Scoperti
102 reperti archeologici a Gela
marzo 2010 |
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Proficua collaborazione
tra Capitaneria di Porto di Gela, Museo archeologico di Gela e Soprintendenza
del Mare. La presenza di un ordigno bellico segnalato nella zona
di Bulala ha portato casualmente alla scoperta di ben 102 reperti
archeologici costituiti da vasellame di un certo valore che vanno
così ad arricchire la teca già molto nutrita del Museo
di Gela. Il ritrovamento ed il recupero dei reperti risalgono al
28 gennaio scorso e costituiscono sicuramente la sintesi di quei
principi di collaborazione tra enti pubblici per il conseguimento
degli interessi dello Stato italiano nell’azione di protezione
di beni di rilevante interesse storico e culturale e trova la sua
naturale collocazione nel protocollo d’intesa stipulato nel
luglio del 2007 tra Comando generale del Corpo delle Capitanerie
di Porto e la Soprintendenza del Mare. Martedì 9 marzo durante
la conferenza stampa congiunta tra Capitaneria di Porto, direzione
del Museo archeologico, Assessorato Regionale e presidenza della
provincia regionale di Caltanissetta, è stato mostrato ai
giornalisti ben custodito in alcune vetrine il “tesoro”
di inestimabile valore rinvenuto a Bulala, spiegate le fasi del
rinvenimento e il progetto di restauro che seguirà. Alla
conferenza stampa organizzata presso il Museo archeologico, hanno
partecipato numerose autorità regionali, provinciali e locali.
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Hanno
partecipato anche gli onorevoli Speziale, Federico e l'Assessore
regionale Armao che, nel prendere la parola, ha annunciato che la
Regione punta su Gela per sviluppare un progetto culturale di ampio
respiro in collaborazione col Ministero dello sviluppo economico.
Presenti anche il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa, l'archeologa
della Soprintendenza del Mare Antonella Testa e per la Capitaneria
i capitani di fregata Gozzer e Rosario Loreto comandante la capitaneria
di Porto di Gela. “Vorrei
ringraziare la Capitaneria di porto – ha detto il Soprintendente
del Mare Sebastiano Tusa – per la brillante opera di rinvenimento
e per la collaborazione offerta nell’ambito di una sinergia
che è destinata a protrarsi nel tempo. Ancora una volta Gela
si conferma come un crocevia dei commerci mediterranei antichi perché
questi materiali ci danno la possibilità di capire che nel
corso dei secoli questo luogo è stato sempre frequentato
da navi provenienti da più parti del Mediterraneo. Gela,
quindi si conferma un grande centro dal punto di vista storico archeologico.
Voglio ricordare in questa sede che ci sono altri due relitti identificati
che attendono di essere conosciuti e recuperati. Ci auguriamo che
nella prossima programmazione di procedere al loro recupero”.
A proposito del ritrovamento dei reperti Antonella Testa ha sottolineato
la grande importanza non solo come valore in sé ma anche
come fonte documentaristica. “Il valore è assolutamente
documentario – ha aggiunto l’archeologo – anche
se si tratta in larga parte di materiale frammentario spinto dalle
mareggiate verso la battigia. Il materiale molto abbondante ci fa
capire che questo specchio di mare nella zona di Bulala era uno
spicchio di mare molto trafficato nelle varie epoche. Noi sappiamo
che è una zona pescosa dal punto di vista archeologico in
quanto sono stati trovati il relitto uno e il relitto due di fama
internazionale. Questo materiale appartenendo ad un ambito cronologico
molto vasto, ci fa capire che la zona è stata frequentata
non soltanto in età greca e romana ma anche repubblicana
e medievale”. |
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