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Conservazione in situ cannoni di Marettimo

Nell’ambito del progetto “La conservazione in situ di cannoni in ambiente marino: protezione catodica, pulitura e copertura con geotessuti”, si è recentemente conclusa la seconda missione nell’isola di Marettimo (TP) svolta in sinergica cooperazione tra la Soprintendenza del Mare, l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, la facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma e la restauratrice libera professionista Flavia Puoti. Il progetto di ricerca, interamente finanziato dalla Honor Frost Foundation, riguarda due dei nove cannoni presenti sul fondale di Cala Spalmatore a circa 13 metri di profondità, e prevede l’uso della protezione catodica con anodi di zinco su due cannoni (C e E) associata ad un trattamento di pulitura superficiale su solo uno dei due che ne migliori la lettura e ne faciliti il riconoscimento. Il confronto con il cannone non pulito permetterà di comprendere come la pulitura superficiale influenza il sistema di protezione catodica e quanto tempo impiega lo strato a riformarsi sotto la copertura protettiva in geotessuto. Per verificare la presenza di processi di corrosione attivi sarà misurato il potenziale di corrosione su diversi punti lungo la superficie dei cannoni per tutta la durata del progetto grazie ad un sistema di misura remoto con datalogger. La ricerca è organizzata in tre missioni l’anno da una settimana l’una per due anni, fino a novembre 2018. In questo modo si potrà studiare l’andamento stagionale dei parametri ambientali che influiscono sul potenziale di corrosione del ferro e sul consumo degli anodi di zinco, l’andamento del potenziale di corrosione e l’efficacia del trattamento di pulitura associato alla protezione con geotessuto. Lo scopo della ricerca è lo sviluppo di un piano di manutenzione programmata del sito archeologico che permetta l’apertura dell’itinerario archeologico subacqueo.


Gruppo di lavoro:
Flavia Puoti, responsabile del progetto finanziato dall’Honor Frost Foundation, restauratrice libera professionista
Barbara Davidde, Direttore del Nucleo per gli Interventi di Archeologia Subacquea (NIAS), Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro
Marco Ciabattoni, Laboratorio di Fisica dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro
Claudio Di Franco, Soprintendenza del Mare
Cecilia Bartuli, DICMA, Università La Sapienza

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