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39 lingotti di oricalco rinvenuti nel mare di Gela


39 lingotti di oricalco sono stati rinvenuti dal segnalatore Francesco Cassarino nel mare di Gela. Provenienti verosimilmente dalla Grecia o dall’Asia Minore, presenti in un relitto che dovrebbe datarsi alla prima metà del VI secolo a.C. L’oricalco è un metallo simile al moderno ottone, noto come metallo prezioso per la sua somiglianza all’oro nell’antichità. Prodotto per cementificazione di rame e zinco principalmente, più piccole percentuali di Nichel, Piombo e Ferro.
Questo rinvenimento dimostra la ricchezza di Gela in epoca arcaica, circa 100 anni dopo la sua fondazione del 689 a.C. ad opera di Antifemo e Eutimo, nonché la presenza di ricche e specializzate officine artigianali per la produzione di oggetti di grande valore estetico. La presenza di oricalco a Gela potrebbe connettersi con l’origine rodia della città. Non è trascurabile il fatto che gli antichi Greci indicavano in Cadmo (figura mitologica greco-fenicia) l’inventore dell’oricalco.
E' quindi necessario lo scavo del relitto cui appartengono i lingotti poiché è certo che si tratta di un carico di grande importanza storico- commerciale per aggiornare la più antica storia economica della Sicilia. Sono state già effettuate le prime analisi su alcuni lingotti mediante XRF portatile da Dario Panetta della TQ (Thecnology for Quality) di Genova.
“Il rinvenimento di lingotti di oricalco nel mare di Gela" - dichiara il Soprintendente Sebastiano Tusa - "apre prospettive di grande rilievo per la ricerca e lo studio delle antiche rotte di approvvigionamento di metalli nell’antichità mediterranea. Finora nulla del genere era stato rinvenuto nè a terra nè a mare. Si conosceva l’oricalco attraverso notizie testuali e pochi oggetti ornamentali. Inoltre si conferma la grande ricchezza e capacità produttiva artigianale della città di Gela in epoca arcaica come area di consumo di oggetti di pregio. L’oricalco era, infatti, per gli antichi un metallo prezioso la cui invenzione produttiva attribuivano a Cadmo”.
Le indagini sono state coordinate dalla Soprintendenza del Mare con la collaborazione della Capitaneria di Porto di Gela, del nucleo sommozzatori della Guardia Costiera di Messina, del nucleo sommozzatori della Guardia di Finanza di Palermo e di Francesco Cassarino.

 


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