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Servizio Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali del Mare
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Recuperato un cannone nelle acque di San Leone
San Leone (AG), 7 ottobre 2010

E’ stato rinvenuto e recuperato un cannone in ferro nelle acque antistanti la foce del fiume Akragas nei pressi di San Leone, naturale porto di Agrigento. Per le cerchiature del cannone visibili in rilievo e il contesto del rinvenimento, si presume sia stato realizzato alla fine del 1500. Il rinvenimento è avvenuto casualmente ad opera di Salvatore Lopez, subacqueo agrigentino componente del gruppo subacqueo della Lega Navale di Agrigento e Porto Empedocle, mentre la verifica e i primi rilievi sono stati effettuati dal Servizio Soprintendenza Beni culturali e ambientali del Mare il 23 luglio scorso. Si è immediatamente intuito che il rinvenimento aveva una particolare valenza in quanto, dal posizionamento mediante GPS differenziale, si è potuto rilevare che il cannone si trovava sulla congiungente il punto di rinvenimento del cannone in bronzo già recuperato nel 2006 ed il relitto ancora inesplorato rinvenuto in località Maddalusa. L’allineamento dei tre reperti e la loro vicinanza, induce a pensare che gli stessi siano accomunati da un unico naufragio. Il recupero è stato effettuato il 7 ottobre dopo avere realizzato una vasca in grado di contenere il cannone durante la lunga fase di desalinizzazione necessaria alla stabilizzazione della massa ferrosa.
operazioni di recupero
operazioni di recupero

il cannone al momento del ritrovamento
recupero del cannone

Il recupero, coordinato dall’Unità operativa V del Servizio Soprintendenza Beni culturali e ambientali del Mare, è stato possibile per il qualificato ed efficace impegno del reparto subacqueo della Guardia Costiera con sede a Messina, il supporto navale della Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, l’impegno dei subacquei della Soprintendenza e l’assistenza diretta della locale Lega Navale che ha messo a disposizione una imbarcazione, una gru gommata per carico e trasposto del cannone e la vasca per la desalinizzazione. Tutte le operazioni sono state seguite direttamente sul posto dal Soprintendente Giuseppe Gini. Pare probabile, così come si era già pensato al momento del rinvenimento del cannone in bronzo, che altri cannoni siano presenti nelle stesse acque.

la culatta del cannone "in situ"
operazioni di recupero

operazioni di recupero
collocazione nella vasca di desalinizzazione

il gruppo che ha partecipato al recupero
subacquei della Guardia Costiera di Messina

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