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Campagna di indagini sul relitto con carico di marmi di Capo Granitola (Mazara del Vallo)

Si è conclusa da pochi giorni la seconda campagna di indagini sul relitto con carico di marmi di Capo Granitola (Mazara del Vallo), scoperto alla metà degli anni Settanta dello scorso secolo, e che è stata condotta dalla Soprintendenza del Mare e dall'Università Ca' Foscari di Venezia, con l'apporto logistico del Diving "El Cachalote" di Marzamemi. Una prima campagna era stata effettuata nel 2014 per verificare la consistenza del carico e per una prima restituzione 3D del giacimento. Si era inoltre campionato gran parte dei blocchi per accertare la provenienza dei manufatti. Il carico consiste in circa 60 blocchi di varie dimensioni (il più piccolo misura cm 30x40x60 ca., il più grande m 5x1x0,70 ca.), la maggior parte provenienti dalle cave dell'isola di Marmara, situata nell'omonimo mare, da cui si estraeva una tipologia di marmo bianco chiamato nell'antichità "proconnesio". La ricerca attuale mirava, invece, ad approfondire lo studio del giacimento attraverso lo scavo subacqueo per potere datare l'imbarcazione poichè il naufragio, all'epoca della scoperta, era stato genericamente datato ad età medio imperiale per la presenza di pochissimi indizi ceramici di quest'epoca. La campagna di ricerca del 2016 ha previsto la pulizia dell'intera area, il completamento della campionatura dei blocchi e la nuova planimetria dell'area in 3D, eseguita con la tecnica fotogrammetrica. L'ausilio della sorbona ha permesso di fare emergere dalla sabbia due nuovi blocchi di dimensioni medie, permettendo di documentare ulteriormente la consistenza del carico. Inoltre sono stati nuovamente campionati alcuni elementi marmorei che erano stati già precedentemente esaminati e che avevano dato risultati particolarmente interessanti per poter capire la provenienza dell'imbarcazione; gli elementi erano risultati estratti da una località diversa rispetto a quella dell'isola di Marmara, dalla quale proviene la maggior parte del carico. L'esito di queste analisi potrebbero ribaltare completamente le ipotesi fino ad ora formulate relative al porto di partenza, alla rotta seguita dalla nave e all'eventuale porto di destinazione, dando un notevole contributo alla conoscenza dei commerci nell'antichità e dello smistamento lungo il Mediterraneo di manufatti marmorei. All'indagine ha partecipato l'unità operativa VI della Soprintendenza del Mare, diretta da Adriana Fresina, con la presenza del funzionario archeologo Nicolò Bruno e Carlo Beltrame del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università Ca' Foscari di Venezia. L'equipé era costituita da ricercatori e studenti della stessa Università. Le analisi del marmo verranno eseguite da Lorenzo Lazzarini dell'università IUAV di Venezia.


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