e Ambientali ed E.P.

Soprintendenza del Mare
Home | Struttura | Progetti | Eventi | Itinerari | Normativa | Rassegna Stampa | U.r.p. | News | Credits

...
RICERCHE SUBACQUEE A RAS AL HILAL IN CIRENAICA - LIBIA
Nel quadro della cooperazione mediterranea nel campo della protezione e valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo l’Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e P.I. della Regione Siciliana, tra le altre iniziative intraprese ed in corso di realizzazione, ha fin dal 2002 siglato un accordo per effettuare ricerche subacquee in Cirenaica con il Dipartimento delle Antichità della Libia, la R’as Al-Hilal Marine Company e l’Istituto di Attività Subacquee di Palermo.
L’accordo prevede l’impegno della Regione Siciliana, in collaborazione con gli altri enti, nell’indagine archeologica subacquea finalizzata alla ricerca, scavo e valorizzazione di un relitto identificato nel golfo di R’as Al-Hilal, non lontano dai ben noti siti archeologici di Apollonia e Cirene.

Indicata dalla freccia, la zona di indagine subacquea

Un cannone con munizioni

La zona non è nuova alle cronache archeologiche dato che proprio sulla costa che guarda il golfo di R’as Al-Hilal sono stati esplorati dagli Inglesi, negli anni ’60 del secolo scorso, i resti di una basilica dedicata a S.Andrea (?) datata al secondo o terzo quarto del I sec.d.C. che continuò a vivere fino al VII secolo. Rimase probabilmente in piedi anche dopo l’occupazione araba del 643 e trasformata in moschea (data la presenza di graffiti in arabo).

Il sito è menzionato nelle fonti antiche con il nome di Naustathmos (Mela 1,39). Da questa zona proviene una stele in calcare bruno, iscritta su tre lati, rinvenuta nel 1961 (ora al Museo di Apollonia). Menziona una ricognizione effettuata durante il regno di Vespasiano (prima metà del 74 d.C.: prefetto Q.Paconius Agrippinus).
Successivamente viene ricordata come El Bondarya da Edrisi (XII sec.), in ciò risentendo probabilmente del nome del santo cui era dedicata la chiesa. Infine la troviamo menzionata come Bonandrea in un portolano del XII.

Il sito di Ras Al Hilal

Le attività intraprese nella baia, giunte al secondo anno di ricerche, hanno comportato la ricognizione sistematica dei fondali, l’analisi ed il recupero di alcuni oggetti essenziali del relitto già identificato, la progettazione di un itinerario archeologico subacqueo per musealizzare in situ ciò che si trova sul fondo. Il progetto prevede anche la formazione di personale locale alle attività di ricerca archeologica subacquea già iniziata con l’ospitalità in Sicilia di due giovani funzionari del Dipartimento di Antichità di Cirene nello scorso settembre.

Dopo le prime campagne di ricerca si è già realizzata una mappa dettagliata dei resti del relitto. Sono stati identificati 31 cannoni in ferro distinguibili in due fasce dimensionali. Grazie ad un’attenta ricognizione dei fondali si delineano con chiarezza numerosissimi oggetti fortemente concrezionati che costituivano struttura ed arredo della grande nave.

Carrucole, sartiame e molteplici elementi metallici costituiscono ciò che è più visibile della struttura dell’imbarcazione la cui parte lignea compare a tratti nelle aree ricche di sabbia. Interessanti per comprendere l’armamento e la vita di bordo sono i molteplici reperti tra cui numerosissime palle da cannone e per armi leggere, piatti, bottiglie, posateria ed oggetti vari (forbici e fibbia).

Le forbici recuperate

Dotazione della cucina di bordo
Ciò che si può dedurre da queste iniziali indagini è che siamo in presenza di una grande imbarcazione a due ponti con altrettante linee di fuoco, probabilmente una fregata, a giudicare dal numero dei cannoni e dal loro scaglionarsi in due ambiti dimensionali. Dell’imbarcazione sono stati anche recuperati nelle campagne precedenti i frammenti di almeno due campane delle quali una reca la data 1693 e l’effige di un prelato, del Cristo in croce e di una Madonna. I rilievi accuratamente effettuati hanno permesso di identificare la dislocazione articolata dei vari oggetti e componenti della nave. ...Da un primo esame parrebbe che l’imbarcazione, prima

Frammento della campana di bordo
di inabissarsi si fosse spaccata in due parti o, comunque, abbia perso parte del suo armamento in un momento diverso rispetto al resto. Tre dei trentuno cannoni si trovano, infatti, a circa un centinaio di metri ad Ovest dal grosso dei resti del relitto. L’andamento dei suddetti resti è in senso Nord-Est / Sud-Ovest e parrebbe che la parte poppiera sia all’estremità nord-orientale. All’estremità opposta sud-occidentale dell’area ove insiste il grosso del relitto, abbiamo identificato i resti di numerosi mattoni in terracotta che potrebbero essere ciò che resta della fonderia di bordo e delle cucine che doveva trovarsi, pertanto in posizione centrale nella nave. Nella medesima zona si identificano anche gli unici elementi in legno visibili. Le due possibili ancore appartenenti al relitto si trovano a circa m 150 ad Est e m 125 a Nord-Ovest.

Operazione di rilievo tecnico nell'area dei cannoni

Numerosi sono gli oggetti identificati ed alcuni anche raccolti, restaurati e analizzati che ci illuminano sulla vita di bordo dell’equipaggio e dei suoi ufficiali. Si tratta di tre classi dimensionali di piatti in peltro, di una teiera, di cucchiai e mestoli, un calderone in bronzo, un paio di forbici ed una fibbia di notevole qualità e alcuni candelabri adibiti certamente a rischiarare le cene degli ufficiali. Infine abbiamo avuto la possibilità di identificare la nazionalità della nave ripulendo tre cannoni appartenenti alla classe dimensionale più grande. L’operazione di pulitura subacquea è stata condotta rimuovendo la spessa patina prodotta dall’ossidazione che ricopre interamente i pezzi d’artiglieria. Nei pressi della culatta dei tre cannoni, sulla faccia alta, sono stati scoperti tre stemmi araldici identici costituiti da uno scudo ovale ripartito in sei parti incorniciato in un araldo sagomato con palle ai vertici a sua volta sormontato da due riccioli. Al di sopra di questo stemma si rinviene il tipico leone alato di Venezia con corpo di profilo e testa frontale con cartiglio.
Abbiamo, pertanto, la certezza di avere identificato la grande nave da guerra di R’as Al-Hilal come appartenente alla flotta della Serenissima. Il passo successivo della ricerca sarà quello di identificare, grazie ad una ricerca d’archivio, il nome della nave e le circostanze della sua tragica fine.

Uno dei cannoni con evidenziato la stemma e il leone alato


Fotomosaico della zona di indagine
torna all'indice
indietro

Palazzetto Mirto - Via Lungarini, 9 - 90133 Palermo
Tel. +39 091 6230821 - fax +39 091 6230821
sopmare.area@regione.sicilia.it